top of page

I CASONI DEI CRUSATTI E LA CASCINA CASTAGNOEA ***

Alla ricerca dei casoni abbandonati nella valle del torrente Carreghino

PARTENZA: Magioncalda (mt. 937)

ARRIVO: Casoni dei Crusatti (mt. 982)

LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 6 km (a+r)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 h. 30 min (a+r)

SEGNAVIA: nessuno

 

Capita a volte che ti cada l'occhio su di un piccolo particolare di una cartina e che, con il passare dei giorni, ti venga voglia di capirci qualcosa di più. Tempo fa, mentre stavo preparando la camminata da Vegni a Magioncalda attraverso la tagliafuoco che conduce a Chiapparo, guardando una mappa della val Borbera notai due cascine abbandonate.

Se la prima, la "Cascina Rissotti", conosciuta da tutti come i Casoni dei Risciotti, la trovai passandoci davanti con il sentiero, dell'altra non vi fu nessuna traccia. Ora, a qualche anno di distanza, guardando una cartina della val Borbera assieme a Ilaria, mi compare sotto gli occhi di nuovo la "Cascina Castagnola", che appare a poca distanza dai Risciotti, eppure non sul sentiero principale. 

Decidiamo di provare a studiarci su, chissà che non ci venga voglia di provare a farci un salto, e finiamo con il trovare una mappa dove, oltre alla Cascina (o i Casoni?) Castagnola, è presente l'indicazione di altri ruderi, tutti al di sotto del sentiero principale, quasi tutti senza nome, tranne uno - la Cascina Brandi - che sembra un mulino perché sorge vicino alla confluenza del Fossato nel Carreghino. A dire il vero, anche gli altri situati più a valle sembrano mulini, perché paiono trovarsi quasi sul greto del torrente, ma vai a saperlo. Studiamo la collocazione della Castagnola e ci concentriamo su quella, cercando di individuare il punto in cui potrebbe trovarsi, senza però riuscire ad avere le idee chiare: l'unico dato che ci viene in soccorso è l'altitudine (982 mt.) che, paragonata ai vicini Casoni dei Risciotti (997 mt.), ci lascia intuire più o meno la quota intorno alla quale ci dovremo assestare nelle nostre ricerche. 

Il gran giorno arriva e raggiungiamo in auto Magioncalda, attraverso il bivio che si trova oltre il cimitero di Carrega Ligure e che, oltrepassata la frazione di Fontanachiusa, raggiunge il villaggio. Il paese è semideserto, solo una macchina è parcheggiata nella piccola piazzetta, nonostante sia sabato. Parcheggiamo anche noi, indossiamo gli scarponi e lo zaino, preparandoci a una giornata un po' diversa, visto che oggi non sarà tanta la strada che faremo: sarà la qualità della strada a fare la differenza, visto che saremo presumibilmente costretti a camminare tra le spine e i rami degli alberi.

Qualche foto alla bella fontana che si trova sotto alla piazza, quindi ci incamminiamo sulla strada asfaltata che scende verso il cartello con il nome del paese: qui, prendiamo sulla sinistra il sentiero indicato per Vegni, Ciapà e Casun dei Risciotti, che passa subito pianeggiante accanto a un'ampia frana, per poi attraversare il Fossato, il rio che, dopo gli eventi alluvionali dello scorso autunno, ha portato a valle una montagna di detriti occupando parte del sentiero. 

Lo attraversiamo, facendo attenzione a non bagnarci i piedi e proseguiamo sul versante opposto, dopo aver scoperto, incastrato tra le rocce, uno strano archetto in pietra sicuramente opera dell'uomo. Il sentiero sale dolcemente, regalando belle viste su Magioncalda ai piedi della piramide del Monte Carmo, quindi spiana e prende a scendere ripidamente, fino a costeggiare un imponente muro a secco sulla sinistra. Abbiamo superato due rii, solo uno dovrebbe dividerci dal versante dove cercare la cascina Castagnola e così iniziamo a cercare: notiamo le tracce di una vecchia mulattiera, costeggiata da muretti a secco, che passa sopra alla strada e la prendiamo, raggiungendo un'altra specie di muro in pietra realizzato dall'uomo. Da qui, la vecchia strada prosegue, mantenendosi parallela all'attuale sentiero, solo a tratti invasa dai rovi. Ci spostiamo ove necessario ma, al momento di aggirare il versante di montagna che dovrebbe portarci al terzo rio, scopriamo che una frana ha portato via parte della montagna e, quindi, anche della vecchia mulattiera, così ci troviamo costretti a ridiscendere sul sentiero attuale.

Lo seguiamo per pochi passi, fino ad incrociare il rio vicino al quale, secondo i nostri calcoli, dovrebbe trovarsi la Castagnola.

Notiamo, vicino al rio, una grande pietra oltre la quale pare staccarsi una vecchia strada che si inerpica sul versante, mantenendosi, nuovamente, parallela rispetto a quella attuale. La prendiamo, convinti che sia quella buona: la convinzione aumenta passo dopo passo, quando scopriamo un risseu e notiamo, ai lati della strada, mucchietti di legna segno del passaggio dei forestali anche se risalenti, ormai, a diverso tempo fa.

La strada sale inesorabile, allontanandosi da quella sottostante e conduce nei pressi di un bivio. D'istinto, ci viene da proseguire diritti ma notiamo, dopo aver camminato per qualche minuto nella consueta direzione, che il sentiero, ora ricoperto di foglie e quasi irriconoscibile, sta spianando e si riavvicina al sentiero sottostante che, nel frattempo, ha iniziato a prendere quota. Guardiamo l'altitudine nel gps: siamo troppo in basso e, soprattutto, ci stiamo allontanando troppo dal rio vicino al quale dovrebbe esserci la Castagnola. Così torniamo sui nostri passi fino al bivio, dove svoltiamo a destra (sinistra per chi arriva dal rio..) in salita. Ben presto, i primi muretti a secco cominciano a comparire, anche se di case non si vede nemmeno l'ombra.

Continuiamo a camminare in leggera salita, seguendo la via tracciata dai muri in pietra e finalmente, quando ormai ci siamo finiti davanti, ecco un muro in pietra, al cui centro fa la sua comparsa una finestra!

Ci avviciniamo per guardare meglio, ed effettivamente si tratta del rudere di una casa: il gps, che segna circa 980 metri, ci conferma che si tratta della Cascina Castagnola che tanto stavamo cercando. Scattiamo alcune foto dei muri ormai crollati, cercando di farci largo tra la vegetazione: il tetto della casa è crollato su sé stesso e le travi sono cadute all'interno, come riusciamo a vedere affacciandoci dalla finestrella che ospita ancora una persiana in legno. La cascina pare appoggiata al versante di montagna, che però in parte è franato e gli alberi e i massi che si sono accumulati nei dintorni rendono difficile l'identificazione della casa.

Ci spostiamo per vedere se c'è qualcos'altro nei dintorni, ma per farlo siamo costretti a scendere su di un ripido fuori sentiero, con la terra secca che frana sotto ai nostri piedi. E' una terra estremamente franosa, lo si vede solo camminandoci sopra. Raggiunto un punto pianeggiante ai piedi del rudere, ci portiamo sul lato opposto ed ecco spuntare un'altra casa, sicuramente meglio distinguibile rispetto alla precedente, che era invece avvolta da una vegetazione infestante. Anche la seconda casa non ha più il tetto, crollato all'interno e mancano anche parte dei muri laterali. Si è conservata la facciata, dove, sopra alla porta, in legno e ancora chiusa, si vede una piccola finestrella. Tra le due case, comunque piuttosto vicine, un piccolo pezzo di terra piana sostenuto da un muretto in pietra. 

Salgo sul lato, per fotografare la casa dall'alto e scopro quel che resta di una scaletta in pietra, oltre che di un sottile camminamento che permette di passare sul retro delle case. Da qui, mi rendo conto che di fronte alle case, tra gli alberi, si intravede indistintamente Magioncalda. Sopra alle due cascine, una distesa di muri a secco, che culminano in due briglie sul vicino rio e, accanto alle case, una grande frana ha portato via una porzione di montagna, trascinandola nel torrente. Vista la franosità della zona, sarà il destino che verrà riservato anche ai due casoni? Chi può dirlo, ma sicuramente oggi siamo felici di avere ritrovato un angolo di mondo antico nascosto tra questi boschi.

Salutiamo la Castagnola, per riprendere il sentiero che scende tra due ali di muri a secco, per poi raggiungere il bivio dove svoltiamo a destra in discesa, fino al rio da cui siamo partiti. Tornati sul sentiero, lo percorriamo in direzione di Magioncalda almeno fino alla curva successiva, dove un nastro appeso al ramo di un albero sembra segnalare, in discesa, una traccia di sentiero. Decidiamo di provare a seguirla e, dopo essere rapidamente scesi di quota, vediamo un ammasso di pietre davanti a noi: ecco il rudere di un altro cascinale, anche questo segnalato sulla cartina che avevamo studiato prima di partire. La struttura è molto simile a quella della Castagnola, anche se questa appare nettamente più vicina all'attuale sentiero. Scattiamo alcune foto, quindi - vedendo che il sentiero continua a scendere - continuiamo a seguirlo: potrebbe portarci verso la Cascina Brandi, quella indicata sulla mappa come posta alla confluenza tra il Fossato e il Carreghino. Perdiamo velocemente quota, ma purtroppo il sentiero si interrompe - facendosi ripido e scosceso - in un pianoro, in un punto dove al greto del torrente manca ancora parecchio e così dobbiamo desistere senza riuscire a trovare la Cascina Brandi. 

Torniamo a Magioncalda, dove consumiamo una veloce merenda sotto al portico della piazza del paese, non ancora del tutto soddisfatti: questa Cascina Brandi ci è rimasta qui, ora che ci siamo arrivati vicino. Al ritorno, poco prima di raggiungere Fontanachiusa, incrociamo una vecchia mulattiera che tra due ali di muri a secco scende verso il rio: fermiamo la macchina e prendiamo a seguirla, ma anche qui dobbiamo desistere una volta giunti in una grande piana invasa di spine e tane di animali selvatici: oltre il torrente, sul versante opposto, paiono vedersi alcuni ruderi ma non ne abbiamo la certezza.

Per oggi, con la Cascina Castagnola e quella senza nome, abbiamo trovato solo una parte di quello che stavamo cercando. Ma torneremo di nuovo alla carica.....

 

***A racconto pubblicato, avrò modo di parlare con persone del luogo (grazie a Maria Teresa Crosetti e Luca Silvestri) che mi diranno che quella da me e dalle mappe chiamata Cascina Castagnola sono, in realtà, i "Casoni dei Crusatti" e, quella visitata successivamente, al di sotto della strada, probabilmente, la Castagnoea. Tanto vi dovevo per dovere di cronaca.

 

A un passo dalla vetta
bottom of page