10 aprile 2018
L'ANELLO DI GUARDAMONTE
Escursione ad anello tra le valli Staffora e Curone
DATA ESCURSIONE: 25/02/2017
PARTENZA E ARRIVO: Guardamonte (mt. 697)
TAPPE INTERMEDIE: Bivio Cà del Monte; Roccia M.te Penola; Cà del Monte; M.te Vallassa; Punto panoramico primo picco
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 4,7 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 1,30 h.
DIFFICOLTA': E/EE (per l'assenza di segnalazioni)
SEGNAVIA: nessuno (in parte si sovrappone a percorsi segnalati)
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Nella zona del Guardamonte sono molti gli itinerari - escursionistici, in MTB e non solo - che si possono realizzare. Uno tra questi, forse uno dei più semplici, è quello che abbiamo affrontato lo scorso anno e che compare anche sulle pagine del primo volume della mia guida: un percorso veloce, per ragioni di tempo, che però si è rivelato estremamente interessante complice anche una splendida giornata di fine inverno.
Raggiunto il Guardamonte attraverso la stradina che sale da Gremiasco, parcheggio l'auto nei pressi dell'agriturismo e quando siamo pronti con tutto il nostro armamentario, ci avviamo sulla stradina pianeggiante che costeggia dall'alto la capanna in legno, procedendo in direzione opposta rispetto all'agriturismo. Il segnavia è il 103, ma dovremo ben presto abituarci a continui cambi di segnaletica, in numerosi tratti totalmente assente perché ci avventureremo in qualche affascinante "fuori pista".
Dopo aver ricevuto una più evidente sterrata proveniente dal basso, il nostro percorso piega leggermente verso destra ed ecco comparire le abitazioni di Musigliano mentre, sullo sfondo, la sagoma rotondeggiante del Giarolo la fa un po' da padrona. Quando incontriamo un bivio, abbandoniamo il sentiero 103, che sale ripido verso destra, per tenere la traccia non segnalata di sinistra, che in leggera discesa costeggia antichi muretti in pietra e imponenti rocce, raggiungendo senza troppa fatica l'intersezione con l'asfalto diretto a Cà del Monte: nei pressi del tornante nel quale siamo sbucati, un importante scavo ha riportato alla luce numerosi fossili marini, a testimonianza della presenza delle acque oceaniche nelle pianure del nord Italia, in epoche ormai dimenticate.
Scendiamo per un tratto sull'asfalto (dopo aver curiosato parecchi minuti) e in corrispondenza del successivo tornante, lo abbandoniamo per seguire, verso destra, un sentiero indicato dal cartello "Alla Roccia": si tratta del sentiero marcato con il segnavia 130 e diretto alla roccia del Monte Penola. Il percorso, in questo tratto particolarmente piacevole, avanza su una stretta traccia nel bosco disseminato di ruderi di muretti e con alcuni saliscendi, raggiunge finalmente una zona aperta nei pressi della suggestiva roccia del Monte Penola (mt. 694), dove il panorama si spalanca sulla val Curone: sotto di noi, oltre i calanchi, Frascata e Brignano ma le viste sono così ampie da perdersi, in lontananza, su numerosi paesini abbarbicati sulle colline del tortonese. Il Giarolo, al quale ora si è affiancata la sagoma del Chiappo, domina dall'alto la valle e di fronte a noi svettano le antenne del Monte Ronzone.
Camminiamo ai piedi della suggestiva roccia, al cui interno si possono ammirare altri fossili riportati alla luce dagli scavi e ci gustiamo l'imperdibile panorama sulla val Curone che si può ammirare da questo straordinario belvedere. Passa più di una decina di minuti tra foto e curiosamenti vari, prima di rimettersi in cammino e, superata la roccia, salire con un tortuoso e sottile sentierino fino alla piana di Cà del Monte, nei pressi dell'omonimo agriturismo. Un ultimo sguardo alla valle e raggiungiamo l'asfalto, seguendolo in direzione dell'osservatorio astronomico: il segnavia ora è il 103, ma faremo in modo di non affezionarci troppo a questo numero.
Raggiunto con una salitella l'ingresso dell'osservatorio di Cà del Monte, abbandoniamo infatti il sentiero 103 per spostarci dall'evidente sterrata alla vicina linea di crinale, dove si trova una croce donata alla Comunità Montana da un Istituto Scolastico di Tortona. Le viste si mantengono splendide, le divagazioni fotografiche non si contano più: e fa pure caldo per essere ancora inverno!
Torniamo sul sentiero 103 e lo seguiamo per un breve tratto, ma deviamo nuovamente a destra su una evidente traccia che scende oltre il crinale alla volta di una grotta. Due foto (senza avventurarsi dentro) e torniamo sul crinale, quindi torniamo sul sentiero 103 e questa volta lo seguiamo mentre, spostatosi sul versante della valle Staffora, avanza tranquillo tra gli alberi, all'interno del bosco. Improvvisamente, però, ecco un contrattempo: è in atto un importante intervento di disboscamento del versante di montagna e il sentiero di fronte a noi è totalmente intransitabile a causa delle decine di tronchi che ne occupano il corso. Passare è praticamente impossibile. Che famo?
Torniamo sui nostri passi per un breve tratto e, quando troviamo un punto favorevole, risaliamo il crinale accanto a noi per un avventuroso fuori pista: costeggiando dall'alto il versante disboscato (ampi panorami, tra l'altro, anche verso la valle Staffora), superiamo l'ostacolo e, quando ridiscendiamo sul sentiero, ci troviamo esattamente di fronte a un bivio. Tenendo la destra in discesa, il sentiero 103 ci riporterà all'auto ma non è il caso di fermarsi già: decidiamo di proseguire alla volta del Monte Vallassa, ma anziché farlo con la agevole sterrata di sinistra, scegliamo di avventurarci per tracce sul vicino crinale (alle cui spalle passa la sterrata) e, nonostante un inizio non proprio promettente - ripido e difficoltoso - ben presto le condizioni si fanno migliori tanto che, raggiunta una vasca dell'acqua, si transita ai piedi di un affascinante sperone roccioso sulla cui cima è possibile avventurarsi - e lo facciamo - per goderci una inedita vista della val Curone.
Da questo punto in poi, il sentiero torna a farsi decisamente più evidente e lo seguiamo mentre perde quota, offrendo belle viste verso il vicino Monte Vallassa. La traccia scende ripida, malagevole in alcuni tratti e raggiunge un quadrivio dove incontra il sentiero 195 proveniente dall'osservatorio di Cà del Monte: evitiamo le deviazioni laterali e proseguiamo nella medesima direzione, alla volta di una targa sulla roccia e di una vicina grotta. In pochi minuti di cammino, siamo ai piedi della caratteristica parete meridionale del Monte Vallassa e con una breve deviazione raggiungiamo un belvedere da cui scattiamo meravigliose immagini in direzione della valle Staffora e della intermedia valletta di Nivione, che la separa dalla vicina val Curone, sul confine Lombardia-Piemonte. La vista, dalla conca di Varzi, si estende fino alle antenne del Monte Penice.
Tornati sul sentiero, saliamo sulla vetta del Monte Vallassa (mt. 752), dove bisogna fare attenzione alle profonde fenditure nella roccia: dalla croce in legno posizionata sul roccione di vetta, la vista è assolutamente superba sulla val Curone e sulla valle Staffora, chiuse alle spalle dalle dorsali appenniniche dei monti Penice, Chiappo e Giarolo. Foto, foto, foto. Perdiamo un sacco di tempo a fotografare, ma non è mica tempo perso.
Ritornati sul sentiero, anziché raggiungere i retrostanti scavi archeologici, proseguiamo diritti sulla linea di crinale e, costeggiato l'ingombrante ripetitore, prendiamo a scendere su una traccia esile che, attraverso qualche tornantello, ridiscende un bosco riportandoci sul sentiero proveniente dall'agriturismo Guardamonte. La destinazione finale è ormai a due passi, ma vale la pena fare una breve deviazione e, proseguendo diritti verso la valle Staffora, raggiungiamo il belvedere sulla cima del primo picco del Guardamonte: un vero e proprio balcone affacciato sulla valle Staffora, da cui possiamo ammirare Bagnaria, Varzi e i rilievi che le contornano. Non ci ero mai stato al primo picco, è davvero un posto meraviglioso!
Torniamo sui nostri passi e dopo aver ripercorso un breve tratto di sentiero, al bivio teniamo la sinistra raggiungendo in un attimo l'agriturismo Guardamonte: la nostra auto è a pochi passi e approfittiamo di un tavolino di legno e di due panche per fermarci a mangiare qualcosa.
Gli splendidi panorami (giornata memorabile) ci hanno ripagato della scelta fatta. Conosco il Guardamonte, ma con un cielo così blu non l'avevo mai visto!
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