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L'ANELLO DEI LAGHI DELLA LAVAGNINA

Splendido itinerario ad anello con partenza dagli Eremiti sui sentieri del Parco Capanne di Marcarolo

PARTENZA E ARRIVO: Valico degli Eremiti (mt. 559)

TAPPE INTERMEDIE: Confluenza Rio Eremiti-Gorzente; Lago superiore della Lavagnina; Lago Inferiore della Lavagnina, Cascina Gallena; Cascina I Ronchi

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 6 ore 30 min. (anello completo)

SEGNAVIA: II gialla dagli Eremiti alla Lavagnina+Sentiero Naturalistico lungolago+ritorno non segnalato

 

 

L'anello dei laghi della Lavagnina è un'escursione creata strada facendo, quando ci siamo resi conto che ripercorrere lo stesso percorso dell'andata anche al ritorno sarebbe stato decisamente troppo faticoso. E a volte è proprio in occasioni come queste che si riescono a scoprire nuovi percorsi forse ancora più belli di quelli segnalati. 

La giornata è calda, il cielo poco nuvoloso. Riusciamo ad arrivare abbastanza presto (considerati i nostri orari) al Valico degli Eremiti, dove tuttavia troviamo già le consuete numerose auto parcheggiate, tutte di escursionisti diretti - neanche a dirlo - al Tobbio. 

Visto che il nostro sentiero si imbocca leggermente oltre gli Eremiti, verso le Capanne di Marcarolo, parcheggiamo l'auto poco più avanti, in prossimità di uno slargo della strada con bella vista sulla Cascina Eremiti. Ci prepariamo e prendiamo a scendere sull'asfalto, ai piedi dei ripidi contrafforti del Monte Tobbio, in direzione delle Capanne di Marcarolo, trovando dopo alcune centinaia di metri l'imbocco del sentiero Eremiti-Lavagnina (segnalato con II gialla). Il sentiero scende attraverso alcuni stretti tornanti per poi prendere ad avvicinarsi - seppure mantenendosi decisamente più in alto - al sottostante Rio Eremiti, che scende formando piccoli laghetti e cascatelle in un'ambientazione davvero suggestiva.

Il fondo è sconnesso e lungo il percorso è frequente trovare grandi pietre nascoste dall'erba, quindi è consigliabile prestare molta attenzione, soprattutto considerando che il sentiero è particolarmente stretto. Dopo alcuni caratteristici saliscendi, la traccia di sentiero prende a scendere con più decisione verso il corso del Rio Eremiti, quindi risale nuovamente per poi scendere ripida, con un secco tornante verso destra, direttamente sul Rio, che occorre guadare. In questo punto, si trova un particolare laghetto preceduto da una cascatella che non possiamo fare a meno di fotografare. 

Il percorso, fino a qui, non è stato particolarmente faticoso e ora che siamo giunti sul corso del Rio Eremiti, pensiamo che il più sia fatto. Invece, ci sbagliamo di grosso.

Attraversato il Rio, il sentiero prende a salire sul versante opposto di montagna, tra grosse rocce con belle viste sul Monte Tugello, il cui aspro profilo svetta proprio di fronte ai nostri occhi. Il sentiero si mantiene molto stretto e corre sull'orlo di profondi dirupi in corrispondenza dei quali è bene prestare attenzione, considerato il fondo pietroso su cui si cammina. Una ripida discesa, conduce in vista della confluenza tra il Rio Eremiti e il Gorzente, che raggiungiamo in prossimità di un nuovo laghetto preceduto da cascata. 

Senza scendere sul letto del Gorzente, ci manteniamo poco più alti, con il sentiero che si inerpica ora tra alcune enormi rocce, rivelandosi in alcuni punti anche leggermente difficoltoso per i continui saliscendi a cui sottopone i propri frequentatori. Ci guardiamo, iniziamo ad essere stanchi: questo tratto di sentiero si sta rivelando particolarmente dispendioso in termini di tempo e fatica. Inoltre, il tempo sembra voler peggiorare e nuvole nere scendono dal Tobbio, alle nostre spalle. Ci prende un po di sconforto, al solo pensiero che al ritorno ci dovremo sobbarcare un'analoga fatica per tornare agli Eremiti.

Con belle viste sulle acque verdastre del Gorzente, continuiamo a costeggiarlo sulla nostra traccia di sentiero, che transita sotto a scoscesi versanti rocciosi, fino a che i massi iniziano a diminuire e il paesaggio a cambiare lentamente. Ecco che il sentiero si innesta all'interno di un bosco, dove poco dopo raggiunge un tratto franato, che occorre superare con una breve ma faticosa deviazione, che sale ripida per poi ridiscendere, altrettanto ripida, sul sentiero originario. Ma ormai il tratto faticoso è terminato e con esso le rocce, tanto che il percorso si snoda su un sentiero decisamente più ampio e piacevole, che in corrispondenza di una bacheca in legno si immette in una più ampia carrareccia, ovvero il Sentiero Naturalistico.

Incontriamo delle segnalazioni, che preannunciano l'arrivo ai Laghi della Lavagnina: arriviamo infatti in breve in corrispondenza della diga-cascata del Lago Superiore della Lavagnina (350 mt.), da cui si riesce finalmente ad intravedere la sagoma del Tobbio, ancora coperta dalla nebbia. Il percorso continua costeggiando la diga, oltre la quale ha inizio il Lago Inferiore della Lavagnina, che però è secco in questo tratto: tuttavia, costeggiata una parete rocciosa e aggirato il versante di montagna, ecco che iniziamo a vedere l'acqua riempire il bacino del lago.

Il sentiero naturalistico è in realtà una comoda sterrata che segue il perimetro del lago inferiore, regalando suggestive visuali dell'invaso e della gialla Casa del Custode, che spunta poco dopo e che raggiungeremo al termine della nostra camminata panoramica sulle rive del lago. Giunti alla Casa del Custode, termine del sentiero naturalistico, ci sporgiamo oltre la rete per ammirare l'imponente diga del Lago Inferiore e per lanciare uno sguardo alle strette rive all'interno delle quali scorre il torrente Gorzente, in direzione di Casaleggio Boiro e Mornese. Si è fatto piuttosto tardi e non abbiamo molto tempo per mangiare qualcosa, visto che vorremmo tornare alla macchina piuttosto velocemente, per altri impegni: quel che è certo è che tornare sullo stesso sentiero potrebbe rivelarsi sbagliato, facendoci impiegare molto più tempo del previsto.

Ecco allora che, mentre mangiamo qualcosa seduti accanto alla Casa del Custode, Ilaria mi propone di seguire, per il ritorno, la strada alta che conduce agli Eremiti, strada che abbiamo intravisto tagliare il versante di montagna mentre stavamo scendendo ripidi verso il Gorzente. Consultiamo velocemente la mappa e il gps e sembra proprio che questo sentiero si possa imboccare in corrispondenza della bacheca in legno che segna la fine del sentiero naturalistico.

Ripartiamo così percorrendo a ritroso il sentiero lungolago, con il Tobbio che ora si è finalmente liberato dalle nubi che ne occupavano la cima e che si mostra in tutta la sua imponenza. Quando oltrepassiamo la diga del Lago Superiore e raggiungiamo la bacheca in legno, anziché proseguire sul sentiero basso per gli Eremiti, quello dell'andata per intenderci, prendiamo il sentiero non segnalato che si dirige in salita.

Il sentiero, piuttosto ampio, origina dopo poco un bivio al quale ci manteniamo a destra, raggiungendo un cascinale, oltrepassato il quale si prosegue in leggera salita fino ad una costruzione abbandonata e pericolante (Cascina Gallena). Superata la cascina, il percorso prende a salire in maniera piuttosto ripida costeggiato da continui muretti a secco e regala le prime viste sull'invaso della Lavagnina che poco fa abbiamo visitato. Il sentiero, sempre comunque evidente (anche se è consigliabile consultare il gps per conferma, data la presenza di qualche bivio) tende a farsi più pianeggiante e taglia a mezza costa i versanti procedendo in direzione del Valico degli Eremiti. Raggiunto su un evidente sentiero dal fondo pietroso un valico, lo superiamo e proseguiamo sempre a mezza costa alternando tratti in salita, con le viste che ora spaziano sui numerosi piccoli rii che scendono dalle vallette laterali del Gorzente e sul roccioso Monte Tugello. 

Oltrepassiamo un nuovo valico e il percorso si fa pianeggiante, con il Tobbio che compare alla nostra vista, imponente e dopo un breve tratto di discesa raggiungiamo la Cascina I Ronchi, situata in splendida posizione panoramica sul Tobbio. Dal caratteristico cascinale imbocchiamo un'ampia sterrata (strada Ronchi sulle cartine), che in leggera salita ci conduce ad una sbarra, oltre la quale si apre una vista sulle pianure dell'ovadese.

Proseguiamo sull'ampia carrareccia, che dopo aver attraversato un boschetto conduce ad un punto estremamente panoramico sul Tobbio, che anticipa, di pochi metri, l'uscita sull'asfalto della strada Bosio-Eremiti, in prossimità di un'ampio tornante esattamente di fronte al Tobbio.

Scendiamo sull'asfalto fino agli Eremiti, impiegando una decina di minuti ancora, quindi eccoci finalmente alla macchina. Siamo in orario, incredibile! Guardiamo le statistiche dell'escursione: la strada del ritorno è stata decisamente più corta di quella dell'andata, che invece, a causa del fondo non ottimale e dei numerosi passaggi sui bordi del torrente, si è rivelata estremamente più lunga e faticosa.

Il sentiero del ritorno, invece, è davvero splendido ed è un peccato che non sia segnato: chi leggerà questo racconto, magari, potrà approfittarne e provare a percorrerlo. Sono certo che non se ne pentirà!

 

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A un passo dalla vetta
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