DA BORGO ADORNO A ZEBEDASSI
Ancora una tappa del grande anello "Borbera-Spinti", tra panorami splendidi e sentieri poco battuti
PARTENZA: Borgo Adorno - Bivio allevamento capre (mt. 740)
ARRIVO: Zebedassi (mt. 478)
TAPPE INTERMEDIE: Bivio Caviggino (610 mt.), Casa Bellaria (mt. 520), Cascina Carrano (mt. 420)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO (A/R): oltre 10 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3 ore
SEGNAVIA: bianco-rosso 200
L’anello Borbera-Spinti, un grande itinerario a tappe da percorrere poco alla volta: oggi, ne affrontiamo un altro pezzetto, avvicinandoci sempre di più al suo completamento (mancano 3-4 tappe, una decina le abbiamo già percorse insieme e magari un bel giorno raggrupperemo tutto il materiale). Ma non solo, perché la tappa di oggi è anche l’occasione per camminare in una valle solitamente “di passaggio” tra la val Curone e la val Borbera: la valle del torrente Besante, accanto al quale cammineremo per un piccolo tratto di questo itinerario.
Raggiungo Borgo Adorno verso la metà di un sabato mattina di luglio, con il cielo diviso tra il sereno e il nuvoloso: avrete sentito parlare di Borgo Adorno sicuramente per il suo castello – costruito dagli Spinola nel 1100 e ricostruito dalla famiglia genovese degli Adorno nel XVII secolo in seguito ad una frana - che domina la valle ai piedi del Monte Giarolo.
Il sentiero numero 200, proveniente dal Monte Giarolo, passa proprio accanto al castello e dopo aver percorso un po’ di asfalto in direzione del paese di Giarolo, transita nei pressi di un’azienda agricola, in un punto individuato dai segnavia come “bivio allevamento capre”: è da qui che ho deciso di partire, raggiungendo l’azienda agricola in auto.
Neanche a dirlo, il primo incontro della giornata è un grosso cagnolone che mi accoglie abbaiandomi addosso di tutto: lo lascio sfogare mentre mi preparo, poi me lo lascio alle spalle, incamminandomi lungo la sterrata in leggera discesa.
I panorami si fanno subito meravigliosi: complice la giornata con questo cielo un po’ strano, per metà sereno e per metà grigio, il sentiero diventa subito il set ideale per scattare alcune belle fotografie delle vallate che mi circondano. Le montagne di puddinga della val Borbera sono uno dei miei obiettivi preferiti, in questo senso: si possono ammirare in lontananza, chiudersi poi nelle strette di Pertuso fino a rialzarsi sul lato opposto con Costa Camisola, fino al Monte Barillaro, proseguendo fino al Monte Ronzone che svetta con le sue antenne dietro a Vigoponzo e a Montebore. Sotto di me, il serpentello del torrente Besante taglia esattamente in due la valle, correndo in direzione delle Strette di Pertuso.
La carrareccia si mantiene piuttosto ampia e attraversando ampi terreni costellati da balle di fieno, regala altrettanto piacevoli viste sulla vallata di Montacuto, sul versante opposto, fino quasi a San Sebastiano. Scendo ancora per alcune centinaia di metri, poi mi fermo e mi volto alle spalle, ad ammirare il Giarolo con le sue antenne sormontate da una marea di nuvole grigie: sotto alla montagna, ecco spuntare anche i tetti di Pallavicino.
La carrareccia cammina in leggera discesa tra due ali di alberi, fino a condurre in un punto in cui, con una piccola deviazione oltre il sentiero, si raggiungono alcune montagne di argilla arenaria dalle quali si gode di una splendida vista sul Monte Barillaro e sulla vallata di Vigoponzo ed è ancora più bello fotografare il paesaggio nel suo contrasto con il grigio - quasi bianco - di cui sono colorate queste montagne.
Scendo ancora tra i terreni sfalciati di fresco, voltandomi a guardare il castello di Borgo Adorno nel frattempo comparso ai piedi del Giarolo, quindi faccio ingresso in un piccolo boschetto dove la carrareccia non è decisamente in buono stato a causa dei recenti temporali: un’ultima discesa più decisa tra le roverelle e vedo spuntare in lontananza l’asfalto della strada per Caviggino, a 610 metri di altitudine. Manca un’ora a Zebedassi.
Giunto sull’asfalto, fatico a riconoscere le segnalazioni, ma la vista oltre gli alberi delle case di Pessinate mi induce a credere che dovrò percorrere la strada in quella direzione. Svolto così a sinistra, allontanandomi dalle case della piccola frazione di Caviggino, mantenendomi per diverse centinaia di metri sull’asfalto, dapprima in piano e quindi in discesa, fino a incrociare un bivio sulla destra, quello per Casa Bellaria, che sarà la mia prossima meta. Scendo su una strettissima strada di asfalto per poche centinaia di metri, camminando tra ampi prati, fino a raggiungere Casa Bellaria (520 mt.), una costruzione rossa in fase di ristrutturazione al momento della mia visita, situata in una splendida posizione panoramica, con il nulla a fare da contorno.
Da Casa Bellaria si ha una bella vista su Zebedassi, posto esattamente di fianco, anche se per raggiungerlo occorrerà ora ridiscendere fino al fondovalle per poi risalire. Imbocco così la strada che da Casa Bellaria scende alla volta di Cascina Carrano, una ripida sterrata che regalando splendide viste su Zebedassi e sul suo campanile che spunta un po’ ovunque, conduce in pochi minuti in vista delle poche case che compongono la cascina, a 420 metri di altitudine.
Ci sono persone che stanno preparando una grigliata in giardino, come dargli torto in questa domenica estiva. Il problema è che il sentiero conduce proprio davanti a casa loro e sono costretto a fare questa piccola “invasione” della loro privacy, attraversando il loro giardino visibilmente imbarazzato, anche se – mi dico – non sarò di certo il primo ad essergli capitato davanti casa arrivando da quel sentiero.
A Carrano ritrovo l’asfalto e le case di Zebedassi, dato dai cartelli a soli 20 minuti, sono ora là in alto, sopra alla mia testa. Percorro il breve tratto di asfalto in discesa, poi di nuovo sul sentiero, che scende di poco per raggiungere il letto del torrente Besante, sul quale cammino per un breve tratto guardandomi intorno per capire dove diavolo vada a finire il sentiero. E’ infatti, questo, un punto non particolarmente bello del percorso, dove a causa della folta vegetazione si faticano a ritrovare le segnalazioni: così, dopo qualche tentativo andato a vuoto, trovo finalmente – sulla destra – una segnalazione con il numero 200 su di un albero accanto ad un sentiero che sale in maniera decisa.
L’erba è alta, il sentiero quasi non si riconosce, ma sale ripidamente per alcune decine di metri fino ad incontrare, dopo poco, nuovamente l’asfalto: asfalto che conduce dritto dritto in mezzo alle case di Zebedassi (478 mt.).
Non vi dico i cani quando mi sentono arrivare. Faccio un giro tra le case, seguendo la viuzza dritta che taglia in due il paese, fino a sbucare, sul lato opposto, davanti alla chiesa, alla quale scatto qualche foto. Il campanile segna le 12 e 30: dalla chiesa, raggiungo il segnavia del sentiero 200 posto accanto alla SP110, punto di arrivo della mia escursione di oggi e mi fermo a scattare alcune panoramiche alle montagne di puddinga della val Borbera.
Da qui, volendo continuare il sentiero 200, si possono raggiungere Costa Merlassino, la forcella del Barillaro e Molo Borbera, tutti itinerari già raccontati su queste pagine. Per chi volesse proseguire, ovvio.
Per me, oggi, la camminata è invece giunta al termine e mi preparo al rientro sullo stesso sentiero dell’andata, anche se con una piccola deviazione: scendo sulla SP110 per alcune centinaia di metri, alla volta di una curva verso destra, in corrispondenza della quale abbandono la strada asfaltata per attraversare un ampio terreno che mi riporterà sul sentiero che scende alla volta del Besante, non prima di essere passato accanto all’ennesima grigliata della giornata, salutando i commensali seduti in giardino.
Nuvole nere si addensano sul Giarolo, non si sono mosse da lì in tutta la mattina e ora si fanno ancora più minacciose. Non so se pioverà, ma credo proprio di non rischiare molto, perché il sentiero del ritorno, seppur per larga parte in salita, non è particolarmente lungo. Passo di nuovo nel giardino dell’abitazione di Carrano dove sono tutti seduti a tavola a mangiare e nessuno questa volta mi considera, intenti come sono a guardare quello che hanno nel piatto.
In breve supero Casa Bellaria, con i suoi meravigliosi panorami su tutta la valle e il bivio per Caviggino, dove imbocco il sentiero verso Borgo Adorno. Mentre cammino, mi viene in mente il cane di questa mattina e neanche a farlo apposta, dopo una delle ultime curve, me lo trovo là davanti che mi aspetta: ha fatto pure della strada per venirmi incontro!
Abbaia e scappa, abbaia e scappa. Che concerto…
Vinco io per sfinimento, perché mentre mi tolgo gli scarponi, la smette e si accuccia con il muso per terra, mettendosi a dormire. Ma c’è da capirlo, sarò una delle poche persone che ha visto passare da queste parti!