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DAL FAIALLO AL MONTE REIXA E AL RIFUGIO ARGENTEA

Panoramica escursione lungo un tratto dell'Alta Via dei Monti Liguri

PARTENZA: Passo del Faiallo (mt. 1044)

TAPPE INTERMEDIE: Cima Faiallo; Monte Reixa; Passo Vaccaria; Rocca Vaccaria

ARRIVO: Cima Pian di Lerca, Rifugio Argentea (mt. 1088)

LUNGHEZZA ITINERARIO: 8,3 km (a+r)

TEMPO DI PERCORRENZA: 2,15 h circa (a+r)

SEGNAVIA: quadrato rosso vuoto fino al Reixa; V bianca fino alla Rocca Vaccaria; AV fino al Rifugio Argentea

 

Non vedevo l'ora di tornare sui sentieri del Parco del Beigua, questa è la verità: non ci mettevamo piede quasi da un anno, dopo le due escursioni dello scorso gennaio e aspettavo con ansia l'inverno per avere delle giornate terse da trascorrere lungo questa splendida dorsale a due passi dal mare. L'occasione si è presentata durante le festività natalizie, in una giornata nemmeno particolarmente fredda, anche se tagliata da un vento assurdo, come spesso, su questi crinali, accade.

Al mattino sveglia presto e un occhio alla webcam: c'è una giornata splendida, non è possibile non approfittarne!

Ci fiondiamo in macchina, una colazione veloce lungo la strada e via verso il Passo del Faiallo, che raggiungiamo verso metà mattinata: oggi non abbiamo problemi di tempo, visto che abbiamo in mente di fare un giretto piuttosto tranquillo, che in parte ricalca quello dello scorso anno, raggiungendo, però due nuove vette che prima avevamo solo sfiorato, quella del Reixa e quella della Rocca Vaccaria. Al Rifugio Argentea, invece, ci ero già stato in occasione del dog trekking dello scorso anno, nonostante però la nebbia avesse impedito qualsiasi tipo di visuale dai pressi del rifugio.

Parcheggiamo l'auto nei pressi del ristorante "La nuvola sul mare" e seguiamo le segnalazioni dell'Alta Via per alcune centinaia di metri, all'interno della faggeta, raggiungendo, dopo una breve discesa, un ampio prato, parzialmente innevato (e ghiacciato), dove incontriamo alcune segnalazioni. Attraversiamo il prato lasciando sulla destra la prosecuzione dell'Alta Via e seguiamo verso sud le segnalazioni "quadrato rosso vuoto", dirette alla vicina Cima Faiallo.

Dopo un interessante scorcio sul Bric del Dente e, in direzione opposta, sul ristorante del Faiallo, il sentiero prende leggermente a salire, risultando in alcuni tratti poco evidente se non per le impronte sulla neve di qualcuno che ci ha preceduto: costeggiando la zona indicata sulle cartine come Cian de Toe, la traccia piega verso est, sdoppiandosi subito dopo. Teniamo il sentiero più alto, ma poco cambia perché le due tracce poco dopo si ricongiungono e raggiungono, in salita ora più decisa, la linea di crinale da cui si gode di una meravigliosa vista panoramica su Genova.

Siamo felici di aver raggiunto il crinale perché il cammino sulla neve ghiacciata, seppure appena iniziato, diventava già oltremodo difficoltoso e speriamo che lungo la dorsale la neve sia già stata spazzata dal vento, che sentiamo avvicinarsi minaccioso. E in effetti, dopo essere rientrati per un breve tratto tra gli alberi, percorrendo il breve tratto di crinale che conduce alla Cima Faiallo (mt. 1138), il sentiero è decisamente meno innevato e ci permette di accelerare un po' il passo, raggiungendo la vetta della montagna da cui, come ampiamente prevedibile, la vista su Genova è ancora più ampia. Alle spalle della città, le montagne dell'appennino si aprono a perdita d'occhio e sono chiaramente riconoscibili quasi tutte le cime, a partire dai vicini Tobbio e Punta Martin fino ai più distanti Giarolo, Ebro, Lesima e Antola, arrivando addirittura al Maggiorasca e all'Aiona.

Proseguiamo sulla dorsale, sotto a un vento che ora inizia ad essere fastidioso e raggiungiamo con un breve strappetto di salita l'anticima del Reixa (mt. 1176), quindi avanziamo lungo il crinale, con splendide viste sul mare e, in direzione dell'entroterra, fino al Monviso, salendo alla volta della cima vera e propria della montagna (mt. 1183), dove si trovano alcuni caratteristici affioramenti rocciosi. Ci godiamo il panorama dalla cima del Reixa, ma il vento non ci dà tregua e quasi ci sposta: scattiamo un po' di foto a Genova e alla riviera di ponente, distesa ai nostri piedi, quindi proseguiamo in leggera discesa, alla volta di Passo Vaccaria, dove ci andremo a ricongiungere all'Alta Via proveniente dal Faiallo.

Il panorama ora si apre fino a Capo Noli, mentre verso ovest ecco la piatta vetta del Beigua, con le sue numerose antenne. A Passo Vaccaria (mt. 1112) incontriamo anche il sentiero segnalato con la V bianca, proveniente dal Passo della Gava e lo seguiamo lungo la dorsale, abbandonando poco dopo l'Alta Via, che prosegue pianeggiante, a favore di una poco visibile traccia sulla destra, che si sposta in direzione dell'entroterra salendo alla volta della Rocca Vaccaria (mt. 1165), poco evidente rilievo sulla cima del quale si trova una statua della Madonna.

Raggiunta la vetta, ci sediamo ai piedi della Madonnina per tirare un po' il fiato, visto che questo vento non concede respiro e ne approfittiamo per scattare qualche foto in direzione di Genova, ora parzialmente nascosta dal Monte Tardia: la vista è ampia e raggiunge il Monte di Portofino e le Apuane mentre, in direzione del mare, ai nostri piedi, a occhio nudo si riconosce il profilo di alcune isole - la Corsica e Capraia - e di alcuni rilievi che, emergendo dalla foschia in lontananza, passano per delle isole ma, in realtà, sono le montagne della Toscana.

Scendiamo dalla Rocca Vaccaria, immettendoci in breve sull'Alta Via, che ora seguiremo fino alla nostra destinazione: in lontananza ecco il Rifugio Argentea, racchiuso tra la cresta dell'Argentea - a sud - e quella del Monte Rama, alle sue spalle, sullo sfondo del Beigua. Di neve non c'è più traccia, se non una spolverata sul lato interno della dorsale, ma è il vento ad essere veramente fastidioso: è però il prezzo da pagare per la splendida giornata tersa che abbiamo trovato.

Il sentiero scende dolcemente, regalando viste fantastiche sulla riviera di ponente da Cogoleto a Capo Noli e oltrepassata l'anonima Rocca del Groppazzo, su terreno leggermente fangoso per lo scioglimento della neve, prosegue pianeggiante tra caratteristici affioramenti rocciosi alla volta del Passo Crocetta, dove abbandoniamo l'Alta Via per prendere la deviazione - segnalata verso sinistra - per il Rifugio Argentea, posizionato sulla Cima Pian di Lerca (mt. 1088), in splendida posizione affacciata sul mare. 

Al Rifugio non c'è nessuno (è chiuso) e vista la splendida giornata, considerato che il vento qui pare essere meno fastidioso, ci sediamo sulle panche esterne per mangiare qualcosa, prima di una bella sessione di foto. Le viste sono davvero imperdibili, specie sul golfo di Savona, sul quale il rifugio si affaccia, ma anche su Bergeggi, Capo Noli, la Gallinara e Capo Mele, sulla Corsica e Capraia, che però ben presto vengono risucchiate dalla foschia, sui monti Rama e Beigua, su Arenzano e, oltre Genova, fino al Monte di Portofino e alle Apuane. Ai nostri piedi, l'Argentea. Se penso a quella giornata di aprile del 2016 in cui avevo accompagnato qui quel gruppetto di camminatori con cani al seguito...la nebbia avvolgeva tutto e non si capiva dove diavolo fossimo. Oggi, possiamo dire che sia invece la giornata perfetta!

Restiamo un po' a goderci il sole, poi ci rimettiamo in marcia sulla strada del ritorno. Non è affatto tardi e anzi, l'escursione è piuttosto breve, tuttavia temiamo l'ultimo tratto di sentiero, quello innevato, che conduce verso il Faiallo: se la neve è ghiacciata come questa mattina, sarà dura riuscire a restare in piedi. Fortunatamente, però, dopo avere ripercorso lo stesso sentiero ed esserci goduti le splendide luci che precedono il tramonto - da questa dorsale di una bellezza unica - ridiscendiamo verso il Faiallo senza alcun problema perché la neve, grazie al bel sole di questa giornata, si è ammorbidita ed è quasi un piacere camminarci sopra, tanto che non assomiglia nemmeno lontanamente a quella di questa mattina.

Torniamo alla macchina senza aver fatto danni, dopo un'escursione per nulla stancante e di quelle che ti riempiono gli occhi di luci, colori ed emozioni positive. Tanto che vorrei tornarci il prima possibile!

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A un passo dalla vetta
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