14 novembre 2017
L'ANELLO DELLA MADONNA DEL BOCCO
Trekking ad anello in alta valle Staffora
DATA ESCURSIONE: 02/06/2017
PARTENZA E ARRIVO: rotabile Castellaro-Casanova Staffora, nei pressi di Cignolo (mt. 750 circa)
TAPPE INTERMEDIE: Rifugio Pian della Mora; Santuario Madonna del Bocco
LUNGHEZZA ITINERARIO: oltre 11 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3,30 h.
DIFFICOLTA': E
SEGNAVIA: nessuno fino al crinale; bianco-rosso fino a Pian della Mora; nessuno nell'ultimo tratto
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La scorsa primavera, finalmente, sono riuscito a visitare il Santuario della Madonna del Bocco. Si tratta di un luogo nascosto tra i boschi dell'alta valle Staffora, non distante dalle frazioni di Cegni, Cignolo e Casanova Staffora, del quale ho spesso sentito parlare, senza tuttavia mai riuscire a raggiungerlo: quindi quale migliore scusa potrebbe esserci di una bella camminata per scoprire un luogo nuovo e che mi ha sempre incuriosito?
E' il 2 giugno, festa della Repubblica e non si lavora. Convinco mio padre a seguirmi sui sentieri, visto che anche lui non ricorda di esserci stato e raggiungiamo di buona mattina la partenza del sentiero, situata lungo la rotabile che unisce Castellaro a Casanova Staffora, tra le frazioni di Castellaro e Cignolo. Io, arrivando dalla val Curone, prendo non distante da Fabbrica Curone la strada per Cella di Varzi, quindi seguo per Castellaro e, oltrepassato il paese, dopo un tratto di leggera discesa, lascio l'auto nei pressi di uno spiazzo che precede l'imbocco del sentiero, riconoscibile per avere due accessi a distanza di pochi metri, sulla destra della carreggiata (arrivando da Castellaro). Mentre ci prepariamo per partire, incontriamo un signore che ci chiede dove siamo diretti.
"Alla Madonna del Bocco!" gli rispondiamo.
"Ah, andate per la festa! Ma guardate che la Messa è al pomeriggio.."
"Festa?!"
Scopriamo ben presto di non aver scelto una giornata qualunque per raggiungere il Santuario: oggi si celebra infatti la consueta festa annuale della Madonna del Bocco, ossia l'anniversario delle apparizioni a seguito delle quali è stato eretto, sul finire degli anni Cinquanta, il Santuario.
Poco male, salutiamo il signore e ci incamminiamo lungo il sentiero, che per tutto il primo tratto è una evidente e ampia sterrata che taglia in due un fitto e rigoglioso bosco, dove il verde delle foglie è reso ancora più luminoso dal sole che splende forte in questa bella giornata dal sapore quasi estivo. Si sale con decisione in direzione sud, quindi costeggiamo alcuni gabbioni in pietra e il paesaggio sembra leggermente aprirsi, con gli alberi che tendono a farsi meno fitti attorno alla sterrata: proseguiamo ancora per alcuni minuti, fino a raggiungere una piccola baita in legno, situata su una curva della strada, nelle immediate vicinanze di una fontana e di un rio. Mettiamo la testa dentro, giusto per accorgerci di una vecchia stufa all'interno, quindi richiudiamo la porta e proseguiamo il nostro cammino.
Si continua a salire sulla evidente sterrata e in alcuni punti le salite si fanno decisamente più ripide: prendiamo quota con alcuni tornanti, quindi il sentiero piega verso nord-ovest, dirigendosi verso la linea di crinale, che raggiunge poco dopo, sullo spartiacque tra i territori di Varzi e Santa Margherita Staffora.
Si ritorna a camminare in direzione sud e ignorato un evidente bivio che scende verso destra, dopo un primo tratto allo scoperto torniamo ad immergerci in un fitto bosco, dove la sterrata, sempre ampia ed evidente, prende nuovamente a salire. L'ombrosa faggeta offre, fortunatamente, un po' di refrigerio dal forte caldo di questa giornata e ci permette di affrontare con un po' più di brio la costante salita.
Dopo diverse decine di minuti di cammino, un doppio tornante ci conduce in corrispondenza dell'incrocio con il percorso della via del Sale, che qui arriva salendo da Castellaro con un sentiero da destra: seguendo le segnalazioni bianco-rosse dipinte sui tronchi degli alberi, seguiamo così le indicazioni per il Monte Chiappo, proseguendo sul filo di costa all'interno del bosco, dove le salite continuano a non mancare e anzi, sono piuttosto decise.
Ignorata una deviazione verso sinistra (nei pressi del bivio si trova, a terra, un cartello segnaletico) che pur scende verso il Santuario del Bocco (ma la ritroveremo più tardi), continuiamo nel bosco raggiungendo, in pochi minuti, il Rifugio di Pian della Mora (mt. 1350), poco lontano dal quale eravamo sbucati qualche tempo fa percorrendo il sentiero 105 proveniente da Selvapiana.
Al Rifugio, la griglia è accesa e ci sono le jeep di diversi ospiti parcheggiate. Ci viene quasi fame, così decidiamo di fermarci poco distante per mangiare qualcosa: seguendo le indicazioni per Cegni (è presente un cartello segnaletico), scendiamo davanti al Rifugio ricongiungendoci ad un sentiero che si trova poco più in basso e che prosegue in direzione della caratteristica località della Valle Staffora, fermandoci a mangiare qualcosa seduti su un tronco abbattuto. Mezz'oretta di sosta è più che sufficiente, poi siamo pronti a rimetterci in movimento.
Seguiamo il sentiero che perde quota al limitare di una pineta, quindi raggiungiamo un poco evidente bivio al quale, anziché proseguire sul più ampio sentiero (segnalato bianco-rosso e diretto a Cegni), seguiamo verso sinistra una sottile traccia che sembra quasi perdersi nel nulla, salvo riprendersi poco dopo, come ci consiglia il gps sullo smartphone.
Il percorso prende ora a scendere ripido su un fondo di pietre mosse e ci verrebbe quasi da chiederci se siamo sul sentiero giusto, se non fosse per il conforto offertoci dalla tecnologia. E il gps, ancora una volta, non sbaglia perché ci conduce dopo una lunga discesa in corrispondenza di un bivio, dove ignoriamo la traccia di destra (che si ricongiunge al sentiero per Cegni abbandonato poco sopra) e continuiamo a scendere sul sentiero ora saltuariamente marcato con segnalazioni bianco-rosse (anch'esso diretto a Cegni, segnalato a un'ora di cammino).
Raggiunto un piccolo pianoro dove sono stati abbattuti dei tronchi, su consiglio dei due boscaioli che stavano tagliando la legna, anziché seguire il sentiero evidente, tagliamo in discesa verso sinistra, ricongiungendoci a un sottostante sentiero (che avremmo comunque imboccato continuando sul sentiero più evidente) che, piegando verso occidente, oltrepassa alcuni rii con diversi saliscendi, fino a risalire con una rampetta che ci porta all'interno della sterrata che, dalla linea di crinale, scende verso il Santuario del Bocco (e che, poche ore prima, avevamo ignorato).
Ora che siamo finalmente nella sterrata per il Bocco, problemi non dovrebbero più essercene: scendiamo così con numerosi tornanti, su un percorso piuttosto monotono e per nulla panoramico, che ci permette di raggiungere in circa un'ora di cammino il Santuario (mt. 815 circa). Quando arriviamo nelle vicinanze, udiamo già indistintamente un forte vociare di persone ma mai più avremmo pensato a una tale affluenza: la zona del Santuario è stracolma di persone, fedeli provenienti da ogni dove e in maggior parte indubbiamente stranieri, radunati sotto a un grande tendone adiacente alla chiesa, costruita a partire dal 1957 nelle immediate vicinanze del luogo in cui la Madonna apparve ad Angela Volpini per la prima volta nel 1947 (le apparizioni in totale arrivarono a ottanta, mai riconosciute dalla Chiesa).
La chiesa è aperta e faccio in tempo a farmi strada tra il traffico per scattare qualche foto dell'interno mentre, un po' a sorpresa, inizia a piovere. In effetti, il cielo si era annuvolato improvvisamente ma noi, nel fitto bosco in cui eravamo finiti, di certo non potevamo immaginarcelo: così, dopo qualche tentennamento, vedendo che forse poi di piovere non ha tutta questa voglia, decidiamo di continuare e portare velocemente a termine il nostro anello.
Scendiamo su una stretta via in parte lastricata in direzione della cappelletta dell'apparizione, accompagnati da un corrimano e da diverse tavole riportanti frasi della mistica Angela Volpini. Una breve sosta nei pressi del luogo dell'apparizione, quindi riprendiamo il nostro sentiero, che svolta verso sinistra ai piedi della cappelletta, procedendo a mezza costa - non segnalato ma evidentissimo - in direzione di Cignolo.
Finalmente, il sentiero si fa panoramico e ora le viste sono ampie da Pietragavina al Brallo e in particolare su Casanova Staffora, su Santa Margherita Staffora e sul Monte Penice. Torniamo nel bosco e dopo aver oltrepassato alcuni rii, con un percorso ricco di saliscendi ma comodo e per nulla faticoso, raggiungiamo in alcune decine di minuti l'intersezione con l'asfalto, non distante dalla frazione di Cignolo, che riusciamo a vedere alla nostra destra. Nella valletta di Menconico, intanto, il temporale sta scatenando il finimondo, come possiamo vedere dalla nebbia che oscura il paesaggio in lontananza: meno male che non si è sfogato qui da noi, altrimenti l'avremmo preso tutto. Ormai non manca molto, basta seguire l'asfalto per pochi minuti ed eccoci all'imbocco del sentiero e alla nostra auto parcheggiata poco distante.
E' stata un'escursione in ambienti pressoché totalmente sconosciuti, comunque bella e curiosa. Peccato per la totale assenza di panoramicità, ma qualche volta ci si può anche accontentare e rendersi conto che, seppur nei boschi, si è intrapreso un percorso avventuroso e comunque divertente!
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