CAPANNE DI MARCAROLO-MONTE PRACABAN
Piacevole escursione sui sentieri del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo
PARTENZA: Capanne di Marcarolo, Rifugio "Nido del Biancone" (mt. 758)
TAPPE INTERMEDIE: Pendici Bric dei Ladri; Bric Nascio
ARRIVO: Monte Pracaban (mt. 946)
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 8,3 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: 2,15 h. circa (a+r)
SEGNAVIA: tre pallini gialli/414 bianco-rosso
L'escursione che vi racconto oggi è una passeggiata piuttosto breve e priva di grosse difficoltà: si tratta, in particolare, dell'itinerario che avevo scelto, qualche mese fa, come "antipasto" al tramonto sul Monte Poggio, che vi avevo mostrato (e raccontato) su queste pagine qualche settimana fa (qui).
Arriviamo piuttosto in orario a Capanne di Marcarolo e parcheggiamo l'auto nello spiazzo nelle vicinanze della trattoria, dove troviamo una bacheca con una cartina dei sentieri. Dopo esserci preparati con tutto l'occorrente, ci incamminiamo sull'asfalto e incontriamo, dopo pochi metri, il Rifugio Escursionistico "Nido del Biancone", nei pressi del quale si trovano le indicazioni del nostro sentiero, che parte proprio da qui. Il Monte Pracaban è segnalato a 1,15 h. di cammino, direi tutt'altro che proibitivo: sono però curioso di raggiungerlo perché è una montagna che non sono mai riuscito a individuare dalle altre cime e mi piacerebbe riuscire a "mapparla" come già accaduto con altre vette che non conoscevo.
Proseguiamo sull'asfalto oltre il rifugio e incontriamo, poco dopo, il bivio Piani di Praglia-Campo Ligure, al quale teniamo la destra seguendo le indicazioni "tre pallini gialli" del sentiero. In leggera discesa oltrepassiamo alcuni tornanti e quindi, in prossimità di uno slargo, abbandoniamo la rotabile per prendere un'ampia sterrata sulla destra, che supera un cancello.
In leggera salita nel bosco, la sterrata raggiunge un'abitazione posta alle pendici del Bric dei Ladri, quindi, nei pressi della casa, prende a scendere con decisione sul versante della valle del torrente Piota, offrendo le prime belle viste su Capanne di Marcarolo.
La giornata è soleggiata ma un forte vento ci infastidisce: fortuna che almeno ora, nel tratto all'interno del bosco, l'aria sembra lasciarci scampo. Raggiunto il punto più basso, la sterrata si restringe e prende lentamente a salire lungo le pendici del Bric dei Ladri, mantenendosi nel bosco e offrendo, di tanto in tanto, belle viste su Capanne di Marcarolo alle cui spalle ora si iniziano ad intravedere le inconfondibili vette del Tobbio e del Figne. A mano a mano che proseguiremo lungo il sentiero, svetteranno in tutta la loro bellezza e caratterizzeranno l'intero panorama.
Raggiunto un cancello in corrispondenza di una curva, il sentiero continua ad avanzare in leggera salita alternando tratti nel bosco ad altri allo scoperto, raggiungendo alcune indicazioni che segnalano il Pracaban a 45 minuti di cammino. Costeggiata una pineta, il sentiero si fa più panoramico e ora è possibile ammirare una splendida vista sulle Capanne di Marcarolo: completata la risalita lungo un pendio colmo di pietre panoramico sul Tobbio, si raggiunge un punto da cui i panorami raggiungono anche il Monte Poggio.
Un secco tornante impone un cambio di direzione al sentiero, offrendo panorami verso le vallate dell'ovadese, oltre le quali svetta la sagoma del Monte Rosa. Il sentiero tende a farsi meno evidente e oltrepassa alcune zone acquitrinose, raggiungendo in moderata salita un panoramico crinale dove la vista si apre, un po' a sorpresa, in direzione del mar ligure e dove il vento torna a farsi sentire in tutta la sua arroganza. Ci fermiamo a scattare un po' di foto nei pressi del bivio per Campo Ligure, perché ne vale davvero la pena: il sole riflette sull'acqua del mare e nuvoloni neri si addensano in prossimità delle cime delle montagne, tra cui Il Poggio, dove vorremmo recarci più tardi per fotografare il tramonto.
Abbandonata la cresta, risaliamo con un doppio tornante tornando a prendere quota, mentre in lontananza sono ben visibili gli ammassi di pietre che occupano due vette, una delle quali dovrebbe essere quella del Pracaban, secondo i nostri calcoli. Il fondo pietroso del sentiero lascia spazio ad una stretta traccia che taglia i pascoli di crinale tra continui affioramenti rocciosi, avanzando pressoché pianeggiante ai piedi della dorsale del Pracaban.
Il sentiero sale leggermente fino a raggiungere un bivio, dove abbandoniamo la traccia pianeggiante, diretta al Monte Colma e alla località Magnoni, per svoltare bruscamente a sinistra e risalire la dorsale, con splendidi panorami sulle alpi, tra cui svettano il Rosa, il Cervino e il Monviso e sulle pianure dell'ovadese, dove un'infinità di paesi fanno ora la loro comparsa. Percorso un breve tratto a ritroso, raggiungiamo un nuovo bivio, dove torniamo in vista del mare: ignoriamo i sentieri che scendono alla volta di Rossiglione e Campo Ligure per svoltare ancora a sinistra, e risalire la cresta che ci condurrà alla vicina vetta del Pracaban.
In pochi minuti siamo sulla vetta della montagna, alta "appena" 946 metri ma estremamente panoramica: le viste spaziano a trecentosessanta gradi, dal Tobbio al Figne al Poggio, alle spalle dei quali si intravedono - nascoste dalle nuvole - le montagne della val Borbera e della val Curone; da Punta Martin al Beigua, seppure la dorsale sia coperta di nubi; dalle vallate dell'ovadese e dalle pianure del novese, incorniciate dalle Alpi, fino al Forte di Gavi. Sulla cima è posto un grande cono di pietre, attorno al quale ci sediamo per mangiare qualcosa, non prima di averne approfittato per scattare un po' di foto anche se purtroppo, il sole che va e viene, non crea i presupposti perfetti per un bel servizio fotografico. Mangiamo un panino con lo sguardo rivolto verso la vallata di Campo Ligure, mentre sul fondovalle riusciamo a intravedere il traffico sull'autostrada: basta girarsi di pochi gradi ed ecco la vista aprirsi sul mare, con le navi che tagliano le acque gialle per il riflesso del sole, a filo di nuvole.
E' un panorama splendido e ne è valsa la pena essere venuti fino qui. Quando abbiamo terminato, anziché fare ritorno per lo stesso sentiero dell'andata, decidiamo di continuare sulla cresta, camminando in direzione di un altro grande cono di pietre che intravediamo in lontananza: lo raggiungiamo con alcuni saliscendi tra gli ampi prati di vetta, fermandoci ad ammirare anche qui uno splendido panorama. Non sappiamo che monte sia, se sia una seconda vetta del Pracaban oppure se abbia un nome diverso: però ci fermiamo per scattare un po' di foto, approfittando del sole che fa capolino tra le nubi illuminando la vetta dove siamo stati fino a poco fa.
Scendendo tra i prati, ci ricongiungiamo con il sentiero percorso all'andata, poco distante dal primo bivio per Campo Ligure, dove guardiamo per l'ultima volta il mare prima di rituffarci a mezza costa e poi nel bosco nel selvaggio vallone del torrente Piota. Il Tobbio, con la sua inconfondibile sagoma, guida il nostro rientro mantenendosi di fronte a noi per buona parte del cammino: quando scompare, ecco il campanile di Capanne di Marcarolo, che riusciamo ad ammirare assieme al resto del paese almeno fino a quando non imbocchiamo l'ultima ripida rampa che ci riporta alle pendici del Bric dei Ladri nei pressi dell'abitazione isolata.
In discesa, raggiungiamo l'asfalto e lo percorriamo in salita fino al bivio per Praglia e, da qui, fino alla trattoria dove abbiamo lasciato l'auto questa mattina. Ora siamo pronti per andare a vederci il tramonto sul Monte Poggio: ma ormai, questa, è una storia che già conoscete.....