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13 marzo 2018

L'ANELLO DI SAN MICHELE DI NIVIONE

Escursione ad anello nella valle del torrente Lella

DATA ESCURSIONE: 26/02/2017

PARTENZA E ARRIVO: San Michele di Nivione (mt. 493)

TAPPE INTERMEDIE: SP 91 Varzi-Castellaro

LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 5,3 km 

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 1,45 h. 

DIFFICOLTA': E

SEGNAVIA: nessuno (segni bianco-rossi da San Michele alla SP91)

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A proposito di escursioni poco conosciute e inventate dal nulla…poco prima di essermi avventurato nello sconosciuto vallone del Rio Brutto, dalle parti di Garbagna, avevo già avuto l’idea di seguire le altrettanto sconosciute tracce che mi segnalava l’applicazione gps che uso sul mio telefono nella zona della valletta di Nivione.

Siamo in Oltrepo Pavese, in una zona situata ai margini della provincia di Pavia, nota per i suoi calanchi e situata proprio al confine con la provincia di Alessandria e la val Curone. L’idea, inizialmente, era quella di completare una traversata che avevo compiuto, in parte, qualche mese prima: quella dal Guardamonte a Castellaro, che avevo, per l’appunto, realizzato solo fino a Nivione. Quindi, studiata un po’ la prosecuzione del sentiero e visto che, purtroppo, per raggiungere la frazione di Castellaro era necessario percorrere un lungo tratto su asfalto di diversi chilometri, ho concentrato la mia attenzione su un sentiero che, staccandosi dall’asfalto a un certo punto, sembrava condurre nuovamente a Nivione, punto di partenza del mio sentiero, consentendomi di concludere un anello. Perché non provarlo? Così, raggiunto San Michele di Nivione, sono partito per inventare dal nulla questo curioso itinerario nella valletta del torrente Lella.

Lascio l’auto lungo la provinciale per Varzi, più o meno nello stesso punto dove sono arrivato qualche mese prima con il sentiero da Guardamonte e, imboccato il ponticello che conduce alla piccola frazione di San Michele, lo attraverso superando, in una salita via via sempre più ripida, le case del paesino. E’ quasi obbligatorio fermarsi ogni minuto per fotografare la bella chiesa di Nivione, alle spalle della quale si staglia il bel sentiero che, attraversando le pareti calanchive, scende dal Poggio di Dego; intanto, poco dopo, quasi raggiunto il termine dell’asfalto, la vista si apre verso la suggestiva Casetta dei Partigiani, che domina dall’alto il vallone di calanchi che racchiude le case della frazione Castello di Nivione.

Al termine dell’asfalto, il percorso si fa una bella ed evidente mulattiera che prende a salire all’interno del bosco, segnalata con pitture bianco-rosse sui tronchi degli alberi, costeggiando dopo poco alcuni ruderi di cascinali. La mulattiera è accompagnata, di tanto in tanto, da quel che rimane di antichi muretti a secco e procede in leggera salita, sfiorando un cascinale, nei pressi del quale piega leggermente verso destra prendendo a salire con estrema decisione lungo un versante maggiormente spoglio, capace di regalare, alle spalle, ampie visuali verso Nivione e sulle montagne che lo sovrastano, fino al Poggio di Dego.

Raggiunta una piccola costruzione più di recente ristrutturata (simile quasi a una casa di caccia), il sentiero sale ripido per un buon tratto, offrendo viste su montagne calanchive fino a quel momento nascoste alla vista, quindi si infila nuovamente all’interno del bosco, dove continua a salire con alcuni strappi estremamente ripidi. Il percorso cambia direzione, piegando verso sinistra, salendo su una traccia che taglia il bosco, quindi passa nelle vicinanze di una baracca, spianando finalmente nel tratto finale, quello che preannuncia l’arrivo sull’asfalto della rotabile diretta a Castellaro.

Qui, dove incontro alcuni cartelli segnaletici del percorso, ho modo di avere conferma di quello che temevo: dopo circa 45 minuti di cammino da San Michele, noto che manca ancora un’ora di strada per arrivare a Castellaro, da percorrere interamente su asfalto. Ecco allora che sono felice di avere studiato un’alternativa al mio itinerario, in modo da tornare con un anello a San Michele: tuttavia, un pochino di asfalto sono costretto a percorrerlo, perché prima devo superare il bivio per Monteforte, quindi riprendere a salire fino a quando non incontro, sulla destra della rotabile, nei pressi di una curva verso sinistra, l’imbocco di un’evidente sterrata che scende sul vallone del torrente Lella. Mi tuffo in discesa sulla sterrata non segnalata, che offre ampie visuali in direzione di Pareto e prendo a scendere via via con maggiore decisione, superando un tratto all’interno del bosco e uscendo nuovamente allo scoperto in un punto dove il sentiero si apre verso il Monte Giarolo, che domina il panorama con le sue antenne in lontananza.

La sterrata scende alternando tratti più e meno ripidi, mantenendosi sempre così evidente da essere impossibile commettere errori: tuttavia, un’occhiata al gps ogni tanto non si nega, giusto il tempo di capire di starmi avvicinando, sempre di più, alla conclusione dell’anello. Sì perché questo sentiero scelto per il ritorno è piuttosto veloce e mi sta permettendo di tornare piuttosto in fretta a San Michele di Nivione. Sotto di me inizio a intravedere l’asfalto e in breve lo raggiungo: si tratta della rotabile che collega Cella di Varzi a Nivione e, una volta che l’ho raggiunta, mi separa dalla conclusione dell’anello solo una breve e piacevole passeggiata pianeggiante.

E’ stato un trekking molto veloce, ma anche curioso perché mi ha portato in una valle che non conoscevo assolutamente ed è stato pertanto utile per aumentare la mia conoscenza del territorio delle quattro province. Idea per una camminata veloce, ma riservata ai più allenati perché gli strappi che da San Michele permettono di prendere quota verso Castellaro non sono proprio simpatici da affrontare. Provare per credere!

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A un passo dalla vetta
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