PARTENZA: Bivio Camere Vecchie (mt. 771)

ARRIVO: Bric delle Camere (mt. 1018)

LUNGHEZZA DELL'ITINERARIO (A/R): circa 5 km

TEMPO DI PERCORRENZA (A/R): 2 ore

SEGNAVIA: bianco-rosso 200

 

Ci sono giornate in cui il tempo a disposizione non è molto e allora bisogna inventarsi, in un certo senso, itinerari brevi da concludere in poche ore: la salita da Camere Vecchie al Bric delle Camere è, forse, quello che in pochi chilometri regala i panorami più belli. 

A Camere Vecchie fumano i camini in una gelida giornata di fine dicembre, ma un bel sole fa venire voglia di stare all'aperto. I paesani mi guardano storto mentre passo tra le case con la macchina per raggiungere la partenza dell'itinerario, ma non si preoccupano più di tanto della mia presenza. L'avranno capito che voglio solo farmi due passi.

Parcheggio dove un cartello di quelli bianco-rossi segnala "Bivio Camere Vecchie", a 771 metri, e mi incammino sulla carrareccia che solo nelle prime decine di metri è in buone condizioni. Pochi passi e inizia uno strato di ghiaccio che la ricopre quasi interamente, lasciandomi - fortunatamente - la possibilità di camminare alle due estremità laterali, in modo da non scivolare ad ogni singolo passo.

Peccato, perché camminare è un piacere e camminare così - col terrore di cadere da un momento all'altro - non è proprio il massimo.

Gli ampi panorami spaziano su entrambe le direzioni: la val Sisola a sinistra e la valle del Bovegna a destra, distesa ai piedi del Bric Castellazzo, che con la sua forma arcigna conferisce un aspetto caratteristico a tutto il paesaggio.

La carrareccia ben presto si fa mulattiera e si ricopre di uno spesso strato di brina nel momento in cui ci si addentra tra gli alberi di castagno, con i rami spezzati dal gelo a costellare il percorso.

Prendo a salire, fino ad uscire dal bosco in uno splendido punto panoramico sulla vallata di Mongiardino, poi dopo un breve tratto di sentierino di cresta eccomi in una selletta con vista sulla vallata opposta, con l'inconfondibile forma del Bric Castellazzo che, da qui, si può ammirare in tutta la sua bellezza. Là in fondo, il Monviso.

Scendo e salgo, il tutto in pochi minuti, fino a sbucare, quasi improvvisamente, sulla cima del Bric delle Camere, sempre molto suggestiva. Ogni volta che ci arrivo è sempre emozionante, perché il panorama è davvero impagabile: uno dei più selvaggi dell'intero appennino. Se non si vedessero le case di Caprieto, si direbbe che qui, l'uomo, non è riuscito ad arrivare a vivere: in effetti è un po' così, e lo stanno a testimoniare il borgo abbandonato di Cassissa e quello quasi permanentemente disabitato di Cascine Busti.

La vetta del Monte Cravì nasconde alle sue spalle il Castello della Pietra e, più in lontananza, il mare con i due Forti di Genova di cui si riconosce il profilo. La chiesetta del Reale quasi nasconde quella sulla cima del Tobbio, alle sue spalle, preceduta solo dalla cappella del Monte Alpe, mentre sul lato opposto il colle di San Fermo precede la vetta appuntita dell'Antola.

La strada è breve, la vista ampia. Sono appena partito e sono già arrivato, e già è ora di tornare a Camere Vecchie, dove troverò ad aspettarmi solo un branco di caprioli non distante dalla macchina. Rimango a spiarli per qualche istante, scattando loro qualche foto, prima che avvertano la mia presenza dandosi alla fuga.

Il cammino è stato breve, ma con lo sguardo e l'immaginazione, anche oggi, di strada ne ho percorsa parecchia......