DA VARZI A SAGLIANO E ORAMALA
Escursione ad anello in valle Staffora, con un percorso che mescola sentiero ed asfalto
PARTENZA E ARRIVO: Varzi (mt. 416)
TAPPE INTERMEDIE: Celletta, Sagliano, Oramala, Albareto
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco oltre 13,5 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3 ore e 30 minuti
SEGNAVIA: bianco-rosso non numerato presente per buona parte del percorso
Ci sono giornate in cui ci si sveglia un po' vuoti, senza idee, e anche la semplice scelta di un percorso diventa difficile.
E' quello che è successo il giorno in cui ho poi optato per questo itinerario: ricordo che non avevo in mente un giro preciso, così me lo sono creato strada facendo. Ho cominciato dandomi una meta: Varzi.
Raggiunto Varzi, mi sono ricordato che sulla provinciale che scende verso Ponte Crenna, poco prima del supermercato U2, avevo intravisto dei segnavia bianco-rossi appesi a un cartello. Perché non seguirli e vedere dove portano?
Così, parcheggiata la macchina all'imbocco della strada asfaltata - per la precisione, via Castelletto - eccomi di fronte al cartello bianco-rosso del sentiero numero 10 con le indicazioni per Sagliano (30 minuti) e Sant'Alberto (2 ore e 30).
Raccolgo tutta la mia roba, macchina fotografica compresa e mi incammino sull'asfalto, che per le prime centinaia di metri procede pianeggiante parallelo alla strada provinciale, in mezzo alle case. Terminate le abitazioni, ignorato un bivio sterrato che sale sulla destra, continuo a seguire le segnalazioni bianche e rosse che rimangono sulla rotabile, fino ad arrivare in un punto in cui, in prossimità di una curva, l'asfalto lascia spazio allo sterrato.
La stradina attraversa ampi terreni e zone impervie, transitando accanto ad alcune cascine: numerosi sono i cani che mi si fanno incontro, ma per fortuna hanno solo voglia di farsi sentire e scappano mano a mano che mi avvicino. Dopo la diramazione per un'ulteriore cascina, la sterrata si fa ancora più stretta e dopo aver transitato accanto a un rudere, passa ai piedi di una frana staccatasi dalle montagne argillose. Si può comunque procedere tranquillamente sulla strada che, poco distante, è stata ricostruita e che si ricongiunge poco più avanti, dove prende lentamente a salire.
Dopo una curva, si iniziano a intravedere le case di un piccolo paese sul versante di fronte a dove ora sto camminando, ma non ho la più pallida idea di che luogo sia. Sotto al borgo, si intravedono montagne che sembrano quasi fatte di sabbia. Proseguo sulla carrareccia, che passa accanto alle prime viti e conduce nei pressi dell'ennesima cascina, oltre la quale abbandono le segnalazioni bianche e rosse (che, in tutta sincerità, non so dove proseguano) continuando sulla sterrata che ora piega in direzione del vicino paese.
Raggiunto un ponticello, nei pressi di una cascatella e di un'area attrezzata per la sosta, prendo a salire sul lato opposto della montagna, con belle viste sul Monte Giarolo, raggiungendo dopo una breve salita le abitazioni che prima vedevo in lontananza. Attraverso il borgo sulla ripida via centrale, giungendo nei pressi di un'edicola sacra in pietra. Da qui, raggiungo l'asfalto e prendo a seguirlo: solo all'uscita dal paese, incontro il cartello che mi indica che il borgo che ho appena attraversato era Celletta. Buono a sapersi....
L'asfalto pianeggiante, mi conduce dopo pochi minuti con bella vista su Varzi, nei pressi di un incrocio, dove incontro altre case: quelle di Sagliano, da cui si gode di una vista privilegiata sul castello di Oramala.
Qui, anziché prendere la strada in discesa, la ignoro a favore di quella in salita (indicazioni per "Buschi"), che attraversa la parte alta del borgo, in direzione dell'agriturismo Bella Montagna. Mantenendomi sempre sulla ripida via centrale, seguo l'asfalto fino a raggiungere la Baita dell'Alpino, nei pressi della quale torno a camminare sullo sterrato.
Una ripida salita, mi conduce nei pressi di un bivio, dove la mia memoria mi convince di essere già passato. Pensa, pensa....ecco dove sono! Ero passato di qui percorrendo la variante del sentiero di Frate Ave Maria, proveniente da Oramala e a questo bivio avevo deviato a destra sul sentiero che scendeva fino al fondovalle, per poi risalire verso l'eremo. Oggi, invece, proveniente dal paese, eviterò la diramazione per l'eremo (a sinistra) per mantenermi a destra e proseguire in direzione di Oramala.
La carrareccia sale leggermente tra gli alberi e regala, dopo alcune decine di minuti, le prime belle viste su Oramala dominato dal suo castello. Peccato che il tempo si sia rovinato, visto che ora una triste nebbia sta scendendo sui tetti delle case, intristendo ancora di più il già di per sè sufficientemente autunnale paesaggio. Ogni punto è buono per uno scatto da un'angolazione diversa del suggestivo borgo dominato dal castello e di certo non mi faccio pregare.
Terminata la carrareccia pianeggiante, eccomi finalmente a incrociare l'asfalto, poco prima dell'arrivo al borgo di Oramala. Seguo la strada ignorando la deviazione, segnalata verso sinistra, per il Passo dell'aquila - sentiero diretto a Valverde - e dopo la breve salita, raggiungo il cancello di accesso al castello di Oramala, dove ne approfitto per fermarmi sulla panchina poco distante per una veloce merenda.
Al termine, riprendo l'asfalto, seguendolo in direzione di Varzi. Scendendo, cerco un'alternativa sotto forma di sentiero per raggiungere la macchina, ma non trovandola opto per seguire l'asfalto fino al termine. Così, tra una foto e l'altra, ne approfitto per una tranquilla camminata panoramica sotto al sole che, nel frattempo, è tornato ad affacciarsi.
Superata la frazione di Albareto, scendo fino a Varzi, sbucando nei pressi del retro dell'ospedale e, da qui, in un attimo raggiungo l'auto parcheggiata all'imbocco di via Castelletto. Non sarà stata una delle escursioni più belle, ma considerando che questa mattina non avevo la più pallida idea dell'itinerario da seguire, ne è uscita comunque una piacevole - e discretamente lunga, 13,5 km - camminata mista sulle colline attorno a Varzi!