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DA PASSO CALDAROLA ALLA PIETRA PERDUCA...PASSANDO PER LA PARCELLARA

 

Ovvero scoprire le meraviglie della val Trebbia con un piacevole itinerario panoramico

PARTENZA: Passo Caldarola (mt. 747)

TAPPE INTERMEDIE: Oratorio Parcellara (mt. 670), Pietra Parcellara (mt. 836)

ARRIVO: Pietra Perduca (mt. 659)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco meno di 6 km

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 ore

SEGNAVIA: 167 bianco-rosso dal Passo Caldarola all'oratorio della Parcellara. 169 bianco-rosso dall'oratorio alla vetta della Pietra Parcellara; 185 bianco-rosso dall'Oratorio della Pietra Parcellara alla Pietra Perduca.

 

Dopo la splendida escursione dello scorso anno, ho deciso di tornare sulle pietre della val Trebbia. Se allora avevo preferito raggiungerle con il più lungo e faticoso itinerario con partenza da Perino, borgo situato sulla sponda del fiume Trebbia tra i borghi di Bobbio e Travo, questa volta ho optato per un percorso indubbiamente più semplice e meno faticoso, ma anche decisamente più panoramico, quello con partenza dal Passo Caldarola. 

Passo Caldarola è un valico che mette in comunicazione la vallata del Trebbia con quella del Luretta, una piccola valletta che precede la val Tidone: siccome arrivo da Passo Penice, scendo oltre Bobbio in direzione di Piacenza, abbandonando la SS45 della val Trebbia poco dopo, prendendo a sinistra il bivio per Mezzano Scotti. Da qui, risalgo fino al valico seguendo le indicazioni per l'albergo ristorante Costa Filietto, che si trova poco prima del passo.

A Passo Caldarola si incontrano la strada che sale da Mezzano Scotti (che conduce a Travo) con quella per Piozzano e proprio qui, in corrispondenza del bivio, in uno straordinario punto panoramico, parcheggiamo l'auto. Accanto al cartello che indica il nome del valico si incontrano le segnalazioni del sentiero numero 101 che scende dal Monte Penice e prosegue sull'asfalto in direzione di Travo. Il profilo inconfondibile della Pietra Parcellara si staglia in lontananza, alle spalle di queste colline: ne approfitto subito per scattare alcune foto, consapevole che di lì a poco il panorama sarà ancora più bello.

Indossati gli scarponi, ci incamminiamo sull'asfalto, seguendo la strada in leggera discesa, che conduce poco dopo, nei pressi di una curva, nel punto in cui il sentiero 101 - che abbiamo seguito assieme al 167 dal Passo Caldarola - abbandona l'asfalto per proseguire in direzione di Travo. Noi continuiamo invece a seguire il sentiero 167, che seppur non perfettamente segnalato, si mantiene comunque sulla strada asfaltata che passa accanto al borgo di Caldarola e prosegue poi sulla linea di crinale: del resto, il riferimento visivo non manca ed è anzi piuttosto evidente, visto che la sagoma della Pietra emerge dalle colline circostanti rendendo superflua qualsiasi ulteriore segnalazione.

Dopo un'ulteriore discesa, giungiamo nei pressi dell'intersezione con la strada per Scarniago e Madellano, dove lasciamo passare uno dei numerosi gruppi di ciclisti che frequentano questi luoghi, tornando poi a goderci il centro della strada, dove possiamo scattare alcune splendide foto delle rocce della Pietra illuminate dallo splendido sole di questa giornata. Il panorama si mantiene ampio su entrambe le vallate, quella del Trebbia a destra e quella del Luretta a sinistra e compare alla nostra vista anche la chiesa di Bobbiano, accanto ai ruderi della torre. Raggiunto il bivio con la sterrata che conduce, sulla destra, a Brodo, zona attrezzata con un tavolino e alcune panche, ci avviciniamo sempre di più alla Parcellara che si fa ora meglio visibile anche nei dettagli. Dopo un tratto in leggera salita, raggiungiamo finalmente l'intersezione con una sterrata che sale verso destra tra i terreni, in direzione della quale proseguono le segnalazioni del sentiero 167.

Salendo, ammiriamo una bella vista sulla val Luretta e raggiungiamo in breve l'Oratorio della Parcellara (mt. 670) posto proprio ai piedi del costone roccioso della montagna. Una foto alla chiesetta e via, si parte, sul sentiero numero 169 che sale tra le rocce regalando qualche piccolo strapiombo solo nel tratto iniziale, per poi farsi via via più dolce e comunque mai oltremodo esposto. La salita alla Parcellara, anche se solo da questo più semplice sentiero, è un'esperienza da provare perché ti dà la sensazione di stare scalando una montagna "vera". A ogni tornante si ammira il panorama da un po' più in alto, sempre diverso da quello che era un attimo prima, sempre più bello. Le viste si fanno via via più ampie, in particolare sull'abitato di Pietra e sulla val Trebbia, segnata dal fiume che scende, fino ad intravedere le antenne del Monte Penice.

Dopo i numerosi tornanti che risalgono lateralmente la montagna, il sentiero si sposta ai piedi della crosta rocciosa, attraversando orizzontalmente un tratto interessato da una piccola frana, per poi prendere a salire in un piccolo canalone di roccia fino alla vetta, con la croce che lentamente inizia ad intravedersi già alcune decine di metri prima dell'arrivo.

A malincuore, dobbiamo constatare che della capretta che solitamente occupa la cima, oggi non vi è traccia!

Dalla cima, la vista è magnifica e quasi sembra impensabile che qui sopra ci possa essere un piano del genere, addirittura erboso, ai piedi delle roccette di vetta su cui è posta la croce con i due santi. Scatto innumerevoli foto, partendo dal tratto di val Trebbia che va da Bobbio a Perino, fino a Travo, sul lato opposto. Peccato per quel poco di foschia, altrimenti arriverei con lo sguardo fino a Piacenza, che si trova poco oltre le colline che sovrastano Travo, le ultime prima che la val Trebbia divenga pianura padana. Ai piedi della Parcellara, ecco incastonata tra le rocce la Pietra Perduca. Mi sposto lungo la vetta, in direzione del sentiero per escursionisti esperti, fino ad un punto in cui si riescono ad intravedere le ultime case di Perino sul fondovalle. La vista da qui sopra è davvero fantastica: dal Penice (e oltre, senza foschia, le montagne della val Curone) fino a Piacenza.

La mia giornata non finirà qui, così dopo essere salito accanto alla croce di vetta per farmi scattare qualche foto, prendiamo a scendere sullo stesso sentiero dell'andata, che ci conduce in breve nuovamente all'oratorio, dove prendiamo il sentiero numero 185 che, infilandosi sotto a una rete per il bestiame, scende in direzione di un boschetto in località Pietra, per poi cambiare direzione e raggiungere, all'ombra della Pietra Parcellara, la sterrata che scende tra i campi in direzione della Perduca, altro sentiero estremamente panoramico, con le poche case di Montà sulla destra e Bobbiano sulla sinistra.

Raggiunta l'intersezione con la strada per Montà e Corbellino, proseguiamo verso sinistra sulla strada che ora scende fino a condurre in uno splendido punto panoramico sulla Perduca. In discesa raggiungiamo i prati che la precedono, fermandoci sulle panche che ci sono ai piedi della roccia per una veloce merenda. Mentre mangiamo, riconosciamo in lontananza la voce di don Marco, il parroco dell'oratorio, che sta raggiungendo l'Oratorio di Sant'Anna attraverso i prati e sta conversando con alcune persone che hanno tutta l'aria di essere dei cacciatori. Dietro di noi, alcuni ragazzi si stanno preparando per l'arrampicata: infatti, le rocche ai lati dell'oratorio di Sant'Anna sono una vera e propria palestra per gli appassionati, con ben 15 vie di arrampicata.

Terminata la merenda, prendiamo a salire verso la Perduca, ma questa volta evitiamo la scalinata che conduce all'oratorio, salendo invece sulla roccia in un'altra direzione, dove si intravedono i segni di una specie di sentiero e raggiungiamo la cima della rocca di sinistra, dove finalmente (l'altra volta ci erano sfuggiti!) ammiriamo le caratteristiche vasche naturali scavate sulla roccia dove si dice che mai manchi l'acqua - più che altro, che non geli in inverno e non scompaia in estate - e dove vive una colonia di tritoni crestati che riusciamo solo a scorgere di sfuggita all'interno delle vasche.

Dalla cima della rocca la vista è splendida e fa effetto avere il campanile dell'oratorio praticamente all'altezza del mio naso. Scatto alcune caratteristiche immagini, quindi scendiamo dirigendoci verso un'altra vasca scavata nella roccia poco distante dal campanile dell'oratorio, accorgendoci che nel frattempo don Marco è arrivato e ha aperto la chiesa. Lo sentiamo impegnato, così decidiamo di non andare a salutarlo: la volta scorsa ci aveva fatto piacere parlare un po' con lui.

Scendiamo la scalinata, incamminandoci sul sentiero del ritorno e tenendo la destra in salita al bivio per Corbellino e Montà. Questa volta, anziché risalire fino all'Oratorio della Parcellara sullo stesso sentiero dell'andata, teniamo nuovamente la destra al bivio successivo, prendendo un sentierino pianeggiante che taglia le colline conducendo in breve sull'asfalto, alcune curve sotto all'abitato di Pietra. Da qui, sarà tutto asfalto ma almeno ci godremo un paesaggio nuovo, visto che a Pietra non siamo mai stati. Il paese è caratteristico, con le poche case colorate costruite all'ombra del duro crestone roccioso della Parcellara e un bell'agriturismo che si chiama, appunto, "La Madre Pietra". Raggiungiamo in salita il bivio che conduce all'oratorio della Parcellara e, ignorandolo, continuiamo sull'asfalto percorrendo la strada di cresta fino al Passo Caldarola, il punto da cui siamo partiti. 

Lo raggiungiamo che ormai si sta facendo sera e le luci del giorno si sono attenuate, regalando al cielo una caratteristica colorazione tra il rosa e l'azzurro. Prima di salire in macchina, mi volto un'ultima volta a guardare, là in fondo, l'inconfondibile cresta della Parcellara: credo sia anche per luoghi come questo che la montagna non smette mai di affascinarmi.

 

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A un passo dalla vetta
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