17 aprile 2018
L'ANELLO DELL'ALBIROLA
Trekking ad anello con partenza da Vendersi
DATA ESCURSIONE: 18/02/2017
PARTENZA E ARRIVO: Vendersi (mt. 718)
TAPPE INTERMEDIE: Figino; bivio ss. 215/215a; Santa Maria; Vendersi
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 9,6 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3,15 h.
DIFFICOLTA': E/EE (per l'assenza di segnalazioni)
SEGNAVIA: nessuno (in parte 215/215a)
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Il racconto di questo trekking sarebbe, in realtà, da dividere in due tronconi: il primo, quello che troverete in questa pagina, quello che è stato; il secondo, che vi racconterò prossimamente, quello che avrebbe dovuto essere. Tutto nasce da un'idea malsana: riscoprire i vecchi sentieri che attraversano la valle dell'Albirola, percorsi per lo più non segnalati che percorrono questa valletta laterale del Borbera. Tuttavia, proprio perché non segnalati, i numerosi sentieri sono stati un po' una trappola dentro la quale siamo caduti, non riuscendo a realizzare al primo colpo quello che avremmo voluto realizzare però - e c'è sempre un però - riuscendo ad inventare due piacevoli percorsi ad anello che potranno essere replicati da chi vorrà dopo aver letto questi racconti.
Raggiungiamo Vendersi attraverso la piccola stradina che risale da Albera Ligure e parcheggiamo l'auto nel minuscolo piazzale alle spalle della suggestiva chiesetta. Curiosando nelle mappe, abbiamo visto che un sentiero dovrebbe partire in mezzo alle case di Vendersi e dirigersi verso est, risalendo la valletta del torrente Albirola: essendo quella la direzione di Volpara, ci piacerebbe raggiungere la frazione della val Borbera per poi andare alla ricerca del suo - ormai abbandonato - mulino.
Prendiamo il sentiero che oltrepassa le abitazioni e, superata una fontana, sale leggermente guadagnando una selletta da cui le viste si aprono sia su Vendersi, ormai alle spalle, sia sulla val Borbera nel tratto tra Figino e Albera Ligure: sarà questo, neanche a dirlo, il panorama che ci accompagnerà principalmente durante l'escursione. Al primo bivio che incontriamo, teniamo il più evidente sentiero di destra e dopo avere proseguito ancora un po', costeggiati dall'alto i ruderi di antichi muretti che bene non si capisce se appartenenti a vecchie strade o - chissà - ai ruderi della famigerata abbazia (ammetto di non essermi informato sul suo posizionamento), raggiungiamo un altro bivio, punto di svolta della nostra giornata.
Convinti (chissà perché!) che la strada di sinistra salga troppo, decidiamo di tenere anche qui la destra, sulla traccia che ora prende a scendere dolcemente. Perdiamo quota sul sentiero, prima di un lungo tratto pressoché pianeggiante, dove il percorso ricalca a mezza costa i versanti della montagna attraversando numerosi rii: Volpara compare in lontananza di fronte a noi ma ben presto ci accorgiamo di essere troppo bassi per raggiungere il paese e molto più probabilmente, questa strada che stiamo percorrendo scenderà alla volta dell'Albirola. Ma ormai siamo in ballo e balliamo, vediamo dove andremo a finire e ci inventeremo un percorso strada facendo, come spesso accade.
Il sentiero non segnalato che percorriamo è comunque evidente e ora scende con estrema decisione, permettendoci di sentire, proveniente dal basso, il rumore dell'Albirola ormai non molto distante. Al termine della discesa, ci innestiamo su una stradina proveniente da destra (probabile sopraggiunga da Santa Maria) e la seguiamo verso sinistra, con un breve tratto di salita (sono presenti ruderi di muretti in questo tratto e si intravede anche un imbocco di un possibile sentiero che sale ripido, chissà..) e poi con un ultimo tratto pianeggiante, ammirando belle viste su Volpara, abbarbicato a mezza costa alle pendici del Gropà, che da qui sembra una specie di muro parato proprio di fronte a noi.
Un ultimo breve tratto di discesa ci porta sulle sponde dell'Albirola, che ora dobbiamo guadare: seppure troppo in basso per raggiungere Volpara, cercheremo quanto meno di arrivare al mulino, che dovrebbe essere un po' più a monte, lungo la sponda del torrente. Servendoci di alcune pietre guadiamo l'Albirola, tutto sommato non troppo carico d'acqua, anche se forse non era così qualche tempo prima visto che il fondovalle è pressoché distrutto dalla forza dell'acqua, che ha fatto franare i versanti in più punti.
Raggiunta la sponda opposta del torrente, troviamo immediatamente la prosecuzione del sentiero, che ora sembra risalire verso la rotabile per Volpara. Dopo poco che lo percorriamo, però, notiamo una deviazione verso sinistra, che sembra tagliare tra gli alberi conducendo verso il punto dove si dovrebbe trovare il mulino. La strada è battuta, non ci viene il minimo dubbio di sbagliare e infatti la seguiamo: peccato solo che, dopo una decina di minuti di strada, il sentiero termini improvvisamente, oltre una vasca dell'acqua, in un punto dove una frana ha spazzato via tutto. E' un peccato perché, dai nostri riferimenti, il mulino non dovrebbe essere molto distante ma, ahimé, raggiungibile solo risalendo il torrente: decidiamo di non proseguire oltre (per vostra informazione, al mulino ci arriveremo comunque, in un'altra occasione, scendendo dal sentiero che si stacca dalla rotabile per Volpara) e di tornare sui nostri passi.
Così, fatto ritorno sul sentiero che risale dal torrente verso la rotabile, riprendiamo a percorrerlo e dopo un lungo percorso nel bosco, su una strada comunque sempre evidente, raggiungiamo dopo diverse decine di minuti l'intersezione con l'asfalto nei pressi dell'abitato di Figino, non distante dalla deviazione per raggiungere la casa di caccia. Attraversiamo la frazione sull'asfalto, fermandoci nei pressi della curva sotto al paese, su di una panchina, a mangiare qualcosa: nonostante ci sfiori l'idea di farci venire a prendere in auto, torniamo ben presto in noi e decidiamo di concludere la nostra escursione realizzando un anello fino a Vendersi.
Ci ricongiungiamo infatti al sentiero 215, che avevamo incontrato in mezzo a Figino, per seguirlo in discesa verso le Cantine di Figino e, dopo una ripida discesa, svoltiamo a destra sul sentiero 215a, bretella che permette di raggiungere la frazione di Santa Maria. Il sentiero scende a rotta di collo, ma è veramente breve e in men che non si dica ci conduce in vista della frazione. Raggiunto nuovamente l'Albirola, lo guadiamo questa volta con molta meno fatica e sbuchiamo tra le case di Santa Maria. Una foto all'oratorio della Madonna della Neve e, seguendo l'asfalto, ci dirigiamo in salita verso Vendersi.
Per non seguire però interamente l'asfalto, decidiamo di deviare estemporaneamente su un sentiero che si stacca verso sinistra nei pressi della prima curva successiva alla frazione e, per tracce, con un minimo di senso dell'orientamento, riusciamo a tagliare un bel pezzo di strada sbucando nuovamente sull'asfalto ma, questa volta, a poche decine di metri dall'abitato di Vendersi.
Prima di raggiungere l'auto, una deviazione alla vicina chiesa dei SS. Fortunato e Matteo martiri è d'obbligo, per scattare un po' di foto e godersi il caldo di questa giornata invernale dal sapore vagamente primaverile. Ci siamo inventati, dal nulla, un bel trekking che può essere replicato dagli escursionisti un po' più avventurosi: peccato solo non aver raggiunto Volpara, ma ci ritenteremo!