DALLA COLLA DI PRAGLIA AL SANTUARIO DELLA GUARDIA
Bella traversata a due passi dal mare verso la vetta del Monte Figogna
PARTENZA: Colla di Praglia (mt. 871)
ARRIVO: Santuario della Guardia, Monte Figogna (mt. 804)
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 14,5 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: oltre 5 h. (a+r)
SEGNAVIA: AV fino alla Colla del Proratado; triangolo rosso fino al Santuario
Prima o poi voglio andare a piedi alla Madonna della Guardia!
Eh si, perché il Santuario della Guardia, per noi montanari oltre-entroterra genovese, rappresenta il punto di collegamento con il mare: dalle mie montagne, spesso, è il primo punto che si individua e così, raggiungerla a piedi, è un'idea che mi ha sempre stuzzicato. Finalmente, è giunto il momento di metterla in pratica!
Siamo in pieno inverno, giornate che più corte non si può e anche se vorremmo partire presto, al mattino, per raggiungere i Piani di Praglia, il nostro essere poco mattinieri unito alla strada piuttosto lunghetta per arrivarci, diventa un ostacolo insuperabile. Così, arriviamo alla Colla di Praglia intorno alle undici e mezza: un orario da pazzi, se si considera che dopo una manciata di ore diventerà buio.
Cerchiamo di recuperare tempo percorrendo con la macchina via Monte Penello fino alla sbarra che impedisce il transito, quindi, parcheggiato nell'ampio spiazzo dove già ci sono un sacco di auto, inforchiamo scarponi e zaino e ci incamminiamo, a passo sostenuto, seguendo le segnalazioni dell'Alta Via lungo lo stesso sentiero percorso poche settimane prima per raggiungere la suggestiva Punta Martin. Il passo veloce ci conduce, piuttosto in fretta, alla Colla del Canile, oltrepassata la quale proseguiamo in piano fino al successivo valico, la Colla del Proratado, il primo punto dove ci si rende conto di avere il mare ai propri piedi. Peccato però che stavolta, il mare si riesca appena a intravedere, nascosto dalle nubi basse e da una balorda foschia. Meglio così', risparmieremo tempo nelle fotografie - pensiamo.
Alla Colla del Proratado, diversamente dall'escursione precedente a Punta Martin, abbandoniamo le segnalazioni dell'Alta Via per seguire, a sinistra, il triangolo rosso che ci condurrà fino a destinazione, segnalata a due ore di cammino. Il sentiero oltrepassa una madonnina e taglia le pendici del Monte Proratado, mantenendosi pianeggiante e alternando, addirittura, brevi tratti in leggera discesa, rimanendo, comunque, estremamente panoramico. Il sole comincia a filtrare tra le nubi, regalando qualche scorcio del mare e, in prossimità della prima curva decisa verso sinistra, ecco spuntare di fronte a noi il Santuario, che appare ancora lontanissimo. Dopo la svolta, i panorami si spingono fino ai palazzi di Genova e a Punta Chiappa e, oltrepassata la deviazione per la vicina Rocca del Garsello, che ci limitiamo a costeggiare, continuiamo in discesa seguendo il segnavia triangolo rosso, che ora prende a scendere nel bosco, alternando tratti scoperti che regalano piacevoli viste sulla val Polcevera ad altri scorci sul mar ligure, mentre la Madonna della Guardia torna, regolarmente, a comparire di fronte a noi.
Superato un tratto piano, compare un po' a sorpresa il cemento sul sentiero e lo seguiamo in una breve, ma ripidissima discesa che anticipa un tratto di vecchio risseu che conduce in una zona prativa da cui la vista spazia a 360 gradi, dal mare alla Colonia di Montemaggio. Una staccionata accompagna in parte il sentiero, che torna dopo poco ad immergersi nel bosco e a scendere deciso, fino ad un punto in cui, tra gli alberi, si inizia ad intravedere una particolare parete rocciosa alla nostra sinistra: la Rocca Maia. La rocca si intuisce sempre più distintamente, a mano a mano che ci si avvicina e, dal valico che raggiungiamo, all'uscita dal bosco, nei pressi del quale è stata eretta la Cappelletta della Guardia (o "Cappella di Rocca Maia"), si riesce ad intravedere la croce che ne sovrasta la cima. Qui troviamo anche il bivio per Torbi (Loc. Cà di Bruzzi) e, presumo, per le vie alpinistiche alla volta della vetta della Rocca Maia: il luogo è caratteristico e regala anche belle viste panoramiche in direzione del mar ligure.
Oltrepassato un cancello, il percorso sale brevemente per poi mantenersi a mezza costa attraversando le pendici del Monte dei Torbi, con splendide viste su Punta Martin e sulla valle ai nostri piedi, che ospita il borgo di Vaccarezza, incastrato tra le montagne oltre le quali si distingue chiaramente il mare.
Terminato questo piacevole tratto, si raggiunge un punto in cui il sentiero, improvvisamente, cambia direzione e oltrepassa un colletto prendendo a scendere decisamente alla volta di Lencisa. La Madonna della Guardia è sempre di fronte a noi, decisamente più vicina, ma non abbastanza da poter cantare vittoria: anche perché ora abbiamo capito che dovremo scendere fino al paese per, poi, prendere nuovamente a salire alla volta del Santuario, con buona pace delle nostre gambe. La giornata, tra l'altro, è piuttosto calda e nella gola in cui stiamo camminando, verso Lencisa, c'è ancora meno aria. Sarà dura.
Il sentiero non è particolarmente piacevole in questo tratto, stretto e pieno di pietre e salti. Fortunatamente, non è lunghissimo questo tratto e, oltrepassati gli ultimi decisi tornanti, giungiamo finalmente tra le case di Lencisa, nei pressi di un ristorante. Da qui, arriviamo in un istante sull'asfalto e lo seguiamo nella ripidissima salita alla volta della Madonna della Guardia.
Il sentiero, probabilmente, dopo la prima ripida rampa abbandona l'asfalto per tagliare all'interno del bosco, ma non vedendo bene le segnalazioni decidiamo di mantenerci sulla strada, allungando così brevemente il tragitto. Giunti al secco tornante dove troviamo il bivio Pegli-Sestri Ponente, continuiamo a salire alla volta del Santuario, ora davvero vicino: il problema di questa escursione è che, purtroppo, la botta di dislivello finale si fa sentire, con la ripida discesa e la altrettanto ripida salita.
Oltrepassato il punto dove probabilmente si sarebbe ricongiunto il sentiero che abbiamo perso, ad occhio e croce nei pressi della Trattoria del Bossaro, ci manteniamo sull'asfalto in salita per poi abbandonarlo dopo poco, in corrispondenza del cartello che indica il percorso pedonale, che fa se non altro risparmiare qualche curva di troppo, rimanendo ugualmente ripido.
Incrociamo il percorso dell'ex guidovia, ammirando alle nostre spalle gli splendidi panorami che si possono vedere a mano a mano che si sale di quota verso la vetta del Monte Figogna e, finalmente, raggiungiamo il Santuario della Guardia, a un'ora decisamente improponibile. Abbiamo camminato a passo piuttosto spedito, ma siamo partiti troppo tardi e così' ci troviamo alle 14,30 a dover ancora affrontare l'intero ritorno: la paura di trovare il buio lungo il sentiero comincia a farsi strada.
Innanzi tutto, però, ora che siamo finalmente arrivati al Santuario, godiamocelo per un attimo: le viste sul mare sono splendide, nonostante la foschia e le nubi che ne limitano la visuale e, raggiunto il retro, ammiriamo una splendida visuale sulla val Polcevera con le inconfondibili sagome del Leco e del Tobbio a farla da padrone. Basta spostarsi un poco con lo sguardo ed ecco le montagne di casa: la lunga dorsale dal Giarolo all'Ebro, così lontana eppure sembra a due passi!
Raggiungiamo l'ingresso del Santuario e facciamo un salto all'interno, poi usciamo e ci fermiamo sulla splendida terrazza panoramica a mettere qualcosa sotto i denti. Al termine, non può mancare una sessione fotografica, date le bellissime viste che da qui sopra si possono ammirare: Genova è davvero a due passi e con lo zoom riesco a catturare la lanterna, mentre di fianco a noi la dorsale delle montagne è segnata dai Forti di Genova, che sembrano osservare dall'alto Bolzaneto e la città.
E' appagante essere riusciti ad arrivare qui, finalmente a piedi. Ora però è già tempo di partire, perché si sta facendo tardi e le 15 sono già passate da un po': scattiamo ancora qualche foto al Santuario, mentre continua ad arrivare gente, quindi ci incamminiamo sullo stesso sentiero da cui siamo arrivati.
Siamo consapevoli di ciò che ci aspetta: ripida discesa, poi ripida salita, poi lunga traversata. Dai nostri calcoli, il buio potrebbe sopraggiungere poco oltre la metà del percorso, ma se saremo veloci potremo doverlo sopportare solo nell'ultimo tratto, quello più ampio, dalla Colla del Proratado alla Colla di Praglia. Partiamo con un buon passo e superiamo agilmente il primo tratto di ripida discesa su asfalto, evitando nuovamente la deviazione del sentiero e mantenendoci sulla strada fino a Lencisa.
A Lencisa imbocchiamo il sentiero nelle vicinanze dell'albergo, dando inizio al lungo tratto di salita che, tuttavia, al ritorno ci appare meno impegnativa di quanto sembrasse all'andata, dove probabilmente eravamo stanchi e affamati. Superiamo velocemente i tornanti e la rampetta finale, giungendo in breve al valico dove il sentiero prosegue nella vallata di Vaccarezza, mantenendosi pianeggiante aggirando la cima del Monte dei Torbi, mentre sul mare le luci stanno diventando quelle del tramonto, con un cielo splendidamente rosa.
Oltrepassiamo la Cappella di Rocca Maia e ci infiliamo nel bosco, dove una prima rampa ci conduce a un pianoro erboso dove ammiriamo, per l'ultima volta, il Santuario della Guardia avvolto ora dalla nebbia. Scaliamo anche la ripida rampa di cemento e riusciamo a terminare il tratto nel bosco, giungendo al bivio con la Rocca del Garsello, quando il buio cala del tutto. Aggiriamo le pendici del Monte Proratado, sul sentiero pietroso ma piuttosto ampio, guardando le luci di Genova che appaiono e scompaiono, nascoste dalle nuvole basse che ora si addensano sul mare, coprendo interamente il panorama. La visibilità diventa nulla quando arriviamo alla Colla del Proratado, dove scatto l'ultima foto della giornata: il resto sarà una camminata al buio dalla Colla del Canile fino alla Colla di Praglia, con gli occhi che, fortunatamente, ben presto si abituano alla notturna e ci permettono di arrivare senza grossi problemi, sulla carrareccia evidente, fino all'auto.
Abbiamo fatto i conti esatti e tenendo un buon passo, siamo riusciti a evitare il buio in parti più insidiose del percorso, tenendocelo solo per il tratto finale, quello più semplice. E ora che anche la Madonna della Guardia è fatta, non resta che imparare, la mattina, a partire presto!
La Guardia dalla partenza | Panorama sulla val Polcevera | |
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La Colla del Proratado | Panorama verso il mare | |
Madonnina | ||
Aggirando il Proratado | Panoramica dal sentiero | |
La Madonna della Guardia | Vista verso Genova | |
Verso il bivio per il Garsello | ||
Discesa nel bosco | ||
Discesa su cemento | ||
Madonnina | Panorama verso la riviera | |
Il Leco e la val Polcevera | ||
La Rocca Maia | Bivio per CÃ di Bruzzi | |
Interno della cappella di Rocca Maia | ||
La Rocca Maia | La cappella di Rocca Maia | Panoramica verso il mare |
Breve strappo in salita | Panorama verso il Pennello | |
La valle di Vaccarezza | Aggirando il Monte dei Torbi | |
Panoramica dal sentiero | ||
Colletta dove il sentiero si sposta | Scendendo verso Lencisa | |
Il Monte Figogna | Verso Lencisa | Lencisa |
Su asfalto verso la Guardia | Il Santuario | |
Inizio del percorso pedonale | Il Monte Leco | Il Monte Tobbio |
Ultimo tratto del percorso | Arrivo al Santuario | |
Vista verso il mare | Panorama verso il mar ligure | |
Vista sulla val Polcevera | La dorsale Giarolo-Ebro | Interno del Santuario |
La Madonna della Guardia | Genova | |
I Forti | ||
GEnova | Genova | |
Madonna della Guardia | Sentiero del ritorno | |
Lencisa, imbocco del sentiero | Salendo da Lencisa | Le luci del tramonto sul mare |
Aggirando il Monte dei Torbi | ||
Tramonto dal sentiero | La Cappella di Rocca Maia | |
Il Santuario nella nebbia | Le luci di Genova | |
Il buio alla Colla del Proratado |