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L'ANELLO DI FRASSINETO

Escursione sui sentieri della val Brevenna

PARTENZA E ARRIVO: Frassineto (mt. 791)

TAPPE INTERMEDIE: Passo della Banca; Monte Banca; Monte della Croce; Bivio per Gorretta; Crosi

TEMPO DI PERCORRENZA: 3,30 h. circa (anello completo)

SEGNAVIA: nessuno (il sentiero si sovrappone per un brevissimo tratto al sentiero due quadrati gialli e per un breve tratto al sentiero punto e linea gialli)

 

Non conosciamo così bene la val Brevenna, pur essendoci passati più di una volta con l’auto. I sentieri che la attraversano – e sono numerosi – sono per noi tutti per lo più nuovi e ci siamo ripromessi, poco alla volta, di percorrerli. Traendo indicazioni dal volume di Alessio Schiavi “La catena dell’Antola”, questa volta abbiamo deciso di recarci a Frassineto e, da qui, di unire due escursioni cercando di raggiungere la vetta del Monte Liprando. Alla fine, non ci riusciremo ma ne uscirà ugualmente una bella camminata.

Raggiunto Frassineto attraverso Crocefieschi e Nenno, parcheggiamo l’auto nei pressi della chiesetta dedicata alla Madonna di Loreto, che precede di alcune centinaia di metri il paese arrivando da Frassinello.

Ci mettiamo in cammino seguendo le indicazioni del libro e saliamo inizialmente ripidi per un pendio erboso, innestandoci su un sentiero che si fa via via più evidente – pur non essendo segnalato – e che regala belle viste sia in direzione del Monte Banca, che tra poco raggiungeremo, sia verso il valico di Martellona.

Arrivati nei pressi di un poco evidente bivio, manteniamo la destra tenendoci sulla traccia più evidente, che ora spiana leggermente e, oltrepassato un lavatoio, piega verso destra raggiungendo in moderata salita il valico denominato Passo della Banca (mt. 843), dove sorge una cappelletta isolata (la Cappella della Banca). La vista si apre verso il vicino Monte Banca, che ora raggiungeremo, e anche verso la conca di Montoggio, dove si iniziano ad intravedere alcune delle abitazioni poste sul fondovalle.

Abbandonando la più ampia sterrata, ci manteniamo a filo di costa su una poco evidente traccia, che sale tra i prati con belle viste su Frassineto e sulla val Brevenna, raggiungendo senza troppa fatica la panoramica vetta del Monte Banca (mt. 928). Abbandonando il punto più alto e scendendo per alcune decine di metri lungo la dorsale in direzione della valle Scrivia, si può ammirare una bella vista da Montoggio a Casella, un panorama che non siamo abituati a vedere e che si merita la prima dose di foto della giornata. I panorami sono comunque ampi anche verso la val Brevenna e il Monte Reale spunta con il suo cocuzzolo alle spalle del Colle di Martellona.

Senza perdere troppo tempo, visto che il caldo è già notevole e la giornata afosa, torniamo sui nostri passi ridiscendendo verso il Passo della Banca, che raggiungiamo piuttosto velocemente. Nei pressi della cappelletta, anziché tornare verso Frassineto con il sentiero utilizzato poco prima, saliamo alle spalle della Cappella della Banca seguendo la stretta traccia marcata con il segnavia doppio quadrato giallo, che si inerpica lungo il pendio. Raggiunte alcune segnalazioni sulle pietre, abbandoniamo l’evidente sentiero due quadrati gialli, che prosegue in direzione di Piani, per mantenerci a destra sul pendio erboso, che risaliamo tra i prati fino a sfiorare la vetta del Monte della Croce.

Con alcuni saliscendi, avanziamo lungo il crinale seguendo tracce di antichi muretti a secco, con le viste che ora si dividono tra il fondovalle di Montoggio, sempre meglio visibile, e la val Brevenna che si apre finalmente con più decisione ai nostri occhi. Raggiungiamo una selletta  che precede il Monte Garegò, ci spostiamo sul versante sud-ovest della montagna – andando, quindi, in direzione “opposta” rispetto al Monte Liprando per un leggero tratto – con un sentierino che supera numerose radure, costeggiando lunghe file di muretti in pietra.

La vista cambia, aprendosi verso la val Pentemina, nonostante il sentiero corra per un buon tratto all’interno del bosco. Quando però si prende a scendere con maggiore decisione, nei pressi di una sella a quota 900, ecco il bivio che ci stavamo perdendo: è poco evidente, tanto che non me ne ero accorto e stavo proseguendo in discesa in direzione di Gorretta. Ilaria richiama la mia attenzione, facendomi notare che mi sono perso il sentiero: ritorno sui miei passi e proseguo così sul sentiero segnalato con il punto e la linea gialli, che proprio da Gorretta proviene e che taglia le pendici del Monte Garegò correndo in direzione del vicino Monte Badriga.

Dopo un lungo attraversamento nel bosco, tra pini e ginestre alternati a pregevoli scorci sulla valle del torrente Pentemina, ecco che finalmente ci avviciniamo alla linea di crinale in un tratto boscoso, dove incontriamo una sella a quota 983 tra i monti Garegò e Badriga. Seguiamo la traccia che si sposta ora sul lato della val Brevenna e, oltrepassato un cancelletto, inizia a tagliare il versante del Monte Badriga: la guida di Alessio Schiavi dice di prendere una poco marcata traccia sulla destra, che però non troviamo. Così, proseguendo sul sentiero, ci accorgiamo che ben presto diventa una ampia sterrata e ci viene quasi naturale continuare a seguirla per capire dove diavolo vada a finire: quel che è chiaro è che la sterrata scende di quota costantemente, e quindi molto difficilmente riusciremo ad arrivare in vetta al Monte Liprando.

Superati numerosi rii, eccoci in un punto in cui la sterrata sembra terminare, in corrispondenza di una zona di ampi pascoli: tuttavia, poco oltre, la strada – di recente transitata con mezzi motorizzati – sembra ritornare evidente e scende con maggiore decisione, regalando viste in direzione della testata della val Brevenna e, soprattutto, consentendo di vedere alcuni tetti poco distante da noi.

Li raggiungiamo in discesa: si tratta delle poche case che compongono la frazione semiabbandonata di Crosi (ci vive una sola persona, il giovane contadino Emanuele), che raggiungiamo superando alcune recinzioni elettriche. I cani di Emanuele ci accolgono abbaiando a più non posso, mentre alcuni cavalli stanno pascolando tra le case e, poco oltre, alcune capre ci guardano stranite da un terrazzo. Di umani, nessuna traccia.

Raggiunta la sterrata di accesso al paese, la seguiamo a ritroso per un tratto, raggiungendo, terminate le case, la cappelletta che preannuncia l’arrivo al paese, posta in prossimità di una curva. Da qui, decidiamo di seguire la strada fino a Frassineto, anche se poco oltre incontriamo il sentiero diretto a Piani e, da qui, alla Cappella della Banca. Ci manteniamo così sulla rotabile di accesso a Crosi, sterrata, raggiungendo in breve il bivio per Piani senza incontrare nessuno se non un lungo biscione che ci attraversa la strada. La sterrata lascia spazio all’asfalto in prossimità dell’arrivo a Frassinello, dove possiamo ammirare belle viste in direzione di Clavarezza e del Passo dell’Incisa alle spalle del campanile della frazione. Un tratto di salita, sempre su asfalto, ci riporta a Frassineto, dove saliamo alla volta della Madonna di Loreto dove avevamo parcheggiato l’auto in mattinata.

L’anello è stato impegnativo soprattutto per il caldo e ci ha presentato qualche difficoltà soprattutto di orientamento, non essendo ben chiara la direzione da seguire una volta raggiunta la sella tra i monti Garegò e Badriga: non a caso, abbiamo perso il sentiero per il Monte Liprando, che per forza di cose saremo costretti a raggiungere un’altra volta. Ciò nonostante, abbiamo portato a completamento un bell’anello che, seppure in parte su asfalto, ci ha fatto conoscere un nuovo e disabitato angolo delle quattro province. Ritorneremo su questi sentieri…

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A un passo dalla vetta
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