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DA PRATO A CANARIE

Semplice itinerario di collegamento tra Val Sisola e Val Gordenella, con passaggio sul Monte Bossola

PARTENZA: Prato (mt. 870 circa)

ARRIVO: Canarie (mt. 850 circa)

TAPPE INTERMEDIE: Bivio di Prato (mt. 900); Sella M.te Bossola (mt. 1100); M.te Bossola (mt. 1137)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 ore (andata e ritorno)

SEGNAVIA: nessuno, carrareccia sempre evidente (si segue un tratto di sentiero 261)

 

 

Quella che propongo oggi è una breve escursione che può essere scelta per le giornate in cui il tempo a disposizione non è molto, non essendo particolarmente lunga né impegnativa. Noi, ad esempio, abbiamo deciso di percorrere questo itinerario in una mattinata di tempo piuttosto incerto, come potete vedere dalle foto a corredo del racconto: nuvole, nebbia, acqua e infine sole.

Cercavo da tempo un sentiero che mi permettesse di raggiungere a piedi la bella chiesa di San Rufino di Cerendero e finalmente ho trovato questo, con partenza da Prato di Mongiardino, accessibile percorrendo la SP145 di Mongiardino fino a poco oltre l'Albergo Ristorante Morando, in località Lago Patrono e poi svoltando a sinistra in direzione di Cavanna e, appunto, Prato. Parcheggiamo l'auto nei pressi della partenza del sentiero, in corrispondenza di una curva che precede una fontana e l'ingresso in paese, ci prepariamo e ci incamminiamo sul sentiero.

Inizialmente seguiamo una strada in cemento, che dopo una curva prende a salire, trasformandosi ben presto in strada sterrata. Saliamo fino a giungere in una bella posizione panoramica sul paese, incontrando poco dopo le segnalazioni del sentiero 261 nel punto indicato come "Bivio di Prato". Le seguiremo, sulla nostra carrareccia, fino alla Sella del Monte Bossola, segnalata a circa 40 minuti di cammino.

La sterrata, alternando tratti piani ad altri in leggera salita, è piacevole e regala ben presto la vista di una imponente parete rocciosa, attorno alla quale sta scendendo una fitta nebbia. Verso la valle, i tetti delle case di Prato compaiono a intervalli regolari, mentre sul versante opposto sbucano le case di Piansuola e, poco oltre, i selvaggi cocuzzoli che ospitano il villaggio abbandonato di Camere Nuove. Quando siamo ormai vicini alla imponente parete rocciosa, dopo un incontro ravvicinato con un capriolo che ci taglia la strada, la carrabile svolta proprio nella sua direzione, conducendo, con ampi tornanti, esattamente ai suoi piedi: da qui, si ha una bella vista sulla vallata di Mongiardino, anche se in parte rovinata dalle nubi.

Scattiamo qualche foto alla parete, ammirandone da vicino le particolari caratteristiche, quindi riprendiamo a salire, con la carrareccia che ora si dirige verso la linea di crinale, raggiungendola dopo alcuni tornanti. La nebbia torna a scendere, fitta, quando raggiungiamo, finalmente, la Sella del Monte Bossola (mt. 1100), valico della lunga dorsale che collega Rocchetta Ligure con Costa Salata.

La cima del Monte Bossola è segnalata a cinque minuti, ma non ci sentiamo di percorrere immediatamente la breve deviazione perché il tempo sta rapidamente peggiorando. Prendiamo così a scendere sul lato opposto di valle, con le prime viste su Dova Inferiore, Dova Superiore e Guazzolo, che compaiono e scompaiono nella nebbia. Abbandoniamo il sentiero 261, che si mantiene a sinistra in direzione di Rosano, per continuare a scendere sulla evidente carrareccia, che si abbassa lentamente di quota con l'ausilio di ampi e numerosi tornanti. Improvvisamente, inizia a cadere la pioggia, costringendoci in fretta e furia a indossare i k-way e a nascondere al riparo le macchine fotografiche.

La pioggia, battente, ci accompagna fino a Canarie, che raggiungiamo dopo circa mezz'ora di cammino sotto l'acqua, completamente bagnati. Peccato perché questo diluvio non ci permette di godere minimamente il percorso, obbligandoci a scendere piuttosto velocemente e con la testa bassa: così, quasi senza rendercene conto, siamo arrivati al termine della carrareccia che si immette sull'asfalto nel tratto che separa Cerendero dalla Chiesa di San Rufino.

La vediamo, è proprio davanti a noi, bella e austera come sempre. La visiteremo più tardi, però, perché continua a piovere e dobbiamo al più presto trovare un riparo. Eravamo convinti di poterlo trovare a Canarie, dove pensavamo di non trovare nessuno e quindi di poterci infilare magari sotto a qualche portico. Invece, un po' a sorpresa, a Canarie più di una casa ha le finestre aperte e così dobbiamo accontentarci di aspettare che spiova sotto a un pino, a bordo strada, dove ne approfittiamo per mettere qualcosa sotto ai denti, vista l'ora.

Fortunatamente, il tempo di mangiare qualcosa e la pioggia smette di cadere. Scattiamo qualche foto alle case di Canarie, dove non possiamo fare a meno di notare i particolari delle vecchie facciate delle case, unitamente a una caratteristica fontana. Ci rimettiamo in cammino, raggiungendo nell'erba alta e fradicia la Chiesa di San Rufino, dove scattiamo alcune foto: sembra che ci siano nuovi cedimenti ad ogni nuova visita, come testimonia lo spazio che, tra le fessure del portone, mi permette di scattare le foto con la reflex (prima ci voleva un telefonino...). Non entriamo all'interno, non ci sentiamo tranquilli.

Preferiamo limitarci ad ammirarla da fuori, ripensando, come ogni volta che passiamo di qui, a quanta meraviglia rappresentasse questa cattedrale prima che venisse lasciata all'abbandono. Torniamo sull'asfalto, completamente fradici, per metterci sulla strada del ritorno.

Un ultimo sguardo alla Chiesa di San Rufino, poi prendiamo la ripida sterrata che sale sulla sinistra, che immediatamente prende a salire con i primi tornanti. Tra gli alberi, questa volta, riusciamo ad intravedere i primi scorci sul campanile che all'andata ci erano sfuggiti, così come riusciamo a notare un vecchio sentiero che sembra diretto a Gordena. Saliamo di quota piuttosto rapidamente, fino a vedere i primi panorami sulla val Gordenella, delimitata dalla cappella di San Fermo. 

Eccoci alla Sella del Monte Bossola: ora è tempo di fare la deviazione che all'andata avevamo evitato. Prendiamo sulla destra una stretta traccia di sentiero che costeggia una recinzione e ci accompagna in pochi minuti sulla - piuttosto anonima - vetta del Monte Bossola (1137 mt.). E' una cima boscosa, senza particolari caratteristiche, se non una sottile croce su cui è scritto "Bossola" e un vicino cartello segnaletico che la indica: tuttavia, le nubi che si alzano permettono di iniziare ad intravedere la particolare sagoma del Reopasso e quella del vicino Monte Castello.

Scendiamo sullo stretto sentierino, per tornare al valico, seguiti a breve distanza da un agile capriolo. Alla sella del Bossola, riprendiamo a scendere verso Prato, su di un sentiero ora piacevole. Ai piedi della ripida parete di sasso iniziamo a vedere il cielo aprirsi e la vista si spinge ora fino alle case di Crocefieschi, delle quali riusciamo ad avere una visuale privilegiata da questo punto.

I tetti rossi di Prato sono sempre più vicini e li raggiungiamo con una tranquilla discesa sulla sterrata, proprio mentre il meteo si rimette in sesto: arriviamo all'auto e il cielo è azzurro, solcato solo da innocue nuvole bianche. L'acqua l'abbiamo presa - che dire, prima o poi doveva succedere...ci era sempre andata bene - ma tutto sommato anche oggi siamo riusciti a portare a termine una tranquilla e interessante escursione su nuovi sentieri!

 

 

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A un passo dalla vetta
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