LA TRAVERSATA PASSO PENICE-VARZI
Escursione dalla località Tre Passi a Varzi, passando per il M.te Alpe, S.ta Cristina, Pietragavina e Rosara
PARTENZA: Loc. Tre Passi (mt. 1100 ca.)
ARRIVO: Varzi (mt. 416)
TAPPE INTERMEDIE: Monte Alpe (mt. 1254), S.ta Cristina, Pietragavina, Rosara
LUNGHEZZA ITINERARIO: circa 15 km
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 5 ore
SEGNAVIA: bianco-rosso
E' giunta l'ora di una bella traversata anche in Oltrepo: l'idea di raggiungere il Penice da Varzi o viceversa c'era già da qualche tempo, ma non conoscendo il percorso ho sempre preferito rimandare. Ora, finalmente, ho avuto tempo di preparare l'itinerario e sono finalmente pronto per questa escursione.
Portiamo una macchina a Varzi e con un'altra procediamo sulla statale del Penice, senza tuttavia arrivare all'omonimo passo, perché ci fermiamo nella località meglio nota come "Tre Passi", posta in prossimità del bivio per Casa Matti e Romagnese.
Zaino, scarponi e si va: la giornata è abbastanza calda, il clima è piacevole per una bella camminata. Dopo qualche foto all'oratorio in pietra che si trova in corrispondenza della partenza del percorso, prendiamo il sentiero che parte alle sue spalle, con i cartelli che indicano Varzi a 4 h. e 45 minuti di cammino. Le prime viste sono in direzione del Pan Perduto e della Pietra di Corvo, con una Parcellara che spunta in lontananza tra la foschia della pianura.
Saliamo su un'ampia strada forestale che, con numerosi tornanti, ci conduce in vista delle antenne del Monte Penice e, quindi, la abbandoniamo per prendere una esile traccia sulla sinistra che conduce alla vetta del Monte Alpe (la strada forestale costeggia solo la cima). In realtà, la vetta del Monte Alpe è forse la più anonima tra quelle visitate in vita mia, in quanto ospita solo un piccolo prato senza alcun cartello o alcun segnale. La vista, però, è ampia e spazia fino alla pianura in direzione della val Trebbia.
Abbandonata la vetta, ci ricongiungiamo all'ampia mulattiera che avevamo in precedenza abbandonato, seguendola in piano con belle viste sull'Alfeo, sulla dorsale del Lesima, su quella del Bogleglio e su quella del Giarolo, alle spalle della quale si riconoscono le montagne di conglomerato tipiche della val Borbera. Il percorso alterna tratti estremamente panoramici ad altri dove la vista è in parte ostruita dagli alberi, ma sempre estremamente piacevole.
Incontriamo numerose deviazioni che scendono in direzione della statale del Penice, riconducibili ai percorsi della Riserva Naturale del Monte Alpe, ma le ignoriamo per proseguire sulla nostra carrareccia di crinale, con belle viste sull'abitato di Menconico. Un po' meno frequenti le viste in direzione della val Tidone e della val Trebbia.
Continuano, intanto, a spuntare cartelli escursionistici e viene quasi il dubbio di essere in autostrada: i percorsi sono molti, e questo è sicuramente un aspetto positivo, tuttavia alcune segnalazioni sono poco comprensibili e indicano tempi di percorrenza differenti per analoghe destinazioni. Non ce ne curiamo, e proseguiamo seguendo le indicazioni per Varzi.
Oltrepassata la strada di Piano Margarino (bivio a sx), il sentiero sale con una breve rampetta, ridiscendendo in corrispondenza di un bivio sulla destra, probabilmente in direzione di Casa Matti o Romagnese. Noi lo ignoriamo, mantenendoci sul sentiero principale che ora sale nuovamente, in un tratto scarsamente panoramico, per poi proseguire pianeggiante oltrepassato un breve tratto di pineta.
Superati i Poggioli d'Alpe, tornano le viste panoramiche sul Penice e sulla dorsale del Lesima, mentre Varzi è segnalato a poco più di tre ore. Il sentiero avanza pianeggiante tagliando in due il crinale e sta cominciando a farsi tardi. Così, in corrispondenza dell'ennesimo bivio sulla sinistra per la statale del Penice, in un punto in cui è posizionato un tronco di legno per la sosta, decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa.
Dopo una decina di minuti ripartiamo, costeggiando una capanna a bordo sentiero, sotto alla quale sono posizionate delle panche con dei tavoli e, poco oltre, incontriamo un bivio al quale prendiamo la diramazione di destra, che sembra essere quella più veloce per raggiungere Santa Cristina, la nostra prossima destinazione. Dopo un inizio in leggera discesa, il sentiero si fa pianeggiante e attraversa un fitto bosco incontrando nuovamente altri bivi che ignoriamo, alla volta di alcune vicine cascine e piccole frazioni (Praglasso, Casa Fiori, Ranfusina) e raggiunge finalmente, dopo un breve tratto fangoso, un ampio spiazzo dove incontriamo una fontana e una cappella votiva.
Da qui, proseguiamo in leggera discesa fino ad incontrare altre indicazioni, raggiunte le quali ci manteniamo sulla sinistra seguendo le indicazioni del "percorso 2", oltre a quelle consuete (Varzi è segnalato a 2 ore e 30min e a 2 ore e 45 min a seconda del punto da cui si legge il cartello....). Scendiamo in una ripida pineta, all'uscita dalla quale ci troviamo di fronte le case della frazione di Pietragavina e giungiamo in un punto panoramico con splendide viste sul Giarolo e sulla dorsale del Bogleglio. Scattiamo qualche foto e poco più avanti si gode di un analogo spettacolo sul versante opposto di valle, con meravigliose viste sulla valle Staffora, Pietragavina e il castello di Valverde.
Proseguiamo su una sassosa stradina che, in discesa, ci conduce finalmente tra le case di Santa Cristina: proseguiamo all'interno del paese e ci fermiamo a leggere le indicazioni nei pressi di una fontana, quindi raggiungiamo la strada asfaltata per Pietragavina e la seguiamo per intero. Il cielo azzurrissimo, in questo tratto di cammino, regala splendidi scorci e perdiamo qualche minuto di troppo a fotografare, anche se, ormai che ci vediamo quasi giunti a Pietragavina, pensiamo che il più sia fatto. E invece non sarà proprio così.
Infatti, giunti tra le case di Pietragavina, sempre camminando sull'asfalto, attraversiamo la Strada provinciale proseguendo sul lato dell'albergo ristorante Posta e prendiamo a salire in direzione del castello, seguendo le indicazioni che qui, un po' contorte, anziché lasciarci proseguire sul più agevole percorso, ci spingono attraverso una scalinata fino ai piedi della torre, per poi ridiscendere e ricongiungerci alla strada asfaltata per Rosara.
Eravamo convinti che saremmo scesi a Varzi dal più semplice percorso che costeggia la strada Varzi-Pietragavina e invece, come abbiamo potuto apprendere dai cartelli, il sentiero è intenzionato a farci passare da Rosara. Inizia così un lungo tratto di asfalto che ci conduce, dopo un cammino comunque piacevole e pianeggiante, alla frazione di Rosara, dove troviamo il tempo di fare una veloce visita alla chiesa e dove ci godiamo splendidi panorami del Castello di Oramala, che si trova proprio al nostro fianco.
Scendiamo sul ripido asfalto, con belle viste sulla valle Staffora, mentre la dorsale del Lesima sembra ormai lontanissima, così come quella del Penice, dai pressi della quale siamo partiti. Oltrepassato il cartello che segna l'inizio di Rosara, nei pressi della prima curva successiva, il sentiero un po' a sorpresa abbandona l'asfalto tuffandosi a sinistra in ripida discesa su un tratto di mulattiera che sembra condurre a una cascina isolata. Raggiunta la capanna, ci facciamo largo tra le erbacce per superare un breve tratto di sentiero invaso dalla vegetazione, quindi, raggiunto il fondovalle, costeggiamo il Rio Reponte Superiore in un selvaggio ambiente, raggiungendo in breve le case di Varzi in via Luigi Mazza, esattamente nel punto in cui avevamo parcheggiato l'auto in mattinata.
Traversata bella, non particolarmente impegnativa se non per la lunghezza e per i lunghi tratti finali di asfalto, visto che abbiamo optato per percorrerla in discesa. Ma comunque un'escursione piacevole e consigliata.