27 settembre 2017
L'ANELLO DI SANTA MARGHERITA STAFFORA
Interessante escursione ad anello in alta valle Staffora
DATA ESCURSIONE: 13/05/2017
PARTENZA E ARRIVO: Brallo di Pregola
TAPPE INTERMEDIE: Casone; Santa Margherita Staffora; bivio Massinigo; passo Scaparina
LUNGHEZZA ITINERARIO: 15 km circa
TEMPO DI PERCORRENZA: 5 h. circa (anello completo)
DIFFICOLTA': E/EE (per l'assenza di segnalazioni in alcuni punti)
SEGNAVIA: 115+bianco rosso+101
L'escursione di questa settimana è nata studiando una cartina dell'alta valle Staffora e cercando di collegare, tra loro, diversi tratti di sentieri segnalati, cercando di inventare un percorso ad anello in una zona da me poco conosciuta perché poco frequentata, fino ad ora. Parlo della zona di Santa Margherita Staffora e, in particolare, dei boschi che la separano dal Passo Scaparina: peccato solo che, anche qui, grazie alle pessime segnalazioni dei sentieri, noto problema in Oltrepo Pavese, sono stato costretto ad allungare il mio itinerario perdendo oltre un'ora di tempo.
Raggiungo in auto il Passo del Brallo, luogo da me scelto per la partenza di questo sopralluogo (anche se l'anello, nella versione pubblicata sul primo volume di "A un passo dalla vetta", parte da Santa Margherita Staffora) e parcheggio l'auto nei posti riservati di fronte al distributore di carburante di Brallo di Pregola. Dopo aver indossato tutto l'occorrente per l'escursione, attraverso la provinciale e imbocco il sentiero sulla destra del distributore (segnavia 115, lo scopriremo più avanti), scendendo per un primo tratto accompagnato da un corrimano. Passo sotto ad alcune case e le viste sono, in questo tratto, in direzione di Cima Colletta e Bralello; quindi il sentiero si fa meno ripido e oltrepassato l'accesso ad un orto, prosegue addentrandosi nel bosco. La discesa ritorna ripida e attraversa una pineta, tagliandola in due verticalmente, quindi il sentiero piega verso destra e, oltrepassato un piccolo rio, prende a risalire dolcemente, conducendo ad un bivio: evito la deviazione a destra per Pregola e mi mantengo sul sentiero 115, che ora avanza pressoché in piano, accompagnato da lunghi muretti in pietra che lasciano intuire come quella fosse, presumibilmente, la vecchia strada.
Si avanza pressoché paralleli alla provinciale e di tanto in tanto, le viste si aprono in direzione delle case di Pregola, fino a raggiungere un nuovo bivio (quello con il sentiero 117) che si ignora, proseguendo diritti. Superato un secondo rio, mi immetto in un nuovo sentiero, che raggiungo in prossimità di un tornante: qui la direzione da seguire è indifferente, perché tenendosi a destra si raggiunge in breve l'asfalto della provinciale mentre, tenendo la sinistra (come ho fatto io) si perde leggermente quota per poi risalire verso destra una volta incrociato il sentiero diretto al paese abbandonato di Sotto il Groppo.
In sostanza, ciò che interessa, è raggiungere la provinciale nei pressi della casa isolata sita in località "Sotto il Groppo", di fronte ad una piccola fontana, dove si trovano alcuni cartelli segnaletici.
Proseguo sull'asfalto in direzione opposta rispetto al Brallo e dopo poche centinaia di metri, nei pressi di una curva, seguo il sentiero che si stacca sulla destra (segnavia sempre 115): superata una briglia, si sale attraverso ampi prati su una evidente traccia, panoramica in direzione di Cima Colletta e della dorsale del Bogleglio e si giunge in una decina di minuti in vista delle abitazioni di Casone, dove si incontra l'asfalto.
Seguo l'asfalto in discesa, allontanandomi dal paese e poco prima di raggiungere l'intersezione con la più ampia provinciale, prendo sulla destra il sentiero 115 (segnalazioni, nei pressi di una costruzione isolata). Attraversato un prato, faccio ingresso nel bosco e attraverso alcuni saliscendi giungo in un punto panoramico in direzione del Passo del Brallo, prima di proseguire su comoda sterrata ignorando i numerosi bivi che incontro, fino a raggiungere una cascina, dalla quale le viste si aprono verso Fego, Cegni e il Monte Chiappo. Proseguendo sulla sterrata praticamente pianeggiante, raggiungo in pochi minuti un colletto dal quale, improvvisamente, compare Santa Margherita Staffora, con le abitazioni distese ai piedi del cocuzzolo che ospita la chiesa e i ruderi del castello: il punto panoramico merita sicuramente qualche interruzione fotografica.
In pochi minuti di discesa, eccomi tra le case del paese: proseguo sulla via asfaltata fino ad incontrare alcune segnalazioni, nei pressi di un bivio ma qui la numerazione dei sentieri è già scomparsa. Seguirò, quindi, il segnavia bianco-rosso per il Passo Scaparina, segnalato a 1,30 h. di cammino: mi dirigo verso destra passando sul lato di una costruzione, e dopo un tratto di sterrata pianeggiante con belle viste da Bosmenso a Varzi, raggiungo in rapida successione alcune abitazioni isolate, oltre le quali il sentiero si biforca.
Seguendo il segnavia bianco-rosso, mi mantengo a destra su una traccia che comincia una decisa salita nel bosco: il percorso cambia direzione numerose volte, quindi raggiunge un bivio al quale tengo nuovamente la destra (mi fido delle segnalazioni del mio gps, ma sto andando a naso perché i segnavia sono radi). Dopo un tratto in falsopiano, si riprende a salire con decisione nel bosco e si costeggia una parete di roccia dove le viste si aprono, per un breve istante, verso la valle di Massinigo. Il ritorno nel bosco non è dei migliori, perché le rampe si fanno ripide e impegnative, quindi si raggiunge un bivio dove le segnalazioni sono per nulla evidenti: tengo la sinistra, scegliendo la strada bassa, che corre accanto ad una vasca dell'acqua e poco più avanti ritrovo, fortunatamente, il segnavia bianco-rosso. Proseguo per un tratto parallelo a un rio, quindi riprendo a salire e giungo ad un ennesimo bivio non segnalato: che fare?
Il gps consiglia di proseguire verso destra in salita, ma di segnalazioni nemmeno l'ombra. Così provo a seguire per un tratto l'altro sentiero, quello che scende e dove, improvvisamente, compaiono alcune segnalazioni: i miei dubbi non fanno che aumentare, perché il sentiero che sto seguendo scende (e invece dovrebbe salire) però è segnalato. Alla fine, decido di far prevalere le segnalazioni e mi mantengo sul sentiero che scende a rotta di collo in direzione di Massinigo, facendomi perdere in pochi minuti tutto il dislivello positivo accumulato in precedenza. Mi sento un cretino perché sto di stare seguendo una traccia sbagliata e che, probabilmente, bastava seguire il gps per raggiungere velocemente il Passo Scaparina, ma se le segnalazioni ci sono un motivo ci sarà, ho pensato.
Nel frattempo, supero un rio (il fosso di Valle Scura) e faccio ingresso in una più ampia sterrata, che senza dubbio arriva da Massinigo: la seguo in salita e dopo lunghe rampe sotto il sole (panorami sulla chiesa di Santa Margherita Staffora), raggiungo dopo circa 50 minuti dal bivio al quale sono stato assalito dai dubbi il punto dove, verosimilmente, sarei arrivato prendendo il bivio che ho ignorato. Il risultato è che ci sono arrivato comunque, ma 50 minuti dopo e dopo essermi spaccato le gambe.
Non c'è tempo per prendersela, devo proseguire verso il valico della Scaparina e fortunatamente fanno la loro comparsa i primi cartelli, sbucati da non si sa dove. Visto che ho perso tempo, però, decido di ignorare la deviazione verso sinistra per l'agriturismo La Pernice Rossa (che mi condurrà al Passo Scaparina) proseguendo sul sentiero principale, che mi conduce invece direttamente in un lungo rettilineo dell'asfalto della rotabile che collega la Scaparina a Pregola.
Arrivo stanco e sfiduciato per il contrattempo e decido subito di fermarmi a bordo strada a mangiare qualcosa, vista l'ora. Ai piedi dell'imponente sagoma del Penice, sotto ai tetti di Ceci, ecco spuntare le case di Bobbio, sfondo ideale per una bella fotografia, mentre in lontananza, sulle dorsali della val d'Aveto, si addensano le prime nubi della splendida giornata. L'idea sarebbe stata quella di concludere un lungo anello raggiungendo il Rifugio La Faggeta e il Passo del Brallo, ma maturo la decisione di terminare la mia escursione su asfalto, per semplificare le cose: ho già avuto abbastanza contrattempi per oggi e non vorrei tornare a casa troppo tardi.
L'asfalto è spaccagambe, come sempre, ma mi permette di raggiungere più velocemente l'auto, parcheggiata a Brallo di Pregola.
L'escursione, nonostante le oggettive difficoltà nel seguire un percorso segnalato solo a tratti, ovvero non segnalato per niente, è comunque bella e merita, a mio avviso, di essere affrontata per la grande varietà di paesaggi e panorami che offre. Certo che sarebbe meglio, cari amici della Comunità Montana Oltrepo Pavese, evitare di posizionare cartelli segnaletici all'inizio di percorsi che poi di segnalato hanno poco o nulla e che possono indurre in errore qualche escursionista meno sgamato del sottoscritto.
Per chi volesse maggiori informazioni sull'itinerario, comunque, sappiate che se ne parla nel primo volume della mia guida "A un passo dalla vetta".