L'ANELLO DEI LAGHI DEL GORZENTE
Escursione ad anello sui sentieri del Parco Capanne di Marcarolo
PARTENZA E ARRIVO: Prou René (mt. 825)
TAPPE INTERMEDIE: Giogo di Paravanico (mt. 780); Passo di Prato Leone (mt. 780); Fontana dei Segaggin (mt. 852); Bric Lagolungo (mt. 916); Sacrario Martiri di Passo Mezzano (mt. 800); Casa del Guardiano (mt. 685); Rio Lischeo (mt. 685); Pietra del Grano (mt. 740)
LUNGHEZZA ITINERARIO: 12,3 km (intero anello)
TEMPO DI PERCORRENZA: 4 h 30 min. (intero anello)
SEGNAVIA: SN, a tratti sovrapposto ad AV
Anche l'anello dei laghi del Gorzente, prima o poi, s'aveva da fare. La cosa più difficile, paradossalmente, è stata trovare Prou René, partenza del percorso, che non so per quale motivo credevo erroneamente essere da tutt'altra parte: così, tra uno spostamento e l'altro, abbiamo perso qualche decina di minuti che magari ci avrebbe potuto fare comodo, finché - finalmente - abbiamo trovato questa benedetta partenza.
Prou René si trova poche curve oltre la Colla di Praglia, in direzione Pontedecimo ed è riconoscibile per la presenza di un piccolo slargo a bordo strada e di una bacheca informativa sul percorso. Alla partenza, abbiamo le idee piuttosto chiare sulla direzione da seguire: faremo l'anello in senso contrario rispetto a quello normalmente descritto e riportato sulle segnalazioni. Ho avuto modo di leggere alcuni racconti di altri escursionisti che consigliavano questo senso di marcia e, a bocce ferme, devo dire che lo facevano a ragion veduta. Anzi, secondo me, dovrebbero girare tutti i cartelli e renderla la direzione di marcia "ufficiale".
Ci incamminiamo su una comoda sterrata che avanza pianeggiante nel bosco, verso destra in direzione di Prato del Gatto, oltrepassando una sbarra che chiude l'accesso alle auto, mentre un asinello, rinchiuso in un recinto, viene a prendersi qualche carezza. Il sentiero è ben segnalato (AV/E1) e dopo poco incontra un primo bivio, dove seguiamo le indicazioni salendo su una stretta traccia verso destra, che si sovrappone per un breve tratto al percorso conosciuto come "anello delle 7 neviere".
Mantenendoci sull'Alta Via, saliamo leggermente con bei panorami sulla val Polcevera fino a giungere in corrispondenza di una breve deviazione (50 mt.) attraverso la quale è possibile ammirare il Termine della Tavola di Polcevera, documento simbolo del passato ligure. La percorriamo, scattiamo qualche foto e torniamo sul sentiero, che ora scende in direzione est tra i pini, conducendo in breve al Giogo di Paravanico (mt. 780), dove incontra la sterrata dei laghi: abbandoniamo l'Alta Via, che segue la sterrata, per attraversarla e proseguire sulla sua destra con una sottile traccia panoramica sul Santuario della Madonna della Guardia, segnalata con segnavia bianco-rossi.
Il sentiero, sicuramente più vario della monotona sterrata, aggira sul lato orientale il Bric Roncasci (mt. 841), offrendo belle viste su Cravasco e sulla val Polcevera fino in direzione del Monte Leco e del Passo della Bocchetta: continui saliscendi su un bel sentiero contornato dalle rocce conducono in circa mezz'ora nei pressi di un cancello in legno, dove si incontra nuovamente la sterrata., e con essa le segnalazioni AV/E1. Si tratta del luogo noto come Passo Prato Leone (mt. 780), nei pressi del quale sorge una cappella votiva e dove si incontra una bacheca informativa sull'itinerario a lunga percorrenza Pietralavezzara-Cascina I Foi.
Senza seguire la sterrata, ci si mantiene sulla destra della cappelletta e seguendo le segnalazioni dell'Alta Via si sale su una stretta traccia tra esemplari di pino nero e cespugli di erica arborea. Un bivio ci si para davanti: ignoriamo la traccia alta, diretta all'Osservatorio Naturalistico del CAI di Bolzaneto e seguiamo la traccia bassa, che con i suoi numerosi ometti conduce, in breve, alla Fontana dei Segaggin (mt. 852). Il sentiero continua a salire con numerosi tornanti e, alle spalle, la vista è ampia in direzione del Monte Figogna, oggi in parte oscurato dalla foschia. Raggiunta la linea di crinale, ci ricongiungiamo con il sentiero proveniente dall'Osservatorio e oltrepassata una recinzione, la traccia piega sul versante nord-occidentale del Bric di Guana, regalando le prime, splendide viste, sul Lago Lungo, che non possiamo evitare di fermarci a fotografare.
Il sentiero avanza pianeggiante con belle viste sul vicino Bric Lagolungo (o Bric Nasciu), quindi raggiunge un bivio, al quale occorre abbandonare le segnalazioni dell'Alta Via, che proseguono sulla destra in direzione del Passo della Bocchetta, mantenendosi sulla traccia di sinistra, segnalata con il segnavia SN (Sentiero Naturalistico) che avanza in piano con belle viste sul lago, sul Monte Moro e su Costa Lavezzara, oltre che sul Monte delle Figne.
Procedendo a mezza costa, ci gustiamo scorci imperdibili sul Lago Lungo, solo in parte rovinati dalla eccessiva foschia e a mano a mano che avanziamo, la vista si apre in direzione del Monte Poggio. Su comodo sentiero, raggiungiamo una sella erbosa, denominata Piano della Benna, splendidamente panoramica sui monti Taccone e Figne, dove ad attenderci troviamo una mandria di vacche al pascolo. Seguiamo le segnalazioni che attraversano in salita una radura, quindi la costeggiano conducendoci nuovamente nel bel mezzo di una mandria al pascolo, e infine percorrono un tratto di crinale permettendoci di raggiungere la sommità del Bric Lagolungo (mt. 916), un vero e proprio terrazzo panoramico sui laghi.
Appoggiamo gli zaini sulla panchina, scambiamo due parole con alcuni signori che incrociamo sulla vetta e ci mettiamo a scattare foto: lo spettacolo è notevole e due dei tre laghi del Gorzente sono ai nostri piedi, il Lago Lungo e il Lago Bruno, che però è quasi completamente asciutto. Non vediamo il Lago Badana, che è racchiuso poco più in là tra le montagne, in direzione di Costa Lavezzara, mentre il Tobbio spunticchia in lontananza, oltre il grigio della foschia.
Dopo un breve intermezzo fotografico, ne approfittiamo per mangiare qualcosa visto che se non siamo a metà percorso, poco ci manca, raggiunti in breve dall'ennesima mandria di mucche che si avvicina attratta dal profumo dei nostri panini. Scattiamo una foto anche con loro, poi una insieme e ci rimettiamo in cammino, proprio mentre la foschia si fa più fitta, nascondendo alla vista la parte più lontana del paesaggio.
Ci buttiamo a capofitto sulla traccia, che scende sul versante settentrionale del Bric Nasciu, guardando dritta in faccia il Monte delle Figne e il Taccone: scendiamo su un sentierino ripido ed impervio in direzione di un selvaggio vallone, incontrando lungo il percorso il Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano (mt. 800), dove il 6 apile 1944 furono fucilati alcuni partigiani. In breve, continuando a scendere, raggiungiamo un tratto pianeggiante dove il sentiero devia con decisione verso ovest e, dopo una leggera discesa, raggiunge un tornante panoramico sul Lago Bruno. Proseguiamo in discesa, poi alcuni saliscendi anticipano l'ingresso in una radura, dove la traccia si fa più ripida e dopo i primi scorci sui laghi conduce alla Casa del Guardiano (mt. 685), dove si incontrano numerose segnalazioni, tra cui quelle per il Monte Tobbio e la Cascina Carrosina.
Dopo una breve deviazione fino nei pressi della diga del Lago Lungo, dove ne approfittiamo per scattare qualche foto, torniamo sui nostri passi e riprendiamo il sentiero (SN) che transita nei pressi del piccolo oratorio antistante la Casa del Guardiano per scendere su cemento in direzione del Lago Bruno. Anziché costeggiarlo per intero, con un secco tornante verso sinistra raggiungiamo un ponte su cui lo attraversiamo, con belle viste sul Tobbio.
Raggiunta la sponda opposta del Lago Bruno, seguiamo per un breve tratto in salita l'ampia sterrata, deviando quasi subito verso sinistra, dove seguiamo le segnalazioni SN che si inerpicano su una esile traccia che torna ad avanzare in direzione del Lago Lungo. Superato un ripido ma breve tratto di salita, incontriamo un tratto - altrettanto breve - attrezzato con una corda metallica (pressoché inutile), quindi continuiamo a salire costantemente all'interno di un bosco misto. La traccia spiana e, attraversato il Rio Badessa, raggiunge i ruderi di un'aia carbonile, nei pressi della quale si trova una sorgente.
In moderata discesa, si raggiungono le sponde del Lago Lungo e, da questo momento, il sentiero lo costeggia per un lungo tratto. Superato con un po' di attenzione un ponticello pericolante, avanziamo in piano con belle viste sul Lago Lungo, in particolare sulla zona della diga, alle spalle della quale svetta la piramide del Tobbio e sul Bric Nasciu sul quale poco prima siamo saliti: la traccia piega verso sud-ovest, costeggiando il braccio più meridionale del lago e raggiunta una briglia di cemento, corre per un breve tratto a pelo d'acqua.
Superati alcuni ruderi, guadiamo il Rio Lischeo (mt. 685), nei pressi della confluenza con il Rio Ciapuzzi, quindi prendiamo a salire, affrontando ora l'ultimo tratto di percorso, quello che ci ricondurrà a Prou René. La traccia piega verso est, attraversando alcune ambientazioni davvero caratteristiche, raggiungendo il bivio con il sentiero di collegamento per Passo Prato Leone. Ignoratolo, proseguiamo fino a incontrare, oltrepassato il Rio Gorzente, la Pietra del Grano (mt. 740), un grosso masso nei pressi del quale, secondo la tradizione orale, avvenivano scambi di grano e vino con il sale e altri prodotti provenienti dalla riviera.
Raggiunto il bivio con il sentiero di raccordo per il Giogo di Paravanico, lo ignoriamo proseguendo alla volta di Prou René e superata una neviera, torniamo a immergerci nel bosco per attraversare, oltrepassata la loc. Vallecalda, una zona umida. Da qui, in breve, raggiungiamo dal sentiero opposto Prou René, punto di partenza del nostro anello.
Siamo soddisfatti: l'escursione, seppur lunga, è stata molto varia in quanto ad ambienti e paesaggi ma, soprattutto, la nostra decisione di affrontarla in questa direzione è stata forse determinante nel renderla più piacevole e meno faticosa. Pensandoci bene, la dura salita dalla Casa del Guardiano al Bric Nasciu, avrebbe potuto essere impegnativa, mentre invece, percorrendo il sentiero al contrario, oltre a non affrontare salite eccessive, ci siamo goduti lo spettacolo dei laghi dell'alto lasciandoci la parte forse più noiosa dell'itinerario per il finale, quando eravamo già piuttosto stanchi.
I laghi del Gorzente s'avevano da fare, e sono stati fatti!