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SOTTO IL GROPPO

Alla scoperta dei ruderi di Sotto il Groppo, poco conosciuto paese fantasma della valle Staffora

PAESE FANTASMA: Sotto il Groppo (mt. 775 circa)

RAGGIUNGIBILE DA: SP185 del Brallo, nei pressi di Casone (mt. 850 circa)

TEMPO DI PERCORRENZA: circa 30 minuti

SEGNAVIA: nessuno, sterrata evidente

 

La mia curiosità verso i paesi abbandonati è cosa nota e risaputa da chi mi conosce: fatto sta che un giorno, parlando con un villeggiante di Caldirola, finiamo nel discorso dei paesi abbandonati e mi racconta di averne incontrato uno nei dintorni del Passo del Brallo, durante uno dei suoi giri con il cane in cerca di tartufaie.

"Impossibile!" penso subito, da quelle parti non ho mai visto né sentito nulla. Cerco di farmi spiegare precisamente il posto, ma è piuttosto confuso e non riesce a farmi capire quale diavolo sia la strada che imbocca e soprattutto vicino a quale paese.

Passa il tempo ma la mia curiosità non si placa. 

Lo interrogo nuovamente e mi racconta di una sentiero che scende sulla destra, lungo la strada per il Brallo, di fronte ad una piazzuola con una fontanella: i primi indizi cominciano ad arrivare e posso finalmente mettermi alla ricerca, anche se con scarsi risultati perché la strada che collega Varzi al Brallo è piuttosto lunga e se non mi sa dire di preciso in quale tratto, bisognerà fare una bella fatica per arrivarci da solo.

Finalmente, dopo qualche mese di verifiche sulle cartine e sulle mappe, i miei occhi cadono sulle sagome di alcune costruzioni posizionate nei pressi di un sentiero: sono proprio curioso di capire di cosa si tratta, anche perché non ne avevo mai sentito parlare prima di allora, così approfitto del primo momento utile per andare a vedere di persona.

Lungo la SP185 per il Brallo, oltrepasso il bivio per Santa Margherita Staffora e, poco oltre, quello per Casone, incontrando, dopo poche curve, una casa posta sulla destra della strada, nei pressi della quale si diparte un sentiero in discesa, recentemente segnalato con un cartello. Di fronte alla casa, sul lato opposto della strada, un piccolo spiazzo e una fontanella: sento che ci siamo.

Metto gli scarponi e lo zaino e mi incammino in discesa sullo scivolo di asfalto che costeggia l'abitazione, divenendo, in breve una evidente sterrata. Le segnalazioni a bordo sentiero sono quelle del sentiero 115 e indicano il Brallo a 50 minuti di cammino: per ora le seguo (anche se a dire il vero, a parte i cartelli non intravedo altro), ma le abbandonerò in fretta perché, come ho avuto modo di vedere consultando il gps, dovrò dirigermi nella direzione opposta.

Il fondo del sentiero è piuttosto insidioso, pieno di pietre mosse e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi: i panorami si aprono in direzione di Cegni, dritto di fronte a me e verso Fego, che si intravede appena più in basso. La traccia scende con alcuni tornantelli, poi prende a perdere quota con più decisione conducendo in breve ad una biforcazione: ignoro la traccia di sinistra, diretta al Brallo, per mantenermi a destra, sul sentiero che avanza ora pianeggiante.

Ben presto, mi rendo conto che quella su cui sto camminando è una vecchia mulattiera e sotto ai miei piedi compaiono le grandi pietre che un tempo occupavano il fondo della strada. La vegetazione invade il sentiero, rendendo necessario in alcuni punti piegarsi per avanzare ma dopo poche decine di metri, ecco comparire tra i rami e le spine il profilo di alcuni ruderi.

E' stato piuttosto veloce raggiungerli e a prima vista sembrano decisamente di più rispetto a quelli che mi aspettavo di trovare: mi avvicino superando un altro tratto di sentiero invaso dai rovi, quindi la traccia piega verso sinistra, conducendo esattamente di fianco ai ruderi.

La vegetazione ha ormai invaso tutto il piccolo villaggio, aggrappandosi ai muri e trascinandoli a terra, scenario purtroppo tipico di ogni paese fantasma: le costruzioni sono antiche e presentano i caratteri distintivi di quelle ammirate in altri paesi abbandonati intorno agli anni Sessanta del secolo scorso. Riguardo a questo paese, che ho scoperto chiamarsi Sotto Il Groppo (Il Groppo è la montagna ai piedi della quale passa la provinciale nel punto in cui sono partito), però non ho molte notizie circa la data di abbandono. Secondo "Dove comincia l'appennino", Sotto il Groppo era la frazione dove viveva il pifferaio Fiorentino Azzaretti "Lagé", originario di Pregola ma trasferitosi poi al paese della moglie. Azzaretti (1879-1953) secondo il sito dell'Associazione culturale "Barabàn" "apparteneva a una famiglia contadina, poverissima, in cui erano suonatori il padre Giuseppe, il fratello Antonio, suonatore di musa e il fratello Luigi "Bigion" anch'esso pifferaio. Emigrato in Argentina per alcuni anni - dove continuò peraltro a suonare con un piffero fatto costruire in loco dopo aver perso il suo in mare - Fiorentino ritornò successivamente in Italia". Non sono, tuttavia, riuscito a reperire informazioni circa la storia del borgo dove Azzaretti ha vissuto.

Un'abitazione è meglio conservata delle altre ed è probabile che sia quella abbandonata in tempi più recenti: l'ingresso si trova proprio sul sentiero ed è sormontato da un balcone con la ringhiera, a cui si accedeva anche da una scaletta posta lateralmente, oggi sommersa dai rovi; la facciata era dipinta di rosa. La porta è aperta e invita ad entrare: nella stanza un disordine inverosimile, tra il quale però si riconoscono alcuni elettrodomestici piuttosto recenti. Il soffitto è sfondato e nella stanza accanto sembra più che altro che vengano a trovare riparo gli animali selvatici. Aggirando la casa più recente sulla destra, si può vedere un altro particolare scorcio della frazione abbandonata, con alcuni ruderi curiosamente appoggiati ad altri, come sollevati da un terremoto. 

Torno sul sentiero, che prosegue e decido di seguirlo in discesa per due diverse ragioni: prima di tutto perché voglio vedere dove va a finire e poi perché, dalle cartine, pare segnalata un'altra costruzione nei dintorni del sentiero, più a valle. Così prendo la traccia in discesa, costeggiata per lunghi tratti da muri a secco e la seguo fino a quando il mio gps non mi conferma di essere giunto nei pressi della costruzione che stavo cercando.

La intravedo in lontananza, a lato del sentiero ma mi sorprendo quando, a mano a mano che avanzo, vedo che non c'è soltanto un rudere bensì diversi: sembra quasi che qui sotto ci sia un altro paese, la cui esistenza non è riportata nemmeno dalle cartine. I ruderi sono decisamente più datati rispetto a quelli incontrati prima, si tratta di grandi costruzioni con pietre squadrate senza più il tetto, che sembrano quasi essersi conservate sotto a uno strato di muschio, solo in alcuni punti invase dalla vegetazione e intaccate dagli alberi che sono, nel frattempo, cresciuti anche all'interno delle case. Non capisco, a questo punto, se Sotto il Groppo sia il paese che ho incontrato prima, quello che ho incontrato adesso oppure, addirittura, entrambi.

Ancora scosso per la scoperta, torno sul sentiero per percorrere gli ultimi metri in discesa, prima di giungere nei pressi di un bivio: mi sembra di essere in un luogo conosciuto e, una volta che prendo la direzione di destra, oltrepassato per due volte un piccolo rio, raggiungo una sbarra che impedisce l'accesso su di una rampetta in salita. La supero e, in breve, eccomi alle Grotte dei Briganti, quelle che avevo visitato qualche anno fa con un'escursione con partenza da Fego.

Tutto torna, ora: il sentiero che mi sembrava di conoscere è quello che ho percorso nel 2013 nell'escursione del "sentiero dei briganti" (ora dal percorso leggermente modificato a causa dell'alluvione di qualche tempo fa) che ho seguito fino a pochi metri dai ruderi che ho incontrato nel bosco, che non ho visto unicamente perché, a pochi passi dalle case, ho seguito il sentiero che mi ha portato in un'altra direzione. Inoltre, essendo autunno, le foglie sugli alberi non mi hanno nemmeno permesso di scorgere i ruderi in lontananza. Pensare che, senza saperlo, ero passato a poche decine di metri da un paese abbandonato!

Ritorno alla provinciale per il Brallo seguendo lo stesso sentiero, felice per aver trovato due luoghi dimenticati a pochi passi dalle mie zone, probabilmente poco conosciuti se non da quelli del posto. 

Mai pensare che non ci sia più nulla da scoprire o da imparare, perché le sorprese sono sempre dietro l'angolo!

A un passo dalla vetta
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