CIASPOLATA CIMA COLLETTA-MONTE LESIMA
Sulla panoramica dorsale tra Trebbia e Staffora
PARTENZA: Cima Colletta (mt. 1494)
ARRIVO: Monte Lesima (mt. 1724)
TAPPE INTERMEDIE: Passo La Colla (mt. 1358), Monte Terme (mt. 1489), Passo della Ritorta (mt. 1448), Monte Tartago (mt. 1688)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 12 km (a+r)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 4 h 30 min. cammino effettivo (a+r)
SEGNAVIA: 101
Una ciaspolata al Lesima sarebbe stata l'ideale per concludere l'inverno, oltre che l'occasione per aggiornare il mio sito con un percorso nuovo, per lo meno con la neve. L'idea era già venuta altre volte, ma la pigrizia mi ha fatto desistere in favore di itinerari più abbordabili: eh già, perché in inverno il tratto di strada che dal Passo Giovà conduce a Cima Colletta è chiuso al traffico e così raggiungere la partenza del percorso diventa più complicato. E al tempo stesso, salire al Lesima partendo dal Giovà è troppo faticoso, oltre che pericoloso, con queste temperature già piuttosto elevate di fine inverno.
Questa volta, però, era l'ultima occasione buona e non ce la siamo fatta scappare.
Raggiungiamo in macchina Varzi, quindi prendiamo la provinciale per il Brallo e giunti al Passo, ci manteniamo sulla destra seguendo le indicazioni per Cima Colletta. La strada è pulita, ma nei punti più all'ombra c'è ancora neve a terra, comunque non particolarmente fastidiosa. Arrivati nei pressi del Rifugio Nassano, cerchiamo di capire fin dove ci potremo spingere con la macchina e proseguiamo in attesa di trovare l'interruzione della strada: alla fine, parcheggiamo sul bordo della carreggiata, vicino a uno slargo, non distante dall'ultima casa di Cima Colletta, dove la strada è chiusa.
Ci prepariamo ma non indossiamo le ciaspole, perché ci sono ancora alcune centinaia di metri da percorrere su asfalto, quindi, nei pressi di una fontana a bordo strada, ecco riprendere la neve, che non è stata tolta dalla carreggiata. Ciaspole ai piedi, ci incamminiamo sulla stradina ricoperta di neve, che taglia in due un fitto bosco e procede in piano, quindi in leggera discesa, fino a condurre in un punto da cui si ha la prima vista sulla palla radar del Monte Lesima. Qualche foto, poi ci rimettiamo in cammino, con la strada che ora regala belle viste sull'alta valle Staffora e sul borgo di Negruzzo, incastonato alle pendici del Monte Bagnolo.
La vista si apre verso la val Avagnone e la val Trebbia quando raggiungiamo il Passo La Colla, dove incontriamo la sterrata (innevata) proveniente da Prodongo: la vista, da qui, è molto suggestiva, soprattutto verso le montagne della val d'Aveto che ora riconosciamo in lontananza. Ma non c'è molto tempo per perdersi in chiacchiere e fotografie: la parte più dura del percorso sta per iniziare e sarà meglio sbrigarsi.
Seguiamo le indicazioni del sentiero 101 per il Lesima, abbandonando la strada per salire su di uno stretto sentiero che si infila all'interno del bosco. La neve è tanta, per fortuna battuta da qualcuno che ha percorso il sentiero nei giorni precedenti, anche se la camminata non è di certo semplice come quella dell'Antola della settimana scorsa. Le prime salite ci permettono rapidamente di prendere quota e, seguendo le segnalazioni dipinte sui tronchi degli alberi, raggiungiamo la boscosa vetta del Monte La Colla, che attraversiamo tra i tronchi dei faggi spogli. Il sentiero in questo tratto è piacevole, forse il punto più bello della camminata. Quando il sentiero riprende a scendere, dobbiamo affrontare due passaggi non proprio semplici sulle cavalle di neve, che ci costringono a mettere il sedere per terra e lasciarci scivolare giù, ma a parte questi due "diversivi" la ciaspolata torna a farsi piacevole e, raggiunta una sella non distante dal passaggio della strada innevata, riprende a salire alla volta del Monte Terme. Qui, la neve è ancora di più e la salita ancora più ripida.
Il caldo, già notevole prima, comincia a diventare quasi eccessivo, soprattutto ora che il sentiero abbandona definitivamente l'ombra dei faggi per costeggiarli, inizialmente e per continuare poi sulla linea di crinale. Raggiunta la vetta del Monte Terme, la vista è impareggiabile: di fronte a noi ecco le vette del Tartago e del Lesima, che dominano Prodongo e la valle dell'Avagnone, mentre alle nostre spalle la vista spazia sui paesi dell'alta valle Staffora, tra cui Barostro, Cencerate e Cegni, arrivando fino alla torre di Oramala.
Qui perdiamo diverse decine di minuti a scattare foto, ma d'altra parte il punto di osservazione è a dir poco straordinario. E poi, la palla del Lesima sembra così vicina..."siamo a metà strada", ci diciamo, prima di rimetterci in cammino.
Scendendo dal Monte Terme, camminiamo verso gli ampi prati innevati del Passo della Ritorta, dove la strada innevata si fa pericolosamente vicina al sentiero e le viste dell'imponente sagoma del Tartago e del Lesima si fanno sempre più caratteristiche. Giunti al valico, riprendiamo a salire sul sentiero che costeggia gli alberi e conduce, dopo una bella salita con vista sull'alta valle Staffora e sulla dorsale Chiappo-Bogleglio, non distante dal bivio Monte Lesima (dritto)-Passo del Giovà (a destra), in un punto dove decidiamo di fermarci a mettere qualcosa sotto i denti.
Con la pancia un po' meno vuota, siamo pronti a ripartire per quello che si annuncia essere il tratto più duro dell'intero percorso. La salita comincia a farsi ripida, la neve continua ad aumentare e davanti a noi le tracce sono scomparse: dagli strani disegni sulla superficie della neve, sembra quasi che si sia staccata qualche valanga e che poi, la neve dei giorni successivi, abbia preso il posto di quella scivolata a valle. In effetti, nel punto più ripido della salita al Monte Tartago, entrambi i versanti sono decisamente strapiombanti e verso la valle dell'Avagnone, dalle pareti, alcune piccole valanghe spontanee si sono staccate e si continuano, tuttora, a staccare, proprio mentre stiamo camminando.
Si fatica a riconoscere il sentiero, che è ripido e stretto, costeggiato da ripidi scivoli di neve che, con queste temperature elevate marzoline, non lasciano del tutto tranquilli. Per fortuna, a mano a mano che si sale, la dorsale si fa più ampia e si riescono a riconoscere i paletti che delimitano il crinale, capaci di darci, per lo meno, un po' di orientamento in questo mare bianco. Però i panorami sono davvero meravigliosi: la vista, sul lato della val Trebbia, abbraccia una vasta zona che comprende Cima Colletta, il Brallo, il Penice, la Parcellara, la Sella dei Generali, la confluenza Trebbia-Aveto, la Ciapa Liscia, il Bue, il Maggiorasca, il Penna e l'Aiona. Alle nostre spalle, l'intera valle Staffora fino quasi a Varzi e, alla nostra destra, oltre Casale Staffora, il Pian dell'Armà e Pian del Poggio, la dorsale che separa Curone e Staffora con Giarolo, Panà e Ebro che spuntano a tratti.
Poco prima di raggiungere la vetta del Tartago, ecco comparire la palla del Lesima, fattasi improvvisamente vicina: meno male, perché tra la fatica, il caldo e le foto si è fatto tardi e abbiamo impiegato davvero tanto tempo per arrivare qui sopra. Dalla cima del Tartago, ecco comparire, ai piedi della dorsale del Cavalmurone e del crinale Carmo-Alfeo, la selvaggia val Boreca, tagliata in due dal fiume. Camminiamo paralleli alla stradina che conduce in vetta al Lesima e la raggiungiamo nei pressi del punto in cui si trovano i segnavia del percorso, quasi interamente sommersi di neve. La strada, aperta con una turbina a causa dei quasi due metri di neve, è a tratti innevata e a tratti no, motivo per cui decidiamo di tenere le ciaspole ai piedi e camminare sui bordi della strada, sulla montagna di neve, tranne l'ultimissimo pezzo. Arriviamo finalmente ai piedi del radar, da cui ogni tanto si staccano degli enormi blocchi di neve ghiacciata con dei boati che fanno venire la pelle d'oca, quindi lo aggiriamo e saliamo sulla vera vetta del Lesima, dove si trova la croce.
Fantastico, vista a dir poco spaziale e illimitata. E' stata una faticaccia arrivare fin qui, probabilmente la ciaspolata più dura di sempre, con tutta questa neve, ma ne è valsa davvero la pena. Scattiamo un po' di foto della val Boreca, dominata dalla cima dell'Alfeo e delle valli Trebbia e Aveto, senza dimenticare uno sguardo verso casa, in direzione delle antenne del Giarolo, non distante dalle quali si intravede la catena delle Alpi. Purtroppo le nuvole, in direzione della riviera, impediscono di vedere il mare. E pensare che stamattina, avevamo una mezza idea di andare a camminare verso il Beigua....
Ritorniamo ai piedi del radar per mangiare qualcosa, poi sarà tempo di scendere. Siccome si è fatto più tardi del previsto, decidiamo di lasciar perdere il sentiero (tra l'altro, per la troppa neve e il caldo, piuttosto pericoloso nel tratto tra i monti Terme e Tartago) e ci togliamo le ciaspole, per scendere sulla strada asfaltata, a tratti coperta da cavalle di neve. Le ultime foto sulla ormai lontana cima del Lesima, tutto bello, tutto tranquillo. Quando arriviamo in fondo alla stradina, dobbiamo rimetterci le ciaspole perché il tratto di strada che ci separa dal Passo La Colla è innevato: facciamo giusto in tempo a indossarle e, oltre una curva, una valanga ha letteralmente spazzato via la strada. Porcamiseria, non ci voleva.
Rimaniamo un po' indecisi sul da farsi, ma ormai indietro non possiamo tornare, ci vorrebbe troppo tempo. Guardiamo sopra alle nostre teste, la valanga in parte è stata frenata dagli alberi ma i blocchi di neve, minacciosi, sono lì fermi come per miracolo. Sotto alla strada non si può passare perché la neve ha portato via tutto. L'unica è attraversare i blocchi di neve che hanno preso il posto della strada, cercando di fare attenzione e facendo il più veloce possibile: anche perché il fronte in movimento non è propriamente breve, occupando invece un lungo tratto della strada.
Velocemente, attraversiamo la valanga per riportarci sulla strada, senza però poter stare tranquilli per la crosta della neve che, sopra alle nostre teste, sembra voler scendere da un momento all'altro. Ci sbrighiamo e, finalmente, arriviamo in un punto tranquillo, dove le pendenze sono minori e la situazione sembra più tranquilla. Per la prima volta, ho avuto veramente fifa in montagna.
Superato l'ultimo imprevisto, seguiamo placidamente la strada innevata che ci conduce al Passo La Colla e, successivamente, a Cima Colletta, dove dopo una bella bevuta alla fontana, raggiungiamo la macchina. Bellissima giornata, bellissime viste e tanta fatica. E oggi, anche la giusta dose di paura!
Fontana a Cima Colletta | La strada innevata | |
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Negruzzo e il Monte Bagnolo | Il Monte Lesima | |
Passo La Colla | Il sentiero 101 | |
Tornanti nel bosco | La boscosa vetta del M.te La Colla | |
Discesa dal M.te La Colla | Salendo verso il M.te Terme | |
Alta valle Staffora | Salita al M.te Terme | |
Pian del Poggio e M.te Chiappo | Valle Staffora | |
Barostro e Cegni | Negruzzo | |
Tartago e Lesima visti dal Terme | Panorama dal M.te Terme | |
Piani di Lesima (Prodongo) | Lesima e Piani | |
Dalla Ciapa Liscia al Maggiorasca | I monti Tartago e Lesima | Verso il Passo della Ritorta |
Passo della Ritorta | Si riprende a salire | |
Panorama alta Valle Staffora | Casale Staffora | |
Bivio M.te Lesima-Passo Giovà | La salita al M.te Tartago | |
Vista verso il Penice e la Parcellar | Uno dei tratti più suggestivi | I monti della val d'Aveto |
Panorama sulla valle Avagnone | Salita al M.te Tartago | Confluenza Trebbia-Aveto |
Il ripido crinale verso il Tartago | ||
Cavalle di neve | Corbesassi e la val Avagnone | |
Guardandosi alle spalle | Il M.te Tartago | |
Verso il M.te Tartago | Il radar del Lesima | |
Panoramica sulla val Trebbia | Panorama verso Capanne di Cosola | |
Sulla cima del Tartago | ||
Verso il Lesima | ||
L'ultimo tratto di percorso | ||
Il M.te Lesima | Verso la cima | |
Vista verso il Cavalmurone | La croce di vetta | |
Panoramica sulla val Boreca | La vetta del Lesima | |
Il panorama dal Lesima | ||
L'Alfeo e Belnome dal Lesima | Verso il Carmo e la val Boreca | |
La strada di accesso al Lesima | Corbesassi e il Penice | |
La strada per Cima Colletta | Valanga sulla strada | |
Passo La Colla | ||
Verso Cima Colletta |