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IL SENTIERO DEI CASTELLANI

Ripercorrendo le orme degli antichi abitanti della val Vobbia, per scoprire il suggestivo Castello della Pietra

PARTENZA: Vobbia, loc. Torre (mt. 535 ca.)

ARRIVO: Castello della Pietra (mt. 615 ca.)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 4 km 

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 1 h. 45 min.

SEGNAVIA: croce gialla

 

Il Castello della Pietra mancava alla mia ben fornita lista di escursioni sul territorio delle quattro province, urgeva così rimediare. Bisognava solo aspettare il momento propizio, come per tutte le cose.

E' arrivato una domenica di inizio autunno, in una giornata calda e fosca, purtroppo, nella conca in cui si trova Vobbia. Raggiunto Vobbia (noi che arriviamo dalla val Borbera abbiamo risalito la val Sisola fino a Mongiardino e Costa Salata, per poi ridiscendere sul versante opposto fino al fondovalle), abbiamo preso, non distante dal ponte sul torrente omonimo, la deviazione in salita per la località Torre, una stradina asfaltata inizialmente strettissima ma che poi si allarga subito, conducendo in pochi minuti ad una borgata che sovrasta l'abitato di Vobbia.

Arrivati in vista delle prime case, lasciamo l'auto a bordo strada, dove troviamo posto, ci prepariamo e andiamo alla ricerca della partenza del sentiero, che individuiamo piuttosto facilmente. Scendiamo infatti di alcuni metri e prendiamo sulla destra una stradina inghiaiata accanto alla quale compaiono le indicazioni "al castello", accompagnate dal segnavia del nostro percorso, una croce gialla. Oltrepassato un ponticello, abbandoniamo la strada per svoltare a destra su una traccia appena visibile (comunque ben segnalata) che supera una bacheca in legno con le indicazioni del sentiero, attraversa un piccolo ponte in legno e quindi costeggia un minuscolo rio, salendo in breve di quota attraverso alcuni tornanti.

La vista si apre sui tetti di Vobbia, al centro dei quali sbuca il campanile, anche se poco visibile per la tanta foschia della giornata. Costeggiando alcuni muretti a secco, si continua a salire di quota, anche se più dolcemente, raggiungendo il "poggetto", un punto panoramico da cui si gode di una splendida vista sulle Rocche del Reopasso. Camminando tra due ali di muretti a secco, continuiamo a salire di quota, su di un sentiero assolutamente piacevole che, dopo alcune centinaia di metri, attraversa una zona franosa dove è stata costruita una staccionata in legno da usare come corrimano. Ignorata la deviazione che sale a destra, ci manteniamo sul sentiero dei castellani che ora scende leggermente, proseguendo in falsopiano con belle viste sulla val Vobbia, raggiungendo la seconda palina del Parco Antola che segnala la presenza, a breve distanza, dei ruderi di un secchereccio.

Altre due paline, a breve distanza, segnalano due luoghi caratteristici che il sentiero costeggia: una piazzola da carbone (aia carbonile) e il conglomerato, alcune rocce di puddinga che emergono dalla vegetazione e che, da qui in poi, costelleranno il paesaggio. Continuiamo a camminare in piano, con belle viste sul Reopasso e raggiungiamo un punto da cui si gode di un panorama spettacolare sul canyon della Val Vobbia, con il torrente che si incunea tra le rocce di conglomerato ai piedi del Reopasso, quindi, superato un tratto attrezzato con corda metallica (non necessaria, praticamente), ci immergiamo nel bosco misto, prendendo leggermente a scendere tra grandi rocce ricoperte di muschio. Alternando tratti dove a dominare è il conglomerato a tratti immersi nel bosco, il sentiero (che di fatto, fino a qui, ha ricalcato il percorso della strada provinciale, che a tratti era visibile sotto di noi) giunge finalmente nel primo punto in cui fa la propria comparsa il Castello della Pietra, che quasi inaspettato sbuca tra le foglie degli alberi.

Non so dirvi quanto ho aspettato questo momento: eh si perché il Castello della Pietra si trova in una posizione particolare e non è semplice fotografarlo "bene" se non da poche posizioni. Da qui, invece, la vista è splendida e inedita, perché ne regala uno scorcio di rara bellezza, con i torrioni che spuntano dalla vegetazione circostante e, alle loro spalle, l'alpe di Cassissa e il roccioso spuntone del Bric Rebora.

Dopo qualche foto, proseguiamo sul sentiero che ora corre in discesa e che, un po' a sorpresa, anziché proseguire a mezza costa sui versanti ai piedi del Monte Cravì, si addentra in una valle particolarmente buia e umida (indicata dalle paline del parco come "zona umida") risalendola, su di un sentierino che ora si fa a tratti particolarmente suggestivo. Questa piccola deviazione serve, in realtà, per oltrepassare un punto particolarmente impervio e, infatti, dopo poco, ecco che si sbuca nuovamente a mezza costa, in una selletta da cui si gode di una bella vista, alle nostre spalle, sul Monte Cravì. Oltrepassato con l'aiuto della catena un tratto su conglomerato (anche qui, catena pressoché inutile) si arriva in breve in corrispondenza di un bivio: scendendo a sinistra è possibile raggiungere il punto di ristoro e il posteggio adiacente alla strada provinciale, mentre noi proseguiamo diritti, in direzione del castello. 

Dopo un tratto tra gli alberi, ecco finalmente spuntare l'inconfondibile profilo del castello, al quale ci avviciniamo piuttosto velocemente, fermandoci solo per scattare fotografie. L'arrivo è ai piedi del torrione est, sul punto più alto del quale svetta una croce. Da qui, una robusta ringhiera piantata nella roccia (che definirei provvidenziale, per chi soffre di vertigini) ci accompagna in ripida discesa e successivamente attraverso una salita su gradini in legno, ai piedi della costruzione principale, dove si trova una bacheca.

Che luogo magico! Più lo guardo, più mi chiedo come diavolo abbiano fatto a costruire questo castello in questo posto. E soprattutto, ora che lo guardo da vicino, sono ancora più stupito. Purtroppo oggi è sabato e il castello è chiuso (aperto da luglio a ottobre, domeniche e giorni festivi, biglietto intero 5,00 €, info 010.944175) altrimenti un giro all'interno l'avrei fatto volentieri. Amen, ci ritornerò sicuramente.

Mangiamo qualcosa ai piedi della scala in ferro che conduce al vero e proprio ingresso, non distante da un gruppo di ragazzi che hanno percorso il nostro stesso sentiero. Non fosse per loro, ci sarebbe un silenzio surreale qui intorno. La vista sulla val Vobbia è piacevole, anche se non eccezionale e incuriosiscono particolarmente le profonde cavità scavate nella roccia dei torrioni, dalle quali escono continuamente uccelli di ogni tipo. 

Prima del rientro, solo un lungo servizio fotografico da questa posizione privilegiata ai piedi del castello, quasi appesi al versante di conglomerato. E un pensiero: poveri castellani, ne avranno fatta di fatica per raggiungere il castello, senza ringhiere, catene e scarpe da trekking!!

 

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A un passo dalla vetta
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