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IL SENTIERO DEL GRILLO

Da Varzi a Bosmenso passando per Monteforte, un itinerario con panorami mozzafiato sulla Valle Staffora

PARTENZA: Varzi (mt. 409)

ARRIVO: Bosmenso Inferiore (mt. 492)

TAPPE INTERMEDIE: Monteforte (mt. 697), Capanna del Cavagnò, Capanna del Grillo (mt. 678)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 13,5 km (anello con ritorno su asfalto)

TEMPO DI PERCORRENZA: poco più di 4 h., andata e ritorno

SEGNAVIA: bianco-rosso "grillo"

 

 

Capitando spesso dalle parti di Varzi, mi è caduto l'occhio più di una volta su di una stretta stradina segnalata in bianco-rosso che, appena prima del ponte sullo Staffora scende accanto al letto del fiume.

"Prima o poi leggerò quel cartello", mi son sempre detto e alla fine, nonostante ci abbia messo tutto questo tempo, mi sono fermato a leggere cosa c'era scritto. "Sentiero del grillo", mah. In Oltrepo hanno la strana abitudine di dare questi nomi particolari ai sentieri, così non mi stupisco più di tanto: anzi, a pensarci bene non è mica una scelta stupida, contribuiscono a creare più curiosità attorno agli itinerari. Vado subito al computer, cerco "sentiero del grillo" su google ed ecco i primi risultati: da Varzi a Bosmenso, piccolo comune dell'alta valle Staffora dove non sono mai stato. E allora ci devo andare.

Sabato mattina freddo nella norma, per una mattinata di dicembre. Il sole è una palla di fuoco così fastidiosa da farmi per un attimo rimpiangere le giornate nuvolose: ma i rimpianti durano poco, è una giornata troppo bella e il fatto che arrivi dopo due fine settimana di neve deve farmela apprezzare ancora di più. Il cielo è di un azzurro strano, chiaro chiaro, appena solcato dalle scie degli aerei.

Per non farmi mancare niente, arrivato a Varzi parcheggio a pochi centimetri dalla partenza del sentiero, lasciando la macchina sul ciglio della strada che congiunge Fabbrica Curone a Varzi, poco prima del ponte sullo Staffora. Indosso gli scarponi e scendo alla volta del fiume, non prima di essermi piazzato sulla riga bianca al centro della carreggiata a scattare una bella foto delle torri di Varzi dalla "porta" di ingresso in paese. 

Noto subito le indicazioni della "Via dei Malaspina", un itinerario di lunga percorrenza alternativo alla via del mare che congiunge Pavia a Bobbio e che ricalca in buona parte anche il sentiero del grillo. La sterrata segue parallela il corso del fiume Staffora, lasciandomi intravedere tra gli alberi alcuni suggestivi panorami di Varzi, appena al di là del fiume, mentre davanti a me si alternano neve, ghiaccio e fango, residui delle ultime nevicate. Sullo sfondo, il monte Penice con le sue antenne, mentre sul lato della strada alcuni asinelli stanno pascolando sui prati che costeggiano il sentiero.

Ad un certo punto, il sentiero abbandona il greto dello Staffora per svoltare a destra dove, dopo aver attraversato un piccolo rio, inizia a salire su di una stradina ricavata all'interno di alcune grandi grotte. La salita è subito ripida e il caldo si fa presto insopportabile: manca l'aria, all'interno di queste conche naturali e l'abbigliamento invernale di certo non aiuta! Così, fermandomi spesso a respirare, posso ammirare delle belle viste su Varzi, ormai già lontano e sulle montagne accanto a me, colorate delle tonalità dell'autunno e appena appena sporcate dal bianco della neve.

Il sentiero spiana leggermente e guardando attentamente, tra gli alberi, posso notare sulla cima della montagna davanti a me il profilo in penombra delle case di un paese: sarà Monteforte? Lo scoprirò tra poco, quando ci arriverò.

Ancora una piccola salita e giungo nei pressi dei ruderi di una capanna in pietra, accanto alla quale transita il sentiero. Poche decine di metri più avanti, il sentiero si immette in una sterrata più ampia e dal punto di incontro delle due strade la vista su Varzi e sulla valle Staffora è splendida: sulle alture sopra al paese di Varzi fa la sua comparsa anche la torre del Castello di Oramala, che avevo visitato qualche mese fa raccontando il tutto qui. Dalla parte opposta, ecco il Monte Penice.

Continuando su di una ripida salita ricoperta di foglie, prima e di neve, poi, eccomi giungere in vista di alcune abitazioni, tra le quali si insinua la stradina che sto percorrendo, diventata nel frattempo asfaltata, che mi conduce dritto dritto nel centro di Monteforte (mt. 697), nei pressi di una fontana con le indicazioni del percorso della "Via del Sale". I cani, chiusi all'interno delle stalle, quasi si strangolano con la catena per uscire: deduco che di qui non debba passare molta gente, tanto che il loro abbaiare mi accompagnerà durante tutta la mia - breve - permanenza nel paesino.

Monteforte è un accrocchio di case poste su di un'altura addossate le une alle altre. Dalla fontana del paese, salendo tra le case, si giunge nei pressi della chiesa parrocchiale di San Colombano, sorta nel 1616 sui resti di un antico edificio fondato dai monaci colombaniani di Bobbio: la facciata è semplice e reca la scritta "Sancto Columbanum Dicatum", mentre il campanile è in pietra. Due passi tra le case di Monteforte, dove non incontro nessuno ad eccezione di un cavallo che, sentendo arrivare qualcuno, mette il collo fuori dalla porta di una stalla per guardarmi. Solo una jeep, una carriola e qualche finestra aperta mi lasciano immaginare che Monteforte sia un paese abitato anche da umani e non solo da animali. Mi lascio le case alle spalle e cammino sull'asfalto in direzione di Cella di Varzi: mi trovo esattamente sul crinale, se guardo a sinistra vedo il Penice e le altre montagne della sua catena, mentre a destra ho le montagne che separano la val Curone dalla valle Staffora.

Lascio quasi subito l'asfalto per prendere, a sinistra, una sterrata ricoperta interamente di neve con le segnalazioni bianco-rosse "grillo", che dopo una salita iniziale lascia spazio ad una bella camminata in piano all'interno di un bosco di castagni. Mi sono portato esattamente di fronte a Monteforte, che ora vedo spuntare tra i rami degli alberi: alle sue spalle, nel fondovalle, Varzi e sulle colline alle spalle di Varzi, oltre alla Rocca di Oramala, dietro ad alcune case sul crinale ecco spuntare l'inconfondibile sagoma del Monte Rosa. Mi tolgo lo zaino e sostituisco immediatamente l'obiettivo della mia macchina fotografica con lo zoom, per catturare da più vicino questi particolari.

Riparto all'interno del bosco e, in breve, giungo nei pressi della prima di tre capanne che si incontrano sul sentiero del grillo: il "capanno del cavagnò", che ospita una panca e un tavolo dove sostare e una targa in legno che commemora il fungaiolo Andrea Draghi "Endro" (cavagnò dalla "cavagna" per la raccolta dei funghi). Oltre la prima capanna, il bosco inizia a diradarsi e lascia spazio ai primi ampi panorami sulla valle Staffora: in alcuni punti, la vista mi ricorda quella della val Borbera che si può ammirare dalla Croce degli Alpini.

Ancora pochi metri ed ecco aprirsi interamente il panorama di fronte ai miei occhi, mentre un tetto rosso fa la sua comparsa sul sentiero, più in basso: è il tetto della seconda capanna, il "capanno del grillo", sito in uno dei punti panoramici più affascinanti tra tutti quelli che ho visto durante le mie escursioni. Di fronte alla capanna la vista spazia a 180 gradi da Pietragavina, che si intravede arroccato a cavallo del crinale, al Monte Giarolo, esattamente sul lato opposto, passando per il Monte Penice, Cima Colletta e il borgo di Castellaro. Al centro, sullo sfondo, l'inconfondibile sagoma del Monte Lesima con la sua palla radar in cima, preceduta da decine di versanti di montagne che si incontrano, separati solo da un po' di foschia.

Sarà in parte merito della splendida giornata invernale, ma questo è un luogo veramente fantastico.

Rimango per qualche minuto al capanno del grillo, ad ammirare il panorama e a scattare qualche foto, poi mi siedo sul tavolino e cambio l'obiettivo, per poter immortalare più da vicino la cima del Lesima e le case di Pietragavina. Nel capanno, una foto in bianco e nero di una famiglia d'epoca, la famiglia Bozzi, ricordata per aver vissuto in questo luogo.

Oltre il capanno, la discesa si fa ripidissima e permette di intravedere, dopo pochi minuti, i tetti delle case di Bosmenso Superiore. Il sole brucia la faccia, chi l'avrebbe detto che quasi alla metà di dicembre avremmo potuto godere di una giornata pazzesca come questa??

Al termine della ripida discesa, la strada svolta verso destra in direzione dei calanchi caratteristici di questa zona e poi ridiscende nuovamente, passando sul fianco di una stalla dove cavalli e asinelli si godono il sole nel recinto. Incrocio due anziani signori, su di un trattore a cingoli, che salgono nella mia direzione e li saluto con un cenno del capo. Arrivo nei pressi della terza e ultima capanna, posta accanto al campo sportivo di Bosmenso Superiore, a pochi metri dalle case in pietra della piccola frazione, ma il sentiero ancora non è finito: le segnalazioni mi fanno proseguire su di una stradina sterrata che costeggia il Fosso di Bosmenso (Rio Nero) e che mi conduce in pochi minuti in vista di Bosmenso Inferiore e della sua chiesa, dedicata a San Giorgio, posta sul greto del torrente, dove è indicato il termine del percorso (o l'inizio, per chi lo percorre in direzione opposta).

Vista l'elevata presenza di fango, neve e ghiaccio lungo il sentiero, per il ritorno ho optato per raggiungere Varzi attraverso la strada asfaltata, risparmiando così un po' di tempo e qualche chilometro. Ho così abbandonato Bosmenso e, percorso il lungo ponte sullo Staffora, ho raggiunto il piccolo paese di Carro dove ho usufruito di uno strano ponte-passerella coperto, quindi San Martino e, dopo che le numerose torri di Varzi si facevano via via sempre più vicine, ho fatto il mio ingresso in paese dall'alto, dalla strada provinciale che conduce al Passo del Brallo, per tornare all'auto parcheggiata prima del ponte.

Credo che questo itinerario unisca una varietà tale di paesaggi da poter essere considerato uno dei più caratteristici percorsi in valle Staffora: torrenti, grotte, calanchi e panorami immensi. Da ripetere nella bella stagione, magari con inclusa una bella e sostanziosa merenda alla capanna del grillo. Che ne pensate??

A un passo dalla vetta
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