DA SELVAPIANA A BRUGGI
Bella traversata in alta val Curone, con passaggi a Pian della Morra, Monte Bogleglio, Rifugio Laguione e Colle della Seppa
PARTENZA: Selvapiana (mt. 780 circa)
ARRIVO: Bruggi (mt. 1000 circa)
TAPPE INTERMEDIE: Pian della Morra (mt. 1374); M.te Bogleglio (mt. 1492); Rifugio Laguione (mt.1520) Colle della Seppa (mt. 1481)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 6 ore
SEGNAVIA: 105 fino al Colle della Seppa; non segnalato ma evidente fino a Bruggi
Per percorrere l'itinerario di oggi, avrete sicuramente bisogno di un buon amico: che vi porti in auto fino a Selvapiana e che vi venga a raccogliere a Bruggi, al termine della traversata, perché il percorso, che unisce due località dell'alta val Curone piuttosto distanti tra loro, è discretamente lungo. L'idea, però, mi stuzzicava e unendo due differenti percorsi, ho deciso di portarla a termine.
Mi faccio scaricare a Selvapiana che è già mattina inoltrata, in corrispondenza dell'imbocco del sentiero 105, al termine del nucleo abitato. Mi preparo con tutto l'occorrente e parto, imboccando la rampa iniziale del sentiero, che sale verso sinistra: "ci vediamo a Bruggi oggi pomeriggio!".
La mulattiera parte ripida, poi spiana costeggiando il cimitero di Selvapiana e prende a salire più dolcemente, all'interno del bosco. Ogni tanto, compaiono le indicazioni per Pian dei Laghi e continuo a seguirle, mantenendomi sempre a sinistra ai numerosi bivi che incontro, fino a giungere, finalmente, al bivio di Pian dei Laghi. Anziché raggiungere, a destra, Pian dei Laghi, proseguo sulla sinistra, mantenendomi dapprima sul piano e quindi riprendendo a salire, fino a raggiungere un nuovo bivio, al quale finalmente tengo la destra, prendendo a salire ripido in un bosco e successivamente facendo ingresso in una fitta pineta. I colori autunnali sono splendidi, illuminati dal sole diventano un invito a fotografare in continuazione le infinite sfumature del sottobosco. All'uscita dalla pineta, mi trovo davanti un nuovo bivio al quale tengo la sinistra, innestandomi su una traccia di sentiero proveniente dal basso (da Forotondo presumibilmente) e salgo con belle viste sul Monte Giarolo, che fa ora la sua comparsa alle mie spalle. La salita si fa via via più ripida e seppure non abbia mai smesso di salire da quando sono partito, il dislivello importante si fa sentire tutto in questo tratto. Fortuna che la camminata, all'interno di uno splendido bosco, è veramente piacevole.
Quando esco dal bosco oltrepasso una staccionata e intuisco di aver raggiunto la linea di crinale, con gli alberi che diradano sempre più lasciando spazio ad un grande pianoro: ecco infatti che vedo, poco distante, la sagoma del rifugio che mi conferma di essere finalmente giunto a Pian della Morra. Attraversando un ampio prato, mi porto sulla sterrata di crinale e senza scendere in direzione del rifugio, proseguo in salita alla volta del Monte Bogleglio, sulla carrareccia che ora occupa prevalentemente il lato della valle Staffora. I panorami, splendidi, spaziano in direzione dell'Oltrepo da Sant'Alberto di Butrio a Menconico passando per Pietragavina e, a mano a mano che salgo, diventano più ampi fino ad abbracciare gran parte dell'alta val Curone, distesa ai piedi delle antenne del monte Giarolo. I colori autunnali del paesaggio sono interrotti dal grigio dei calanchi di Nivione, mentre il monte Rosa, in lontananza, spunta sopra alla spessa foschia della pianura. Selvapiana, da cui sono partito qualche ora fa, è già lontanissimo.
La carrareccia si sposta con alcuni tornanti sul lato della val Curone, quindi fa ingresso in una radura, raggiungendo la boscosa cima del Monte Bogleglio: quando la oltrepasso, la vista si apre in direzione dell'alta valle Staffora, con i monti Penice, Lesima e Alfeo a dominare, incontrastati, la scena. Superata l'intersezione con la carrabile proveniente dal paese di Forotondo, mantenendomi sulla dorsale arrivo in breve in vista della cima del Monte Bagnolo, che però non raggiungerò, limitandomi a passare ai suoi piedi, fermandomi per mangiare qualcosa nell'area attrezzata nei pressi del Rifugio Laguione.
La temperatura è cambiata piuttosto velocemente, l'aria fredda taglia la faccia costringendomi a correre ai ripari con giacca a vento e cuffia. Il vento, alzatosi d'improvviso, mi obbliga a ridurre al minimo la mia permanenza nel prato davanti al rifugio e a rimettermi in cammino piuttosto velocemente: intanto, il sole inizia a farsi più tenue e diverse parti della val Curone finiscono in ombra. Dal rifugio, riprendo la carrabile che passa alle spalle del Monte Carmo, di fronte al quale posso vedere Caldirola e il Monte Giarolo, raggiungendo al termine di un leggero tratto in discesa il Colle della Seppa, valico dove si incontrano la sterrata proveniente da Bruggi e quella proveniente dall'alta valle Staffora.
Un ultimo sguardo verso le montagne delle valli Aveto e Penna, alle spalle dell'Alfeo, quindi svolto bruscamente in direzione di Bruggi, scendendo verso destra sull'ampia carrareccia. La discesa è piuttosto lunga, fortunatamente non faticosa e baciata ancora da un bel sole, che avvicinandosi l'ora del tramonto prende a colorare di rosso tutto il paesaggio circostante. Oltrepasso la stalla, seguendo i tornanti della carrareccia e comincio a sentire vicino il mio arrivo a Bruggi quando, inconfondibile, vedo le case di Caldirola di fronte a me. Da questo punto, gli ultimi tornanti sono a un tiro di schioppo e in breve arrivo in vista delle case di Bruggi, disteso ai piedi dei Monti Chiappo e Prenardo. Scatto una foto alla Chiesa di San Rocco, dalle ultime case del paese, quindi mi infilo nella ripida via ciottolata, percorrendola in discesa tra le abitazioni.
"Eccomi arrivato! Pensavo addirittura di impiegare più tempo!"
"Da dove arrivi?"
"Da Selvapiana!"
"Da Selvapiana?? Ma tu sei matto! Vieni in casa al caldo..."
Come dicevo questa mattina, per questo viaggio c'è bisogno di un buon amico, che vi venga a riprendere a Bruggi al termine della traversata. Oppure, in alternativa, basta fare come me: avere a Bruggi una casa con dei parenti.
E' decisamente più semplice!