IL TOBBIO DAGLI EREMITI
Escursione dal Valico degli Eremiti al Monte Tobbio, nella splendida cornice del Parco Capanne di Marcarolo
PARTENZA: Valico degli Eremiti (mt. 559)
ARRIVO: M.te Tobbio (mt. 1092)
TAPPE INTERMEDIE: Passo Dagliola (mt. 856)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 6,5 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 5 ore 30 min. (a+r)
SEGNAVIA: due punti gialli; linea gialla
Non poteva mancare, sulle pagine del sito, il racconto di una delle escursioni più conosciute della zona, quella che permette di raggiungere il Monte Tobbio dal Valico degli Eremiti.
Gli Eremiti rappresentano la più breve via di accesso alla montagna e molti scelgono il valico come punto di partenza per le loro escursioni: io, invece, per la prima volta sul Tobbio, avevo scelto la più lunga strada da Voltaggio e ora sono qui per rimediare.
Sul finire dell'estate, raggiungiamo verso metà mattina il valico degli Eremiti passando da Voltaggio, attraverso una stretta stradina asfaltata costellata di cacciatori appostati in ogni dove.
Parcheggiamo l'auto non distante dalle altre, accorgendoci subito che oggi sono in molti ad aver avuto la nostra stessa idea. Scarponi, zaino, bastoni e via verso l'imbocco del sentiero, posizionato sulla sinistra della cappella votiva, dove un segnale di attenzione ci invita a tenere gli occhi aperti per qualche piccola frana lungo il percorso.
Il sentiero, costellato di pietre, parte in leggera salita e nel primo tratto lo si segue con un po' di difficoltà, data la presenza di numerose diramazioni. Cerchiamo di mantenerci sulla strada segnata e, dopo un ripido tratto di salita, ci portiamo a mezza costa, con piacevoli viste sulla Cascina Eremiti e sul vallone che abbiamo risalito in auto da Voltaggio. Qui il sentiero inizia a farsi pianeggiante e salvo qualche piccolo saliscendi, camminare diventa addirittura piacevole. Intanto, in lontananza, vediamo spuntare le sagome dei nostri monti.
Scendiamo leggermente alla volta di un importante rio, attraversandolo su una grossa frana di pietre, per poi prendere a risalire sul versante opposto, dove, oltre una secca curva, diventano più evidenti le belle viste sulla lunga dorsale dal Giarolo all'Ebro. Da qui, procediamo in leggera salita tagliando orizzontalmente il versante di montagna, su un fondo sempre piuttosto difficoltoso per la presenza di continue rocce, raggiungendo in circa 45 minuti l'incrocio con il sentiero proveniente da Voltaggio. Si, lo so, siamo in ritardo. 45 minuti era il tempo segnalato per raggiungere il Passo della Dagliola, ma tra le soste per le foto e il fondo non propriamente simpatico del sentiero, la camminata finirà per essere piuttosto lunga.
Ci immettiamo sul sentiero che sale da Voltaggio e lo percorriamo in ripida salita, nel primo tratto, salvo poi innestarci su un sentierino laterale che taglia a mezza costa il versante, conducendo, dopo una piacevole camminata, al Passo della Dagliola, il valico ai piedi del Tobbio. Ci sono alcune persone che si rilassano ai piedi delle segnalazioni dei sentieri, prima di intraprendere la ripida salita verso la cima e, in lontananza, si intravede la Carrosina con la piatta cima del Figne alle sue spalle.
Noi non ci fermiamo, se non per qualche foto: ripartiamo subito alla volta del Tobbio, immettendoci sul sentiero che sale attraverso ampi tornanti. Questo è il punto più brutto del percorso, perché il fondo è davvero insidioso, però...è il Tobbio. E' come dire che d'estate fa caldo.
Ad ogni tornante, saliamo di quota e i panorami si fanno più ampi. Riconosciamo in lontananza il Figne e le antenne del Leco, ma anche tutta la dorsale che separa val Curone e val Borbera, con un bel panorama sulle Rocche del Reopasso. Sul lato opposto, in direzione della pianura, il Monte Rosa spunta dalla foschia e si intravedono una miriade di paesi ai quali diventa quasi difficile dare un nome. Ci proveremo in vetta, montando lo zoom.
Superato il bivio con il sentiero EE per la cima del Tobbio, al quale proseguiamo dritti, continuiamo il nostro avvicinamento alla cima della montagna, che ci regala nuovi panorami nel momento in cui ci spostiamo sul versante meridionale: ecco infatti comparire i laghi del Gorzente, con il Santuario della Guardia alle spalle e il profilo del mare sullo sfondo.
La chiesetta di vetta compare di fronte a noi e completiamo in pochi minuti il nostro avvicinamento raggiungendola. La cima del Tobbio è stracolma di gente, unica controindicazione di una splendida giornata: io sono di quelli che "le montagne è meglio godersele in silenzio".
Qualche foto veloce alla chiesetta-rifugio, quindi troviamo posto su una splendida panchina panoramica e ne approfittiamo per mangiare qualcosa. La vista è sconfinata e forse è davvero giunto il momento di montare il 70-300 sulla reflex per cercare di catturare qualche dettaglio in più. Ne vale, effettivamente, la pena: con lo zoom riesco a fotografare Gavi, riconoscibile per l'imponente fortificazione che la sovrasta, Ovada, la casa del custode dei laghi della Lavagnina, ma anche Vignole Borbera e, in lontananza, il Lesima, l'Antola, il Giarolo e il Reopasso. Sul lato opposto, avvicino i Laghi del Gorzente per godermi al meglio una vista privilegiata sui due specchi d'acqua e sul Santuario della Guardia di Ceranesi.
Ci spostiamo sul lato opposto della chiesetta, dove la vista spazia sul selvaggio corso del Gorzente, che attraversa luoghi incontaminati e di una bellezza rara, quindi ci prepariamo alla discesa: siamo arrivati per ultimi e ce ne andiamo per primi, per evitare di cadere in qualche ingorgo simile alle code autostradali nei giorni di rientro dalle ferie estive.
La discesa è tranquilla e piacevole, nonostante i consueti problemi relativi al fondo sconnesso del sentiero. Ed è anche veloce, visto che impieghiamo quasi la metà del tempo per raggiungere la Dagliola e, successivamente, il bivio per Voltaggio e il valico degli Eremiti. Arriviamo stanchi, soprattutto per il caldo, ma felici per esserci tolti un altro percorso nuovo anche se, personalmente, devo ammettere che - brevità a parte - il sentiero da Voltaggio è assolutamente più affascinante.