ANELLO DELLA SCOGLINA
Escursione ad anello sui sentieri del Parco dell'Aveto
PARTENZA E ARRIVO: Passo della Scoglina (mt. 920)
TAPPE INTERMEDIE: Barbagelata (mt.1115); Passo del Gabba (mt. 1109); Monte Caucaso (mt. 1245); Acquapendente (mt. 1075)
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 9 km
TEMPO DI PERCORRENZA: 3 h. circa
SEGNAVIA: A13
Al confine di tre vallate, in mezzo a una natura rigogliosa e ad ambientazioni suggestive, parte un percorso ad anello del quale sono venuto a conoscenza quando ho cercato in rete informazioni per raggiungere la vetta del Monte Caucaso. Si tratta del Passo della Scoglina, un valico situato a 920 metri di altitudine che mette in comunicazione la val Trebbia genovese con la val Fontanabuona e la val d'Aveto e che raggiungiamo svallando dalla val Borbera attraverso il valico di Casa del Romano e, una volta scesi fino a Montebruno, risalendo fino oltre alla frazione di Barbagelata.
Parcheggiata l'auto nell'ampio spazio a disposizione, ci prepariamo per la camminata e ne approfittiamo per raggiungere la cappella nella roccia nei pressi del valico, dalla quale scattiamo alcune foto dell'orizzonte del mare, che da qui sembra essere a due passi: la giornata è tersa e pare che il tempo non debba cambiare.
Tornati nei pressi della macchina, ci incamminiamo seguendo, inizialmente, le segnalazioni dell'Alta VIa (AV), che in questo tratto troviamo sovrapposte al segnavia A13 che seguiremo per l'intero percorso: procediamo per un tratto sull'asfalto della rotabile diretta in val d'Aveto, quindi deviamo verso sinistra prendendo a salire all'interno del bosco. Il sentiero prende quota costantemente, mantenendosi tuttavia piacevole e oltrepassata una zona dove di recente è stato operato un disboscamento, con alcuni tornanti conduce in vista dei primi panorami sulla vicina vetta del Monte Ramaceto.
Si continua a guadagnare quota su una traccia che ora si fa più stretta e taglia la faggeta superando alcuni tratti dove il sentiero sembra scavato nel terreno da quanto è profondo. La salita si fa più decisa e corre, per l'ultimo tratto, in quello che sembra il letto di un piccolo rio, raggiungendo in poco meno di mezz'ora di cammino l'asfalto nei pressi di Barbagelata (mt. 1115).
Seguendo le segnalazioni AV, proseguiamo sull'asfalto in direzione opposta a Barbagelata godendoci le splendide viste che questa strada panoramica è in grado di regalare: distinguiamo perfettamente il Monte Aiona, il Ramaceto e la Baia del Silenzio di Sestri Levante. Dopo alcune centinaia di metri, abbandoniamo l'asfalto per dirigerci a destra, su una rampetta sterrata dove il sentiero si biforca: evitiamo di seguire l'Alta Via, che prosegue sulla destra verso la Sella della Giassina, per mantenerci a sinistra, imboccando una bella strada forestale chiusa da una sbarra dove è segnalato in maniera piuttosto evidente il Rifugio Monte Caucaso. Il sentiero, piacevole, si addentra nella faggeta ed è ora segnalato con un triangolo rosso oltre che con le consuete segnalazioni A13: dopo qualche tratto dove la vegetazione è meno fitta e permette di scattare qualche bella foto in direzione della val d'Aveto, ci addentriamo in una bella faggeta dove procediamo tranquilli per alcune decine di minuti.
Oltrepassato in leggera discesa un caratteristico rio che scende dalla roccia, ecco che il sentiero prende a salire con una breve rampetta raggiungendo un valico all'interno del bosco detto Passo del Gabba (mt. 1109), dove troviamo alcune lapidi commemorative. Oltrepassato il valico, continuiamo sul piacevole sentiero tra i faggi, che avanza pianeggiante fino al successivo valico, detto Passo di Stre Burche, dove incontriamo una diramazione per l'Acquapendente, che però ignoriamo, perché raggiungeremo successivamente scendendo dal Caucaso.
Il sentiero, sempre all'interno della faggeta, si allarga sulla destra raggiungendo poco dopo il bivio per Neirone: ignoriamo la traccia di destra deviando in salita verso sinistra e cominciando, gradualmente, a prendere quota. Il percorso spiana per un tratto attraversando una conca verdeggiante, quindi ritorna nel bosco e dopo essere transitato nei pressi di una lapide, prende costantemente a salire. Tra gli alberi, inizia ad intravedersi la cappelletta di vetta del Monte Caucaso, verso la quale siamo diretti e ai piedi della quale sbuchiamo dopo essere usciti dal bosco, su un battutissimo sentierino.
Ai piedi del versante occidentale del Caucaso, il panorama ci lascia a bocca aperta, sbattendoci in faccia una strapiombante vista sulla val Fontanabuona e, alle sue spalle, una vista sconfinata sulla riviera ligure. Ci fermiamo per un attimo a scattare un po' di foto, perché non capita tutti i giorni di vedere un panorama così. Con un ripido strappo, risaliamo il versante ovest del Caucaso, raggiungendone in breve la vetta, occupata dalla cappelletta e da alcune persone che si stanno godendo il sole. Sole che, a dirla tutta, va e viene perché all'uscita dal lungo tratto nel bosco il tempo che abbiamo trovato era abbastanza diverso da quello che c'era alla partenza e in cima l'arietta comincia a farsi sentire.
Dalla vetta del Caucaso (mt. 1245) si dice che si possa godere della vista più ampia sulla riviera ligure e non possiamo che confermarlo: nonostante un po' di nuvole in lontananza, la vista parte dalle Apuane e arriva fino a Ventimiglia, isole comprese (oggi però la foschia in lontananza non permette di vederle). Il panorama è altrettanto sconfinato verso l'entroterra e spazia dall'Antola al Lesima, dall'Alfeo al Ragola e al Ramaceto.
Pochi metri sotto la cima, affacciato sulla riviera, il Rifugio Monte Caucaso, che raggiungiamo dopo aver scattato un po' di foto. E' già piuttosto tardi e abbiamo con noi qualcosa da mangiare, ma proviamo comunque a chiedere se possiamo mangiare qualcosa di caldo, visto che non capita così spesso di trovare dei rifugi sulla nostra strada: Maurizio, il gestore, ci fa accomodare e ci serve un abbondante piatto di polenta e salsiccia e una fetta di torta, oltre a un buon vino rosso. Tutto molto buono e anzi, se vi capita, fateci un salto perché noi ci siamo trovati proprio bene. E poi diciamocelo, è sempre bello mangiare con una bella vista sulla Baia del Silenzio di Sestri Levante!
Paghiamo e usciamo dal rifugio, fermandoci ancora nei dintorni e in vetta a scattare qualche foto dello splendido panorama, quindi riprendiamo il sentiero in direzione del Passo della Scoglina, per concludere il nostro anello. Proseguiamo in direzione opposta rispetto a quella da cui siamo arrivati, ridiscendendo ora il versante orientale del Monte Caucaso: il sentiero diventa una stretta traccia che scende a rotta di collo tra gli alberi, molti dei quali ancora portano i segni dell'incendio di pochi mesi fa, godendoci ancora qualche scorcio in direzione della riviera.
La discesa è così ripida da farci capire di aver percorso l'anello nel senso di marcia corretto: avessimo scelto di salire subito al Caucaso senza passare da Barbagelata, forse ci staremmo ancora maledicendo! La costante e ripida discesa conduce in alcune decine di minuti nei pressi di un corso d'acqua, del quale cominciamo ad avvertire indistintamente il rumore alcuni minuti prima di raggiungerlo. Si tratta dell'Acquapendente, un placido ruscello che scorre in una radura, che costeggiamo per un breve tratto prima di attraversarlo guadandolo sui sassi. Risaliamo per un breve tratto sul versante opposto, quindi raggiungiamo una caratteristica zona rocciosa dove il panorama si apre nuovamente sulla riviera ligure e, in particolare, sulla Baia del Silenzio.
Il sentiero incontra un bivio, al quale teniamo la destra (il sentiero di sinistra è diretto al Passo di Stre Burche), prendendo a scendere ai margini di un dirupato crinale che regala panorami mozzafiato sulla val Fontanabuona e, in particolare, sul rio dell'Acquapendente che forma una splendida cascata che riusciamo ad ammirare meglio a mano a mano che scendiamo. E' un paesaggio particolare, certamente non usuale nelle nostre escursioni.
Ai margini del dirupo, scendiamo ripidamente per un breve tratto, quindi dopo un'ultima bella vista sulla cascata dell'Acquapendente il sentiero si allontana dal crinale, infilandosi in un tranquillo bosco dove raggiunge, in breve, le sorgenti dell'Aveto. Da questo momento in poi, il nostro cammino si intreccerà numerose volte con il torrente, che costeggiamo per lunghi tratti e che siamo costretti a guadare numerose volte per seguire le segnalazioni del percorso (triangolo rosso; A13).
Il cammino è piacevole e il rumore dell'acqua, che scorre tranquilla nel bosco, idilliaco. Quando il sentiero si allontana dal torrente, prendendo a salire alla volta della linea di crinale, è il segnale che ci approssimiamo all'ultimo tratto di sentiero.
Con continui saliscendi e splendide viste su Favale di Malvaro e la val Fontanabuona, il sentiero si dirige verso il Passo della Scoglina, che raggiunge dopo alcune decine di minuti permettendo di chiudere il percorso ad anello.
L'escursione, oltre a non presentarsi particolarmente impegnativa, si è rivelata più bella del previsto, lasciandoci estremamente soddisfatti per la varietà dei paesaggi offerti e per gli splendidi luoghi che ci ha permesso di visitare, su tutti l'Acquapendente e le sorgenti dell'Aveto. Davvero tempo speso bene, quest'oggi!