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COLLE DI MARTELLONA-MONTE MAGGIO

Una breve e semplice escursione nei dintorni di Crocefieschi

PARTENZA: Crocefieschi, Colle di Martellona (mt. 768)

ARRIVO: M.te Maggio (mt. 981)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3 ore (a+r)

SEGNAVIA: due rombi gialli

 

Al Colle di Martellona eravamo già stati qualche tempo fa, perché sul lato opposto della strada, rispetto al sentiero percorso oggi, parte l'itinerario per i monti Schigonzo e Proventino che abbiamo già raccontato su queste pagine. Oggi, come dicevo, andiamo invece in direzione opposta e cioè verso il Monte Maggio, la montagna che sovrasta l'abitato di Casella.

A Martellona, il problema è sempre lo stesso: non si sa dove lasciare la macchina e così decidiamo di parcheggiare in corrispondenza delle ultime case della piccola frazione (di fatto, un prolungamento di Crocefieschi), sotto a un albero, in corrispondenza di un'area di sosta a bordo strada. Ci prepariamo per la camminata e percorriamo sull'asfalto, le poche centinaia di metri che ci separano dal valico, dove la vista si apre sulla val Brevenna.

In corrispondenza del valico, prendiamo il sentiero che si stacca sulla destra, che regala già all'inizio una piacevole vista sull'abitato di Crocefieschi ai piedi del Monte Castello, sovrastato, alle spalle, dall'inconfondibile profilo delle Biurche del Reopasso.

La mulattiera si infila all'interno di un fitto castagneto e prende a tagliare il versante settentrionale del Monte Suia, procedendo in breve salita fino a incontrare un breve tratto su conglomerato attrezzato con passerella in legno e catene. Da questo punto, ci fermiamo ad ammirare lo splendido panorama sulle case di Crocefieschi, alle cui spalle emerge - nonostante la foschia della giornata estiva - la lunga dorsale dal Giarolo all'Ebro. La vista arriva fino al valico di Martellona da cui poco fa siamo partiti e permette di scorgere la sagoma del Monte Schigonzo.

Riprendiamo a camminare, sul sentiero che ora si fa pressoché pianeggiante, mantenendosi sempre all'interno del bosco fino a giungere, dopo una decina di minuti, in corrispondenza di un bivio: la traccia di destra prosegue in direzione del Monte Moro e del Monte Pianetto, la montagna che sovrasta Savignone, mentre la traccia di sinistra, quella che seguiremo noi, si innalza inizialmente ripida nel bosco. Da qui, il Monte Maggio è segnalato a un'ora e trenta di cammino.

Il sentiero, dopo l'iniziale tratto di salita, prosegue tagliando sulla destra il versante del Monte Suia e prosegue, mantenendosi all'interno del bosco, lungo la Costa Suia con un percorso pressoché pianeggiante e piacevole, specialmente nelle giornate calde come quella di oggi.

Raggiunta la Colla delle Fascine, il sentiero esce per un breve tratto all'aperto consentendo di ammirare (finalmente, direi...) una bella vista sulle case della frazione di Nenno nonché sulle cime della dorsale che separa la val Brevenna dalla val Pentemina, tra cui spicca, al centro, il Monte Liprando, che sovrasta l'abitato di Carsi.

Torniamo sul sentiero, che dal lato occidentale si sposta sul lato opposto della Costa Suia, dove incrocia un sentiero proveniente dal sottostante abitato di Sorrivi (segnalato con tre pallini gialli), quindi prosegue ancora in piano e incontra il bivio con il sentiero diretto a Montemaggio e Savignone. Ignorata la diramazione, procediamo mantenendoci sul sentiero da cui siamo arrivati, che ora è segnato anche con le due barre verticali gialle del sentiero proveniente da Savignone. 

Un tratto sconnesso e in ripida salita, preannuncia l'arrivo sull'anticima del Monte Maggio, da cui già possiamo ammirare una spettacolare vista, con le case di Savignone ai nostri piedi, sovrastate dal Castello dei Fieschi e dalla cappelletta del Monte Pianetto e, in lontananza, i tetti di Busalla. Il Giarolo, visibile da ogni angolo del nostro appennino, è là in fondo con le sue antenne e sono riconoscibili le cime del Reopasso e le vette di Reale, Tobbio e Alpe di Porale.

Continuiamo sul crinale per poche decine di metri, ed eccoci sulla vetta del Monte Maggio, dove troviamo ad attenderci una panchina con vista su Casella, che compare improvvisamente ai piedi della montagna, mentre sullo sfondo sono riconoscibili il Forte Diamante e Fratello Minore. E' una cima su cui salgo per la prima volta e come tutte le novità merita di essere studiata e gustata con tutta la calma possibile: così, dopo una sessione fotografica di qualche minuto, possiamo continuare a scendere, mantenendoci sul crinale, sul sentierino che, dopo aver superato una madonnina, scende fino ad uno spiazzo che ospita la chiesetta dedicata alla Madonna del Sacro Cuore. Sotto al portico della chiesa, costruita nel 1883 dalla parrocchia di Savignone, su una targa è incisa la frase "La montagna è preghiera perenne. Il suo silenzio è contemplazione infinita". 

Ci sediamo nel prato a lato della chiesetta, per mettere qualcosa sotto i denti visto che si è fatta ora di pranzo. Un po' d'ombra, intanto, ci fa visita, rendendo più piacevole la nostra sosta.

Qualche decina di minuti ed è già ora di ripartire, sullo stesso percorso dell'andata, che in discesa ci appare decisamente più breve di quello affrontato, in leggera salita, al mattino. Ci fermiamo ancora un istante ad assaporare il panorama dalla cima del Monte Maggio: un varco tra le montagne sembra collegare direttamente Casella ai Forti di Genova, tanto che ci viene la voglia, prima o poi, di trovare un itinerario per visitarli a piedi.

Abbandoniamo la cima, tornando ad immergerci nei fitti boschi di Costa Suia e via, all'ombra, verso il colle di Martellona, in circa un'ora e mezza di cammino. Meno male per l'ombra, che ha sicuramente reso meno faticosa la nostra camminata. Però qualche tratto in più a cielo scoperto non sarebbe guastato, per me che sono un appassionato di escursioni panoramiche.

Poco male, quel che conta alla fine è che un'altra, nuova, vetta, è stata raggiunta!

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A un passo dalla vetta
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