LA PANORAMICA
Un piacevole anello sui sentieri di Brallo di Pregola
PARTENZA E ARRIVO: Passo del Brallo (mt. 951)
TAPPE INTERMEDIE: Passo dei Ramari, Colleri (mt.899), Feligara (mt.926)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO (A/R): circa 12 km
TEMPO DI PERCORRENZA (A/R): circa 3 ore
SEGNAVIA: bianco-rosso "Panoramica"
La panoramica è uno dei tanti sentieri realizzati al Passo del Brallo con il contributo dell'associazione "La pietra verde": non mi sembrava trattarsi di un itinerario particolarmente lungo e difficile, tanto che l'ho scelto per una camminata in una giornata in cui volevo rientrare piuttosto presto. Forse però non ho fatto bene i conti, perché invece l'escursione si è rivelata comunque piuttosto lunga, seppur non eccessivamente impegnativa.
Partenza dal valico del Brallo, dove arrivo in un sabato mattina di inizio autunno e parcheggio a bordo strada, non distante dalla rotonda che si trova al centro della frazione di Brallo di Pregola. La raggiungo in pochi minuti dopo essermi messo zaino e scarponi ed è proprio qui che si trova un grande pannello con l'indicazione di numerosi sentieri: lo scorro con lo sguardo in cerca del mio itinerario e quando lo trovo capisco che devo seguire la strada che dalla rotonda sale sulla sinistra.
Salgo sull'asfalto, camminando in direzione della chiesa e seguendo le segnalazioni bianche e rosse pitturate sui muri in pietra delle case; superata la chiesa, la strada spiana leggermente, conducendo in vista di un bivio, dove si incontrano nuove segnalazioni, tra cui quelle per la panoramica, che impongono di mantenere la destra. Se seguite i miei itinerari, vi sarete accorti che in questo primo tratto, il sentiero è lo stesso del Passo del Condottiero, raccontato qui proprio poche settimane fa.
La strada, sempre asfaltata, si fa improvvisamente più stretta e dopo una prima ripida salita - dove si lascia sulla destra il bivio per un altro sentiero, denominato "la pinetina" - un'altro ripido tratto preannuncia l'arrivo in un punto in cui spiana, prendendo a correre in mezzo ad una fitta pineta tagliandola quasi a metà. Superate alcune cataste di legna sul lato della strada, si incontra un bivio al quale occorre tenere la destra e, poco dopo, se ne incontra un altro al quale occorre nuovamente tenere la destra (a sinistra la strada prosegue verso il Rifugio La Faggeta) seguendo le indicazioni per Dezza.
Qui la strada curva verso destra, cambiando improvvisamente direzione e si incontrano, sui tronchi degli alberi, le prime segnalazioni bianche e rosse del sentiero numero 160, il Sentiero Medioevale Bobbio-Monte Penice. Dopo un ulteriore tratto all'interno del bosco, finalmente la strada, sempre più stretta, esce allo scoperto regalando le prime piacevoli viste, in lontananza, della sagoma del Monte Alfeo e, poco distante, del Monte Lesima.
Superato un centro sportivo con campo da calcio, si giunge in prossimità di un bivio: a sinistra la strada conduce a Dezza mentre, sulla destra, si trovano le indicazioni del sentiero La panoramica. Finalmente termina l'asfalto e inizia un tratto sterrato, che avanza in piano in mezzo ad una folta vegetazione, fino a condurre ad un ennesimo bivio, alla località meglio nota come Passo dei Ramari: a sinistra il sentiero 160 conduce verso la località Mogliazze e verso Bobbio, mentre io continuo sulla destra in direzione di Colleri, ben segnalato a 45 minuti di cammino da un ampio cartello in legno. Il sentiero ritorna all'interno di una pineta, dove incontro anche il primo, immancabile, fango di giornata e, poco dopo, ne fa uscita regalando piacevoli viste su Brallo di Pregola, sull'Alfeo e sul lungo crinale che da Cima Colletta conduce al Lesima. Dopo un tratto piuttosto lungo in cui i tratti coperti e quelli scoperti si alternano, il sentiero si sposta sul lato opposto della montagna, mostrando i primi scorci del corso del Trebbia, sul fondovalle, nonché un bel paesino con tante case in pietra che potrebbe essere San Cristoforo.
Dopo questo piccolo scorcio dell'altra parte di vallata, la carrareccia, sempre pianeggiante, torna sul lato della valle dell'Avagnone e iniziano a delinearsi in maniera sempre più chiara i paesaggi di fronte ai miei occhi: a mano a mano che procedo, recupero l'orientamento. Ecco il Penice, che ora sbuca tra la vegetazione alla mia destra, ma anche Brallo di Pregola, Someglio, Corbesassi e Ponti. Abbandono il sentiero per entrare in un ampio prato da cui si gode di una splendida vista sulla parte alta della vallata e scattare qualche immagine: finalmente, anche perché fino ad ora, il sentiero era stato avaro di emozioni, quantomeno panoramiche.
Ancora qualche centinaio di metri ed ecco sbucare i tetti ed il campanile di Colleri, proprio sotto di me: il sentiero passa di lì, quindi presumo che, presto o tardi, dovrei iniziare a scendere. Non ancora però, perché il sentiero continua a correre pianeggiante in direzione non certo di Colleri, facendosi intanto più largo e tornando nuovamente in mezzo alla pineta.
Per fortuna, ad un certo punto, una secca svolta si impone e il sentiero prende a scendere alla volta di Colleri: la discesa, piuttosto ripida in alcuni tratti, permette ancora di scorgere qualche bel panorama dell'Alfeo e del Lesima, di Ponti e Corbesassi, per infilarsi a tratti all'interno del bosco, fino a giungere, nuovamente, in vista dell'asfalto e, poco dopo, curvare decisamente verso destra, in direzione di Brallo di Pregola, che ora vedo dritto davanti a me, accanto alla frazione di Bocco, ai piedi di Cima Colletta sulla quale, nel frattempo, è scesa la nebbia.
Camminando, posso anche vedere il lungo versante di montagna che ho dovuto percorrere per giungere fino qui e immediatamente capisco che, se non è stata corta arrivare a Colleri, non lo sarà nemmeno il ritorno, seppure questo pezzo di strada l'abbia già percorso nella disgraziata giornata in cui raggiunsi dal Brallo il borgo fantasma di Rovaiolo Vecchio.
Ecco intanto, sotto di me, i tetti delle case di Colleri, con il bel campanile in pietra che sbuca davanti allo sfondo della catena del Lesima, invasa ora dalle nubi: mi scatto una foto con le case sullo sfondo, poi continuo a scendere, giungendo in breve in mezzo alle case e sbucando quasi subito sulla strada asfaltata che risale verso il Brallo, all'incirca in prossimità del bivio che scende a Collistano.
Da qui, riprendo a salire sull'asfalto alla volta della successiva frazione, Feligara, ma prima che possa arrivare tra le case, all'incirca in prossimità del cimitero di Colleri, noto una deviazione del sentiero, che abbandona la strada principale per scendere sulla sinistra seguendo le indicazioni per il campo sportivo. Mi mantengo ancora sull'asfalto, ma su di una stradina molto piccola, per poi abbandonarla improvvisamente a favore di un poco evidente sentiero sulla destra, che fatico a riconoscere (infatti dal gps risulta che prima di prendere la strada giusta, sono finito dritto al centro sportivo...). Le segnalazioni bianche e rosse riprendono, dopo poco, sul tronco degli alberi e il sentiero corre con brevi saliscendi in direzione di Feligara, mantenendosi sotto alla strada provinciale, per poi svoltare a sinistra e scendere bruscamente per poche decine di metri, fino a giungere in un punto panoramico da cui si possono godere belle viste sulle montagne rocciose, in parte ricoperte di conifere, di questo tratto di valle: non l'avrei mai detto, ma il panorama, da qui, è veramente suggestivo, con l'Alfeo e il Lesima in lontananza ricoperti dalle nubi basse.
Ritorno sul sentiero, che riprende a correre verso destra, giungendo in breve in vista delle case di Feligara, che raggiungo in pochi minuti, facendo ingresso in paese da un sentierino che conduce davanti ad una bella fontana, la Fonte l'Arbio, ristrutturata nel 2005.
Un sorso d'acqua, poi mi volto e mi rendo conto che, da qui, si gode di una vista ottima sul campanile della chiesa abbandonata di Collistano, di cui ho parlato nel mio libro "I villaggi di pietra". Ne scatto qualche foto, concentrandomi in particolare sul campanile senza le campane, trasferite nella chiesa di Colleri che prima ho avuto modo di fotografare.
Nel borgo di Feligara, prendo la strada che aggira le case, passando davanti a un pollaio e ad alcuni anziani signori seduti in cortile, giusto per fare in tempo a vedere che anche Feligara ha un piccolo oratorio a fondo paese, come mi ricorda il campanile che vedo spuntare oltre una cascina. Le case della borgata bassa sono vecchie, in pietra, mentre più ci si avvicina alla provinciale su di una ripida salita, più le case si fanno ristrutturate e in buono stato. Le segnalazioni bianche e rosse, a tratti marchiate anche con il segnavia 156, mi conducono sulla strada provinciale che prima avevo abbandonato e che ora seguirò fino a Brallo di Pregola, termine del mio anello, da cui mi separano solo pochi chilometri.
Immancabile, come in ogni escursione (mia) che si rispetti, arriva anche la pioggia. Sembrava lontana, eppure in un attimo è arrivata sulla mia testa e mi accompagna per l'ultimo chilometro dell'escursione, facendo a malapena in tempo a bagnare l'asfalto, ma di fatto rompendomi le scatole. Poco male, per fortuna riesco ad arrivare alla macchina prima che l'intensità aumenti.
Mi ha stancato l'ultimo tratto di asfalto, anche se la deviazione sotto la provinciale alla volta di Feligara ha regalato un po' di imprevedibilità al percorso. Detto questo, l'itinerario è sicuramente interessante, anche se piuttosto povero di panorami per la prima metà del percorso, nonostante si chiami "la panoramica". Lo rifarei? Credo proprio di sì: è stato comunque piacevole vedere la valle dell'Avagnone, per una volta, da una prospettiva un po ' diversa!