SULLA NEVE, FINO AL COSFRONE
Camminata invernale da Caldirola al Monte Cosfrone, sul crinale tra val Curone e val Borbera
PARTENZA: Caldirola (mt. 1100 circa)
TAPPE INTERMEDIE: Passo Bruciamonica, Monte Panà
ARRIVO: Monte Cosfrone (mt. 1659)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 7,5 km
TEMPO DI PERCORRENZA: poco oltre 4 h.
SEGNAVIA: nessuno fino al crinale; 200 sulla linea di crinale
Appena cade un po' di neve, solitamente, arrivo qui sopra. Esco di casa e scatto una foto ai tetti delle case coperti dalla neve, che conferisce al paese il suo aspetto migliore. Poi vado alla Colonia, guardo la situazione neve sul sentiero e, una volta deciso di non mettere le ciaspole, mi infilo con i soli scarponi su per le piste da sci.
Quando gli impianti sono chiusi e le piste tutte per me, la questione si fa ancora più intima. Prendo tutte le scorciatoie possibili e immaginabili, in modo da raggiungere più in fretta il crinale, la cui vista arriva subito dopo il valico dove un tempo sorgeva il Convento di Brusamonica, a cavallo tra le due vallate.
Nei pressi di Passo Brusamonica si ha la prima vista sulla val Borbera. Oggi c'è la nebbia, un'ampia distesa dalla quale spuntano le cime delle montagne: la Croce degli Alpini, il Cravasana, il Poggio, il Bric delle Camere, il Reale, il Tobbio. Oltre, le alpi, così distanti eppure così nitide.
La neve, fresca e per niente gelata, copre il suolo regalandogli un aspetto così particolare da sembrare quasi un disegno.
Mi incammino nel boschetto, all'uscita dal quale, il Panà si staglia davanti al mio sguardo in tutta la sua imponenza. Lo avvicino lentamente e, altrettanto lentamente, lo scalo sul suo lato più ripido.
A mano a mano che salgo sul Panà, vedo la nebbia ritirarsi dalla val Borbera: sembra ci sia qualcuno che la sta risucchiando con l'aspirapolvere, tanto velocemente scompare. Dove se ne va, lascia le piante e i prati coperti di uno strato bianco che dura solo pochi minuti, per poi sciogliersi sotto al sole.
Quando arrivo in cima, è quasi scomparsa del tutto e rimangono solo qua e là alcune nuvolette, mentre la vista si fa sempre più ampia e, dietro alle antenne del Giarolo, spunta l'inconfondibile sagoma del Rosa con accanto il Cervino.
Cammino in direzione del Cosfrone, guardando di fronte a me le tre cime più imponenti: il Lesima, il Chiappo e l'Ebro. La neve, sul crinale, non è molta, pettinata dal vento che lascia intravedere l'erba al di sotto della coltre bianca. Dopo un'altra ripida salita che si sviluppa in due tronconi, eccomi in cima al Cosfrone, dove il vento gelido è così forte da costringermi a fare il tutto doppiamente in fretta. E allora via, a scattare foto.
La linea arancione del mar Ligure spunta oltre le montagne, poco più ad est della Madonna della Guardia. Oltre di essa, iniziano le alpi, che culminano nella punta del Monviso, per poi proseguire fino al Rosa e oltre.
Il Tobbio, il Reale e il Monte Alpe sono ora visibili in maniera nitida ed è strano pensare che, in realtà, siano così distanti.
Non posso ammirare oltre il panorama, fa troppo freddo e di andare fino all'Ebro, con quest'aria gelida, proprio non me la sento. Ritorno sui miei passi e scendo verso casa, infreddolito ma felice.
Felice di aver scoperto il segreto per guardare così lontano facendo così poca fatica.