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DALLE STALLE DI SALOGNI ALL'EBRO

Un anticipo di inverno, ci regala una camminata sulla neve

PARTENZA: Stalle di Salogni (mt. 1372)

ARRIVO: M.te Ebro (mt. 1701)

LUNGHEZZA DEL PERCORSO: oltre 6,5 km

TEMPO DI PERCORRENZA: 1 h. 45 min. circa
SEGNAVIA: carrabile non segnalata; bianco-rosso 200

 

 

Si avvicina l'inverno. Novembre, sul nostro appennino, è un mese in cui possiamo trovare condizioni climatiche di qualsiasi tipo. Una settimana prima ero sulla cresta in felpa, sembrava primavera, poi è arrivata la prima neve e ora eccoci qui a camminare su questo strato bianco. Per fortuna che c'è un bel sole e la giornata è fantastica. 

Risaliamo la Val Curone in auto, e all'ultimo bivio, anziché seguire per Caldirola, ci dirigiamo a sinistra verso Montecapraro, Salogni e Bruggi. Nel tratto di strada che unisce Salogni a Bruggi, incontriamo una stradina asfaltata che sale sulla destra e porta alle Stalle di Salogni.

La strada è stretta, con molti tornanti e offre delle splendide viste su tutta l'Alta Val Curone, fino a Fabbrica Curone. In breve arriviamo alle Stalle, molto conosciute perché da qui parte il sentiero che conduce al Rifugio Orsi, alternativo a quello che invece parte dalla Colonia provinciale di Caldirola. Nei dintorni delle stalle possiamo parcheggiare l'auto: qui finisce l'asfalto e la strada diventa sterrata. Ma neanche ce ne possiamo accorgere, perché da alcune centinaia di metri a terra c'è uno strato di neve a ricoprire il tutto. Indossiamo gli scarponi e si parte.

Appena ci incamminiamo, sentiamo sotto alla strada il rumore dell'acqua che esce da una fontana e proseguiamo in salita con alcune curve fino a giungere nei pressi di un bivio che, in discesa a sinistra, conduce alla "Fontana della valle". Noi proseguiamo sempre diritti, la salita si fa ora più dolce. Sulla neve si cammina a fatica, in alcuni punti è ricoperta da uno strato di ghiaccio, in altri punti il sole l'ha già resa decisamente più morbida. Su di essa possiamo distinguere le impronte di decine di animali che sono passati prima di noi.

La strada curva a destra e costeggia la fiancata del Monte Ebro sempre in leggera salita. Qui troviamo gli accumuli di neve più consistenti, creati dal forte vento. In alcuni punti, nei pressi di una bacheca in legno con la mappa dei sentieri, siamo dentro alla neve quasi fino al ginocchio. E' abbastanza faticoso, non c'è che dire.

A mano a mano che ci avviciniamo al valico di Bocche di Crenna (mt. 1553), la presenza della neve si fa sempre più rara. Superate le ultime "cavalle" di neve, compare sotto ai nostri piedi il terreno bagnato e morbidissimo. 

Da Bocche di Crenna, che ci apre la vista sull'Alta Val Borbera, con i monti Carmo, Antola e Buio, ci dirigiamo verso destra e iniziamo la salita al Monte Ebro, da questo versante piuttosto ripida, ma vi posso assicurare che camminare sull'erba, nonostante qualche chiazza di neve, è già tutta un'altra cosa!

E' sufficiente arrivare a metà della salita all'Ebro, per poter ammirare un panorama che partendo da est ci permette di distinguere chiaramente il Penice con le sue antenne, il Lesima con il suo radar, il Chiappo con il suo rifugio, la piramide dell'Alfeo, poi Cavalmurone, Legnà, Poggio Rondino, Carmo, Antola e Buio. 

Completiamo la salita all'Ebro con l'ultimo tratto quasi pianeggiante, che ci permette di ammirare di fronte a noi anche il Monte Giarolo e, alle sue spalle, il massiccio innevato del Monte Rosa. Intorno a noi, le Alpi disegnano una splendida cornice, peccato per le nuvole che nascondono la sagoma del Monviso.

Guardando verso la Val Curone, si possono vedere i tetti delle case di Salogni, mentre sull'altro versante, quello della Val Borbera, c'è il paese di Cosola con i due nuclei di case che lo compongono (Aie di Cosola e Montaldo di Cosola).

La cresta è quasi del tutto sgombra da neve, il vento ha fatto il suo lavoro.

Arriviamo alla croce posizionata sulla cima del Monte Ebro (mt. 1700), notiamo che ora il CAI ha posizionato un contenitore che al suo interno nasconde un'agenda, sulla quale ognuno può lasciare traccia del proprio passaggio. Scriviamo un breve pensiero anche noi, poi ci fermiamo ad ammirare il meraviglioso panorama e ad ascoltare il silenzio, rotto solo dal rumore del forte vento che troviamo sempre a queste altitudini. Purtroppo oggi il mare non si vede, in Liguria il cielo non è terso. Peccato.

Giudizio: l'escursione dalle Stalle di Salogni al M.te Ebro è consigliata a chiunque, anche a chi non sia molto allenato. Il primo tratto, quello sulla sterrata che conduce a Bocche di Crenna è piuttosto lungo, ma non particolarmente impegnativo. La salita all'Ebro, piuttosto ripida, può comunque essere portata a termine in breve tempo, con qualche sosta lungo la salita. Ma intanto qualche sosta la fareste comunque, per ammirare lo splendido panorama. L'itinerario è molto trafficato, infatti è molto difficile che possiate portare a termine questa escursione senza incrociare nessuno, specie nel fine settimana. D'altra parte l'Ebro è una delle cime più rappresentative del nostro appennino.

Non amo particolarmente fare trekking sulla neve, ma per questa volta ho fatto un'eccezione. Sicuramente i paesaggi innevati sono ancora più particolari, molto "natalizi", in tema con il periodo di festività che sta per arrivare. Quindi che dire...buone feste a tutti!!!

A un passo dalla vetta
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