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26 giugno 2018

COSTA SALATA - ROCCHETTA LIGURE

Bella traversata tra le valli del Sisola e del Borbera

DATA ESCURSIONE: 03/06/2017

PARTENZA: Costa Salata (mt. 789)

ARRIVO: Rocchetta Ligure (mt. 390)

TAPPE INTERMEDIE: Sella Monte Bossola, Monte Bossola, Bivio Rovello/Cremonte, Bivio Cremonte, Rovello Superiore, primo e secondo bivio per S.Ambrogio, bivio Bregni Inferiore, bivio Pagliaro Inferiore

LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 14,5 km 

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 5,30 h. 

DIFFICOLTA': E 

SEGNAVIA: nessuno (261 per un breve tratto)

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In tutti questi anni di trekking, mi sono sempre chiesto se fosse o meno possibile percorrere da cima a fondo tutta quella bella e boscosa dorsale che separa le valli Sisola e Borbera. Mi ha sempre attirato, eppure l'assenza di sentieri segnalati sul crinale (fatta eccezione per un breve tratto attraversato dal sentiero 261) mi ha anche fatto desistere, convincendomi dell'impossibilità di percorrerla a piedi. Però con il tempo e con alcune escursioni che mi hanno permesso di affrontarne alcuni tratti, ho iniziato ad avere le idee più chiare e a capire che forse, l'idea di percorrerla tutta non era poi così campata in aria.

Così, una volta organizzato il trekking, io e Ilaria abbiamo optato per raggiungere con una macchina Costa Salata, punto di partenza della nostra traversata, che ci porterà fino a Rocchetta Ligure e, successivamente, a riprendere l'auto.

Raggiunta Costa Salta sulla SP145, anziché parcheggiare in corrispondenza del valico ci fermiamo alcune centinaia di metri prima, nei pressi dell'imbocco di una evidente salita in cemento: seguire questa strada ci eviterà di percorrere il tratto alle spalle del ristorante Costa Salata, segnalato con il sentiero 200 e sovrapposto al percorso diretto a San Fermo. Dopo un inizio in salita si tiene la sinistra al primo bivio e il sentiero - non segnalato - si fa sterrato, moderando le proprie pendenze e avanzando a mezza costa con le prime visuali in direzione di Maggiolo e, alle sue spalle, dell'aspro versante del Monte Poggio. Dopo un tornante verso destra, si ritorna a salire e il sentiero torna a farsi poco panoramico: con alcuni strappi si guadagna quota nel bosco, incontrando anche, nei pressi di un tornante, una deviazione alla volta di una fontana (segnalata a soli 50 mt. di cammino, ma da noi non raggiunta). Completiamo il tratto di salita e, quando il percorso finalmente torna a spianare, proprio mentre un cinghiale ci schizza via di fianco facendoci venire un mezzo colpo, eccoci in corrispondenza di un incrocio: l'ampio sentiero proveniente da destra non è nient'altro che la traccia proveniente dal sentiero 200 nei pressi del crinale e diretta a Rocchetta Ligure. La seguiamo così verso sinistra, avanzando nel bosco su un piacevole sentierino di crinale, ombreggiato ma poco panoramico, chiaramente, che sale senza troppa fatica accompagnato in alcuni tratti dalle segnalazioni bianco-rosse del sentiero numero 261 "Rosano-Cima dell'Erta", che stiamo percorrendo al contrario.

Dopo qualche breve saliscendi, ecco che i panorami iniziano ad aprirsi verso entrambe le vallate: alla nostra destra il colle di San Fermo e sullo sfondo le dorsali del Carmo e dell'Antola; alla nostra sinistra invece la val Sisola con la vista che si perde in direzione del valico di Roccaforte e della valle Spinti. I saliscendi iniziano a farsi più numerosi, ma il percorso rimane molto piacevole in questo tratto, offrendo scorci su Cartasegna e Daglio. Raggiunto un punto panoramico sulla sottostante frazione di Prato di Mongiardino, proseguiamo in leggera discesa fino ad innestarci sull'ampia sterrata proveniente da Prato e diretta a Cerendero. La seguiamo in salita fino al vicino valico di Monte Bossola, quindi la abbandoniamo per seguire a sinistra lo stretto sentierino di crinale che, in costante salita, si arrampica fino alla vicina vetta del Monte Bossola, contraddistinta da una piccola croce e dalla quale la vista si apre, a tratti, in direzione delle Rocche del Reopasso.

Fino qui tutto bene, ma la strada verso Rocchetta è ancora molto lunga e camminiamo già da un po': non è ancora tempo di fermarsi, comunque e ripartiamo subito proseguendo sul sentierino non segnalato che, seguendo una staccionata, scende ora oltre la vetta del Bossola infilandosi in un tratto in cui corre piuttosto infrascato, guadagnando poco dopo l'uscita allo scoperto in un punto panoramico su Camincasca, Pianzuola e il sottostante Rio Berche.

Si scende ora con maggiore decisione e il sentiero, piegando leggermente verso destra in un tratto dove si presenta aspro e spoglio, regala la vista del Monte Giarolo e del corso del Borbera, disorientandoci per un attimo: una particolarità di questo percorso, infatti, è quella di seguire una dorsale che appare diritta ma, in realtà, curva spesso offrendo differenti visuali delle vallate circostanti.

Ci rituffiamo nel bosco e ora scendiamo decisi per un tratto, tornando poi a perdere quota impercettibilmente: il sentiero non è segnalato ma evidente e continua a correre parallelo ad una evidente staccionata, fino a raggiungere il bivio Rovello/Cremonte, dove si trovano alcuni cartelli segnaletici e al quale ci manteniamo a sinistra in direzione di Rovello. Poco dopo, approfittando dell'ombra e della tanta strada fatta fino a quel momento, decidiamo di sederci a bordo sentiero per mangiare qualcosa prima di completare la nostra impegnativa traversata.

Quando ci rialziamo, ci aspetta uno dei tratti più lunghi e monotoni dell'intero percorso: su una strada forestale quasi scavata nel bosco, continuiamo a scendere faticosamente, incontrando successivamente un nuovo bivio per Cremonte (che ignoriamo ancora), proseguendo a sinistra sulla strada diretta a Rovello: dopo diverse decine di minuti di stancante discesa, finalmente usciamo per un tratto allo scoperto e, camminando tra le fioriture di ginestra con belle viste sulla strana sagoma del Bric Castellazzo, raggiungiamo finalmente le poche case della frazione di Rovello Superiore.

Superata una fontana raggiungiamo l'asfalto e lo seguiamo in discesa per un tratto, nonostante l'imbocco di un evidente sentiero ci spinga a salire verso destra: dopo alcune centinaia di metri, nei pressi del primo tornante sull'asfalto, prendiamo l'altro evidente sentiero di destra che, con belle viste su Sant'Ambrogio, prende dolcemente quota nel bosco, piegando successivamente deciso verso destra per risalire, tra i terreni, fino alla linea di crinale (dove incontra, presumibilmente, il sentiero che partiva dalla fontana di Rovello..).

I panorami si fanno ora ampi in direzione della dorsale dell'Ebro, sotto alla quale è evidente il vallone formato dal corso del torrente Liassa, verso Teo, Piuzzo e Daglio mentre, sul versante opposto di valle, ecco la sagoma del Poggio e il Castello di Roccaforte. Tenendoci a sinistra, percorriamo ora l'evidente sentiero di crinale che avanza verso le antenne che sovrastano l'abitato di Pagliaro Superiore: ignorato un primo bivio a sinistra diretto a Sant'Ambrogio, superiamo un brullo tratto di percorso e, in leggera discesa, raggiungiamo una cappelletta, dove ignoriamo il sentiero di sinistra, diretto nuovamente a Sant'Ambrogio, per proseguire sul crinale.

Ignorata la stradina di accesso alle antenne, il sentiero scende con maggiore decisione sul lato della val Borbera e, raggiunto e ignorato un successivo bivio a sinistra diretto a Bregni, continuiamo a scendere decisi fino a raggiungere un punto in cui il percorso sembra sdoppiarsi, creando un po' di confusione. In questo punto (sono presenti segnalazioni dei cacciatori) bisogna essere bravi a non farsi ingannare e anche se la direzione corretta da seguire sembra quella diritta, occorre capire che in quella direzione ci si sposta del tutto sul lato della val Borbera, sbagliando percorso. Dopo aver sbagliato direzione da seguire, noi infatti torniamo sui nostri passi e riprendiamo a scendere verso sinistra, riuscendo finalmente a raccapezzarci: il sentiero ora torna a scendere deciso, conducendo poco dopo in un punto via via più aperto dove, la vista del Costone della Ripa toglie ogni dubbio relativo all'orientamento. Mantenendoci così sul sentiero di crinale, ci godiamo l'ultimo tratto di percorso che si fa via via più panoramico verso Astrata, Cantalupo e Rocchetta Ligure, lasciandoci guidare dal campanile della chiesa di Rocchetta, ai piedi del quale termina la sterrata che stiamo seguendo.

Ignorati gli ennesimi bivi di sinistra e superati alcuni ruderi, scendiamo dolcemente fino al cimitero di Rocchetta e, oltrepassatolo, raggiungiamo la piazza della Chiesa di Rocchetta Ligure e il vicino Palazzo Spinola, punto terminale del nostro itinerario.

Siamo piuttosto provati, al termine di questo percorso: il caldo è stato tremendo e ci ha accompagnato per l'intero tratto finale del percorso, visto che l'ombra è terminata grosso modo dopo Rovello; la discesa, lunga ed estenuante, soprattutto nel tratto tra il monte Bossola e Rovello, ci ha segnato le ginocchia. Però, siamo felici di aver affrontato questa traversata che, almeno personalmente, mi ha sempre incuriosito: percorrendola ci si rende conto di quanto, in realtà, sia lungo e complesso l'avvicinamento a Rocchetta Ligure dal Passo di Costa Salata.

Un'escursione nuova, una proposta nuova per il turismo lento in val Borbera.  

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A un passo dalla vetta
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