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CIASPOLANDO VERSO IL PANA'

La prima esperienza con le ciaspole, sfruttando la prima neve stagionale.

PARTENZA: Caldirola, Colonia provinciale (mt. 1100)

ARRIVO: Monte Panà (mt. 1559) 

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 4,5 km

TEMPO DI PERCORRENZA: 2 h. 30 min. circa
SEGNAVIA: piste da sci; bianco-rosso 200 sul crinale; bianco-rosso 106 dal bivio Rif. Orsi fino a Caldirola

 

 

Inauguriamo il 2013 con una bella ciaspolata, piuttosto breve come chilometraggio ma da non sottovalutare visti gli elevati dislivelli, percorribile comunque tranquillamente in mezza mattinata.

La neve è caduta da poco e ha nascosto sotto a uno strato di circa 20-25 cm la natura brulla dell'alta Val Curone. Ma è una neve piuttosto bagnata e destinata a scomparire in fretta, viste le belle giornate con temperature più che gradevoli di questo inizio gennaio.

Partendo dalla Colonia Provinciale di Caldirola, imbocco il sentiero che parte dietro al cancello verde e che mi porta in pochi minuti sulle piste da sci di Caldirola, che non sono ancora state battute, anche se molta gente prima di me è già passata, come dimostrano i segni di ciaspole e sci che trovo lungo il percorso.

Senza addentrarmi nella parte superiore del canalone, svolto subito a sinistra su di una ripida salita e imbocco in salita la pista numero 4, che riprendo ancora dopo una breve deviazione sulla pista 3.

Da qui posso ammirare i primi panorami sul paese di Caldirola, con la neve che sta ormai sciogliendosi sui tetti delle case.

Proseguendo sulla pista 4, dopo un bello scorcio sul Monte Giarolo, che posso ammirare di fronte a me dove il sentiero procede in piano, salgo a sinistra per un breve tratto fino a raggiungere Passo Bruciamonica (mt. 1394) e qui, anziché proseguire verso destra, alla volta dei Monti Gropà e Giarolo, mi dirigo a sinistra e raggiungo una selletta panoramica che mi apre davanti agli occhi una bella vista sulla val Borbera, dove grazie alla bella giornata posso chiaramente distinguere Arquata Scrivia, Borghetto Borbera e Novi Ligure.

Prosego a sinistra in un boschetto ricoperto di neve, alla volta del Monte Panà, del quale inizio a intravedere la cima innevata poco prima dell'uscita dal bosco. Qui la neve è molta, si affonda notevolmente, e sarà così fino all'arrivo ai piedi del Monte Panà, raggiungibile attraverso uno stretto sentierino già battuto prima di me da qualche sciatore amante del fuoripista.

La salita del Panà è ripida e in più si scivola parecchio. Ma mano a mano che si sale, alle mie spalle inizio a scorgere dietro alle antenne del Monte Giarolo il massiccio innevato del Monte Rosa e tutta la corona delle Alpi fa da cornice in questa splendida ciaspolata. Sono ancora sfortunato e noto subito che il mare non si vede neanche oggi, perché ci sono parecchie nuvole a coprire il mar Ligure.

In compenso vedo, e bene, il Monte Tobbio con la sua chiesetta in cima. Voltandomi dall'altra parte, posso ammirare un bel panorama di Caldirola e di tutta l'alta Val Curone, fino a Fabbrica Curone.

Dopo questa breve - e difficile, visto l'equilibrio precario - sosta per scattare qualche foto, mi rimetto in cammino e completo la salita al Monte Panà (mt. 1559). Il cielo si è leggermente annuvolato, e l'ultimo tratto di salita è ricoperto ancora da molta neve. Davanti ai miei occhi, tra le neve e il cielo si crea un accostamento di colori così particolare che non posso fare a meno di scattare un'altra foto.

L'arrivo al Panà coincide anche con la scoperta che da qui in poi, in cresta, la neve non c'è (quasi) più, spazzata in buona parte dal vento e sciolta dal sole forte di questi giorni (fa veramente caldo, per essere a gennaio). Ammiro il fantastico panorama che da qui si può godere, partendo dal mare (nascosto dalle nubi), fino al Monviso, al Cervino e al Rosa, che pare nascondersi proprio dietro alla statua del Redentore posizionata sul Giarolo. Uno spettacolo.

Mi volto dall'altra parte: il radar del Monte Lesima risalta in mezzo alla neve, non distante da lui il Monte Chiappo ricoperto di neve, con il suo rifugio sulla vetta e la statua di San Giuseppe. Più a destra, l'Ebro.

Decido di provare a scendere sul versante sinistro del Monte Panà e di completare così la ciaspolata con un anello. Così, senza allontanarmi dalla cima del Panà, scendo a sinistra seguendo la staccionata in una ripida discesa che mi regala ancora bei panorami sul Monte Rosa, su Caldirola e su altri paesi dell'Alta Valle, tra cui Montecapraro, Lunassi, Morigliassi e Fabbrica. Di fronte a me, la strada che porta alle Stalle di Salogni.

Dopo non molto tempo (ci impiego un po' di più a causa della neve che in alcuni punti è molta e in altri quasi assente) raggiungo l'intersezione con il sentiero num. 106 che conduce al Rifugio Orsi.

Lo imbocco in direzione di Caldirola, non prima di essermi tolto le ciaspole perché qui, la neve, è decisamente di meno e si può camminare tranquillamente con i soli scarponi.

Dopo circa venti minuti in leggera discesa, raggiungo il punto da cui ero partito, ciaspole alla mano.

Bella ciaspolata, breve e alla portata di tutti, ma comunque faticosa per la presenza, in alcuni punti, di molta neve. La neve così bagnata e scivolosa mi ha fatto impiegare sicuramente un buon quarto d'ora in più nel tentativo di non cadere ogni volta. Dal passo di Bruciamonica in poi, i panorami sono spettacolari, meravigliosi quando si raggiunge il Panà e si sale ai quasi 1560 metri di altitudine.

La deviazione per cui ho optato al ritorno è una novità, in quanto è un sentiero che non ho mai percorso, neanche in assenza di neve, però comunque percorribile tranquillamente, anche se non segnalato.

A un passo dalla vetta
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