L'ANELLO DELLA COSTA DI CELIO
Escursione ad anello tra val Sisola e val Borbera
PARTENZA E ARRIVO: Pagliaro Superiore (mt. 430)
TAPPE INTERMEDIE: Bregni Inferiore; Cremonte; Rovello Superiore; Rovello Inferiore; Sisola
TEMPO DI PERCORRENZA: 6,00 h. circa (anello completo)
SEGNAVIA: nessuno
Ci sono giornate così calde che avresti anche voglia di andare a camminare ma l'afa ti annebbia anche le idee. E così, quando ti accorgi che ormai si è fatto troppo tardi per mettersi in macchina e raggiungere la partenza di un qualsiasi sentiero nei dintorni, ti metti gli scarponi e decidi di inventarti un percorso nei dintorni di casa. Nel nostro caso, in val Sisola.
Siamo a Pagliaro Superiore e, convinti di non muovere la macchina, ci dirigiamo verso la via che attraversa il paese, imboccandola e seguendola verso destra fino al termine dell'asfalto: continuiamo a salire su di una sterrata che ora si fa più ripida e regala, alle spalle, le prime viste su Pagliaro e sul monte Il Poggio. Raggiunto un bivio, siamo totalmente indecisi sulla direzione da seguire: ci teniamo a destra, accorgendoci però ben presto che, probabilmente, la direzione corretta da seguire era l'altra. Saliamo ripidi finché il sentiero è visibile, poi confluisce all'interno di un prato dove si perde tra l'erba alta: non potendo fare altro, decidiamo di attraversare il prato tagliando verso destra, giungendo piuttosto in fretta in vista dell'asfalto della rotabile diretta a Bregni. Superato un boschetto per tracce, scendiamo sull'asfalto e lo seguiamo in salita raggiungendo in pochi minuti le case di Bregni Inferiore.
Le viste si aprono sulla val Sisola, distesa ai piedi della dorsale della Ripa e si intravede sul fondovalle la sagoma della Cà 'd Mestrin. Mentre camminiamo tra le case, due piccoli di cinghiale ci piombano sui piedi, provenienti dal cortile di una casa e, stupiti, non possiamo fare altro che fermarci a fotografarli visto che non capita di vederli tutti i giorni!
Proseguiamo sull'asfalto fino a che, in corrispondenza di una curva verso destra, troviamo una deviazione sterrata segnalata con un cartello dell'anello della Crosa: la imbocchiamo, seguendola nel primo tratto in piano, mentre in lontananza cominciano a intravedersi le antenne che si trovano sulla dorsale, dove tra poco dovremo passare. Raggiunto un bivio, teniamo la destra (la strada di sinistra, ci viene da pensare, sarebbe stata quella da cui saremmo arrivati se avessimo seguito la strada giusta al bivio precedente..) e avanziamo tra i campi su di una pietrosa stradina che sale sempre più ripida, con le antenne sullo sfondo a ricordarci quanto ancora dovremo faticare per arrivare fin là.
Dopo una importante salita sotto a un sole cocente, finiamo per immetterci in una più ampia sterrata (proveniente da Rocchetta Ligure), che guadagna finalmente la linea di crinale seguendo il tortuoso spartiacque tra le valli Sisola e Borbera: dopo essere passati ai piedi delle antenne (e avere ignorato la stradina che vi conduce), proseguiamo su un bel sentiero che si mantiene sul crinale con alcuni saliscendi e raggiunge un bivio nei pressi di una cappella votiva. Evitata la strada di destra (che scende alla frazione Sant'Ambrogio), proseguiamo diritti, risalendo attraverso un tratto disboscato alla volta di una splendida dorsale panoramica: le viste si fanno ampie sulla val Sisola, sul Castello Spinola di Roccaforte e, in lontananza, sulla piatta sommità del Bric Castellazzo. Anziché seguire il sentiero, che passa nel bosco alle spalle del prato, attraversiamo l'ampio prato mantenendoci al di qua del lungo muretto a secco che delimitava, probabilmente, una vecchia strada e in leggera discesa raggiungiamo ora una zona spoglia, da cui si godono belle viste su Montemanno e Roccaforte.
Persa leggermente quota, proseguiamo sul sentiero che ora apre i propri panorami anche verso la val Borbera e in lontananza riusciamo ad intravedere le case di Cremonte, arroccate su di un'altura: se tutto procederà secondo i nostri piani, le raggiungeremo. Ignorato un nuovo bivio sulla destra, diretto a Rovello (le case del borgo ormai si intravedono alle pendici della dorsale, lato val Sisola), proseguiamo fino a incontrare una nuova biforcazione, alla quale tralasciamo la strada di destra (diretta a Rovello) per mantenerci a sinistra e scendere a mezza costa lungo il versante della val Borbera.
Il sentiero perde quota regalando le prime splendide viste sulla dorsale dell'Ebro e sulla valle della Liassa, ai cui piedi iniziano ad intravedersi le case di Cabella; sotto di noi, intanto, ecco comparire le case di Celio. Sull'evidente sterrata, continuiamo a scendere tra splendidi panorami sull'intera val Borbera e dopo un tornante verso destra, nei pressi del quale è stata accatastata della legna, prendiamo a camminare con decisione verso Cremonte, che ora vediamo davanti a noi, sempre arroccato sull'altura ma, questa volta, decisamente più vicino.
Il sentiero confluisce all'interno dell'asfalto della rotabile per Cremonte e per raggiungere il paese dobbiamo sobbarcarci una bella salita sotto a un sole che, intanto, picchia sempre più forte. Oltrepassata una stalla, arriviamo tra le case della piccola frazione, ormai stravolti tanto che per prima cosa dobbiamo immediatamente mettere la testa sotto al rubinetto della fontanella posta in cima al paese. Il borgo si distende verticamente, dominato in alto dalla piccola chiesetta (ai cui piedi si trova una madonnina), accanto alla quale ci fermiamo per mettere qualcosa sotto ai denti.
Il caldo è forte e mezz'ora di sosta rigenerante non ce la toglie nessuno: quando siamo pronti a ripartire, dopo qualche scatto fotografico della val Borbera dal cocuzzolo di Cremonte, prendiamo un sentiero che si intravede partire all'incirca davanti alla chiesetta (piuttosto evidente) e lo seguiamo in leggera salita, tra numerose pietre che fanno pensare alla presenza di qualche rudere o di una vecchia strada. Oltrepassata una costruzione, i panorami si aprono sulla val Borbera, con una bella vista su Cabella, Rosano, Teo e Piuzzo e, poco oltre, si incontra un trivio, al quale si prosegue diritti sulla strada che avanza in salita, non segnalata. Le pendenze si fanno maggiori e fortuna che qui c'è un po' di ombra: in qualche decina di minuti di ripida salita, eccoci finalmente di nuovo sulla dorsale, dove le segnalazioni ci invitano a prendere la strada di destra (per Rovello), evitando di salire verso sinistra (si arriverebbe al Monte Bossola).
Dopo un tratto di attraversamento pressoché pianeggiante, il sentiero si trasforma in un'ampia strada che scende nel bosco, decisamente rovinata dal passaggio di mezzi motorizzati che ne hanno fatto, probabilmente, il tratto più brutto dell'intera camminata. Fortunatamente, dopo le ripide discese iniziali, il sentiero modera le proprie pendenze e, tra fioriture di ginestra, conduce - superato un altro bivio per Cremonte, che si ignora - tra le case di Rovello Superiore, dove incontriamo una bella fontana con tanto di targa in memoria partigiana.
Ci sarebbe la possibilità di fare ritorno a Pagliaro attraverso sentiero, risalendo alla volta del crinale e prendendo, magari, qualcuna delle numerose altre deviazioni presenti su questa dorsale: tuttavia, il caldo oggi ci ha veramente sfiancato e decidiamo (seppure sia, forse, più faticoso ancora) di completare l'anello su asfalto, scendendo da Rovello fino a Sisola e, da qui, seguire la provinciale fino a Pagliaro.
Insomma, la giornata è stata intensa ma nonostante il caldo, qualcosa di buono siamo comunque riusciti a fare, portando a termine un anello sicuramente impegnativo ma, soprattutto, nuovo, realizzato su sentieri non segnati e che, forse, non sono molto conosciuti.