"LA RIPIDA", DA BRUGGI AL MONTE CHIAPPO
Sul sentiero 116, che tra rampe e rampette conduce alla selletta tra Chiappo e Prenardo
PARTENZA: Bruggi (mt. 1023)
ARRIVO: Monte Chiappo (mt. 1700)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: oltre 11 km (percorso ad anello)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3 ore
SEGNAVIA: bianco-rosso 116; bianco-rosso 200
Il Monte Chiappo è raggiungibile da diversi luoghi di partenza, ma una delle salite – se così vogliamo chiamarle – “imperdibili” è quella da Bruggi, il paese posto ai piedi della montagna, in alta Val Curone. Marchiato con il numero 116, il sentiero detto anche “la ripida” permette di salire da Bruggi al Monte Chiappo con un percorso piuttosto faticoso ma anche piuttosto breve, come del resto preannuncia il nome.
Arrivo a Bruggi a metà mattinata, oggi non dovendo affrontare lunghe trasferte me la posso prendere comoda. Passo con la macchina davanti al cimitero e alla Chiesa di San Rocco, dove si trova la partenza del sentiero e svolto a destra in direzione dell’area attrezzata del vecchio mulino, dove parcheggio l’auto e mi preparo alla partenza. Un saluto veloce a un amico, poi accendo il gps e parto, salendo nei pressi della cappelletta con la Madonnina fino ad incontrare la più ampia sterrata (che, invece, imbocca fin dall’inizio chi parte nei pressi del cimitero), che passa sotto ad alcune abitazioni e sale parallelamente al corso del torrente Curone.
Pochi passi ed ecco le prime segnalazioni bianche e rosse sugli alberi, che continuo a seguire mantenendomi sulla sterrata, fino ad incontrare un bivio dove tengo la destra, come del resto mi indicano le segnalazioni con il numero 116 bianco-rosso, nei pressi del quale è posta una bacheca informativa del sentiero che sto percorrendo.
Dopo alcune centinaia di metri, eccomi nei pressi della fontana del Cisù, fino a qualche tempo fa posta in diversa posizione e ora ricostruita in pietra qui accanto al sentiero. Un sorso d’acqua fresca, poi attraverso il ponticello sul Curone portandomi sulla sponda opposta, dove inizio a risalire con ampi tornanti su di una carrareccia che si infila tra la fitta vegetazione, fino a condurre ad una cappella al cui interno si trova una croce in corda. Poco oltre la cappella, si incontrano le segnalazioni del sentiero che impongono una svolta a sinistra, facendo ingresso in una bella faggeta.
La salita nella faggeta si snoda accanto al corso del Curone e raggiunge in breve alcune vasche dell’acquedotto, in corrispondenza delle quali il sentiero dapprima spiana, per poi riprendere a salire piuttosto ripidamente, fino ad attraversare il corso del Rio del Lago.
Qui mi fermo a tirare un bel respiro, visto che sarà uno degli ultimi tratti pianeggianti dell’intero itinerario: ora si comincia a fare sul serio!
Iniziano subito le prime rampe all’interno del bosco di faggio, alcune così ripide da sembrare più faticose di quello che sono realmente. Ma mantenendo un passo costante, piano piano, si sale quasi senza rendersene conto. E’ che da questo bosco sembra davvero che non si esca mai!
Gli amanti dei bei panorami, un po’ storceranno il naso, anche se saranno poi ripagati ampiamente dal panorama di vetta.
Il sentiero, in alcuni punti, sembra salire tra due ali di pietre che quasi lo contornano, giungendo – finalmente! – al di fuori della faggeta in un punto in cui la vegetazione è così fitta che quasi si fa fatica a seguirlo. Una ripida salita sul terreno un po’ bagnato, poi si ritorna nel bosco ma – questa volta – solo per un breve tratto, quello che con rapidi zig-zag conduce nei pressi di un abbeveratoio, oltre il quale il sentiero sbuca nei prati che si trovano ai piedi dei Monti Chiappo e Prenardo.
Il versante roccioso del Monte Prenardo è proprio di fronte a me, ma del sentiero sembrano perdersi le tracce. Facendo un po’ di attenzione, ecco però che si notano i picchetti a terra (ora in parte sommersi dalle alte erbacce) che indicano la direzione da seguire.
Seguendoli, cammino così per un breve tratto in direzione del Monte Rotondo (verso Forotondo) per poi salire rapidamente di quota e raggiungere un sentierino più evidente, nei pressi del quale si trovano le segnalazioni con il numero 116, che taglia orizzontalmente il versante ai piedi delle cime del Chiappo e del Prenardo.
Da qui, finalmente, i primi splendidi panorami sulla val Curone, cominciando con Bruggi, adagiato a guardare dritto in faccia le montagne, fino alla bassa valle, con Fabbrica che si vede in lontananza in mezzo alla foschia. Tutto attorno, i maggiociondoli colorano il paesaggio (l’escursione è della scorsa primavera). Di fronte a me, la cima del Giarolo con le sue antenne.
Mentre sono intento a scattare una fotografia, uno strano verso, simile ad un cane che abbaia, tanto che nemmeno mi volto, pensando che ci sia qualcuno sul sentiero davanti a me. Invece con la coda dell’occhio vedo un capriolo che mi passa accanto come un fulmine, per poi scappare in lontananza ai piedi del Chiappo, verso una mandria di cavalli al pascolo: gli scatto alcune immagini mentre si allontana, avrei potuto fargli un primo piano stupendo…peccato!
Percorro interamente lo stretto sentierino marchiato con il numero 116, che cammina in direzione del Monte Prenardo fino ad arrivare ai piedi del suo versante roccioso, che a Bruggi chiamano “la rivàsa”. Mi volto, e vedo spuntare le antenne del Penice dietro al lungo crinale che collega il Chiappo al Bogleglio.
Da qui, in breve raggiungo l’intersezione del sentiero numero 116 con i sentieri 108 e 200, che provengono da Bocche di Crenna, diretti – rispettivamente – al Chiappo e a Capanne di Cosola. L’intersezione si trova esattamente nella selletta che si forma oltre la discesa dal Monte Prenardo e prima di imboccare la salita alla volta del Chiappo, circa a metà strada tra le due montagne.
Guardo la ripida salita alla vetta del Chiappo: per oggi non andrò la sopra, ci sono stato già tante volte che il panorama oramai lo conosco a memoria. Cercherò di concludere la camminata di oggi con un anello, raggiungendo Bocche di Crenna e, quindi, ridiscendendo la strada – in parte asfaltata e in parte sterrata – che conduce prima alle Stalle di Salogni e poi alla SP113, concedendomi, però, una piccola deviazione sul finale per recuperare un po’ di tempo.
C’è infatti una piccola scorciatoia, che origina da un prato poco prima dell’intersezione con la SP113, che permette di raggiungere molto velocemente – transitando nei pressi di una casa e di un cippo commemorativo – il ponte sul torrente Curone nei pressi della Chiesa di San Rocco, a Bruggi, risparmiando parecchia strada.
Un’altra bella idea per un’escursione ad anello per chi volesse arrivare in cima al Chiappo, una delle montagne simbolo delle nostre, splendide, valli, senza seguire gli itinerari più scontati.