29 novembre 2017
L'ANELLO DELLA VAL BESANTE
Trekking ad anello sulle vecchie strade di collegamento tra le frazioni della val Besante
DATA ESCURSIONE: 17/12/2016
PARTENZA E ARRIVO: Cantalupo Ligure, monumento a Fjodor
TAPPE INTERMEDIE: bivio s.210; Semega; Braglia; Mulino di Borgo Adorno; Pessinate; Sermasa; bivio s. 200; Campana
LUNGHEZZA ITINERARIO: oltre 14 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 5,00 h.
DIFFICOLTA': E
SEGNAVIA: nessuno (per due brevi tratti si seguono i sentieri 210 e 200)
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Pubblico questo itinerario a quasi un anno di distanza dalla sua realizzazione e, tra l'altro, dopo la sua pubblicazione sul primo volume della mia guida di escursioni. In realtà, l'idea di percorrere questo anello è venuta su consiglio di Ilaria, che essendo originaria della val Besante, mi ha sempre parlato di vecchie strade di collegamento tra le frazioni, facendomi venire voglia di provare a inventare un trekking che potesse coinvolgere gran parte della vallata.
Piccola nota: l'itinerario da noi percorso, si differenzia leggermente, nella parte finale, da quello pubblicato sulla guida, in quanto concluso su asfalto.
Sta di fatto che ci mettiamo in movimento piuttosto presto, la mattina, per il nostro trekking: il lato positivo è che, sicuramente, strada da fare per raggiungere la partenza non ce n'è da fare molta e in poco più di cinque minuti siamo al monumento di Fjodor, a Cantalupo Ligure, lungo la provinciale 140 della val Borbera, dove parcheggiamo l'auto nella piazzola a bordo strada.
La partenza avviene su una evidente traccia che sale tra i campi proprio di fronte al monumento e che prende gradualmente quota, senza mai essere troppo faticosa e regalando belle viste su Cantalupo e, alle sue spalle, sulle coreografiche Strette di Pertuso, dalle quali la nebbia prova a fare capolino cercando di raggiungere l'alta valle, senza, tuttavia, riuscirci. Dopo qualche minuto di salita, dapprima panoramica su Prato, il sentiero devia verso destra, aprendo la vista in direzione di Rocchetta Ligure, ancora avvolto dalla foschia e adagiato sulle rive del torrente Sisola. Sarà anche dicembre, ma inizia già a fare caldo e dobbiamo cominciare a toglierci qualche strato di vestiti di dosso.
Dopo un altro strappo di salita, ecco comparire l'asfalto: il sentiero va infatti a confluire all'interno di una stretta stradina proveniente da destra (da San Nazzaro) e lo seguiamo in salita, voltandoci di tanto in tanto ad ammirare la splendida vista sul costone della Ripa alle nostre spalle: alla nostra destra, ecco ora spuntare la lunga dorsale del Bossola, che termina in corrispondenza della confluenza Sisola-Borbera.
Dopo qualche minuto di asfalto, eccoci nei pressi di una cascina isolata, dove incontriamo un cartello con le segnalazioni del sentiero 210 Cantalupo-Monte Giarolo, che seguiamo in salita passando sulla destra del cascinale, continuando a prendere quota con alcuni tornanti nel bosco accompagnati, per buona parte dell'itinerario, da una recinzione accanto al sentiero. In alcune decine di minuti, arriviamo nei pressi di un evidente bivio, dove anziché seguire in salita verso destra le segnalazioni del sentiero 210, svoltiamo a sinistra su una traccia non segnalata che prosegue pressoché pianeggiante nel bosco (sono, tuttavia, presenti segnalazioni del percorso dei trail "Il Castello di Pietra").
Procediamo con qualche dolce saliscendi, giungendo poco dopo in vista di una carcassa di un'auto abbandonata a lato del sentiero da tempo immemore, che ci fa scappare un sorriso: poco dopo, tra gli alberi si fa largo qualche prima visuale in direzione delle Strette, mentre il sentiero, comodo e piacevole - solo un po' infangato, questo sì - continua fino ad oltrepassare un rio prima di raggiungere l'asfalto della rotabile che unisce Prato a Pallavicino. Appena raggiunta la strada, la seguiamo per un tratto in salita, gps alla mano: da queste parti, dovrebbe esserci un sentiero per Semega e non dovrebbe essere nemmeno troppo lontano.
Non ci sbagliamo, perché poco prima di un tornante, vediamo una evidente traccia staccarsi dall'asfalto e dirigersi in discesa verso sinistra, proprio in direzione della case di Semega, che di lì a poco vedremo comparire tra gli alberi. Ma ciò che attira la nostra attenzione, in questo tratto, è la comparsa quasi improvvisa del Monte Giarolo di fronte a noi, con le antenne avvolte da un po' di foschia che, a mano a mano che si ritrae, lascia intravedere gli alberi spennellati dal bianco del gelo notturno. La discesa, decisa nel primo tratto, si modera in seguito e anzi, la traccia prende addirittura a salire per qualche breve tratto, regalando viste sulle case di Vigoponzo in lontananza. Non impieghiamo, tuttavia, molto tempo a giungere in vista delle case della frazione di Semega, tra le quali arriviamo dopo un ultimo, fangosissimo, tratto di discesa. Raggiunta la strada asfaltata, la seguiamo in discesa passando davanti al piccolo oratorio della frazione, quindi, oltrepassato di poco il cartello con il nome del paese, svoltiamo a destra su una traccia che risale nei pressi di una cascina. Avanziamo in piano per un po', poi scendiamo a rotta di collo verso un rio, che oltrepassiamo, prendendo a risalire sul versante opposto su di un sentiero ora molto ripido, che in breve guadagna l'uscita dal bosco per gettarsi tra i campi e attraversare, in decisa salita, una vigna. Ci voltiamo e alle nostre spalle, Semega è già distante.
Oltre la vigna, il sentiero torna a farsi più evidente e continua a salire fino a raggiungere - dopo alcune belle viste sulla frazione di Campana - un bivio non segnalato, al quale teniamo la strada di sinistra, che seppur inizialmente sia meno evidente, confluisce ben presto all'interno di un sentiero proveniente dal basso (da Campana, per la precisione), salendo fino a raggiungere, dopo una breve salita, la chiesa ormai abbandonata della frazione Braglia di Pallavicino. Si tratta di un edificio che, a prima vista, colpisce sicuramente per la sua curiosa struttura e che merita indubbiamente una sosta fotografica.
Continuiamo quindi sul sentiero, che passa davanti alla casa accanto alla chiesa, costeggiando un muretto, per scendere con belle viste sul Castello di Borgo Adorno fino ad oltrepassare un rio, proseguendo pianeggiante sull'altro versante di valle, transitando ai piedi di una costruzione isolata (oggi abitazione privata) che sulle cartine compare come "Mulino di Borgo Adorno".
Proseguendo, senza grossa fatica, oltrepassiamo su un ponticello un rio e basta alzare la testa per godere di una splendida vista sul Castello di Borgo Adorno, che domina dalla sua posizione privilegiata l'intera val Besante. Si sta facendo tardi, meglio fermarsi per mangiare qualcosa e l'arrivo a Pessinate, nei pressi della cappelletta sul lato della strada, sembra provvidenziale fornendoci immediatamente una panchina in legno per riprendere un po' le forze.
Ripartiamo dopo mezz'oretta, consapevoli che c'è ancora tanta strada da fare perché siamo appena a metà strada.
Attraversiamo Pessinate sulla strada, risalendo verso il centro del paese e seguendo le indicazioni per Sermasa, piccola frazione pressoché disabitata per buona parte dell'anno. La raggiungiamo seguendo verso sinistra i saliscendi di una stretta rotabile asfaltata e in una decina di minuti siamo tra le poche case della località, dove mai ero stato prima d'ora. Da qui, la valle ha un aspetto totalmente diverso e si possono ammirare tutte le principali frazioni distese a mezza costa ai piedi del versante valborberino del Monte Giarolo.
Ignoriamo una traccia che sale sul lato di un rudere verso destra, proseguendo sullo sterrato che, nel frattempo, ha preso il posto dell'asfalto oltre le abitazioni di Sermasa. Lo seguiamo per alcune decine di minuti, tenendo la sinistra al successivo bivio, raggiungendo l'intersezione con il sentiero 200 diretto a Cavigino: lo seguiamo verso sinistra e dopo un breve tratto di crinale, scendiamo sull'asfalto nei pressi del bivio di Cavigino, dove siamo già pronti ad abbandonare il sentiero segnalato. Poche decine di metri dopo, infatti, lungo l'asfalto che scende verso Campana, ci tuffiamo in una evidente traccia che scende verso sinistra e che, in poche decine di minuti di ripida discesa, sempre panoramica sull'intera valle fino alla dorsale del Giarolo, raggiunge nuovamente l'asfalto. Lo attraversiamo, continuando a scendere tra i prati facendo ingresso tra le abitazioni di Campana.
Attraversiamo il paesino raggiungendo l'asfalto e, optando per un'ennesima deviazione tra i prati, raggiungiamo il ponte sul torrente Besante. Passiamo sotto al ponte e guadiamo il torrente, avanzando su una evidente traccia non segnalata che costeggia il Besante lungo la sponda sinistra, allontanandosi via via fino a confluire nella SP115 diretta a Pertuso.
Se fossimo dei bravi bambini, ora ritorneremmo a salire in direzione di Prato per concludere l'anello così come l'ho descritto sulle pagine della guida. Invece, il tantissimo fango presente, ci fa desistere ed optare per un più "pulito" ma non necessariamente più comodo, rientro su asfalto, che si rivelerà l'occasione per visitare la frazione di Colonne, dove mai ero stato in precedenza. Facciamo così rientro a Cantalupo quando ormai sta per farsi sera, mentre la foschia torna ad adagiarsi sulle rive del Borbera.
Un'escursione tutta da inventare per la pressoché totale assenza di segnalazioni, ma che con un gps alla mano può rivelarsi estremamente soddisfacente!
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