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COLLE DI MARTELLONA-MONTE PIANETTO

Una breve escursione alla volta della montagna che sovrasta Savignone

PARTENZA: Crocefieschi, Colle di Martellona (mt. 768 circa)

ARRIVO: Monte Pianetto (mt. 789)

TAPPE INTERMEDIE: Monte Moro (mt. 868), Monte Brughea (mt. 791)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 ore e 10 min. (a+r)

SEGNAVIA: due rombi gialli vuoti fino al bivio M.te Maggio; + gialla fino al Monte Pianetto

 

 

Fino a qualche tempo fa, il Colle di Martellona nemmeno sapevo che cosa fosse. Un po' curiosando su internet e un po' grazie alla guida sulla catena dell'Antola di Andrea Parodi e Alessio Schiavi, ho scoperto che invece, da questo valico nei pressi di Crocefieschi, partono numerosi percorsi escursionistici e, poco alla volta, li ho inanellati uno dietro l'altro.

Mancava solo l'ascesa al Monte Pianetto, la montagna che domina dall'alto lo splendido borgo di Savignone, nell'entroterra ligure e così, in una mattina di primavera in cui erano saltati altri impegni, abbiamo deciso di fare una scappata veloce a Crocefieschi per portare a termine questo itinerario, visto che anche in termini temporali non richiede un grosso impegno.

Parcheggiamo l'auto lungo la strada, nei pressi dell'area di sosta che si trova in corrispondenza delle case di Martellona e ci incamminiamo sull'asfalto alla volta del passo che mette in comunicazione con la val Brevenna. La giornata è illuminata da un bel sole e solo qualche nuvola innocua occupa il cielo azzurro sopra alle nostre teste. Nei pressi del valico, ignoriamo il sentiero di sinistra (diretto ai monti Schigonzo e Proventino, già percorso e raccontato su queste pagine) per prendere invece quello di destra, lo stesso percorso qualche tempo fa per raggiungere il Monte Maggio di Casella. 

Si tratta di un sentiero che conosciamo ormai abbastanza bene e nei pressi del suo imbocco ci godiamo i consueti e gradevoli scorci sulle case di Crocefieschi distese ai piedi del Monte Castello: alle sue spalle, le ardue creste del Reopasso e, ancora più in lontananza ma ben visibile, il cocuzzolo del Monte Reale con la sua chiesetta sulla cima.

E' proprio vero che non si finisce mai di imparare perché una volta imboccato il sentiero e percorse le prime centinaia di metri in leggera salita, notiamo, nelle vicinanze della mulattiera, qualcosa di strano. Con una breve deviazione, ci allontaniamo di poco sulla sinistra del sentiero, notando i resti di un muretto a secco e quelli di uno strano aggeggio su cui è ben visibile la scritta "brevettato macinatore impero" risalente a chissà quanto tempo fa: l'ultima volta che siamo passati di qui, nemmeno l'avevamo notato.

Torniamo sul sentiero, che prende ora a salire in maniera più decisa, immerso tra gli alberi, piegando leggermente verso destra, fino a raggiungere il breve tratto attrezzato con catenella, per nulla esposto, da cui si gode una splendida vista su Crocefieschi e, alle sue spalle, sulle mie montagne, con il Giarolo che sembra essere a due passi. Scattiamo qualche foto, poi ripartiamo, cercando di concludere piuttosto in fretta la prima parte di sentiero, che già conosciamo per averla percorsa per raggiungere il Monte Maggio. Torniamo a immergerci nel bosco, con il sentiero che ora si fa pianeggiante e solo occasionalmente torna a salire in maniera del tutto innocua e raggiungiamo in una decina di minuti il bivio tra i due sentieri, quello diretto al Monte Maggio e quello, invece, per il Monte Pianetto. 

Qui abbandoniamo il sentiero segnalato con due rombi gialli per proseguire, verso destra, sulla traccia segnalata con il + giallo: il Monte Pianetto, così come Savignone, è indicato a 45 minuti di cammino. Un bivio per Savignone, in realtà, lo incontriamo subito dopo esserci innestati sul sentiero per il Pianetto e lo ignoriamo, proseguendo invece in piano alla volta del vicino Monte Moro. Tuttavia, il percorso, prende improvvisamente a salire con una rampetta, conducendo dapprima sulla anonima e boscosa vetta del Monte Moro, per poi prendere a scendere in maniera decisa, su una traccia di sentiero piuttosto insidiosa ma sempre, comunque, evidente.

Ecco le prime viste sulla dorsale del Monte Maggio e sulla omonima Colonia, con il sentiero che attraversa un boschetto che costeggia i primi affioramenti di puddinga, conducendo alla volta della successiva vetta, il Monte Brughea, che può anche essere aggirato ma sul quale invece decidiamo di salire per provare a gustarci un po' di panorama. La vista è bella e spazia dai Monti Leco, Figne e Tobbio e dal Passo della Bocchetta fino al Monte Reale e al Reopasso, che da qui ammiriamo da una angolazione decisamente insolita. Dalla vetta del Brughea, il panorama è interessante anche in direzione della valle del torrente Seminella, con le case di Bastia distese ai piedi della Rocca e la frazione di Semino che si intravede, prima di scomparire alle spalle della montagna. Peccato solo che le nuvole stiano avanzando molto velocemente e che l'aria si trasformi improvvisamente in aria da temporale.

Percorriamo la cima del Brughea e il sentiero prende ora a scendere, infilandosi nuovamente all'interno del bosco. Probabilmente disturbiamo una vipera che si stava godendo il caldo delle rocce di conglomerato, che ci attraversa la strada facendoci sobbalzare dallo spavento. Superato senza danni questo fuori programma, continuiamo in ripida discesa seguendo la stretta traccia che prosegue a zig-zag tra gli alberi, per poi spianare leggermente in prossimità di un secondo bivio per Savignone, che nuovamente ignoriamo. Ci manteniamo sul sentiero principale, che ora percorre una lunga cresta di conglomerato ed eccoci in vista delle case di Savignone, proprio sotto ai nostri piedi. Scattiamo qualche foto ai ruderi del Castello Fieschi, che domina il paese dall'alto e poco alla volta ecco il panorama farsi più ampio sulla valle Scrivia, circondato dalle montagne e dal Forte Diamante e Fratello Minore. Sul lato opposto di valle, la vetta del Reale spunta alle spalle della Rocca di Bastia. 

Proseguiamo sulla dorsale di puddinga, convinti ormai di essere sopraggiunti visto che le case di Savignone sono proprio sotto di noi e quindi il Pianetto tanto distante non deve essere. Superiamo due ripidi ma brevi tratti di conglomerato leggermente esposti e, mentre scattiamo qualche foto, ci rendiamo conto del temporale imminente ormai alle nostre spalle. Il tempo è cambiato improvvisamente e questa volta non abbiamo nemmeno dietro qualcosa per ripararci (lo so, oggi siamo disorganizzati!) così, nonostante alla cappelletta di vetta del Monte Pianetto manchino davvero poche centinaia di metri e pochi di più manchino per la cima vera e propria della montagna, decidiamo di fermarci qui e tornare sui nostri passi, intimoriti da un possibile temporale.

Così, fatta bruscamente inversione di marcia, percorriamo a ritroso il sentiero dell'andata, con il tuono a fare da sottofondo al nostro cammino. Fortunatamente, la pioggia inizia a cadere quando siamo a poche centinaia di metri dal Colle di Martellona e riusciamo in un certo senso a limitare i danni. Avessimo proseguito fino in cima al Pianetto, chissà, probabilmente avremmo preso una lavata da ricordare.

Peccato solo per la cima mancata di poche centinaia di metri, ma per questa volta abbiamo preferito non rischiare. Sul Pianetto, fino alla cappelletta di cima, ci sarà tempo e modo di tornare. Magari proprio da Savignone!

 

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A un passo dalla vetta
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