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RITORNO AL BRUGNETO

Sopralluogo al sentiero del lago del Brugneto, ripristinato dopo l'alluvione dello scorso autunno

PARTENZA E ARRIVO: Bavastri (mt. 883)

TAPPE INTERMEDIE: Albora, bivio Caffarena, Fontanasse, Diga, bivio Garaventa, bivio Campo Maiotto, Costa di Paglia

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: poco meno di 16 km

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 5 ore

SEGNAVIA: cerchio giallo pieno tagliato da riga orizzontale

 

I gravi fenomeni meteorologici che nello scorso autunno hanno colpito la Liguria e il basso Piemonte, hanno lasciato un segno indelebile sulla rete sentieristica dell'entroterra, danneggiandola irrimediabilmente. E' quello che, ad esempio, è accaduto al sentiero ad anello che percorre l'intero lago del Brugneto, profondamente danneggiato e rimesso a nuovo, nel giro di alcuni mesi, dal Parco dell'Antola che ha provveduto a renderlo nuovamente agibile e percorribile ad opera degli escursionisti.

Non tornavo al Brugneto da almeno due anni, ma ero curioso di fare un sopralluogo che potesse testimoniare, per gli escursionisti, l'attuale stato del sentiero dopo gli interventi di ripristino effettuati. E poi, Ilaria non c'era mai stata e sarebbe stata l'occasione per fare una bella camminata su di un sentiero che, ricordo, pur non essendo particolarmente impegnativo, è comunque piuttosto lungo e ideale per buoni allenamenti. Così, sabato, abbiamo deciso di avventurarci fino a Bavastri, il luogo che tradizionalmente scelgo come partenza per compiere questo anello.

L'idea, era quella di raccontarvi la mia escursione tra qualche mese, accodandola alle altre ancora da pubblicare - e ce ne sono parecchie - se non fosse che, le recenti forti piogge che hanno messo in ginocchio l'appennino, da Bettola a Montoggio, mi hanno convinto a pubblicarla subito, dandovi atto della situazione al 12 settembre 2015: se qualcuno ha notizie della situazione dopo le piogge del 14 settembre, può assolutamente contribuire commentando l'articolo. 

Fatto sta che raggiunto Bavastri, parcheggiamo l'auto a bordo strada in una piccola piazzuola e ci incamminiamo scendendo sull'asfalto in direzione del bivio di Albora, che si trova a fondo paese. Ben presto, le prime viste sul lago sotto ad un cielo plumbeo iniziano ad accompagnare il nostro cammino e balza subito agli occhi il fatto che di acqua pare essercene davvero poca: colpa della secca estate, sicuramente, ma io il lago così basso non l'ho mai visto.

"Belin semmu a Bavastri" recita una scritta sull'asfalto, ricordo del passaggio, su queste strade, del giro d'italia qualche mese fa. Oltrepassiamo il bar e svoltiamo a sinistra per Albora, mantenendoci sull'asfalto ed evitando le prime indicazioni per il sentiero del Brugneto: memore della prima gita al lago, consiglierò a chiunque me lo chieda di percorrere l'anello in senso orario.

Scendiamo così sull'asfalto fino a oltrepassare il ponte, da cui si gode di una spettrale vista sul lago mezzo asciutto e sui resti del fango e dei tronchi che circondano il vecchio ponte, memorie dell'alluvione dello scorso autunno.

Poco oltre, in corrispondenza della bacheca con le indicazioni del percorso, abbandoniamo l'asfalto ed entriamo nel sentiero, curiosi di vedere come sia la situazione attuale. Il primo tratto di percorso scorre via tranquillo, il sentiero è bello e perfettamente pulito, almeno fino a che si raggiunge la prima area di sosta dove si vedono ancora i danni causati dall'acqua che ha abbattuto le zone riservate alle griglie. Il sentiero è umido, in alcuni punti proprio bagnato, ma tutto sommato buono e ci sono funghi in ogni dove.

Risaliamo tra le case di Albora, poi giù, su una ripida discesa resa quasi impraticabile dal fango, che conduce nei pressi del primo ponticello. Da qui in poi, iniziano a vedersi i segni dell'alluvione: il sentiero in alcuni punti è stato scavato dalla violenza dell'acqua che scendeva, presumibilmente, "a bomba" dai versanti delle montagne, che si erano trasformati in veri e propri scivoli d'acqua. Le opere di manutenzione effettuate, però, hanno restituito un buon sentiero. 

Torniamo così a costeggiare il lago e a goderci le prime viste sullo specchio d'acqua. Lo costeggiamo fino al luogo in cui sorgeva il villaggio sommerso di Frinti, poi, raggiunta la "baracca dei pescatori", il sentiero prende a salire decisamente, fino a condurre, tra alberi di roverella, in prossimità di un punto panoramico da cui si gode di una bella vista sulle case di Caffarena, sulla cima dell'Antola e sul Rifugio. Ora, ci siamo decisamente allontanati dal lago, per superare un ostico promontorio diversamente non aggirabile se non con l'ausilio di qualche sentierino non segnalato.

Raggiunto il punto più alto, prendiamo nuovamente a scendere verso le sponde del lago, su di un sentiero in discreto stato, seppur colmo di pietre, che conduce sul fondovalle con una lunga e stancante serie di tornanti.

Qui in fondo, di solito, bisognava guadare uno dei tanti rii che formavano il lago ma ora si vede solo una distesa di pietre portate giù dalla violenza dell'acqua ed è stato disintegrato anche quel poco che rimaneva di un vecchio ponte che fungeva da attraversamento. Eccoci allora pronti a risalire, su di un tratto breve ma molto ripido, fangoso ai limiti dell'inverosimile, su cui è forse più semplice cadere che rimanere in piedi: riusciamo a rimanere in equilibrio, quindi, raggiunto anche qui il punto più elevato, prendiamo a scendere, altrettanto ripidamente, fino alle sponde del lago rendendoci conto - stupidamente - che essendo il lago asciutto, avremmo potuto camminare sulle pietre del letto, evitando di aggirare questo sperone accidentato. Ma ormai...

Superato il tratto più faticoso del tracciato, quello che furbescamente abbiamo affrontato all'inizio per non arrivarci troppo stanchi e che sembra uno dei più colpiti dagli eventi meteo, proseguiamo con continui saliscendi fino alla tappa successiva, ossia Fontanasse, un piccolo borgo con vista lago dove, a parte qualche parabola satellitare, il tempo sembra essersi fermato. Prendiamo a scendere ad una quota più bassa e con belle viste sul lago, che inizia ora a mostrarsi in tutta la sua bellezza. A mano a mano che avanziamo, anche la diga del Brugneto inizia a fare la propria comparsa e ci sono punti in cui fotografarla riflessa nell'acqua assieme alle nubi è un vero piacere: inoltre, da qui, si riesce ad apprezzare ancora più chiaramente il basso livello del lago, che lascia nuda e scoperta una buona parte della sponda. Intanto, alcuni bagnanti di origine non propriamene italica, tra urla e schiamazzi utilizzano le rive del lago come personale pattumiera. Immancabili...

Questo è uno dei tratti più affascinanti del sentiero, che transita ai piedi di lunghe pareti rocciose per poi spostarsi in riva al lago regalando piacevoli viste sulla zona della diga e sull'isolotto che - a causa del basso livello dell'acqua - emerge al centro del lago. In breve raggiungiamo la diga, poco oltre il cartello che segnala l'inizio del Comune di Rondanina e percorriamo il ponte attraversandolo, fermandoci solo per fotografare lo strapiombante panorama della valle oltre la diga e per un autoscatto con il lago alle spalle: è sempre bello visto da qui, anche con il cielo grigio di oggi, che dalla partenza ci perseguita impedendoci di rimanere del tutto tranquilli.

Al termine del ponte, un tratto di asfalto in salita poi rientriamo nel sentiero, in corrispondenza di una bacheca. Questo punto del sentiero è in ottimo stato e sembra non aver risentito delle forti piogge del'autunno: lo percorriamo velocemente tra continui saliscendi e incrociando persone in cerca di funghi, fino a raggiungere l'area di sosta prescelta per una merenda, la solita di ogni giro, quella appartata in basso, vicino alle rive del lago.

Ci sediamo, giù zaini e tutto il resto, mentre si alza uno di quei venticelli che, di solito, preannunciano acqua. Vediamo il cielo tra gli alberi, è sempre più nero e la cima dell'Antola scompare lentamente sotto alle nuvole che si abbassano sempre di più: sarà meglio sbrigarsi...mangiamo velocemente due panini, una golata d'acqua e ci rimettiamo in cammino, visto che sono le tre del pomeriggio e abbiamo da poco oltrepassato la diga. C'è ancora tanta strada da fare.

Ripartiamo a fatica, come sempre dopo ogni pranzo. Fortuna che il sentiero, in questo tratto, aiuta, non presentando particolari salite e mantenendosi invece piuttosto tranquillo e pianeggiante, regalando belle viste sul Bric di Rondanina.

In generale, la sensazione che si ha è che la sponda destra del lago, quella che stiamo ora percorrendo, sia stata meno danneggiata dagli eventi meteo dell'autunno ma questo è vero solo in parte, perché quando il sentiero si allarga per superare il braccio più lungo del lago, troviamo una situazione ripristinata ma ancora piuttosto drammatica: in corrispondenza di ogni rio che scende ad alimentare il lago ci sono pietre e alberi spezzati ovunque, ai lati del sentiero qualche buco dove occorre prestare la massima attenzione e, addirittura, un ponte di legno con l'asse centrale rotta. 

Dopo essere rientrati accanto al "corpo" del lago e averlo costeggiato per qualche chilometro, con belle viste sulla diga e su Fontanasse, il sentiero torna ad essere in ottimo stato e prende a salire in maniera più decisa e con alcuni tornanti conduce a Costa di Paglia, dove usciamo, per un attimo, tra le case, prima di rientrare nuovamente nel sentiero, che ora costeggia, solo pochi metri più in basso, la strada provinciale del Brugneto. 

Bavastri è a poca distanza, lo vediamo di fronte a noi. Il sentiero in breve lo raggiunge, dopo essere transitato nei pressi dell'antico mulino e di due caratteristici vecchi ponti in pietra. Sbuchiamo dopo poco sull'asfalto e torniamo alla macchina, soddisfatti della camminata e per non aver preso la pioggia. Ma soprattutto, soddisfatti perché il sentiero, dopo le opere di manutenzione che si sono rese necessarie, era comunque in buone condizioni.

Nessuno poteva sapere quello che sarebbe accaduto poche ore dopo. Nessuno.

Ci vorrà sicuramente ancora del tempo prima che il sentiero sia di nuovo agibile, d'altra parte ci vorrà del tempo anche per ripristinare le vie di accesso a molti paesi della zona, Caprile su tutti.

Chiunque avesse notizie riguardanti lo stato dei sentieri, di questo ma anche degli altri della zona, può condividerle commentando questo post, nella speranza che non ci siano danni irreparabili.

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A un passo dalla vetta
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