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LE CASCATE DEL PERINO

Il viaggio in val Trebbia si conclude con una escursione in uno dei luoghi più affascinanti dal punto di vista naturalistico

PARTENZA: Calenzano (mt.750 circa)

ARRIVO: Cascata num. 4 del Perino

LUNGHEZZA DELL'ITINERARIO: circa 6 km a+r

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 2 h. 45 min a+r

SEGNAVIA: bianco-rosso 155

 

... (continua....) Dalla piazzuola nei pressi del bivio di Brugnello, ci dirigiamo in macchina verso Bobbio e, oltrepassatolo, raggiungiamo Perino, dove, non distante dalla piazza del paese, da cui parte il sentiero per la Pietra Parcellara, proseguiamo seguendo le indicazioni per Bettola. Una strada che sembra piacevole all'inizio, ma che diventa poi un susseguirsi di tornanti e tornantelli che ci faranno arrivare già stanchi alla partenza. Poco dopo l'abitato di Vidonico, nei pressi di una curva, prendiamo verso destra la strada in salita con le indicazioni per Leggio, Verogna, Calenzano e, soprattutto, Cascate del Perino, che saranno, appunto, la meta scelta per concludere il nostro viaggio escursionistico in val Trebbia. Strada stretta, fortunatamente poco trafficata. 

Dopo essere saliti a lungo superando piccoli villaggi, incrociamo la strada proveniente dal Passo del Cerro e su di essa ci immettiamo, proseguendo verso destra, alla volta di Calenzano: una volta raggiunto il paese, parcheggiamo in una piazzetta dove si trova un piccolo oratorio e, accanto ad esso, una bella fontana.

Scendiamo e dopo esserci rinfrescati alla fontana, indossiamo nuovamente gli scarponi e lo zaino, pronti per l'ultima tappa del nostro percorso escursionistico: è pomeriggio inoltrato, ma dovremmo riuscire a fare tutto, o quasi. Quanto meno, ci proviamo!

Seguendo le indicazioni per le cascate, dalla piazzetta imbocchiamo l'asfalto che scende tra le case e che, dopo essere transitato nei pressi di un'altra fontana, prende a scendere con più decisione attraverso ampi tornanti, regalando la prima splendida vista della ampia vallata che ospita Calenzano e, sul versante opposto, ai piedi della "sfinge" della val Trebbia (montagna dal profilo che ricorda, vagamente, quello di una sfinge) le case del borgo di Aglio.

A mano a mano che scendiamo verso le poche case di Calenzano fondo, dove svetta la bella chiesa di San Lorenzo, ci sentiamo come attirati in un imbuto, con la valle che tende a chiudersi in due vallette laterali, ai piedi di Pradovera. Raggiunta la chiesa, ai piedi dell'imponente torre campanaria, imbocchiamo il sentierino appena accennato che scende verso sinistra e che, dopo aver attraversato un ampio prato, ci conduce sulla sterrata che raggiunge l'agriturismo Le Cascate. Che strano! Ci fermiamo un po' a guardarlo, mentre la sfinge scompare oltre le montagne dell'alta valle, poi imbocchiamo la evidentissima sterrata che ci condurrà verso le cascate, segnalata da numerosi cartelli in legno.

Sapevo che le cascate del Perino fossero una ambita meta per i camminatori, ma non pensavo così tanto: sul sentiero è un continuo via vai di persone e la cosa sorprende ancora di più considerando che sono le cinque del pomeriggio. Proseguiamo sul sentiero che ora prende a scendere e si avvicina, dopo pochi minuti, alle indicazioni per la prima cascata: le seguiamo iniziando dopo poco una ripida discesa su una lunga serie di gradini realizzati sul sentiero, che prosegue fino al punto in cui una frana ha spazzato via tutto. Porcamiseria, niente prima cascata! In effetti, scendendo, avevamo sentito qualcuno parlare di "sentiero franato" ed ecco spiegato il perché. Possiamo così limitarci a vedere la cascata in lontananza e quindi, più che altro, ad immaginarcela, visto che non si vede un granché attraverso le foglie degli alberi.

Ritorniamo così sul sentiero principale seguendo a ritroso la stessa scalinata e riprendiamo il cammino alla volta della cascata numero due, raggiungendo, dopo pochi minuti, un caratteristico mulino in pietra: è il mulino di Riè, del quale è ancora ben visibile la ruota. Nei pressi del mulino sono in atto dei lavori di messa in sicurezza del sentiero, che appare ora ripristinato: seguiamo i segnavia bianchi e rossi che, verso destra, passano alle spalle del mulino per condurci, in breve, nei pressi di un belvedere sulla seconda cascata. Mentre Ilaria si ferma sulla panchina, io scendo fino al greto del torrente, dove già ci sono una coppia di ragazzi armati di cavalletto che stanno fotografando.

La cascata è veramente impressionante e scende al centro di un imponente muro di roccia, scavandola alla base dove il getto cade, formando una miriade di spruzzi. Perdo una decina buona di minuti a scattar foto, davvero splendida.

Ritorno sui miei passi raggiungendo Ilaria nei pressi della panchina, quindi riprendiamo la sterrata tornando fino nei pressi del mulino: a dirla tutta, ci sarebbe un'altra strada che conduce alla cascata numero 3, ma è così infangata da farci cambiare idea e decidere di allungare leggermente il giro.

La terza cascata, seppur molto bella, si può ammirare solo da lontano, da un belvedere nei pressi di una panchina dove, purtroppo, la vista è in parte ostruita dai rami degli alberi, ma insomma, si riesce comunque a comprendere la traiettoria dell'acqua.

Da qui, dopo una sosta molto più breve, proseguiamo il cammino alla volta della cascata successiva: il sentiero si inerpica ora tra gli alberi, abbandonando la sterrata principale e conduce, dopo alcune brevi salitelle nel bosco, nei pressi di un punto in cui inizia a scendere verso un punto in cui costeggia le acque del torrente, che formano alcuni caratteristici laghetti.

E' una zona estremamente suggestiva, con le pietre bianchissime bagnate dall'acqua quasi verde del fiume, un susseguirsi di piccole cascatelle accanto alle quali è impossibile, praticamente, non fermarsi. Scattiamo qualche foto, poi guadiamo il rio portandoci sulla sponda opposta e restando un po' seduti sulle pietre ai suoi bordi.

Si sta facendo tardi, ma almeno la quarta cascata vorremmo vederla. Peccato che il sentiero ora prenda a salire...vabè, ci avviamo in salita, su di un terreno così bagnato che spesso si scivola e per fortuna, nel corso di una deviazione dovuta proprio al cattivo stato del sentiero, ci accorgiamo di un'indicazione per la cascata numero 4, leggermente nascosta rispetto al sentiero e proprio per questo da alcuni - ad esempio le persone che ci precedevano - ignorata.

Seguiamo le indicazioni, che conducono, non distante dal punto in cui abbiamo attraversato il rio, nei pressi di alcune grandi pietre. Le scavalchiamo e prendiamo a scendere su un breve tratto di sentiero che conduce velocemente alla meravigliosa quarta cascata. Che spettacolo! Qui si, sembra davvero di essere fuori dal mondo e vale la pena perdere un po' di tempo a scattare foto, quasi come alla seconda cascata: sono indeciso su quale sia la più bella.

So che non siamo distanti dalla quinta e ultima cascata, la cascata superiore, la più alta, ma si è fatto veramente tardi.

Così, con un profondo dispiacere, siamo costretti a tornare indietro, abbandonando l'idea di completare il giro delle cascate: peccato, ma oggi abbiamo veramente fatto tutto il possibile e riuscire a incastrare tre diverse escursioni, con gli annessi spostamenti in macchina, non è stato affare da poco. Brugnello, Pietranera e le cascate - 4 su 5 - con il caldo che è uscito, sono stati veramente un risultato soddisfacente. Abbiamo sfruttato bene il tempo a nostra disposizione e la giornata che ci rimane la impegneremo visitando castelli e borghi medievali, che da queste parti sicuramente non mancano.

Ritorniamo sui nostri passi lentamente, fino a raggiungere nuovamente Calenzano Fondo e il suo agriturismo, che raggiungiamo sul far della sera, con il sole che se ne è andato ormai da un pezzo e intravediamo là in fondo la sagoma della Parcellara a ricordarci che di strada, per tornare al nostro bed and breakfast, dobbiamo farne ancora parecchia, per fortuna in macchina.

Ma siamo soddisfatti e dopo una bella bevuta alla fontana, saliamo in macchina col sorriso a nascondere la stanchezza.

Arrivederci, splendida val Trebbia!

 

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A un passo dalla vetta
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