SAN VITO-CASTELLANIA
Semplice escursione tra le valli Grue e Ossona
PARTENZA: San Vito (mt. 573)
ARRIVO: Castellania (mt. 400)
TAPPE INTERMEDIE: Monte San Vito (mt. 684); Sant'Alosio (mt. 509)
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 11 km (anello)
TEMPO DI PERCORRENZA: 3,30 h. circa (anello)
SEGNAVIA: 139+124
Pensandoci bene, devo ammettere che su aunpassodallavetta mancava qualcosa. Cosa? Un’escursione nelle valli Grue e Ossona, ad esempio. Territori che pur essendo poco distanti da me, ho sempre frequentato poco e che solo di recente mi sono messo a scandagliare alla ricerca di qualche percorso interessante. E non potevo che iniziare da uno degli itinerari più conosciuti…
Assieme a Ilaria raggiungo in auto Garbagna e, da qui, saliamo alla volta della dorsale che separa le valli Grue e Ossona prendendo la strada per Bastita e San Vito. Decidiamo di parcheggiare in corrispondenza del bivio tra le due frazioni e quando siamo pronti a partire, ci dirigiamo verso San Vito percorrendo la panoramica dorsale sull’asfalto. I panorami si fanno ampi in direzione di Garbagna, anche se la foschia è fastidiosa e il caldo davvero esagerato. Percorsa la panoramica strada, superiamo il Monte Piasi e prendiamo a scendere con un tornante mentre, di fronte a noi, le case di San Vito appaiono aggrappate ai piedi dell’omonima montagna, su cui tra poco saliremo.
Poco prima dell’ingresso in paese, sulla sinistra notiamo una evidente strada segnalata come “percorso cicloturistico attrezzato Fausto Coppi”, che in parte si sovrapporrà al nostro itinerario odierno e che, sicuramente, seguiremo per il ritorno. Ora però, la ignoriamo dirigendoci verso le case della frazione e, seguendo il segnavia 139, pieghiamo subito sulla sinistra su una ripida rampetta di cemento, che a prima vista sembra dirigersi verso l’ingresso di una casa (ed in effetti è così), però rappresenta anche l’inizio del nostro sentiero.
Con un secco tornante, infatti, prendiamo quota cambiando direzione e ci innestiamo su uno stretto sentierino che prende costantemente a salire: le viste si fanno presto ampie in direzione del Monte Ronzone, del Castello di Sorli e dei colli tortonesi, dove la foschia purtroppo ci impedisce di riconoscere le frazioni che a malapena intravediamo. Il sentiero entra nel bosco e aumenta la propria pendenza, quindi un tornante conduce in corrispondenza del bivio tra i sentieri 139 e 124: seguendo le segnalazioni di quest’ultimo percorso, pieghiamo verso destra e dopo un tratto pressoché pianeggiante in cui il sentiero corre in direzione della val Grue, torniamo a salire con decisione e con un tornante giungiamo in vista della croce di vetta del Monte San Vito, che si trova sopra alle nostre teste. La raggiungiamo con un breve strappetto e ci fermiamo ad ammirare il bel panorama che si gode dalla cima del monte, un vero belvedere sulla val Grue, distesa ai nostri piedi, e sulle più distanti vette delle valli Staffora, Curone e Borbera, che incorniciano il paesaggio.
Ci fermiamo a scattare qualche foto, mentre alcuni bikers raggiungono la vetta del San Vito, quindi decidiamo di ripartire, utilizzando per la discesa dalla cima lo stesso percorso delle MTB. Alle spalle della vetta, infatti, un minuscolo sentierino scende ripido e non segnalato, intercettando dopo poche decine di metri un’altra traccia delle bici, che segue verso sinistra. In pochi minuti di cammino, la scorciatoia non segnalata ci conduce su un sentierino parallelo all’intersezione tra i sentieri 124 e 139 incontrata poco prima. La seguiamo in discesa, con le viste che ora si aprono in direzione di Casasco e dopo aver abbandonato il sentiero 139, che scende verso destra in direzione di Casa Borella e Avolasca, proseguiamo sul sentiero 124 affrontando un tratto dove le segnalazioni sono poco evidenti. Camminiamo in direzione ovest e teniamo la destra a un bivio, quindi ci innestiamo su una traccia proveniente da sinistra che, dopo un tratto pianeggiante, inizia a perdere quota dolcemente, fino a confluire all’interno dell’ampio percorso cicloturistico attrezzato, nei pressi di alcune panche per la sosta.
Dopo alcune centinaia di metri di discesa, abbandoniamo l’evidente sterrata - che prosegue in direzione di Sarizzola – per mantenerci a sinistra su un sentiero che taglia le pendici settentrionali del Monte Campo Grande (mt. 505) e, costeggiata una costruzione nelle vicinanze del percorso, avanziamo tagliando un tornante con una scorciatoia, nei pressi di un’altra area per la sosta. Di fronte a noi, ecco comparire il grande ripetitore che sovrasta la frazione di Sant’Alosio, verso la quale siamo diretti.
Con belle viste da Sarezzano ad Avolasca, raggiungiamo un tratto in cui il percorso è stato interessato da una profonda frana e dove il sentiero corre su una stretta lingua di terra che separa due importanti avvallamenti: il tratto, seppur pericoloso, è comunque molto breve e ben segnalato. In costante discesa, raggiungiamo ora il punto più scenografico dell’intero percorso, ovvero la splendida vista sul selvaggio vallone che separa la dorsale che stiamo percorrendo da Avolasca, con le lisce pareti delle montagne composte per lo più da formazioni argillose riconducibili alle famose “marne di Sant’Agata”.
Dopo alcune foto a questo spettacolare tratto di sentiero, riprendiamo a salire moderatamente con splendidi scorci sulle soprastanti torri medievali e raggiungiamo piuttosto velocemente la frazione di Sant’Alosio, distante solo pochi minuti dall’abitato di Castellania, celebre per aver dato i natali al “Campionissimo” Fausto Coppi.
Per oggi, visto il caldo davvero insopportabile, decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa lungo la rotabile asfaltata, limitandoci ad ascoltare da lontano i rumori provenienti dal borgo di Castellania, distante comunque solo pochi minuti di strada. Ci aspetta ancora il sentiero del ritorno, non particolarmente impegnativo ma sicuramente da non sottovalutare viste le temperature elevate. Tuttavia, per il ritorno, anziché salire nuovamente sulla cima del San Vito, decidiamo di percorrere per intero la sterrata del percorso cicloturistico, optando per un più comodo rientro. La sterrata, piacevole, sale con moderazione rivelandosi un percorso tutt’altro che impegnativo. All’arrivo nei pressi di San Vito, ci innestiamo sull’asfalto e lo percorriamo a ritroso, in direzione di Bastita. La foschia si è improvvisamente diradata e i panorami dalla dorsale si fanno decisamente più interessanti, aiutati dai colori intensi della bella stagione.
Finalmente, anche le valli Grue e Ossona sono sbarcate su aunpassodallavetta e presto arriveranno anche altri itinerari!