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CIASPOLATA AL GIAROLO

A stagione quasi conclusa, la prima ciaspolata dell'anno

PARTENZA: Caldirola (mt. 1100 circa)

TAPPE INTERMEDIE: Passo Brusamonica, Monte Gropà

ARRIVO: Monte Giarolo (mt. 1473)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: quasi 7 km 

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 h.
SEGNAVIA: nessuno fino al crinale; 200 sulla linea di crinale 

 

Alla fine ce l'ho fatta, anche se il 2015 sembrava maledetto: non ero ancora riuscito a fare una ciaspolata, vuoi per la neve che inizialmente non era sufficiente, poi per il brutto tempo, poi per l'influenza che non se ne andava più. Aprivo facebook, vedevo le foto dei miei amici sulla neve e saliva il nervoso....ma sabato 28 febbraio, nonostante il sole previsto non ci fosse, ho deciso di mettermi in cammino ugualmente e sono stato ripagato con una bella camminata sulla neve.

Aprire gli occhi appena sveglio e trovarsi davanti le montagne di puddinga della val Borbera è strano, almeno per me che sono abituato a vedere le antenne del Giarolo. Il tempo è strano però, non c'è il sole annunciato e un po' di foschia corre lungo il corso del Sisola dando un tocco autunnale al paesaggio: "chissà che tempo ci sarà a Caldirola?", penso.

Quando arrivo a Cantalupo, finalmente, posso lanciare un'occhiata al Giarolo, sul quale il cielo è grigio esattamente come qui. Ho già capito che non sarà la giornata che mi aspettavo, con neve bianca e cielo blu intenso, ma non mi interessa, oggi ho deciso di andare qualunque sia il tempo metereologico.

Una scappata in casa a cambiarmi, poi quando mi sono assicurato di aver preso tutto risalgo in macchina e via verso la colonia provinciale di Caldirola, dove aspetto di trovare tanta gente e invece, un po' a sorpresa, scopro che oltre alla mia c'è solo una macchina con tre ragazzi che si stanno preparando. E dire che sono quasi le undici....

Indossate le ciaspole, salgo in direzione delle piste, oltrepassando la montagna di neve ammucchiata dallo spartineve. I primi passi sul piccolo sentierino creato da chi mi ha preceduto, mi fanno subito capire che la neve, seppur davvero tanta, non è particolarmente bella. E' troppo molle, "non ti porta" come si dice...ad ogni passo si sprofonda, anche se si cammina dove il sentiero è già battuto. E allora penso subito che sarà dura, soprattutto se consideriamo che sono fermo da un mese.

Mi immetto nelle piste, facendo attenzione a non farmi investire dagli sciatori del sabato e risalgo l'ultimo tratto di canalone sul lato della pista, per poi svoltare a sinistra in direzione delle piste numero 3 e 4: alla fine, opterò per quest'ultima e, tra uno scorcio sui tetti imbiancati di Caldirola e uno sulla cima per metà "pelata" del Giarolo, raggiungerò il crinale nei pressi di Passo Brusamonica. Camminare sulla pista battuta è indubbiamente meno faticoso rispetto alla neve fresca, tanto che percorro questo tratto molto velocemente, raggiungendo il crinale in un batter d'occhio, dove ad attendermi trovo i primi deboli fiocchi di neve.

Seguendo la pista innevata, dal valico di Brusamonica raggiungo il Monte Gropà dove si apre una splendida vista panoramica solo parzialmente rovinata dalle nubi basse di questa giornata. La neve è così tanta che dei paletti che delimitano il crinale se ne riconosce appena la parte superiore. Raggiungo l'arrivo della Seggiovia e il rifugio del Gropà, dove amaramente sono costretto ad abbandonare la pista battuta ed innestarmi su di uno stretto sentierino già battuto dalle ciaspole di qualcuno ma dove, ad ogni passo, si affonda fino a metà polpaccio: la vera - e dura - ciaspolata inizia adesso.

Appena esco dal boschetto oltre il rifugio, ecco spuntare la vetta del Giarolo con le sue antenne. Il crinale è praticamente diviso in due: nei punti battuti dai forti venti provenienti da est si vede l'erba e della neve nemmeno l'ombra, mentre negli altri punti ce ne sono cavalle così alte da sommergere la staccionata che fa da spartiacque tra le due valli. 

Lungo il cammino mi fermo spesso a fotografare gli strani disegni che il vento ha realizzato modellando la neve, ancora più suggestivi sotto a questo cielo così minaccioso: in lontananza, grosso modo dietro all'Antola, il cielo ha assunto colorazioni rossastre e le nubi creano un effetto simile a quello delle trombe d'aria, scendendo a picco verso il mare. Il cammino si fa faticoso, soprattutto nei punti dove la neve è ammucchiata dal vento e così impiego un po' più del previsto a percorrere l'intero crinale che mi condurrà ai piedi del Redentore, tra cavalle e tratti di prato privi di neve.

Ai piedi della cima, la neve aumenta a dismisura. Cavalle su cavalle, qui il vento ha trasportato un'infinità di neve. Vedo là in fondo il Redentore, ormai manca poco...speriamo almeno che là sopra non ci sia lo stesso vento freddo che ho incontrato in alcuni tratti lungo il crinale. Salgo dritto per dritto, camminando tra le sculture del vento, fino a raggiungere, alle spalle del Redentore, un tratto di prato in cui di neve non ne è rimasta nemmeno un filo. Qui niente vento, per fortuna, così posso approfittarne per qualche foto e per mangiare qualcosa, ai piedi della statua.

Il panorama non è particolarmente ampio, perché le nubi basse impediscono una visuale completa della val Curone. Stesso discorso per la val Borbera, in parte nascosta dalla foschia. In compenso, le nubi si sono alzate e ora lasciano vedere perfettamente le cime del Lesima, del Chiappo e dell'Ebro, completamente imbiancate così come i versanti ai loro piedi.

Non mi aspettavo molto da questa ciaspolata, in fondo dire "vado al Giarolo" per uno di Caldirola è come dire "vado a prendere il caffè al bar", ma è incredibile notare come ogni volta qui sopra sia sempre diversa dalle altre.

Oggi, con tutta questa neve ed un cielo così, è stata una giornata unica, in un certo senso. Il bianco della neve che dà un aspetto diverso a tutte le montagne, il cielo che cambia continuamente colore, sfumature. Non sono mai le stesse di un attimo prima. Non sono mai quelle dell'ultima volta. 

Me la sono presa particolarmente con calma, tanto che si è fatto un po' tardi. Ne approfitterei per vedere le prime luci del tramonto, ma con tutte queste nubi la vedo un po' dura: sarà più facile prendersi dell'acqua, se aspetto ancora a lungo, anche se là in fondo, in direzione del Chiappo, il sole illumina la cima della montagna quasi come una specie di apparizione.

Scendo verso Caldirola, percorrendo una pista diversa rispetto all'andata. La numero 3, una delle meno trafficate, infatti non trovo quasi nessuno sciatore. In compenso quando arrivo alla macchina vedo che il piazzale si è riempito ed evidentemente anche qualcun altro ha deciso di approfittare di tutta questa neve per fare due passi con le ciaspole.

Io, per quanto mi riguarda, sono soddisfatto. E pensare che iniziavo a temere che non sarei riuscito a indossare le ciaspole nemmeno una volta, questo inverno!

 

 

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A un passo dalla vetta
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