SAN PIETRO 2K17
Sul Monte Antola per la festa di San Pietro
Non è stato il primo San Pietro, né (mi auguro) sarà l'ultimo.
Eppure, la festa nella sua completezza non l'avevo mai vissuta come quest'anno: ero sempre salito con la notturna per ammirare l'alba, tranne lo scorso anno quando eravamo saliti sì in notturna, assieme a Ilaria, ma da soli, facendo da apripista al gruppo dell'escursione guidata.
Questa volta, sarà perché non siamo più degli sbarbatelli, abbiamo deciso di approfittare delle comodità del Rifugio Parco Antola, godendoci la festa per intero assieme agli amici Walter e Chiara.
Della partenza da Casa del Romano nel tardo pomeriggio di sabato 1° luglio, con lo zaino carico di libri da consegnare ai ragazzi del rifugio, ricordo soprattutto la fatica e la paura: paura di prendersi il temporale, con le nubi basse schiacciate lungo la dorsale, il rumore del tuono in lontananza e l'immagine fissa in testa dell'acquazzone che mi distrugge i libri nello zaino.
Pochi minuti di cammino e veniamo sorpresi da una ragazza con la sua bancarella a bordo sentiero, che ci fa assaggiare i formaggi e il pane che realizza personalmente. Un divertente fuori programma che ci fa chiedere...ma quanto sarà distante la prossima bancarella??
Riprendiamo il cammino, questa volta senza più interruzioni: la salita non è faticosa, anzi è piacevole. Di fastidioso c'è solo il vento, freddo e insistente: meno male che sopra ai libri, nello zaino, ho la giaccavento!
Arriviamo in Antola dopo due ore di cammino e ci fermiamo accanto alla chiesetta, dove la festa è già in corso: siamo arrivati troppo tardi per portare gli zaini al rifugio e così li teniamo con noi, furbi a prendere subito posizione contro il muro della chiesetta, al riparo dal vento gelido che soffia la nebbia. Indossiamo giacche, cuffie e salutiamo i ragazzi del rifugio, mentre le persone cominciano a mettersi in coda per la cena gentilmente offerta dai rifugisti.
Fabio e Andreino, piffero e fisarmonica, allietano la fredda serata.
Dopo un piatto di pasta e due splendide fette di torta, qualche bicchiere di vino e qualche amaro, il meteo inizia ad essere più clemente e il vento smette di soffiare, permettendo al sole di affacciarsi tra le nubi: basta camminare per pochi metri in direzione della cima dell'Antola per assistere a uno spettacolare tramonto che, assolutamente inaspettato, ci lascia ben sperare per il proseguo della serata e per l'alba del giorno dopo.
Si prepara la fiaccolata e verso le 22 siamo pronti a partire, con una lunga colonna di luci che risalgono la cima della montagna, accompagnate dal fantastico commento dell'alpino (!), mentre in lontananza si affievoliscono le luci del tramonto, sopra a quelle della pianura. E' un momento molto suggestivo e sono felice di averlo vissuto in prima persona.
Dopo la preghiera ai piedi della croce, scendiamo di nuovo accanto alla chiesetta, dove i suonatori ripartono con la musica tradizionale, prima di dirigerci, frontale in testa, verso il Rifugio Parco Antola, dove ci prepariamo alla notte.
La notte passa veloce, praticamente senza dormire, però almeno questa volta abbiamo un materasso sotto alla schiena e siamo al caldo: la sveglia è puntata alle 4,50 e sembra che suoni quando appena ci siamo coricati.
Scendiamo al buio dai letti a castello, una sciacquata al viso e vestiti come a gennaio usciamo dal rifugio per incamminarci verso la vetta della montagna, sotto a un cielo già chiaro. L'aria fuori è tiepida, non sembrano nemmeno le cinque del mattino: sul lago del Brugneto la nebbia inizia a diradarsi e verso la vetta dell'Antola, ai piedi della croce, c'è già un sacco di gente ad attendere il sorgere del sole.
Arriviamo in cima e mi stacco dai miei compagni per prendere una posizione comoda per scattare qualche foto: davanti a me i "mastri fotografi" Mirco e Giacomo hanno già piazzato tutto l'armamentario pronti a immortalare l'alba di San Pietro 2017. Un saluto veloce, due chiacchiere ed ecco che il sole inizia a spuntare, regalando un momento sempre uguale ma sempre ugualmente indimenticabile. Quando la vetta dell'Antola inizia a svuotarsi, ne approfitto per gli scatti migliori della giornata, mentre assieme ai miei soci giochiamo a riconoscere le vette e i paesi sui quali il sole inizia ad appoggiarsi, illuminando le vallate.
Scendiamo alla chiesetta per un thé caldo e un pezzo di focaccia, quindi torniamo al Rifugio per la colazione vera e propria, che ci godiamo all'interno della sala con splendida vista sul Lago del Brugneto. Terminata la colazione, ci spostiamo sul panoramico terrazzo, dove ci corichiamo sulle panche per un meritato riposo, mentre il sole inizia a farsi sempre più forte. Che pace, che meraviglia: è quasi un peccato notare che nel frattempo sono arrivate le 10 del mattino e il rifugio sta per chiudere, per preparare il ristoro in cima al monte.
Liberiamo la camera e saliamo in vetta, dove continuiamo a rilassarci accanto alla chiesetta, dove si sta celebrando la seconda messa di giornata e dove continua ad arrivare gente con lo zaino e gli scarponi. Il sole è forte, così torniamo all'ombra: finalmente arriva l'ora del pranzo e tra panini, pasta e canestrelli abbiamo modo di mettere un po' di benzina in corpo, pronti per il rientro.
Il piffero e la fisarmonica continuano a suonare, la festa è entrata nel vivo e le consuete nuvole del mezzogiorno spaventano un po' tutti lasciando credere di essere cariche di pioggia. In realtà, sarà l'ennesimo falso allarme.
Salutiamo i rifugisti e i suonatori, prima di incamminarci lungo il sentiero che scende verso Casa del Romano, oggi trafficato come non mai: un paio d'ore ci permettono di fare ritorno a Casa del Romano, questa volta con lo zaino decisamente più leggero perché i libri sono rimasti al Rifugio Parco Antola (dove sono in vendita).
Siamo stanchi, come sempre al termine di un San Pietro, anche se la scelta di dormire al Rifugio si è sicuramente rivelata azzeccata. La festa è stata bella e mi ha permesso di staccare completamente la spina da tutto ciò che mi infastidisce. Oggi come oggi, prenoterei già per l'anno prossimo.
Grazie a tutti e in particolare a Federico, Silvia e ai loro collaboratori che si sono dati un gran da fare per la buona riuscita della festa.