DA PRAGLIA A PUNTA MARTIN
Semplice ma affascinante escursione a pochi passi dal mare
PARTENZA: Piani di Praglia (mt. 832)
ARRIVO: Punta Martin (mt. 1001 ca.)
TAPPE INTERMEDIE: Colla del Canile, Colla del Proratado, Colle Gandolfi, Monte Pennello
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 12 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 3 h. 30 min. (a+r)
SEGNAVIA: AV+E1 fino a Colle Gandolfi; linea rossa fino al Monte Pennello, due linee verticali rosse fino a Punta Martin
Questa è una delle escursioni che ho sempre voluto fare. Non per il percorso, piuttosto evidente, non per la difficoltà, piuttosto semplice, ma indubbiamente per i meravigliosi panorami che si possono ammirare, sia lungo il percorso che dalla cima di Punta Martin. Solo una condizione è richiesta: il bel tempo. E noi siamo stati fortunati ma....solo a tratti!
Partiamo da casa abbastanza presto, consapevoli che ci aspetta un po' di strada in macchina: dalla val Borbera, i Piani di Praglia sono piuttosto distanti. Optiamo per raggiungerli passando da Gavi, Bosio, valico degli Eremiti, Capanne di Marcarolo, una strada che secondo i nostri calcoli dovrebbe unire due caratteristiche: essere corta e meno peggio delle altre.
Quando raggiungiamo il confine tra Piemonte e Liguria, cerchiamo di capire quale sia la partenza del sentiero, in base alle indicazioni che avevamo letto cercando informazioni su internet. Ci mettiamo un po', ma poi troviamo il punto esatto: per chi arriva - come noi - dalle Capanne di Marcarolo, raggiunta l'ampia zona pianeggiante che fa da confine (i Piani di Praglia, appunto), bisogna ignorare i primi spiazzi che si incontrano a bordo strada e proseguire in leggera discesa, tra le case, fino a raggiungere una evidente diramazione sulla destra, segnalata come "Via Monte Pennello", nei pressi dell'imbocco della quale si trova un ampio spiazzo dove è già possibile lasciare l'auto (sarà possibile lasciarla anche più avanti....).
Noi stiamo ai primi danni e parcheggiamo qui, quindi, dopo esserci preparati, ci incamminiamo sulla stradina, inizialmente ancora asfaltata, notando una palina che segnala il passaggio dell'Alta Via dei Monti Liguri, itinerario del quale seguiremo le segnalazioni per buona parte del nostro percorso. Guardandoci intorno, non possiamo fare a meno di notare che la vista spazia fino alle nostre montagne di casa, che sembrano davvero vicinissime, mentre sul cocuzzolo accanto a noi svetta il Santuario della Guardia, con i Forti di Genova e il Monte Fasce sullo sfondo. Seguiamo l'asfalto, che d'un tratto si interrompe diventando sterrato, poi riprende nuovamente conducendo nei pressi di un un altro spiazzo dove è anche possibile parcheggiare (ci servirà in futuro) e seguiamo la sterrata che prosegue oltre una sbarra che vieta il transito alle auto.
Il percorso si snoda su una vecchia strada militare, che taglia le pendici del Monte Sejeu regalando belle viste su Campomorone e la val Polcevera. Ci voltiamo alle spalle ed ecco comparire i ripetitori del Monte Leco, accanto alle cime del Taccone e del Figne, alle spalle del quale riconosciamo l'inconfondibile sagoma del Monte Giarolo, che dà inizio alla lunga dorsale che, al netto delle interruzioni, arriva fino all'Antola. La strada sale dolcemente di quota, costeggia una fontana e una piccola croce e consente di vedere, nei dirupi sottostanti, un vero e proprio cimitero di auto distrutte, non proprio una bella pubblicità per questi luoghi. Seguendo i consueti segnavia AV e E1, raggiungiamo in breve la Colla del Canile, un valico dove la strada si fa pianeggiante e arriva, in pochi minuti, alla Colla del Proratado, dove ci troviamo di fronte a un bivio.
Ma non è il bivio ad attirare la nostra attenzione, giunti qui: dalla Colla del Proratado si ha la prima, suggestiva, vista su Genova e sul Mar Ligure e nonostante le nubi basse riusciamo a intravedere in parte l'acqua colorata di arancione per il riflesso dei raggi solari che filtrano tra le nuvole. Sorpresa inaspettata e particolarmente gradita, che ci costa una decina di minuti di fotografie e il sorpasso di tutti quelli che sono partiti dopo di noi, ma poco ci importa.
Al bivio, dicevamo, evitiamo il sentiero di sinistra, diretto al Santuario della Guardia e ci manteniamo a destra, in direzione di Punta Martin, sul sentiero che alterna tratti pianeggianti ad altri, minori, in leggera salita e regala viste sul mare e sul Santuario della Guardia, ora nuovamente comparso accanto al Monte Proratado. Proseguiamo in piano, ignorando la deviazione, sulla destra, per la cima del Bric dell'Orologio e attraversiamo la dorsale con viste in direzione delle valli dell'entroterra, dove fa ora la sua comparsa anche la cima del Tobbio.
La sterrata, sempre evidente, attraversa ampi crinali e nei pressi di una staccionata laterale incontriamo anche un po' di neve sul sentiero, poco prima di raggiungere un'altra sbarra che vieta il transito, segnalando l'ingresso nel "Parco Urbano di Punta Martin" del Comune di Genova. Saliamo leggermente di quota, quel tanto che basta per vedere nuovamente Genova, Punta Chiappa e il mare, quindi proseguiamo per qualche decina di minuti attraversando un ampio pianoro, che ci conduce in un punto dove il sentiero sale e svolta leggermente, regalando la prima vista sull'inconfondibile sagoma di Punta Martin.
Da questo punto, la vista si apre verso il Passo del Turchino e il Parco Naturale del Beigua, con alcune tra le sue principali vette come il Bric del Dente, il Reixa e, appunto, il Beigua, riconoscibile per le numerose antenne sulla cima. Ma la festa dura poco, perché le nubi scendono, coprendo tutte le cime. Così, non ci resta che riprendere a camminare e raggiungere, in piano, Colle Gandolfi, snodo di numerosi sentieri che si trova proprio ai piedi del Monte Pennello: troviamo infatti il bivio dell'Alta Via che si dirige verso il Turchino, il sentiero diretto a San Carlo di Cese e la diramazione che, costeggiando le pendici del Monte Pennello, si dirige a Pegli. Il luogo è estremamente panoramico e oltre a regalare belle viste su Genova e sulla riviera fino a Punta Chiappa, permette anche di rendersi conto di quanto realmente siano vicine, in linea d'aria, le nostre montagne al mare, consentendone una visione di insieme. Bellissimo.
Abbandonato quindi il segnavia AV, prendiamo a seguire quello con le due linee rosse verticali, che sale leggermente alle pendici del Monte Pennello (o Penello), che ospita due bivacchi (ci passeremo al ritorno) e proseguiamo con una bella vista sul mare ma anche, ahimé, sulle nubi che scendono sempre di più, coprendo alla nostra vista buona parte dell'intero panorama. E' un peccato, perché proprio ora che stiamo per arrivare, vediamo Punta Martin scomparire nella nebbia e ci prende un po' di sconforto. Ma fermarci, ormai, non possiamo. Così, su di un fondo divenuto ora improvvisamente pietroso e sconnesso, teniamo la destra su di un sentierino appena visibile che taglia alle spalle il Monte Piazza, correndo dritto in direzione di Punta Martin, ora esattamente di fronte a noi. Incontriamo molta gente che torna verso Praglia e pensiamo "Beati loro, che si sono trovati il bel tempo".
Alternando viste sulla riviera di ponente e sulle brulle cime della Valle Stura, continuiamo sul sentiero pianeggiante, per poi iniziare a scendere in direzione dell'imbocco della salita a Punta Martin. Il tempo è in continua evoluzione e non abbiamo idea di quello che potrebbe succedere: a tratti spunta anche mezzo sole, poi la nebbia torna a scendere, quindi nuvoloni neri e foschia. Quel che è certo, è che tutto questo gran cambiamento di luci regala delle immagini davvero suggestive del nostro avvicinamento alla montagna, sullo sfondo del Porto di Voltri e del Mar Ligure.
Raggiungiamo l'imbocco della salita finale, dopo aver ammirato le viste strapiombanti sul lato della valle Stura: la salita è breve e piena di lapidi commemorative e mentre la percorriamo esce il sole. La vetta è strapiena di gente, tanto che ci dobbiamo fermare prima perché non troveremmo posto: mangiamo un panino e aspettiamo che qualcuno se ne vada e, in effetti, dopo poco alla spicciolata se ne vanno tutti, permettendoci di godere in solitaria la cima di Punta Martin. Anche se il tempo non è dei migliori, la vista è affascinante, poco da dire: detto di Genova, di Punta Chiappa, della riviera di ponente e del mar Ligure - che dista appena 7 km in linea d'aria dalla vetta - sono suggestive anche le viste sulla Cresta Federici e sul Corno Stella (arrampicata) e sul sentiero che sale da Acquasanta (più difficile per chi soffre di vertigini, vedi il sottoscritto). La visuale potrebbe essere molto più ampia in direzione del Passo del Turchino ma purtroppo, la nebbia ci impedisce di vedere bene. La croce di vetta si avvolge di nebbia, le nuvole scendono basse sul Porto di Voltri e sull'aeroporto: forse è il momento di tornare, chissà che non rischiamo di prenderci dell'acqua!
Ci scattiamo qualche foto, approfittando della vetta tutta per noi, quindi prendiamo a scendere, visto che il tempo sta decisamente peggiorando. Meno male che, almeno, ci ha lasciato intravedere un po' di sole quando siamo arrivati in cima! Ma ci torneremo, questo è sicuro. La passeggiata, oltre ad essere molto semplice e per niente faticosa, permette di raggiungere una delle montagne, a mio parere, più affascinanti dell'appennino ligure, per la sua conformazione e per la sua posizione. Merita una visita in una giornata tersa e soleggiata.
Al ritorno percorriamo lo stesso sentiero dell'andata, con l'unica, breve, deviazione alla volta della cima del Monte Pennello, dove possiamo vedere da vicino il Bivacco Arnaldo Bellani, più recente e ricavato da un ex deposito di armi e il vicino Bivacco Zucchelli. Raggiungiamo quindi comodamente Praglia su una strada in leggera discesa e, soprattutto, senza prendere la pioggia tanto minacciata.
Punta Martin? Promossa!
La partenza del percorso | Il Santuario della Guardia | |
---|---|---|
Monte Leco | La dorsale dell'Ebro sullo sfondo | Taccone e Figne |
La strada militare | Panorama sulla val Polcevera | |
La Guardia | Colla del Canile | |
Colla del Proratado | Il mare | |
Vista sulla riviera | ||
La strada pianeggiante | ||
Tobbio | ||
Tobbio e Figne | ||
Genova | La Guardia | |
Panorama sulla valle Stura | La dorsale Penello-Punta Martin | |
Punta Martin | Colle Gandolfi | |
Genova da Colle Gandolfi | Sentiero per Pegli | |
Dal Giarolo alla riviera | ||
Genova | Madonna della Guardia | Monte Penello |
Il mare dal Penello | La riviera verso ponente | |
Punta Martin sullo sfondo | ||
Valle Stura | Punta Martin | Il profilo della montagna |
Voltri | Punta Martin | |
La riviera di ponente | Verso Punta Martin | |
Veduta su Voltri | ||
La cima | ||
Vista verso la valle Stura | Salita finale | |
IMG_6123.jpg | IMG_6129.jpg | |
IMG_6134_panorama.jpg | IMG_6143.jpg | In vetta |
Vista su Voltri da Punta Martin | ||
Panorama verso Acquasanta | ||
Nubi su Voltri | ||
Sulla via del ritorno | Monte Penello e Bivacco Bellani | Bivacco Zucchelli |
Genova dal Penello |