DA MONTALDO DI COSOLA A DAGLIO
Sul sentiero 229, che unisce due splendidi borghi dell'alta val Borbera
PARTENZA: Montaldo di Cosola (mt. 917)
TAPPE INTERMEDIE: Rio Tovaglia (890 mt.), Bivio Pianasso (1200 mt.), Ricovero Comunità Montana (1232 mt.), Fontana della Gallina (1235 mt.), Bivio Monte Porreio (1276 mt.), Bivio Rio Robè (1174 mt.), Bivio S.C. Daglio-Cosola (1008 mt.), Fontana del Fossà (996 mt.), Bivio della cappelletta (957 mt.)
ARRIVO: Daglio (mt, 935)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 14,5 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 ore (a+r)
SEGNAVIA: 229
Qualche mese fa, ricorderete se mi seguite, ero stato per la prima volta a Daglio, paesino dell'alta val Borbera, raggiungendolo con il sentiero 230 dalle Capanne di Cosola passando per il Monte Legnà, escursione indubbiamente più faticosa per i notevoli dislivelli del percorso (dagli oltre 1600 metri del Legnà ai 935 di Daglio). Nello sbagliare strada, mi ritrovai casualmente sul sentiero 229, proveniente da Cosola, o meglio da quello che comunemente chiamiamo Cosola ma che, in realtà, si chiama Montaldo di Cosola (che, assieme ad Aie di Cosola forma, per l'appunto, Cosola): è proprio questo il sentiero che oggi ho voluto provare e che ancora mancava all'appello, tra i tanti percorsi nelle mie valli.
Raggiungo Montaldo di Cosola in una giornata di sole e parcheggio l'auto nella piccola piazzetta del paese, quella che si trova in prossimità della curva su cui si affacciano i due alberghi del paese, il "Ponte" e l'"Alpino" e proprio qui trovo le indicazioni di partenza del sentiero 229. Indosso scarponi, zaino e racchette e mi infilo tra le case di Montaldo, prendendo la strada che costeggia l'albergo Alpino e che mi conduce nel cuore del paese: inutile dire che mai prima d'ora avevo visitato il borgo.
Passo accanto alla vasca di una fontana, poi sotto a una specie di portico che separa due case, proseguendo sulla stradina sterrata che ora si allontana dal paese, regalando splendide viste dell'alta valle, aggirando un roccione e portandomi in breve nei pressi del ponte sul Rio Tovaglia (890 mt.), che attraverso portandomi sul versante di montagna opposto, quello che guarda dritto in faccia Montaldo e Aie di Cosola proprio ai piedi del Monte Ebro.
Il sentiero prende a salire con alcuni tornanti, quindi prosegue in piano in direzione del fondovalle incrociando alcuni bivi segnalati con cartelli di legno. Se al primo bivio è corretto tenere la destra, al secondo abbandono il sentiero pianeggiante (indicazioni "forcella") per imboccare la ripida strada che sale a sinistra, seguendo le indicazioni "Crosu" e "Daglio", oltre ovviamente a quelle bianche e rosse del sentiero 229. La salita è ripida e non concede respiro. Se qualcuno si aspettava che il sentiero potesse raggiungere Daglio aggirando i versanti del Monte Porreio, beh si sbaglia di grosso perché invece picchia dritto su nel bosco, svallando dopo aver tagliato verticalmente la montagna.
Dopo una lunga salita senza mai cambiare direzione, improvvisamente il sentiero si immette in un'altra mulattiera e svolta bruscamente a sinistra, conducendo dopo un ulteriore tratto di salita in corrispondenza del bivio di Pianasso (1200 mt.) o meglio, del punto in cui è stato posizionato il cartello, secondo me, in maniera errata. Eh si, perché qui, oltre a non esserci nessun bivio, la prossima tappa, ovvero la Fontana della Gallina è indicata a 25 minuti e invece, di minuti, ne passeranno almeno il doppio prima di raggiungerla: credo proprio ci sia stato un errore.
Dal punto indicato come bivio di Pianasso continuo comunque a salire piuttosto ripidamente, fino a fare ingresso in un bel bosco di faggi che prendo ad attraversare orizzontalmente e in cui è veramente piacevole camminare. Tra gli alberi, si intravedono intanto alle mie spalle le case delle Capanne di Cosola.
Al termine di questa lunga traversata, eccomi finalmente in una splendida radura dove incontro panche, tavoli e quel che rimane di un ricovero (Ricovero Comunità Montana, 1232 mt.) e, attraversata la radura, poco distante, incontro sul sentiero - che nel frattempo è tornato a correre all'interno del bosco, la bella Fontana della Gallina (1235 mt.), dalla quale scende un'acqua freschissima che non posso fare a meno di fermarmi a bere.
Oltre la fontana, il sentiero prosegue in leggera salita all'interno del bosco per poi uscirne in un punto in cui si apre uno splendido panorama sull'alta val Borbera, con la dorsale che dal Monte Cosfrone raggiunge il Chiappo e si spinge fino al Cavalmurone. La vista spazia anche sulla media val Borbera, con il lungo crinale dal Monte Poggio alla Croce degli Alpini chiaramente distinguibile in lontananza.
Il sentiero prosegue parte nel bosco e parte al di fuori, fino a raggiungere il bivio del Monte Porreio, dove già ero capitato quando tentai di raggiungere Daglio sul sentiero 230, sbagliando strada e, da qui, la vista torna ad essere decisamente familiare: di fronte a me la valle dell'Agnellasca e dietro ai versanti delle montagne vedo spuntare, ai miei piedi, il campanile della chiesa di Daglio. Scatto qualche foto poi prendo a scendere sull'ampia carrareccia, che costeggia dapprima le pareti rocciose del monte Porreio, scendendo di quota attraverso una serie infinita di tornanti. Così, dopo il bivio del Monte Porreio (mt. 1276), eccomi al bivio Rio Robè (mt. 1174) e, dopo aver attraversato una pineta, al bivio della vecchia strada comunale Daglio-Cosola (mt. 1008). Da qui, la carrareccia prende a correre con decisione in direzione di Daglio e si mantiene in piano alternato a leggeri tratti in discesa, regalando piacevoli viste sull'alta val Borbera fino a Rosano fino a condurre alla Fontana del Fossà (996 mt.), che precede di pochi minuti l'arrivo a Daglio.
Dalla cappelletta posta all'ingresso del paese (957 mt.), che ospita una madonnina, si gode, voltandosi, di una suggestiva vista del Monte Porreio tagliato dalla lunga carrareccia appena percorsa. Ma non solo, perché da qui si può ammirare una vista di Daglio dall'alto, con il campanile a dominare il paese e la valle dell'Agnellasca sullo sfondo.
Abbandono il segnavia 229, che prosegue sopra al paese, per addentrarmi tra le case, prendendo la piccola stradina che scende alle spalle della chiesa e la percorro fino poco oltre la fontana in sasso per scoprire qualcosa di più tra gli angoli del paese, fermandomi in un punto in cui la vista spazia fino al letto del Borbera di fronte a Cabella Ligure.
Ritornato in cima al paese, scatto qualche immagine con la suggestiva figura del campanile giallo che svetta tra le montagne che separano la valle dell'Agnellasca e quella del Gordenella, quindi mi rimetto in cammino sulla strada del ritorno, fermandomi per una veloce merenda sulla panchina di sasso proprio di fronte alla Fontana del Fossà, godendomi la poca ombra che incontro lungo il percorso.
Lungo la strada di casa, la stessa del mattino, incontro solo qualche capriolo che mi taglia la strada nei boschi, ma nessun escursionista e il sentiero scorre piacevole e mai faticoso, a parte un po' di caldo. Anzi, a dirla tutta il problema più grande è la ripida discesa che devo affrontare per ridiscendere dalla fontana della Gallina fino al rio Tovaglia: mi lamentavo della salita all'andata, ma devo ammettere che la discesa è decisamente peggiore, così ripida da far scricchiolare le ginocchia.
Giungo in vista del paese di Cosola sul far della sera, con l'ultimo caldo sole che illumina i tetti delle case regalando uno splendido assortimento di colori. Da qui, raggiungo in breve la macchina risalendo oltre il rio all'interno dello stretto viottolo che mi conduce nei pressi dell'albergo Alpino. Stanco ma non troppo, diciamo: al mattino la camminata sembrava decisamente più impegnativa visto lo strano percorso che stava seguendo, ma sicuramente abbiamo visto di peggio. Anzi, vi dirò di più: questo giro lo consiglio proprio a tutti!