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DA CALDIROLA AL MONTE COSFRONE

Via Fontana Nascosta, pietraia e versante est del Monte Panà

PARTENZA: Caldirola, Colonia Provinciale (mt. 1180 circa)

ARRIVO: Monte Cosfrone (mt. 1659)

TAPPE INTERMEDIE:  Fontana Nascosta; Pietraia M.te Panà; Bivio M.te Panà; M.te Panà

LUNGHEZZA ITINERARIO: 8 km (andata e ritorno)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 h 30 min. (andata e ritorno)

SEGNAVIA: 106+115+200

 

Torniamo sulle montagne di casa per una escursione in un certo senso "nuova", perché raggiunge una cima nota - il Monte Cosfrone, spesso poco menzionato perché a pochi passi dal ben più conosciuto Ebro - attraverso un itinerario particolare, sicuramente non comune.

E' già piuttosto tardi quando raggiungo la Colonia Provinciale di Caldirola e pur non avendo molto tempo a disposizione, penso che mi piacerebbe provare a raggiungere il Monte Ebro, su cui non salgo da un po' di tempo. Sono indeciso sul percorso da seguire e alla fine opto per incamminarmi sul sentiero 106, diretto al Rifugio Orsi, con l'idea di raggiungere l'Ebro dai boschi per poi fare ritorno a Caldirola percorrendo il crinale, segnalato dal sentiero 200 e, successivamente, attraverso le piste da sci.

Mi incammino a passo spedito, la mattina - pur non essendo eccessivamente fredda - è ventosa all'inverosimile ed è inutile negarlo, è questo uno dei motivi per cui ho scelto di non percorrere subito il crinale, dove l'aria sarà tremenda.  A terra non c'è neve, né ghiaccio e questa è una cosa sicuramente positiva. Non avendo vincoli, decido di avanzare nel bosco costruendomi il percorso strada facendo e così, dopo essere salito per circa 15 minuti lungo il sentiero 106, poco prima di aver raggiunto la rampetta che sale sulla sinistra, nei pressi delle segnalazioni del sentiero, svolto a destra imboccando il sentiero non segnalato per la Fontana Nascosta. 

Qui incontro un po' di neve lungo la strada: per fortuna non è ghiacciata e riesco a superarla piuttosto velocemente, raggiungendo in pochi minuti l'ampio prato con area attrezzata per la sosta ai margini del quale si trova la Fontana Nascosta. Scatto una foto alla fontana e con un breve tratto non segnalato in salita (su pista MTB) raggiungo l'intersezione con il poco conosciuto sentiero 115, che unisce il sentiero 106 con la pista n. 4 nei pressi di Passo Brusamonica. 

Lo percorro verso sinistra, attraversando un rio e un'ampia faggeta e immettendomi in breve nel sentiero 106, in un tratto di pineta che precede di poco l'arrivo sul bivio posto a mezza costa sul versante orientale del Monte Panà. Prima di arrivarci, però, mi viene voglia di fare un'altra deviazione: mi butto verso sinistra su una traccia di sentiero poco evidente, che conosco per averla già percorsa negli anni passati e in un attimo mi ritrovo sulla dirupata pietraia del Monte Panà, da cui la vista si apre sulla val Curone. La pietraia è stata originata da una importante frana che intorno alla metà dell'ottocento distrusse il paese di Salogni e i cui segni sono ancora oggi visibili guardando questo scosceso versante sassoso, raggiungibile, tra l'altro, anche con un caratteristico sentierino che lo risale dal basso. Scatto qualche foto, poi mi rimetto in cammino, raggiungendo dopo poco l'uscita dal bosco nei pressi del bivio sul versante orientale del Panà.

L'Ebro e il Chiappo sono davanti ai miei occhi e sui loro prati c'è ancora della neve: a dirla tutta, la neve sembra esserci più che altro nei boschi che dal Rifugio conducono in vetta all'Ebro e così, per evitare più che altro di trovare del ghiaccio, decido di cambiare programma e di risalire il ripido versante orientale del Panà. Su traccia non segnalata, mi incammino seguendo una recinzione sulla traccia che si fa sempre più evidente a mano a mano che procedo e che rapidamente guadagna quota, regalando splendidi panorami sull'alta val Curone e sulla cima del Lesima. Oltrepassate innumerevoli radure, il sentiero sbuca finalmente sul crinale ed inizia il suo tratto più ripido, con pendenze a dir poco proibitive. Il tratto però non è lungo e dopo le prime belle viste su Caldirola, su Lunassi e Montecapraro, apre sempre di più il panorama su tutta l'alta valle, fino a raggiungere la vetta del Panà da cui si ha una visuale privilegiata sul Giarolo e sulla val Borbera.

Il vento è fortissimo e gelido, penso che non mi fermerò a lungo qui sopra. Però di rientrare non ne ho voglia e così decido di proseguire fino al Cosfrone, percorrendo l'ampio crinale segnalato col sentiero 200. Una breve discesa dal Panà e poi, oltrepassato il bivio con il sentiero 114 per il Rifugio, oltrepasso un cancello e prendo rapidamente a salire, sempre di più, verso il Cosfrone. I panorami sono splendidi, peccato solo per molte nuvole in direzione del mare, ma il cielo è azzurrissimo e si intravedono le alpi alle spalle della pianura.

Raggiungo su ripida salita la cima del Cosfrone e nonostante l'Ebro sia a portata di mano, decido di fermarmi qui perché tra andare e tornare, perderei troppo tempo. Mi fermo a scattare un po' di foto alle montagne, con il Penna che sbuca in lontananza accanto all'Ebro e le antenne del Beigua che si distinguono chiaramente oltre le nuvole, poco prima delle Marittime.

E' sempre uno spettacolo, da qui sopra e anche il vento pare essere calato.

Mi incammino per il rientro, percorrendo a ritroso lo stesso sentiero dell'andata. Penso a una deviazione sul versante ovest del Panà, in modo da concludere il percorso con un anello, ma c'è ancora troppa neve. Provo allora a ridiscendere il Panà verso nord, in direzione di Brusamonica, ma la ripida discesa è ghiacciata. 

E allora mi metto il cuore in pace, tornando fino a Caldirola sullo stesso sentiero dell'andata, convinto di aver fatto, probabilmente, la scelta migliore, avendo trovato l'unico percorso senza neve né ghiaccio tra quelli possibili. 

Una bella camminata, non troppo lunga - sugli 8 km - ma con un bel dislivello (579 mt. D+). E adatta per scoprire qualche luogo poco conosciuto nelle vicinanze di sentieri più "famosi".

 

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A un passo dalla vetta
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