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DA TANA D'ORSO ALL'ALPE DI PORALE

Escursione ad anello dal passo di Tana d'Orso al monte Alpe di Porale

PARTENZA: Passo di Tana d'Orso (mt. 758)

ARRIVO: Monte Alpe di Porale (mt. 834)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco meno di 5 km

TEMPO DI PERCORRENZA: oltre 2 ore

SEGNAVIA: rombo giallo vuoto

 

Qualche mese fa - era inverno, c'era ancora la neve... - mi ero avventurato in una escursione totalmente nuova dalle parti di Ronco Scrivia, quella che dalla località Villavecchia saliva in direzione dell'Alpe di Porale, una caratteristica montagna con una cappella in cima nei pressi dello spartiacque tra le valli Scrivia e Lemme.

A causa della neve sul sentiero, però, il tempo di percorrenza dell'itinerario si era allungato di parecchio e considerando il buio che in quella stagione arriva a metà pomeriggio, avevo dovuto rinunciare a raggiungere la mia mèta, optando per fermarmi al Passo di Tana d'Orso. Ma le escursioni non si lasciano a metà, così prima o poi dovevo completarla, questo era certo.

E' arrivata nel frattempo la primavera, e pure inoltrata, quando verso metà mattina arriviamo al Passo di Tana d'Orso: lo raggiungiamo da Ronco Scrivia, prendendo il bivio a destra in direzione di Porale e Cipollina, sulla strada che, nel frattempo è stata risistemata dalla frana che l'aveva interrotta durante l'inverno. Ci sono già tante auto parcheggiate nei pressi del piccolo rifugio in legno e molti ragazzi hanno approfittato della giornata di sole per venire a grigliare fin quassù. Parcheggiamo l'auto e mentre ci prepariamo, notiamo dipinto sul lato della cappella posta al valico il segnavia rombo giallo vuoto che dovremo seguire per raggiungere l'Alpe di Porale.

Lasciamo passare alcune moto e quad che arrivano dal sentiero, quindi lo imbocchiamo, consapevoli che oggi la camminata sarà tutto tranne che lunga e impegnativa: d'altra parte, è solo l'ultimo tratto mancante per completare il percorso dello scorso inverno. Imbocchiamo una sterrata che si diparte alle spalle della cappelletta, che procede in falsopiano nei primi metri regalando piacevoli viste sul vallone di Creverina e, alle nostre spalle, sulla cima del Bric del Fuoco che abbiamo raggiunto in occasione della precedente escursione.

Numerosi saliscendi accompagnano il nostro percorso, che si snoda all'interno di un bosco misto su di una carrareccia costellata di pozzanghere, fino a raggiungere un punto in cui la sterrata costeggia una recinzione, al di là della quale si trova una piccola baracca che sembra quella dei cacciatori. Ci manteniamo sulla sterrata, ignorando la traccia di sentiero che si vede al di là della recinzione e proseguiamo fino ad attraversare una zona sgombra dagli alberi, che regala viste sulla valle di Creverina. Incontriamo un bivio, al quale non diamo troppa importanza, sbagliando completamente strada: infatti, da questo punto in poi scompaiono le segnalazioni con il rombo giallo vuoto, sostituite da una croce gialla e dalle segnalazioni bianco-rosse dell'itinerario europeo a lunga percorrenza E1 e dopo poco riusciamo a intravedere tra gli alberi la cappella di cima del Porale, rendendoci conto che questo sentiero ci sta conducendo in direzione sbagliata.

Torniamo sui nostri passi fino al bivio che avevamo ignorato e lo seguiamo, incontrando dopo un attimo le prime segnalazioni rombo giallo che ci rassicurano sulla direzione da intraprendere. Il sentiero rimane inizialmente all'interno del bosco, per poi uscirne e regalare una bella vista della imponente piramide del Monte Alpe, ora proprio di fronte a noi. La sterrata costeggia una recinzione, tagliando il versante interno del Monte Porale (835 mt.), piegando leggermente verso sinistra, fino a raggiungere il crinale ai piedi della salita all'Alpe, tra ampi pascoli e su di un fondo costellato da grandi rocce, con la vista che ora si apre verso la valle che sovrasta Ronco, in direzione del confine tra Piemonte e Liguria.

Da qui, prendiamo a seguire il sentierino che si inerpica alla volta della vetta. Ripido, ma breve e, soprattutto, estremamente panoramico con la vista che si allarga ad ogni passo: ci voltiamo alle spalle per vedere comparire Ronco, disteso ai piedi del Monte Reale di cui riusciamo a vedere il Rifugio che ne occupa la cima. Il panorama si estende fino alle Rocche del Reopasso e, alle spalle, alle montagne della val Borbera e della val Curone, purtroppo nascoste da un po' di foschia. Ai nostri piedi, il paese di Banchetta, proprio sotto allo strapiombante versante pietroso della montagna. Quando ci avviciniamo alla cima, ecco comparire uno scorcio di Busalla e del lago della Busalletta. che si insinua tra le montagne.

La cappella di cima del Monte Alpe ormai è a un passo e in breve la raggiungiamo: come uno spuntone che compare dal nulla, la montagna è isolata e permette di vedere perfettamente tutte quelle circostanti, a partire dal Tobbio che sembra veramente ad un passo, poco oltre la conca che ospita Voltaggio, da qui tuttavia non visibile. Sotto di noi, i cantieri del tanto discusso Terzo Valico dei Giovi, alle loro spalle le antenne del Monte Leco. Pare anche intravedersi un sentiero che scende in direzione della val Lemme, credo arrivi dalle parti di Voltaggio, in direzione Fraconalto.

La cappella, intitolata a N.S. Ausiliatrice e sormontata da una croce, è stata eretta nel 1909 e una lapide ricorda il centenario della sua costruzione. Una breve sessione fotografica, con tanto di zoom sulle principali montagne visibili da questa cima - primo fra tutti, il Giarolo - poi ci sediamo per mangiare qualcosa anche se la quantità di insetti che c'è qui sopra è davvero fastidiosa. 

Fortuna che mentre noi mangiamo, la foschia piano piano comincia a ritirarsi e quando ci alziamo in piedi per avviarci sulla strada del ritorno, ecco che possiamo godere di una vista indubbiamente migliore. Allora vale la pena di perdere altri dieci minuti a scattare foto, ora che l'aria si è ripulita e tutto si può ammirare sotto a una veste diversa: perfino il Giarolo e le nostre montagne si vedono meglio. L'Alpe di Porale è comunque una montagna abbastanza frequentata perché di gente ne passa parecchia nell'oretta di nostra permanenza in vetta. Non siamo per niente stanchi, la camminata di oggi è stata breve, ma è già ora di scendere: tuttavia, ci riproponiamo di valutare la possibilità di fare un sentiero diverso per tornare al passo di Tana d'Orso, per rendere un po' più interessante l'escursione.

Così, una volta ridiscesi nella grande piana ai piedi della cima dell'Alpe, anziché seguire il sentiero dell'andata, prendiamo quello che sale verso la cima del vicino Monte Porale, che sovrasta l'omonimo paese. Scelta azzeccata, perché da qui la vista è proprio piacevole e anche la visione del Monte Alpe ne trae beneficio, con il Tobbio e il Leco alle spalle tanto da sembrare a un tiro di schioppo.

Il sentiero non è segnalato, ma è evidentissimo. Così, una volta arrivati esattamente di fronte al Monte Alpe, percorriamo la dorsale erbosa che ci conduce in uno splendido punto panoramico sulle case di Porale e Cipollina, ai piedi del Monte Refin e del Bric del Fuoco. Alle loro spalle, Ronco Scrivia dominato dalla inconfondibile sagoma del Reale. 

Oltrepassiamo una strapiombante parete rocciosa per poi dirigerci, tra le fioriture di ginestre, sempre rimanendo sul crinale, in direzione di una pineta, mentre la cima dell'Alpe si fa sempre più distante e la cappella sempre più piccola.

Raggiunta la pineta, costeggiamo una recinzione in discesa via via sempre più ripida, su una traccia di sentiero che si fa sempre più piccola ma comunque ben visibile, con una vista che ora abbraccia gran parte della valle Scrivia fino a Busalla. Ci godiamo il sole pomeridiano in questa piacevole discesa, che ci conduce dritti dritti nei pressi della casetta dei cacciatori che avevamo visto all'andata: da qui, arrivare a Tana d'Orso è davvero un passo breve, perché intravediamo già la cappelletta e la statua dell'aquila che contraddistinguono il valico. Anzi, a dirla tutta, stare con il naso in su ci costa qualche pericolo, perché non ci accorgiamo di una bella vipera che si gode il caldo sul sentiero e per poco non la calpestiamo. Scappa in tutta fretta e noi tiriamo un sospiro di sollievo....

I ragazzi della grigliata stanno giocando a pallone in mezzo alla strada, quando arriviamo al passo di Tana d'Orso. Scatto qualche foto all'aquila, che guarda dritta verso la sua gemella del Reale, poi raggiungo la macchina sotto a un caldo asfissiante. Il Monte Alpe mancava all'appello, ma abbiamo rimediato anche a questa mancanza!

 

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A un passo dalla vetta
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