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DA BRUGNELLO A PIETRANERA

Un paese fantasma nella seconda parte del mio viaggio in val Trebbia

PARTENZA: Brugnello (mt. 464)

TAPPE INTERMEDIE: Pietranera (mt. 750) - paese fantasma

ARRIVO: Marsaglia (mt. 360)

LUNGHEZZA DELL'ITINERARIO: circa 7 km (anello completo - Marsaglia-Brugnello-Pietranera-Ballerini-Marsaglia - 9,5 km circa)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 h. 45 min. (anello completo: 4 h circa)

SEGNAVIA: bianco-rosso 143

 

... (continua....) un paesino abbandonato, dicevamo, che si trova sulle alture che dominano il corso del Trebbia, alle spalle di Brugnello, più o meno. Figuratevi, io, solo a sentir parlare di paesi fantasma ho drizzato le orecchie e sono subito corso a vedere dove, cosa, come e quando: passati i tempi floridi in cui i paesi abbandonati vicini erano ancora tutti inesplorati, ora devo per forza di cose inventarmene di nuovi, oppure allargare il mio raggio d'azione.

Studiato il percorso, anche qui incastrando i tempi in maniera precisa per riuscire a concludere tre itinerari in una sola giornata, non mi rimaneva così che percorrerlo, sperando di non incorrere in imprevisti. 

Così, terminata la lunga sessione fotografica a Brugnello, con il Trebbia indiscusso protagonista, torniamo sui nostri passi, passando tra le case in pietra del bel borgo fino, più o meno, a dove termina l'asfalto e, da qui, prendiamo un piccolo sentiero inghiaiato sulla destra, che ci porta subito in un altro, splendido, punto panoramico sulle anse del fiume, dove ne approfittiamo per altri scatti.

Non essendoci molto tempo da perdere, visto che inizia a farsi tardi, abbandoniamo presto la posizione in riva alla staccionata per incamminarci sul sentiero, che lasciate alle spalle le ultime case corre accanto al piccolo cimitero del paese, davvero suggestivo visto dall'alto. 

Una ripida salita, ci porta in un punto in cui la strada si fa sterrata e procede per diversi chilometri in piano, alternando belle viste sulla vallata di Corte Brugnatella a altrettanti splendidi scorci del tratto di valle che separa Bobbio da Marsaglia. In lontananza, spuntano anche alcune case in sasso arroccate su di uno sperone sopra al fiume: sono quelle di Brugnello, da cui ci siamo appena allontanati e che già sembrano così distanti.

Una nuova salita, questa volta meno ripida, ci conduce quindi nei pressi di un punto in cui il sentiero che stiamo percorrendo si immette in una più ampia mulattiera che taglia orizzontalmente le pendici della montagna: è il sentiero 143, che assieme alla sua diramazione 143a da Bobbio conduce al Bric Carana e a Brugnello. Pur dovendo noi, ora, svoltare a sinistra, proseguiamo per un breve tratto verso destra, perché ho letto che poco distante da qui dovrebbe trovarsi un belvedere sulle anse del fiume e si sa, quando c'è da vedere posti spettacolari non mi tiro di certo indietro. Avanziamo così per alcune centinaia di metri, ammirando sopra alle nostre teste, sul crinale, la curiosa sagoma del Bric Carana con le poche case ai suoi piedi, ma ci accorgiamo che il belvedere non è proprio vicinissimo e la deviazione rischia di farci perdere troppo tempo considerati gli impegni che dobbiamo ancora affrontare in questa giornata. Così dobbiamo tornare sui nostri passi e riprendere il sentiero nella direzione opposta, mentre il caldo inizia a farsi sempre più asfissiante.

Il sentiero procede in piano alternato a leggere discese, fino a raggiungere un punto in cui, nei pressi di una specie di vasca dell'acqua, dobbiamo abbandonare quello che scende (lo percorreremo al ritorno) per deviare verso destra, su di una ripida stradina in salita ricoperta di terra e sassi, dove saliamo rapidamente di quota ammirando ai nostri piedi lo splendido panorama di Marsaglia e delle montagne che costeggiano il corso del fiume. Intanto, giunti in cima a una prima rampa, ecco comparire dritte davanti a noi, alcune case che dovrebbero essere quelle di Pietranera, il borgo abbandonato dove siamo diretti.

"Sono lì le case! Non manca tanto!" grido a Ilaria cercando di farle - e farmi - coraggio. Eh si perché la salita ora è tutta all'aperto, senza più alberi a proteggerci, e il sole del mezzogiorno è davvero fastidioso e rende la nostra escursione un vero e proprio calvario. Lei infatti sembra convincersi, e io stesso tiro un sospiro di sollievo, pensando che riusciremo a fare tutto quello che avevamo programmato per oggi.

Peccato che abbia dimenticato un concetto fondamentale, quello di prospettiva.

Le case sembrano in cima a quella salita, ma in realtà, tra noi e le case, di rampe ce ne sono ancora diverse e lo scopriamo dopo poco, mentre camminiamo, quando ci rendiamo conto che siamo ancora ben distanti dalla meta. Testa bassa, prendiamo a percorrere tutte le rampe mancanti, su montagne che si fanno ora argillose, mentre in lontananza, verso la bassa valle, compare la inconfondibile sagoma della Pietra Parcellara e, alle nostre spalle, le case di Coli e, più in alto, la Sella dei Generali. Che caldo!

Un'altra rampa ancora, fortunatamente senza pietre, ci conduce nei pressi di una grande roccia ofiolitica posta - questa volta sì - ai piedi delle case di Pietranera. Ecco perché Pietranera, ci diciamo adesso, mentre Ilaria si rinfresca con una bottiglia d'acqua e io fotografo la grande roccia.

Oltre la pietra, il sentiero prosegue in piano rientrando per alcuni tratti all'interno del bosco, poi con un ampio tornante prende a salire, costeggiando un grande prato verde, fino ad arrivare, finalmente, nei pressi delle case. Che poi, a dirla tutta, la prima casa che si vede ha le finestre aperte e sembra più recente, forse abitata, ma non è così perché si intuisce subito che è, in realtà, lasciata all'abbandono, come anche si intuisce che non è una casa come le altre: è la casa fortificata della famiglia Olmi e poi dei De Paoli, che furono proprietari di buona parte del paese, accanto alla quale si trova quel che rimane del castello della famiglia nobile dei Ghigliani, risalente circa al 1600.

Procedendo sul sentiero vediamo anche delle macchine parcheggiate e ci viene il dubbio che qualcuno ci abbia mentito dicendoci che Pietranera è abbandonato. Poi facciamo uno più uno e ripensiamo alla gara di moto di cui avevamo letto alla partenza del nostro sentiero, da Marsaglia: tutte queste macchine parcheggiate a Pietranera stanno solo a significare, come testimoniano alcuni cartelli sugli alberi, che questo è un punto dove fanno base alcuni motociclisti per la gara, ma il paese, come possiamo vedere camminandovi all'interno, è ormai del tutto abbandonato. Accanto alle costruzioni in pietra i cartelli indicano un pericolo di crollo e in alcuni punti le abitazioni sono già prive del tetto, caduto all'interno assieme a parte dei muri. Camminiamo sulla viuzza ai cui lati sono parcheggiate le macchine, che conduce all'intersezione con la strada asfaltata, poco oltre la quale si vede la splendida chiesetta del borgo.

L'Oratorio di Sant'Anna, costruito nel 1667, è ora sconsacrato e, visto da fuori, dà l'idea di essere a un passo dal crollo. La facciata in pietra è comunque caratteristica, sormontata da un piccolo campanile a vela senza più la campana e ogni volta che esce un raggio di sole illuminandola, prende una splendida colorazione arancione che sembra ridare luce a tutto il villaggio. Salgo i pochi scalini che ne precedono l'ingresso, spingo la porticina cigolante e metto dentro la testa: che desolazione. Un altare su cui sono scolpite delle figure sacre, sembra un'ultima cena, campeggia ancora in cima alla chiesa, con un fiore appoggiato sopra, ed è preceduto da due colonne di banchi di legno. I muri sono spogli, anche se sembra intravedersi quel che rimane di qualche affresco, mentre tutto per terra solo polvere e calcinacci: sembra che da questa chiesa sia già stato portato via tutto quello che poteva avere un valore.

Esco dall'oratorio e mi volto a guardare il paese: alcune case sono in pietra, con le ciappe sui tetti, altre sono intonacate e hanno le tegole marsigliesi a coprirle. Le persiane sono chiuse, ma in alcune case mancano e in altre sono addirittura aperte le finestre. 

E' strano capire quali possano essere state le ragioni dell'abbandono di Pietranera: il paese si trova in una splendida posizione panoramica, proprio di fronte a Coli ed è raggiunto dalla strada asfaltata, quindi si faticano a capire le motivazioni del suo ritrovarsi, oggi, disabitato e nemmeno ho trovato in rete notizie più dettagliate.

Lanciamo un ultimo sguardo tra le case, giusto in tempo per vedere la palla radar del Lesima spuntare oltre la prima dorsale, poi ci incamminiamo per il ritorno, percorrendo a ritroso lo stesso sentiero dell'andata, ora in ripida discesa, almeno fino alla vasca dell'acqua dove avevamo deviato in salita. Riusciremo a essere a Marsaglia in tempo per mangiare qualcosa e concludere il nostro viaggio in val Trebbia con la terza e ultima tappa che avevamo programmato??

Per risparmiare tempo, nei pressi della vasca dell'acqua, svoltiamo a destra scendendo ripidamente e anche piuttosto velocemente sul sentiero non segnalato che conduce al piccolo borgo di Ballerini, situato non distante da Brugnello, dove troviamo ad accoglierci solo un grande silenzio. Da qui, imboccato l'asfalto, lo seguiamo in discesa fino al bivio del campeggio di Rondanera e, da qui, sulla stessa asfaltata dell'andata, fino al parcheggio di Marsaglia dove avevamo lasciato l'auto al mattino.

Guardiamo l'orologio: sono le 14.15. Pensavamo addirittura di fare più tardi, ad un certo punto, ma la discesa è stata molto veloce.

Via scarponi e zaino, apro le portiere della macchina e ci sediamo a mangiare le focacce al prosciutto del signor Osvaldo, cercando di trovare il modo di rilassarci almeno per un attimo.

Quando abbiamo finito, ci lanciamo un'occhiata: allora, lo facciamo?

Quando Ilaria mi fa segno di sì con la testa, ecco la conferma che tanto aspettavo. Faccio manovra, e imbocco la statale 45 della val Trebbia in direzione di Perino. Tra poco più di un'ora di macchina, tutto sarà pronto per la terza e ultima tappa del nostro viaggio: una di quelle che aspettavo con maggiore ansia.... (continua)

A un passo dalla vetta
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