SUI CRINALI DELL'ALTA VAL CURONE
Una bella traversata dalle Stalle di Forotondo alle Stalle di Salogni, passando per i monti Bagnolo, Garavè e Chiappo
PARTENZA: Stalle di Forotondo (mt. 1380)
ARRIVO: Stalle di Salogni (mt. 1395)
TAPPE INTERMEDIE: Piano della Bonazza (mt. 1480), M.te Bagnolo (mt. 1547), Rifugio Laguione (mt. 1520). Colle della Seppa (mt. 1485), Monte Garavé (mt. 1549), pendici M.te Rotondo (mt. 1500), M.te Chiappo (mt. 1700), Bocche di Crenna (mt. 1553)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco meno di 12 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 h. 45 min.
SEGNAVIA: nessuno fino al crinale; 105 fino al M.te Chiappo; 200 fino a Bocche di Crenna; nessuno fino alle Stalle di Salogni
Ci sono percorsi che nascono un po' così, alla mattina quando ti svegli. Non c'è un sentiero da seguire, ma ci sono svariate possibilità, basta scegliere quella che si preferisce. E' quello che è successo una mattina di maggio, quando mi sono fatto portare praticamente sulla montagna di fronte a casa, sul versante opposto di valle, per poi tornare verso Caldirola a piedi, sui sentieri di montagna. Non sarò arrivato fino a casa, perché sono partito troppo tardi e avrei fatto notte, però intanto una bella traversata me la sono fatta e ho impegnato il mio tempo facendo qualcosa di utile.
Mi faccio portare in macchina fino alle stalle di Forotondo, raggiungendole con la deviazione per Forotondo dalla SP100 della val Curone e proseguendo, oltre i piccoli nuclei che compongono il paese, fino a imboccare la strada consorziale Monte Bogleglio-Forotondo. Il panorama dalla montagna che risale la sponda destra del torrente Curone è strano, per me che sono di Caldirola e sono abituato a guardare la vallata da un punto di vista completamente diverso. Ma è ugualmente bello.
Alla stalla di Forotondo (a pochi passi dal rifugio, ennesimo scempio perpetrato nelle terre di montagna da chi ci governa, iniziato e poi lasciato a metà esattamente come accaduto al Rifugio Monte Gropà...) è metà mattina e c'è un bel sole che colora tutto quanto il panorama. Mi mantengo sulla sterrata che, dopo pochi tornanti in leggera salita, mi conduce in prossimità di una sbarra (mobile) che impedisce il passaggio delle auto e, da qui, in un attimo, sul crinale dove incrocio la sterrata proveniente dal Monte Bogleglio segnalata con il numero 105.
Una volta raggiunto il crinale, di fronte a cotanta vista, la giornata si fa immediatamente più bella e interessante. Svolto prendendo la direzione della testata della valle, attraversando la zona conosciuta come "Pian della Bonazza", camminando inizialmente sotto agli alberi ma, pochi passi dopo, ecco le prime splendide viste sul lato della val Curone: sotto di me si intravedono le case di Forotondo, Frinti, Brentassi, Garadassi e Morigliassi.
Il sentiero di crinale sale ora leggermente, fino a condurre in un punto, poco distante dalla cima del Monte Bagnolo - che vedo di fronte a me - dove il panorama si apre verso la dorsale del Monte Lesima (lato valle Staffora) e, davanti a me, compare in lontananza il Rifugio del Monte Chiappo, verso cui sono diretto. Salgo in vetta al Bagnolo, dove si trova la cappelletta dedicata a S.Anna e dove si ricorda il parroco di Negruzzo morto qui sopra a causa della tormenta di neve. Dalla cima del Bagnolo, si gode una meravigliosa vista sull'alta valle Staffora, con il Penice, il lungo crinale che attraverso il passo della Ritorta conduce da Cima Colletta al Lesima e, alla sua destra, ecco ora spuntare anche il minaccioso profilo dell'Alfeo. Il tempo di scattare qualche foto alla prima vetta di giornata, poi sono pronto a scendere sul lato della val Curone, dove mi attende - a poche decine di metri di distanza - il piccolo ma accogliente Rifugio Laguione (Laguiòn), nei pressi del quale si ammirano splendidi panorami sulla valle.
Lasciatomi alle spalle il Laguiòn, mi incammino sul sentiero che torna a farsi ampio, riconquistando la linea di crinale. Di fronte a me, le imponenti sagome del Chiappo e dell'Ebro, mentre se mi volto a destra ecco le antenne del Giarolo, ai piedi del quale, quasi aggrappato alla montagna, vedo Caldirola, casa mia. Superato il bivio per il Monte Carmo (solo omonimo di quello, più famoso, che sovrasta Carrega Ligure), riconoscibile per il suo ripetitore bianco in vetta, oltrepasso anche un'antenna caduta rovinosamente a terra (misurazioni del vento, con tutta probabilità) e inizio una veloce discesa che mi conduce, con belle viste sui paesi dell'alta val Curone (Salogni, Montecapraro), al Colle della Seppa, il valico dove transita la sterrata che unisce Bruggi alla valle Staffora, utilizzata principalmente per raggiungere Negruzzo e il Pian dell'Armà.
Un tratto all'interno del bosco, poi la sterrata termina lasciando spazio a esili sentieri delle moto e via in salita, verso l'anonima cima del Monte Garavé, da cui la vista si apre verso le frazioni di Cencerate e Barostro, in alta valle Staffora, poi giù in discesa su di un fondo anche poco piacevole per i troppi sassi, raggiungendo un punto dove il sentiero spiana leggermente, per poi tornare a salire. Il rifugio del Chiappo, intanto, comincia a farsi più vicino.
Oltrepassato l'incrocio con il sentiero proveniente dalla pineta di Bruggi (non segnalato, sbuca dalla pineta, sulla destra del sentiero), proseguo in piano superando una baracca dei cacciatori, quindi attraverso continui saliscendi arrivo di fronte alla cima del Monte Rotondo, che non raggiungerò perché lo aggirerò lateralmente grazie al sentiero che lo taglia sul versante della val Curone regalando splendide viste della pineta di Bruggi e, alle sue spalle, della vetta del Giarolo.
Aggirato il Rotondo, tornata a farsi più ampia la strada dove cammino, il Chiappo appare veramente ad un passo e ne catturo alcuni interessanti scorci. Un tratto pianeggiante estremamente panoramico, con vista che spazia dal Passo del Giovà, ai piedi del Lesima, all'Alfeo e fino alle montagne della val d' Aveto, precede la ripida salita finale verso la vetta del Chiappo. Appena imboccata, la salita permette di ammirare una vista davvero splendida della Val Curone ed è facile che vi venga voglia di fermarvi ogni istante a scattare foto, proprio come accaduto a me.
Mi volto alle spalle e guardo la strada che ho fatto: mica male, direi. Ecco anche Bruggi, che compare improvvisamente alla vista. Il rifugio del Chiappo è vicino e in men che non si dica lo raggiungo, conquistando la vetta della montagna che, con i suoi 1700 metri di altitudine è una delle cime più alte del nostro appennino. Passo accanto a due escursionisti seduti non distante dalla statua di San Giuseppe e raggiungo un punto riparato dal vento, con vista panoramica sulla zona di Capanne di Cosola, dove sedermi per mangiare qualcosa.
Che pace, che serenità. Ho camminato tanto, ma non mi sento per niente stanco: il percorso è piacevole, senza grossi dislivelli. Sul Chiappo mi sento praticamente a casa, anche se di strada ne ho da fare ancora parecchia. Faccio due conti guardando l'orologio: mi sa che arriverò fino alle Stalle di Salogni, con il mio percorso. Anzi, potrei anche scendere sull'asfalto fino al paese, ma di più proprio no perché rischierei di fare davvero troppo tardi. Così faccio partire il messaggio per chi mi dovrà venire a raccogliere per portarmi verso casa: peccato, fossi partito prima avrei potuto tranquillamente arrivare a Caldirola a piedi.
Lascio il Chiappo che è quasi metà pomeriggio, incamminandomi in discesa alla volta del Prenardo, con le sue rive rocciose ("rivàse") che sovrastano Bruggi, aggirandolo lateralmente sul lato della val Borbera, in maniera del tutto analoga a quanto ho fatto poco prima con il Monte Rotondo. Oltrepassato il Prenardo, giù in discesa sempre più decisa fino al valico di Bocche di Crenna, il passo che mi separa dal Monte Ebro.
Imbocco la strada inghiaiata che scende verso le stalle di Salogni. E' lunga, sembra non finire mai, un po' come del resto accade quando si è troppo stanchi. Vedo di fronte a me, sul versante opposto, le montagne da cui sono partito questa mattina: è sempre una sensazione strana, che regala soddisfazione, quella di aver fatto tanta strada.
Arrivo alle Stalle e spengo il navigatore: quando lo pubblicherò sul sito - penso - imposterò come arrivo la stalla, anche se io in realtà proseguo, continuando a camminare sull'asfalto fino a Salogni, dove mi aspettano per portarmi a casa. Non sarò arrivato fino a Caldirola, ma sono comunque soddisfatto!