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IL SENTIERO "BRAVO FACE"

Escursione ad anello su un curioso sentiero aperto di recente dall'Albergo Ristorante Da Rico

PARTENZA E ARRIVO: Albergo Ristorante Da Rico, fraz. Salogni (mt. 860)

LUNGHEZZA ITINERARIO: poco meno di 5 km 

TEMPO DI PERCORRENZA: 1,45 h. circa

SEGNAVIA: bolli/quadrati rossi

 

In un contesto come quello del nostro appennino, dove la rete sentieristica è spesso trascurata da chi dovrebbe curarsene a causa della difficoltà a disporre di fondi e personale, una bella esperienza è quella rappresentata dal sentiero "Bravo Face", che nasce dalla voglia di Roberto - proprietario dell'Albergo Ristorante "Da Rico", in frazione Salogni - di studiare soluzioni per aumentare l'offerta verso i propri clienti. 

Mi è capitato, da qualche tempo, di vedere sparsi per la valle alcuni manifesti che invitavano a provare questo percorso e così, mi sono detto, perché non percorrerlo e recensirlo sulle pagine del mio sito?

Conoscendo bene la cortesia di Roberto e di Irma e la loro buona cucina (visitate qui il sito del Ristorante) spesso intrecciata con le interessanti iniziative della fattoria didattica di Caterina (Fattoria l'Aurora, di Caldirola), ho deciso di limitarmi alla parte "sportiva" del progetto di Roberto, dedicandomi alla sola camminata senza farmi attirare dalla possibilità di un lauto pranzo.

Mi metto in macchina per raggiungere la partenza del sentiero, situata all'Albergo Da Rico: è domenica e il ristorante pieno di gente, come si può notare dalle tante auto in sosta, tanto che quasi non c'è parcheggio. Decido così di proseguire oltre sulla provinciale, raggiungendo un punto - che avevo notato passando in auto - dove il sentiero incrocia l'asfalto: "partirò da qui", penso, "intanto, trattandosi di un anello, non dovrei incontrare alcun tipo di problema".

Raggiungo così la cappelletta di S.Anna posta all'imbocco del rettilineo che conduce a Salogni e qui parcheggio l'auto. Il sentiero, in questo punto, attraversa la strada e bisogna solo decidere in quale direzione imboccarlo: scelgo di scendere in direzione del torrente Curone, passando sulla destra della cappelletta e ben presto mi accorgerò di avere imboccato il sentiero in direzione contraria rispetto a quella consigliata. Ma non sarà un grosso problema, basta prestare attenzione in alcuni punti.

Dopo un bello scatto su Salogni, prendo il sentiero che scende a lato della cappelletta, notando subito numerosi segni rossi (bolli e quadrati) sulle piante, segnavia da seguire quest'oggi. Il sentiero avanza in leggera discesa, attraversa un prato con belle viste su Caldirola e sul Monte Giarolo quindi - giunto nei pressi del vecchio campo da calcio di Salogni - lo costeggia per un tratto. Il sentiero perde lentamente quota e si fa più stretto, nonostante sia comunque ben battuto ed evidentissimo: si scende con più decisione su di una traccia che corre tra alcune grosse pietre simili ai ruderi di un vecchio muro, quindi ci si mantiene grosso modo paralleli all'asfalto della provinciale, avanzando tuttavia diverse decine di metri più in basso.

Il sentiero avanza dritto tra gli alberi, raggiungendo un'ampia conca naturale dove si trovano alcune grosse pietre ricoperte di muschio (e anche, purtroppo, molti rifiuti abbandonati) quindi aggira un versante di montagna, offrendo una splendida vista sul corso del torrente Curone e sulle frazioni di Montecapraro e Lunassi, tra le quali si intravede il tetto del Mulino del Pino, sulle rive del Curone.

Si avanza in piano per un lungo tratto e il sentiero torna a farsi più ampio, conducendo nei pressi di un bivio dove occorre continuare diritti sulla traccia da cui si proviene: sulla destra, fa bella mostra di sè il campanile di Montecapraro, che catturo scattando una foto. La traccia sale leggermente e conduce nei pressi di un rio, che si attraversa su una passerella in legno nei pressi di alcune suggestive grotte, quindi prosegue in leggera salita raggiungendo nuovamente la provinciale, poco oltre un cartello che ricorda che "la partenza del sentiero è all'Albergo Ristorante Da Rico". 

Attraverso l'asfalto per proseguire sul lato opposto, su di un sentiero che sale ora ripido nel bosco (attenzione, segnalazioni poco evidenti se seguite il mio stesso senso di marcia!), avanzando per un tratto parallelamente alla provinciale, quindi spiana e taglia su di una sottile traccia verso sinistra, prendendo a ridiscendere con decisione alla volta di un altro rio. Guado il rio e lo stretto sentierino sale ripido sul versante opposto: si tratta dell'unico punto dove il percorso è leggermente insidioso ed è richiesta un poco di attenzione, specie se il fondo è scivoloso.

Il sentiero sale con alcuni tornanti, attraversando la più ampia sterrata proveniente dalla Fonte della Seita e prosegue nel bosco pressoché pianeggiante, conducendo ben presto in vista dell'Albergo Da Rico, che ora mi appresto a raggiungere. Dopo pochi minuti di traversata su sentiero più stretto ma sempre evidente e ben segnalato, con un ultimo tratto di discesa raggiungo il Ristorante, nei pressi del cartello che indica la partenza del sentiero: qui ho la conferma di aver imboccato il percorso in direzione contraria.

Scendo sul sentiero fino al piazzale del ristorante e, sulla sua destra, ecco l'arrivo del percorso, che ora imboccherò - sempre in direzione contraria rispetto alle segnalazioni - per tornare al punto iniziale dell'anello. Il sentiero nel primo tratto avanza pianeggiante in direzione di Salogni, quindi sale con alcuni tornanti, piegando ben presto verso sud. Incrociata la sterrata che riporta al ristorante, proseguo oltre correndo per un tratto parallelo al sentiero percorso poco fa, quindi prendo a salire, mentre tra gli alberi spogli fanno la propria comparsa le abitazioni di Caldirola.

Avanzo in direzione sud-ovest e dopo un costante tratto di salita svolto nuovamente in direzione di Salogni, procedendo in piano per un lungo tratto su traccia assolutamente piacevole: quando le case di Salogni spuntano tra gli alberi, il sentiero vira bruscamente, prendendo a salire con decisione tra gli alberi; corre quindi per un tratto ancora in direzione di Caldirola e, dopo una leggerissima discesa, mi conduce finalmente all'innesto sulla più ampia sterrata che unisce Salogni a Caldirola, dove trovo anche un cartello in legno che riporta le distanze chilometriche per l'Albergo in entrambe le direzioni (ne troverò ancora più spesso nel proseguo dell'anello).

Imbocco la sterrata diretto verso Salogni, seguendo sempre le segnalazioni rosse sui tronchi degli alberi: dopo un primo deciso tratto di salita, il sentiero raggiunge una selletta e prende a scendere dolcemente, fino a condurre nei pressi di un tornante estremamente panoramico su Salogni e sulla dorsale del Bogleglio (in particolare sul Monte Carmo, che costituisce la propaggine occidentale del Monte Bagnolo). Proseguendo in discesa, costeggio un versante pietroso e, raggiunta una nuova selletta, seguo le indicazioni che mi spingono ad abbandonare l'evidente sterrata per prendere, sulla sinistra, una poco evidente (almeno all'inizio) traccia che scende ripida nel bosco. In realtà, il percorso si fa via via più evidente e in costante discesa scendo nel bosco costeggiando i ruderi di antichi muretti a secco, piegando quindi verso est e giungendo in vista della provinciale poco al di sotto del sentiero. 

Proseguo con alcuni saliscendi e dopo un bel punto panoramico su Montecapraro, raggiungo una pietraia che precede l'arrivo negli ampi prati che costeggiano la provinciale, nei pressi della cappelletta di S.Anna: le viste tornano a farsi ampie su Salogni e sui parzialmente innevati pascoli del Monte Ebro, che ora si intravedono. In breve, raggiungo l'auto e mentre torno verso casa, preparo tra me e me alcune riflessioni sul percorso.

Roberto ha fatto sicuramente un gran lavoro, recuperando lunghi tratti di antiche strade e inventandosi un bel sentiero nei boschi che circondano il suo ristorante. Ben segnalato, l'itinerario, pur non essendo praticamente panoramico - fatta eccezione per qualche scorcio sul corso del torrente Curone, su Montecapraro, Lunassi e Salogni - è comunque piacevole da percorrere perché affianca alle ampie ed evidenti mulattiere anche brevi tratti scoscesi, guadi e passerelle che rendono il percorso più interessante. Se la parte al di sotto della provinciale è pressoché priva di difficoltà e di tratti faticosi, la parte nelle più immediate vicinanze del ristorante richiede un minimo di sforzo atletico e, soprattutto, l'ultima parte del sentiero (nella direzione in cui l'ho percorso io), con continui saliscendi e cambi di direzione nel bosco, si presta ad un buon allenamento.

Percorrendo l'itinerario nella sua corretta direzione di marcia, probabilmente, le fatiche si riducono e si presta ad essere percorso proprio da tutte le persone con un minimo di allenamento. Se però volete provare a renderlo un po' più faticoso, vi consiglio di imboccare il sentiero al contrario!

La stagione migliore per percorrerlo è sicuramente quella estiva, quando i fitti boschi nei quali il sentiero si sviluppa possono offrire riparo dal caldo. Non importa come: a piedi, di corsa, in MTB, con animali al seguito...l'itinerario è veramente adatto a tutte le esigenze e ben si presta a concludersi con un pranzo o una merenda Da Rico!

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A un passo dalla vetta
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