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LA CAPPELLA DELLA COSTA E IL TEMPIETTO DI SAN GIOVANNI

Sul confine tra Piemonte e Lombardia

PARTENZA E ARRIVO: Selvapiana (mt. 770)

PASSAGGI INTERMEDI: Cappella della costa, Tempio della Fraternità, Cella di Varzi, Braia di Cella, Tempietto di S.Giovanni

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco più di 8 km (anello completo)

TEMPO DI PERCORRENZA: 2 h. 30 min. circa (anello completo)

SEGNAVIA: nessuno

 

E' un po' che non parliamo di paesi e luoghi abbandonati, grosso modo da quando ho deciso di dare la precedenza agli itinerari escursionistici e alle ciaspolate sui nostri sentieri. Ma ogni tanto, questi luoghi fantasma ritornano e camminando per l'appennino, si finisce per andare a sbatterci incontro. Un po' come accaduto per questo itinerario, che va a toccare luoghi dei quali molti mi avevano già parlato ma che, nonostante fossero a due passi da casa, mai avevo avuto occasione di visitare.

Selvapiana è una frazione del Comune di Fabbrica Curone, nella valle del torrente Curone, raggiungibile attraverso la deviazione, verso sinistra, poco oltre il capoluogo comunale. Raggiunto il borgo, lo si attraversa sulla strada provinciale che lo taglia a metà e poco oltre il ristorante, oltrepassata una curva, si seguono le indicazioni verso sinistra per la "fontanella", ove è possibile parcheggiare l'auto.

Dalla fontanella partono due sentieri, entrambi non segnalati: seguiamo quello di sinistra, che sale leggermente per poi proseguire in piano, con belle viste su Selvapiana. Ignoriamo una deviazione verso destra, mantenendoci sul sentiero principale, e attraverso alcuni saliscendi, sul sentiero che taglia alcuni ampi prati, ci portiamo esattamente di fronte al paese. Quando il sentiero prende nuovamente a salire, intravediamo in lontananza una costruzione in parte nascosta dai rovi.

In breve la raggiungiamo ed eccoci giunti, dopo appena 600 metri dalla partenza, alla Cappella della costa, un piccolo oratorio situato sul confine tra Piemonte e Lombardia. Ci avviciniamo: si intuisce chiaramente che le origini dell'oratorio sono più antiche (pare sia un ex-voto costruito di ritorno dalla guerra, infatti campeggia sulla facciata la data 1948) rispetto alla piccola tettoia che è stata costruita davanti che tuttavia ne ha seguito le sorti. Le iniziali MDG sopra all'ingresso ci lasciano pensare che potrebbe essere intitolata alla Madonna della Guardia. 

Un rudimentale cancello la circonda, lo scavalchiamo facendoci largo tra le erbacce e avvicinandoci per scattare qualche foto dall'ingresso, accanto al quale campeggiano due sottili finestrelle protette dalle grate, quindi entriamo per curiosare un po'. 

Rimane molto poco di questa cappella, ormai il grosso è crollato e una distesa di tegole e pietre si trova sul pavimento. Di fronte a noi, l'altare sommerso di erbacce, che però resiste ancora in piedi, alle spalle del quale si scorgono ancora alcune pitture azzurre sulle pareti interne dell'abside. E' un peccato che questo oratorio sia stato lasciato cadere in questo stato di abbandono, anche perché è raggiungibile molto facilmente. Fotografo alcuni particolari, come la piccola croce che sormonta l'oratorio e che il crollo del tetto rende ora visibile anche dall'interno, i fregi dei capitelli, le grosse crepe che attraversano i muri, quindi ci allontaniamo, per proseguire il nostro cammino. Ci portiamo all'esterno, sul retro dell'oratorio, tagliato in due verticalmente da una imponente crepa.

Tornati sul sentiero principale ed evitata una deviazione verso destra, proseguiamo costeggiando un ampio prato ed entrando ora in territorio lombardo, con il sentiero che, dopo un tratto pianeggiante, prende a scendere in maniera sempre più decisa conducendo, dopo poco, in vista del caratteristico campanile del Tempio della Fraternità e delle case della frazione di Cella di Varzi, che raggiungiamo dopo aver costeggiato il cimitero del paese.

Il Tempio della Fraternità, voluto dall'allora parroco don Adamo, raccoglie numerosi cimeli della Seconda Guerra Mondiale e merita sicuramente una visita, se non altro come "monito" verso le barbarie e la distruzione che accompagnano un conflitto. Attraversato il piccolo parco del Tempio, camminando tra missili e carriarmati, scendiamo tra le case di Cella di Varzl,ci infiliamo in mezzo al paese prendendo la deviazione verso sinistra, che lo taglia alle spalle conducendo nei pressi di una cappelletta votiva che si trova all'ingresso del paese dal lato della val Curone. Raggiunto l'asfalto, lo continuiamo a percorrere, seguendo le indicazioni stradali per Varzi, attraversando le poche case dominate, dall'alto, dai ruderi del Castello Malaspina (secolo XIII), visitabile con una breve deviazione. L'asfalto inizia ora a scendere, attraversando una caratteristica zona di calanchi e montagne argillose e raggiunge il fondovalle nei pressi del bivio per Braia di Cella. 

Attraversato il ponticello sul torrente Lella, una stretta stradina asfaltata sale ripidamente fino alle poche case di Braia, in una valletta laterale e, raggiunto il termine dell'asfalto, ci infiliamo in una traccia di sentiero, non segnalata, che attraverso numerosi tornanti in salita, ci conduce alla vista del cimitero della frazione di Castellaro.

Castellaro sarebbe stato raggiungibile sull'asfalto da Cella, in pochi minuti, ma in realtà abbiamo scelto questo giro perché - oltre ad attraversare una zona per me nuova e sconosciuta - ci avrebbe condotto ad un altro luogo ormai in stato di semi abbandono. Accanto al cimitero si trova infatti il Tempietto di San Giovanni, forse risalente ad epoca romanica e costruito in pietra arenaria. Apro a fatica il portone e una nuvola di polvere mi avvolge. La lascio dissolvere e mi ritrovo davanti a una costruzione sicuramente particolare, al cui interno sono ancora visibili alcuni affreschi, ma che ora è utilizzata più probabilmente come deposito di sedie e sdraio, vista la quantità che se ne può vedere. Scatto qualche foto e richiudo la porta, anche questo era un luogo di cui non conoscevo l'esistenza e che oggi ho potuto scoprire.

Ritorniamo sull'asfalto, le case di Castellaro sono a breve distanza ma non le raggiungeremo. Ci dirigiamo verso Cella sulla strada provinciale, e, da qui, torneremo al Tempio della Fraternità per poi raggiungere Selvapiana sullo stesso sentiero dell'andata. Un'escursione breve e diversa, alla scoperta di luoghi semi abbandonati a due passi da casa.

 

A un passo dalla vetta
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