7 novembre 2017
L'ANELLO DEI FORTI DI GENOVA
Trekking ad anello tra le valli Polcevera, Torbella e Bisagno
DATA ESCURSIONE: 28/10/2017
PARTENZA E ARRIVO: Begato (mt. 268)
TAPPE INTERMEDIE: Forte Fratello Minore (mt. 620); Forte Fratello Maggiore (mt. 644); Colle del Diamante (mt. 555); Forte Diamante (mt. 650); Forte Puin (mt. 507); Forte Sperone; Forte Begato
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa10,5 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 h.
DIFFICOLTA': E
SEGNAVIA: linea gialla+cerchio rosso vuoto+doppio quadrato rosso pieno
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"Prima o poi, i Forti son da fare..."
L'avrò detto miliardi di volte, ma come accade per quelle escursioni stregate, poi si va a finire dappertutto ma mai ai Forti di Genova.
La "temperatura" della camminata ha cominciato a salire nell'ultimo mese e finalmente, una decina di giorni fa, è arrivato il momento giusto per intraprendere questa escursione che sicuramente incuriosisce già in partenza, perché non offre solo montagne e panorami, ma anche qualcosa di più.
Ora, l'anello dei Forti si può intraprendere da differenti località di partenza, alcune delle quali raggiungibili anche con il trenino di Casella (anche lui da provare, ma chissà quando): noi, questa volta, abbiamo optato per partire da Begato, luogo fino a pochi giorni fa a me sconosciuto.
Begato è un quartiere, ma anche un paese. Un quartiere popolare di Genova nella zona intermedia tra Bolzaneto e Rivarolo, fatto di palazzoni anni settanta/ottanta e di molto malcontento, ma anche un tranquillo e piacevole paesino situato ai piedi della dorsale dei Forti di Genova.
Raggiungiamo il casello di Bolzaneto con l'A7, quindi proseguiamo verso Rivarolo e a un incrocio semaforico svoltiamo a sinistra su via Felice Maritano, uno stradone che passa innumerevoli volte sotto (letteralmente) ai casermoni popolari prima di svoltare a sinistra su via Pierino Negrotto Cambiaso, la strada via via più panoramica che ci condurrà a Begato paese.
La strada termina praticamente in corrispondenza di una piccola piazzuola dove si trova il capolinea degli autobus: bisogna armarsi di pazienza, perché i parcheggi sono praticamente inesistenti e occorre inventarselo lungo la carreggiata, in alcuni punti già di per sé piuttosto stretta. Quest'oggi siamo piuttosto fortunati, perché riusciamo a parcheggiare non troppo distante dalla partenza del sentiero, che si trova proprio in corrispondenza della piccola piazzetta.
Dopo esserci preparati con tutto l'occorrente, risalendo verso il capolinea degli autobus possiamo già vedere, alzando gli occhi, il profilo di alcuni dei Forti che raggiungeremo con il nostro itinerario. Giunti nella piazzetta, prendiamo sulla sinistra la scalinata che raggiunge la chiesa della frazione, quindi risaliamo per un tratto fino a imboccare una evidente crösa che attraversa le case del paese, scendendo verso destra per poi risalire sulla sinistra, raggiungendo nei pressi di un colletto (sulla sinistra pecore e asini al pascolo in un ampio recinto) l'imbocco del sentiero, segnalato con una linea gialla e un rombo rosso.
Nel primo tratto, il percorso costeggia alcune recinzioni fatiscenti salendo all'interno del bosco, con alcuni tratti anche piuttosto ripidi, raggiungendo le prime segnalazioni del "percorso storico naturalistico Begato-Forte Fratello Maggiore", che possono anche indurre in errore perché posizionate leggermente fuori sentiero. In realtà, capiamo ben presto che non bisogna proseguire in direzione del cartello segnaletico ma mantenersi sul più evidente sentiero, che continua a salire fino a raggiungere un punto di svolta verso destra, da cui iniziano numerosi tornanti attraverso i quali si continua a guadagnare quota.
Dopo un bel tratto nel bosco, ecco che comincia ad intravedersi qualche panorama: il primo è in direzione di Forte Begato, ai piedi del quale la vista arriva fino al mare, mentre, poco dopo, ecco che lo sguardo arriva fino al Santuario della Madonna della Guardia. In breve siamo sulla linea di crinale, dove - magia delle magie - scopriamo che i Forti circondano una piccola valletta nascosta, quella del Rio Torbella. Di fronte a noi, intanto, le antenne del Monte Fasce sbucano sulla sinistra di Forte Puin.
Di fronte a un crocevia di sentieri rimaniamo inizialmente un po' indecisi sulla direzione da seguire e dopo aver percorso, per un breve tratto, il sentiero più evidente che si dirige verso sinistra (segnalazioni rombo rosso) ci accorgiamo di essere sulla traccia sbagliata: questo sentiero (che rincontreremo più avanti) in realtà taglia a mezza costa i rilievi che ospitano i cosiddetti "due fratelli" (Forte Fratello Minore e Forte Fratello Maggiore) mentre invece noi abbiamo intenzione di raggiungerli. Ecco allora che, tornati brevemente sui nostri passi, prendiamo invece una meno evidente traccia che risale la dorsale, dove incontriamo poco dopo le segnalazioni linea gialla che già avevamo seguito in precedenza.
Il percorso è panoramico sulla sottostante frazione di Begato, sulla val Polcevera e sui Forti, in particolare sul Fratello Minore che tra poco raggiungeremo.
Attraverso prati e piccole radure, superiamo una madonnina contenuta in un lampione e giungiamo ai piedi della ripidissima salita per il Forte Fratello Minore: per quanto questo strappo sia breve, è obiettivamente proibitivo per le pendenze e il fondo sconnesso ma insomma, non sarà di certo questo a fermarci. Pochi minuti e siamo sulla vetta del Monte Spino, ai piedi del Fratello Minore, il primo Forte di giornata: un profilo che conosciamo, visto che assieme al Diamante, è uno dei Forti meglio visibili dalle nostre montagne di casa.
Dopo esserci goduti per qualche istante lo splendido panorama sulla riviera dalla vetta, seguiamo verso destra il sentiero che passa ai piedi dell'imponente muro meridionale e raggiungiamo l'ingresso del Forte, al quale non è possibile accedere, dovendoci quindi limitare a fotografarlo. Il sentiero prosegue verso l'altro "fratello", il Fratello Maggiore, del quale però rimane poco o nulla: con un breve tratto di sentiero, molto panoramico sulla dorsale Bisagno-Torbella, ci manteniamo a sinistra al bivio e raggiungiamo con pochi tornantelli la vetta del Monte Sellato, dove si trovano i pochi ruderi della fortificazione.
In realtà, una volta in vetta al Monte Sellato, ciò che colpisce è il Forte Diamante, che improvvisamente compare alla vista, in lontananza, in tutta la sua imponenza: lo vediamo, è proprio di fronte a noi, ma da lui ci separa un impegnativo saliscendi che ora ci apprestiamo a percorrere.
Intanto il cielo, che fino ad ora era rimasto azzurro anche se leggermente velato, si annuvola improvvisamente.
Ci gettiamo a capofitto nella ripidissima discesa che dal Forte Fratello Maggiore raggiunge il Colle del Diamante, su una traccia insidiosa (attenzione in caso di terreno bagnato) ma estremamente panoramica sulla val Polcevera, sulla val Bisagno (in particolare sulla frazione di Trensasco) e sul Forte Diamante. Facendo bene attenzione a non scivolare, raggiungiamo il Colle del Diamante, altro crocevia di sentieri e anziché salire per la "direttissima" (traccia poco evidente sulla sinistra) optiamo per la più comoda mulattiera di accesso al Forte, che con numerosi tornanti, sale senza alcuna fatica fino alla vetta dell'omonimo monte, nei pressi dell'ingresso.
Il Forte Diamante è senza dubbio il più suggestivo tra i Forti: entriamo tra le mura, gironzolando un po' all'interno, quindi ci spostiamo sul retro per goderlo da tutte le angolazioni: le viste, dai pressi del Forte, sono spettacolari, in particolare sulla val Bisagno e su Genova. Ci fermiamo a mangiare qui sopra, visto che si è fatta ora di pranzo e dobbiamo coprirci perché l'aria è veramente gelida. In lontananza, il riflesso del mare inizia a farsi arancione e monto lo zoom per catturare qualche dettaglio in più, compreso lo stadio di Marassi che fa bella mostra di sé tra i palazzi della città.
Sul Diamante continua ad arrivare gente ma per noi si è fatta ora di scendere: ci aspettano ancora alcuni Forti da visitare e così riprendiamo la bella mulattiera che scende verso il Colle del Diamante, dove questa volta ignoriamo il sentiero percorso in discesa poco prima per mantenerci a mezza costa sula lato della val Bisagno e tagliare il versante del Monte Sellato con splendide viste su Trensasco e sul Monte Fasce. Dopo un piacevole attraversamento pianeggiante, il sentiero, ora segnato con il cerchio rosso vuoto, incontra sulla destra quello che scende dal Fratello Maggiore e prosegue in leggera discesa sulla linea di crinale, prima di spostarsi sul lato della val Torbella e incontrare un altro sentiero proveniente da destra, quello che erroneamente stavamo seguendo in mattinata (rombo rosso).
Ci manteniamo sul sentiero cerchio rosso vuoto e il Forte Puin, il prossimo che incontreremo, si fa ormai vicinissimo, tanto che - per una volta - ci sorge il dubbio di essere quasi in anticipo (in realtà, forse l'intero anello è più corto di quanto avessimo letto su altri siti). Abbandoniamo la sterrata per tenerci a sinistra sulla linea di crinale e raggiungere la scalinata ai piedi del Forte Puin, dal quale rimaniamo a bocca aperta per lo splendido panorama sul quartiere di Marassi, che ora è proprio ai nostri piedi. Il Forte è chiuso con una cancellata e ci limitiamo a scattare qualche foto dall'esterno, quindi riprendiamo a scendere fino nei pressi di una colonna, oltre la quale proseguiamo verso una cima sulla cui vetta si trova un ripetitore.
Ci voltiamo alle spalle e abbiamo una visuale completa delle fortificazioni visitate oggi: dal Fratello Minore al Puin passando per i ruderi del Fratello Maggiore e il Diamante che sbuca alle spalle della dorsale. Davanti a noi rimangono solo due Forti: Sperone e Begato.
Così, dopo avere incontrato nuovamente l'ampia sterrata segnalata con il cerchio vuoto rosso che in precedenza avevamo abbandonato, la seguiamo per un tratto per poi abbandonarla e seguire un sentierino verso sinistra che, nella nostra testa, dovrebbe raggiungere l'ingresso di Forte Sperone. Scopriamo piuttosto in fretta, però, che il sentierino, costeggiata la fortezza per un tratto, prende a scendere ripido verso Marassi e allora decidiamo di fermarci, guadagnandoci comunque, per lo meno, una bella vista sulla lanterna. Tornati sui nostri passi, riprendiamo la evidente sterrata nel punto in cui l'avevamo abbandonata e, superato un ponte, costeggiamo Forte Sperone sul lato della val Torbella, proseguendo lungo le mura nuove di Genova su un sentiero in ripida discesa che ci conduce nei pressi di un cancello, oltre il quale si trova la strada che unisce Forte Sperone e Forte Begato.
Ignorandola, rimaniamo al di qua del cancello e seguendo le indicazioni dipinte su un grosso masso, prendiamo il sentiero segnalato con due quadrati rossi pieni che scende sul lato della val Torbella, menzionato su alcune mappe come "sentiero dell'avvocato". Fatto ingresso nel bosco, dopo un tratto rettilineo svoltiamo secchi a destra (segnalazioni su una pietra) e prendiamo a scendere con ampi tornanti nel bosco: dopo alcune decine di minuti, le prime viste di Begato tra gli alberi ci rassicurano di essere vicini alla conclusione del nostro trekking.
In breve siamo sull'asfalto di una strettissima stradina che costeggia alcune abitazioni isolate e dopo una ripida discesa, attraversato il ponte sul Torbella, riprendiamo la crösa di Begato, che risale tra le case conducendoci dopo una ripidissima e faticosa salita nella piazzetta capolinea degli autobus da cui era partito il nostro anello. Ci voltiamo alle spalle, i Forti sono sempre là in alto e ora che li abbiamo raggiunti con questo trekking, abbiamo anche le idee più chiare circa il loro posizionamento. Peccato solo non aver potuto visitare gli ultimi due - Sperone e Begato - ma non ricadendo direttamente nel percorso, ed essendo necessaria una breve deviazione, abbiamo optato per ritornare all'auto con qualche decina di minuti di anticipo. Per una volta, concedetecelo!