UN SAN GIUSEPPE CONGELATO...
Una giornata meravigliosa al Chiappo, una delle cime più belle dell'appennino, colma di neve. Da non poter chiedere di più
PARTENZA: SP 113, bivio stalle di Salogni
ARRIVO: Monte Chiappo (mt. 1700)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 15 km tra andata e ritorno
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 6 h. e 30 min.
SEGNAVIA: nessuno fino a Bocche di Crenna; bianco-rosso 200 sul crinale
Neanche a farlo apposta, in settimana ho condiviso sulla pagina facebook di "A un passo dalla vetta" la ciaspolata dello scorso anno fino al Monte Chiappo: era stata una delle più faticose, seconda solo a quella del monte Carmo, forse, ma mi aveva permesso di godere di panorami davvero impagabili, mare compreso. Anzi, ci aveva permesso, perché con me c'era Francesca, alla sua prima ciaspolata (..che inizio...!). Ad un anno di distanza, tante cose sono cambiate ma non di certo la mia voglia di mettermi alla prova ed affrontare nuovamente un itinerario che, con la neve, diventa tanto lungo quanto affascinante.
Eh si, perché per arrivare in cima al Chiappo è raro partire dall'imbocco della strada che conduce alle stalle di Salogni, asfaltata nella prima metà e sterrata nella seconda, ma pur sempre una strada transitabile dai mezzi. Spesso si prediligono itinerari più caratteristici, con partenza - che so - da Capanne di Cosola, da Bruggi, da Salogni o Caldirola, al riparo del bosco o sotto il sole del crinale. La neve, però, copre ogni cosa cancellando tutto, strade o sentieri che siano e così è bello, almeno una volta all'anno, percorrere questo itinerario camminando su di un manto bianco, facendo finta che sia un sentiero qualunque, senza macchine.
Sulla scelta della destinazione, ha pesato sicuramente il tipo di panorama offerto dalla cima del Chiappo, decisamente diverso dal tratto di crinale dal Panà al Cosfrone che sono normalmente abituato a percorrere con la neve. Inoltre, memore della fatica fatta lo scorso anno, ho anche deciso di essere - almeno per una volta - mattiniero e di partire molto presto per poter, di conseguenza, evitare di fare sera sui monti come spesso mi capita nella brutta stagione.
Dopo appena 5 ore di sonno, al suono della sveglia scatto in piedi come un soldatino: quando mi metto in testa una cosa non ce n'è. Fuori un nebbione impenetrabile, ma le previsioni meteo mi confortano perché danno un deciso migliormento in mattinata e così, dopo essermi preparato per bene - calzamaglia, cuffia e guanti nello zaino - carico scarponi e ciaspole in macchina e raggiungo l'imbocco della strada che conduce alle stalle di Salogni, a metà strada circa tra Salogni e Bruggi che, avvolti dalla nebbia grigia, sembrano quasi due paesi fantasma di quelli che spesso ho visitato.
Indosso le ciaspole e sono pronto a iniziare la mia personale sessione di allenamento: attorno a me nessuno, sono il primo, per una volta e in un certo senso il mio rapporto con la montagna si fa ancora più intimo. Appena imbocco la strada innevata, vedo di fronte a me la nebbia iniziare lentamente a dissolversi, facendomi capire che tutto procede secondo i piani, mentre sullo sfondo, intravedo una lepre attraversare la strada a tutta velocità. Il silenzio è rotto soltanto dal rumore delle mie ciaspole che rompono la neve ancora gelata ed è una sensazione strana sapere di essere l'unico a camminare su questo sentiero. Dopo le prime curve, si vede la nebbia alzarsi dai tetti delle case di Bruggi e lasciare intravedere uno scorcio di paese: a mano a mano che proseguirò, scomparirà anche dalla cima delle montagne intorno, lasciando così ammirare gli alberi carichi di neve. Non passa molto che in cielo c'è già un bel sole e la nebbia appare relegata lungo il Curone, dalle parti di Fabbrica, sul fondovalle: adesso si comincia a ragionare!
Mi tolgo la giacca perché inizia a far caldo: la salita, costellata di impronte di animali selvatici - tra cui senza dubbio quelle del lupo - si fa via via più faticosa e quando arrivo nei pressi del curvone panoramico con vista su tutta la val Curone il cielo è già di un azzurro che fa venire voglia di vivere. Da qui si vedono bene le principali cime del nostro appennino, dall'Ebro al Giarolo passando per il Cosfrone ed il Panà, imbiancate come Dio comanda e di fronte a loro, sul versante opposto, il Carmo, il Bogleglio e il Bagnolo. Guardando bene, sotto al sentiero da cui sono salito, spuntano anche i tetti delle case di Salogni. Un'altra curva decisa e sono ormai in dirittura d'arrivo alle stalle di Salogni, mentre guardando sotto di me vedo le case di Bruggi che appaiono e scompaiono dietro alle piante sommerse di neve. Ecco comparire anche il Chiappo, totalmente imbiancato, con la sagoma del suo rifugio che da questa distanza sembra una casetta delle bambole: chissà quanta neve ci deve essere là sopra!
Alle stalle si perdono le vaghe impronte che avevo seguito fino a quel punto, probabilmente tracce di qualche giorno prima in parte ricoperte dalla neve caduta nella notte e da ora in poi toccherà solo a me creare la strada. E sono quasi a metà itinerario! Il tratto immediatamente successivo è il più brutto di tutto il percorso: c'è troppa neve sul sentiero e troppo molle, tanto che a ogni passo si affonda con buona parte della gamba. Quando la neve "non ti porta", come si dice, la fatica è doppia e in più impiego un tempo spropositato per fare un tratto relativamente breve di strada. Da qui in poi, in compenso, ne guadagna la vista: gli alberi carichi di neve come non mai sono tutti piegati su sé stessi, alcuni sembrano abbracciarsi sulla strada, tanto sono schiacciati dal peso della neve ghiacciata. Buona parte delle innumerevoli foto di oggi, inutile dirlo, le ho fatte in questo tratto.
Dopo il bivio con la fontana della valle, la neve diventa decisamente migliore e salire fino a Bocche di Crenna è quasi un piacere. Arrivato nei pressi della seconda bacheca in legno che si trova lungo il sentiero, vedo due persone scendere dal Prenardo verso Bocche di Crenna e, proprio sopra di me, alcune persone scendere dall'Ebro: primi segni di vita di questa giornata fino ad ora silenziosa e solitaria. Anche il vento, fino ad ora assente, inizia a sentirsi fischiare in lontananza.
Prima di arrivare al valico di Bocche di Crenna, come prevedevo, devo fare i conti con un tratto leggermente più insidioso per la troppa neve ammucchiata dal vento, ma una volta superatolo, giungo in breve all'imbocco della salita verso il Monte Prenardo, salita che stanno già affrontando i quattro ciaspolatori che mi hanno preceduto. Che dire, il panorama è fantastico da qui. Vedo il triangolo dell'Antola stagliarsi proprio di fronte a me oltre le montagne della val Borbera, mentre voltandomi alle spalle un Ebro così carico di neve bianca che crea un forte contrasto con il blu intenso del cielo. Indosso la giacca perché qui c'è un gran vento, poi qualche foto e riparto, alla volta del Chiappo: fino a qui ho impiegato poco meno di 3 ore, ce ne vorrà almeno ancora una per arrivare alla mia meta.
La salita all'anticima del Prenardo è agevole, nonostante il vento inizi a sollevare la neve e a creare un effetto "bufera" nel quale si vede un po' a fatica; ne approfitto spesso per voltarmi e fotografare il panorama alle mie spalle, che diventa sempre più spettacolare a mano a mano che salgo fino ad arrivare ad un punto in cui il Monviso, con la sua cima a punta, sembra appoggiato incontro al versante dell'Ebro. Un po' di foschia copre il mare, ma le Alpi marittime si vedono molto bene. Sull'altro lato, Bruggi spesso scompare dietro alla neve sollevata dal vento, che crea un effetto molto simile alla nebbia. Ai piedi della cima del Prenardo, seguo le orme di chi mi ha preceduto e senza salire in vetta taglio il fianco della montagna, per giungere dopo poco ai piedi della salita finale al Chiappo, che sepolta sotto a questa neve sembra ancora più ripida e imponente di quanto già sia realmente. La parete rocciosa del Prenardo, quella proprio sopra alle case di Bruggi, è ricoperta da un crostone di neve e ghiaccio mai visto, che meraviglia! Mentre sono fermo a scattare foto mi sorpassano due ciaspolatori di corsa, mentre davanti a me stanno completando la salita i quattro che mi hanno preceduto.
Più mi avvicino alla vetta, più il vento si fa forte e insopportabile e la visibilità limitata. Arrivato poco prima della cima, dove si spalanca letteralmente il panorama sull'Alfeo e sul Lesima, mi fermo immediatamente a scattare una panoramica: credetemi, ne vale veramente la pena, è uno dei panorami più affascinanti dell'appennino.
Mi sposto fino alla statua di San Giuseppe, che vedo già in lontananza ricoperta di neve e quando la aggiro, portandomi sul lato frontale, quasi mi metto a ridere guardando la scultura di ghiaccio che il vento ha modellato sul santo. Dico "quasi" perché con questo terribile vento gelido mi si bloccano istantaneamente le mani, il naso, le orecchie, la bocca e buona parte delle altre funzioni vitali...! E' davvero insopportabile, cerco velocemente i guanti nello zaino ma con le mani così congelate non riesco nemmeno a riconoscerli al tatto. Per fortuna li trovo e riesco a indossarli, ma guanti o no, qui sopra non si può restare a lungo. Fotografo il rifugio del Chiappo quasi nascosto dalla neve (a proposito: dove sono i quattro che mi hanno preceduto? sono scomparsi!) e cambio l'obiettivo della reflex per zoomare sulla palla del Lesima - dove si intravedono degli escursionisti - sui ripidi costoni dell'Alfeo, sulle montagne della val d'Aveto alle sue spalle, sul Cavalmurone, sul Legnà, sul Carmo, sull'Antola e sul Penice. Non c'è che dire, i panorami sono stupendi e dopo gli ultimi zoom sui paesi di Vesimo, Belnome e Capanne di Cosola lascio in fretta e furia la cima del Chiappo perché oggi, qui, proprio non si può stare: sembra quasi un'altra giornata rispetto a quando stavo salendo alla volta di Bocche di Crenna.
Mi fermo pochi metri sotto alla cima del Chiappo per scattare qualche immagine ravvicinata dei paesi della val Curone - Caldirola, Bruggi, Montecapraro e Fabbrica - ma anche per immortalare da più vicino il Santuario della Guardia di Genova - dietro al quale, purtroppo, il mare oggi non si vede, nascosto dalla foschia - il Tobbio, appena appena spruzzato di neve, e addirittura il ponte sul fiume Borbera che conduce a Carrega Ligure. Mentre me ne sto andando, arrivano altri due escursionisti da Capanne di Cosola, con cui scambio un rapido cenno di saluto prima di buttarmi a capofitto nella discesa dal monte.
Giunto ai piedi del Prenardo, dove incontro quattro scialpinisti intenti ad affrontare la salita, mi fermo per cambiare nuovamente obiettivo della macchina fotografica e sento alle mie spalle una voce.
"Ma io ti conosco! Come ti chiami?"
"Cristiano!"
"Di cognome?"
"Zanardi"
"Belin lo vedi che sei te..io ti leggo sempre, lo stavo raccontando ai miei compagni che c'è un ragazzo che scrive delle sue montagne da queste parti. Ti ho riconosciuto dalla barba! Devo farti i complimenti perché stai facendo un gran lavoro!"
"Grazie!" mi schermisco "Ma voi da dove arrivate?"
"Da Rapallo noi, lui invece da Genova. Tu sei di Caldirola?".
"Si si, di Caldirola!".
Il signore con cui ho parlato, assieme ai suoi tre compagni di cammino, formava il gruppetto che mi ha preceduto nella salita al Chiappo: mi raccontano delle loro escursioni, indubbiamente sono degli appassionati di un certo livello, a giudicare dagli itinerari che mi raccontano di affrontare, nelle più svariate zone alpine ed appenniniche. Mi ha fatto davvero piacere sapere che mi leggono. Mentre scendiamo il signore mi si avvicina e mi indica una cima in lontananza.
"Lo vedi quello? E' il monte delle Figne"
"Ah si? Ne avevo sempre sentito parlare, ma non avevo idea di dove fosse".
Scendiamo insieme fino a Bocche di Crenna, scambiando quattro chiacchiere, poi loro si dirigono verso l'Ebro per affrontarne la salita, mentre io scenderò alla volta delle stalle di Salogni. Hanno lasciato l'auto a Pobbio, in val Borbera e da lì sono saliti al Cosfrone e poi all'Ebro, prima di scendere al valico e risalire al Chiappo.
"E' stato un piacere" mi congedo "speriamo di rivederci presto da queste parti!"
"Presto non lo so..magari qualche domenica!" dice il signore con la barba, salutandomi con la mano.
Li lascio e già mi sento che questa giornata abbia un sapore diverso. Ma forse è il sapore della fame, visto che il mio stomaco brontola insistentemente. Apro lo zaino, pesco una barretta di cioccolato e due biscotti e mi fermo a fare rifornimento di energie. Con la coda dell'occhio, vedo muoversi qualcosa davanti a me: un topolino di campagna mi si avvicina sulla neve e dopo qualche tentennamento mi si piazza davanti immobile, con il naso in su a fissarmi aspettando che qualche briciola arrivi lì in basso. Non ce l'ha lontamente in testa di andarsene, si fa fotografare per bene e poi attende una ricompensa che arriva puntuale sotto forma di briciole dei miei biscotti. Strani incontri che si fanno in montagna!
Lascio il topino e riprendo il cammino, ora tutto in discesa e nettamente più agevole. Incontro due ragazzi con le ciaspole poco prima delle stalle e sinceramente non riesco ad invidiarli, avendo già sufficientemente provato al mattino cosa significasse fare quella salita. Ora i miei muscoli non ne vogliono sapere di sciogliersi, anzi a tratti sembra quasi che mi stiano venendo i crampi. Sei in forma, direte...ma d'altronde, dopo un inverno di pioggia passato tra letto e divano, cosa vuoi fare.
Superate le stalle, ne approfitto per rimettere lo zoom solo per fotografare da vicino il panorama con la Rocca di Oramala in primo piano e l'imponente Castello di Balduino di Montalto Pavese alle sue spalle, poi proseguo in scioltezza su di una neve che, finalmente, è diventata quasi una superficie ideale su cui camminare, a differenza dell'andata. Incontro ancora diversi ragazzi con e senza ciaspole che si stanno avventurando nella salita da me percorsa in mattinata, mentre io, ormai in preda all'acido lattico, scendo come un automa verso la strada provinciale, dove quando arrivo trovo un gran trambusto di macchine: per una volta posso dire di aver giocato d'anticipo! Riesco a malapena a piegarmi per togliere le ciaspole, poi mi irrigidisco di colpo.
Sarà un recupero lungo e faticoso, ma ragazzi...posso garantirvi che là sopra, sono felice di esserci stato!!